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martedì 8 luglio 2014

Il sentiero dei nidi di ragno - Italo Calvino

Il sentiero dei nidi di ragno - Italo Calvino
Pagine: 148
Edizione: Mondadori


TRAMA                    
Dove fanno il nido i ragni? L'unico a saperlo è Pin che è orfano di entrambi i genitori e conosce molto bene la radura nei boschi in cui si rifugiano i piccoli insetti. E' lo stesso posto in cui si rifugia lui, per stare lontano dalla guerra e dallo sbando in cui ritrova il suo piccolo paese. Ma nessuno può davvero sfuggire a ciò che sta succedendo qui e nel resto d'Italia. Neppure Pin. Ben presto viene coinvolto nella Resistenza e nelle lotte dei Partigiani, sempre alla ricerca di un grande amico che sia diverso da tutte le altre persone che ha conosciuto. Ma esisterà davvero qualcuno a cui rivelare il suo segreto?


RECENSIONE                   
A scuola mi è stato assegnato Calvino come lettura obbligatoria per l'estate, ma quando la prof ci ha parlato di certe sue trame, come quella di Città invisibili e Palomar ho deciso che lo avrei letto anche se non fosse stato obbligatorio. 
Mi è stato lodato per le sue storie di inventiva, in cui si lavora di fantasia e si lascia libero l'emisfero destro
del cervello: quello colorato, dell'inventiva, dei sogni. Ma mi è stato anche detto di cominciare dal suo primo romanzo e solo dopo averlo letto ne capisco il perchè: Il sentiero dei nidi di ragno è la perfetta manifestazione del lasciar prevalere l'emisfero sinistro, quello della ragione, della logica, del calcolo. 
Calvino ci parla di eventi estremamente realistici, parte della storia che studiamo sui banchi di scuola. Non viene nominato un paese, nè l'anno preciso in cui si svolge, ma è facile dedurlo da sè: è il novecento della resistenza italiana, dei tedeschi, dei partigiani, dei fascisti. Su questo sfondo, viene creata una storia inventata vissuta dagli occhi del protagonista, Pin, un bambino di cui non conosciamo l'età precisa, ma sappiamo essere un giovane cresciuto troppo in fretta e che continuerà a crescere nel corso del romanzo in un inquietante contrasto fra i suoi pensieri innocenti e le sigarette e parolacce che gli riempono la bocca, e in seguito tra la sua purezza e le armi che tiene in mano. Pin ha un linguaggio sboccato, provocatorio che crea un divario tra il registro basso, la maggior parte delle volte dialettale, che costituisce i dialoghi e quello medio/alto della narrazione.
La sua crescita forzata è dovuta al grezzo e duro contesto in cui vive e dalle compagnie di cui si circonda. Venendo respinto dagli altri bambini, a causa del suo caratteraccio: la sua infanzia è un'altalena fra la sua camera, l'osteria e le vie del povero carrugio; tra il tramezzo di fianco al letto attraverso il quale spia la sorella prostituta a letto con gli uomini, tra i racconti sconci e i canti spinti degli adulti bevitori, e gli improperi che gli vengono urlati per strada a causa delle sue misfatte.  
In un contesto simile, il bambino non può che finire in contatto con l'attualità e i crudi avvenimenti che gli si svolgono intorno. Presto si ritrova a dover fare i conti con la guerra vera e propria, con la prigione politica, i fascisti e i loro violenti interrogatori e dalla compagnia dell'osteria, passa alla compagnia di una sgangherata brigata di partigiani. 
L'abilità di Calvino è quella di creare dei personaggi veritieri e vividi, ognuno con la sua particolarità strana e li chiama per soprannome, in modo che siano ancor meglio identificati: così come nel carrugio c'era Pietromagro il ciabattino e Miscel il francese, nella brigata viene in contatto con Lupo Rosso, leggendario partigiano dal carattere forte e ribelle, Pelle coi suoi occhietti lucidi e raffreddati, opportunista e affamato di armi. Di questo sfortunato distaccamento i due che mi sono piaciuti di più sono stati il Dritto e Cugino, perchè a mio parere sono quelli che sono descritti in modo più approfondito, con una migliore introspezione e analisi dell'animo. Il Dritto è il comandante, una personalità altamente ambigua: visto da fuori ha l'aria malata e debole, ma quando apre bocca per impartire gli ordini è deciso e rispettabile. Allo stesso tempo, dentro di lui c'è una grande tempesta, perchè la sua determinazione contro i tedeschi soccombe, spesso, sotto il peso della grande incompletezza che lo affligge; cerca la compassione altrui, ammettendo con estremo vittimismo di essere malato, di non avere le forze.
Cugino è un Dottor Jeckyll e Mr. Hide. E' l'eletto "assassino" che, da solo come un cecchino, parte per le sue missioni contro i nemici con grande determinazione, ma anche grande tristezza negli occhi. Pin, dai suoi occhi puri, lo vede come un gigante buono, l'uomo con la corporatura robusta e la lunga barba che lo salva dalla solitudine del bosco, l'unico in grado di interessarsi ai nidi di ragno.
A proposito di quest'ultimi, quella del sentiero in mezzo al bosco è stata l'ambientazione che ho apprezzata di più. Mentre tutti gli altri sono paesaggi cupi, smorti e rovinati che l'autore si limita a descrivere in poche righe, quello del bosco è il più luminoso e vivo. Con gli occhi di Pin sembra di entrare in una foresta incantata, il suo unico rifugio dalla crudeltà del mondo.
Di notte e di giorno, lui si sente nel suo habitat irraggiungibile, nel posto ideale per far viaggiare la sua fantasia di bambino lontano dalle sparatorie e dalle retate.
Il sentiero dei nidi di ragno sarebbe un libro come molti altri, una cronaca di fatti storici, se non fosse per l'animo dei personaggi che vi si muovono dentro, che non sono solo macchine da guerra, ma persone che riusciamo a percepire palpabili, come se fosse davanti a noi.
Una lettura scorrevole, anche se ci ho messo un po' a farla ingranare, che mi ha invogliato a esplorare altri romanzi dell'autore per avere una vista più ampia sul suo stile.


VOTO: 7/8

2 commenti:

  1. di calvino no ho ancora letto nulla sebbene a scuola mi sia stato consigliato più volte anche a causa delle brevità dei suoi racconti. ho letto solo un suo saggio che si intitola "perchè leggere i classici", saggio consigliato dalla docente di letteratura latina. inutile dire che il suo stile mi ha conquistata all'istante! infatti non vedo l'ora di fare l'esame e leggere i suoi libri :)

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    1. A me ispirano molto Palomar e Le città invisibili, non vedo l'ora di leggerli.

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