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mercoledì 19 aprile 2017

Petali di luna - R.M. Stuart

Petali di luna - R. M. Stuart
Pagine: 104
Edizione: Dunwich edizioni


TRAMA                                                               
In una Londra dalle sfumature gotiche, sospesa nel tempo, un amore tormentato sboccia come un fiore lunare nel cuore della notte. Lei principessa, lui antieroe, un'unione ambigua ma tanto forte che nemmeno la magia può spezzare. Rose e Tristan, cresciuti assieme in un'irrealtà umana, si amano, si desiderano, finchè la vita chiede loro un dazio da pagare. Infatti una maledizione aleggia su Rose, una maledizione fatta di rancore e antichità, anche se Tristan veglia su di lei con incondizionata devozione. Tuttavia l'amore non è una favola, forse è una tragedia. Tristan lo scopre a sue spese, così perfino la fiera Rose è vittima del sonno eterno diventando "la bella addormentata", proprio come Malefica le aveva predetto dalla nascita. Sarà la morte più potente della sorte? 


RECENSIONE                                                            
Ormai la favola de La bella addormentata nel bosco la conosciamo bene tutti. L'abbiamo sentita narrare da bambini, l'abbiamo vista in televisione nella versione filmica firmata Disney e anche nel recente remake Maleficent con Angelina Jolie come attrice. Anche in questo breve romanzo di un centinaio di pagine si rivisita la storia, tanto mantenendo la base originale quanto aggiungendo particolari nuovi. La protagonista è Rose, che si vede costretta a vivere in una specie di mondo parallelo che viene chiamato irrealtà per allontanare il più possibile da sè la maledizione scagliatela da Malefica quando ancora era in fasce. Come nella fiaba, è protetta dalle due streghe buone Flora e Daphne, ma un ulteriore guardiano si aggiunge in questa versione: Tristan, un licantropo che ha votato sè stesso alla difesa della vita di Rose, ad essere il suo famiglio. Nella storia incontriamo sia lui che Rose in età adolescenziale, Tristan è presente quasi sempre in forma umana ed insieme a Rose è protagonista indiscusso della storia. Essi sono anche le due voci che narrano a capitoli alterni. Una pecca rilevante consiste proprio nel fatto che tutto ciò che viene raccontato ruota intorno al loro amore, capitoli interi sono dedicati ad episodi della loro quotidiana intimità, alle dichiarazioni che reciprocamente si scambiano e ai sentimenti che si infiammano via via sempre di più, nonostante gli ostacoli che sembrano sbucare da ogni lato. Il narratore utilizza metafore naturali e liriche per descrivere questa violenta infatuazione, spesso cadendo in un romanticismo da romanzo rosa che mi ha fatto più volte storcere il naso e, mentre si ha una profondissima attenzione nella descrizione della storia d'amore, vengono a mio parere tralasciati altri elementi di fondamentale importanza nella costruzione di un racconto appartenente al genere steampunk: l'ambientazione, per esempio. L'atmosfera gotica regna sovrana solo negli incubi di Rose, dove tutta la fantasia dello scrittore si rivela e si dimostra capace di creare paesaggi estremamente lugubri, simili a giardini dell'Eden dominati da fragore metallico e stridore di lame d'acciaio che pendono dagli alberi al posto delle foglie. Le insidie si celano dietro ogni angolo, ogni sera sono diverse e più contorte, giacchè vanno via via arricchendosi di formule e profezie sibilline. La
contestualizzazione al di fuori del mondo onirico è, però, totalmente nulla. Non si capisce molto bene cosa sia questo misterioso mondo di Steamwood; la Londra alternativa nominata nella sinossi è lungi dall'essere anche minimamente descritta nel racconto, che sembra quindi privo di un luogo in cui prendere forma. La storia si costituisce di una successione di eventi e scambi di battute, è presentata in modo molto concreto e fattuale con descrizioni quasi del tutto assenti, una mancanza che io ho sentito pesare molto sulla valutazione finale. Per il resto, alcuni momenti risultano molto toccanti, alcune scene - soprattutto le finali - sono ben costruite dal punto di vista dell'impatto emotivo sul lettore. Penso che, facendo leva su queste e sviluppando meglio le ambientazioni, come quelle del mondo onirico, potrebbe uscire un racconto più completo e soddisfacente.


VOTO                                                

giovedì 6 aprile 2017

Persepolis - Marjane Satrapi

Persepolis - Marjane Satrapi
Pagine: 354
Edizione: Rizzoli Lizard


TRAMA                                                                  
Persepolis è la storia dell'indimenticabile infanzia di Satrapi e della sua crescita in una larga e amorevole famiglia di Teheran durante la rivoluzione islamica; delle contraddizioni tra vita pubblica e privata in un paese piagato dalla dittatura; dei suoi anni alle scuole superiori di Vienna, affrontando i problemi dell'adolescenza lontana dalla famiglia; del suo ritorno a casa - tanto dolce quanto terribile; e, infine, del suo esilio auto-imposto.


RECENSIONE                                                           
Non avevo mai letto un fumetto, ho sempre riempito la mia libreria di romanzi o saggi. Da quando poi ho capito che i libri sono troppi e il tempo troppo poco, mi sono concentrata per la maggior parte su testi "impegnati", classici, volumi di un certo peso (nel senso letterale del termine), perchè mi appaga la sensazione di leggere qualcosa che ne vale veramente la pena. Ho sempre avuto pregiudizi nei confronti dei fumetti, nonostante fossi consapevole che talvolta contengono illustrazioni molto ben fatte o storie interessanti. Il fatto è che trovavo che la riduzione della parte scritta alle dimensioni di un fumetto fosse limitante. La narrazione viene ristretta principalmente alla forma orale, fatta eccezione i riquadri con brevi descrizioni introduttive; si lascia che sia l'immagine a parlare, mentre nel testo scritto viene un po' tralasciata o comunque semplificata la forma. Il mio pensiero - quello di una persona abituata alle lunghe digressioni introspettive e filosofiche tipiche dei classici - era che tutto ciò diminuisse nettamente la qualità dei contenuti. Persepolis è stata una piacevole dimostrazione di quanto mi sbagliassi.
L'edizione integrale si presenta come un grosso volume, decisamente scomodo da portare con sè nella borsa, facendolo così assomigliare in quanto a pesantezza alle mie letture consuete. Dopo averlo letto posso dire che non solo la pesantezza fisica, ma anche i suoi contenuti possono far rientrare questo fumetto nella categoria della letteratura impegnata: impegnata socialmente, politicamente e umanamente. L'espediente di utilizzare la forma del fumetto per esprimere importanti valori e riportare fatti nudi e crudi mi è parso una trovata geniale: quella che comunemente è considerata una forma letteraria leggera, illustrata e colorata, che ricorda quella della letteratura per bambini contrasta in modo potente con le numerose tematiche esposte in modo schietto e a tratti anche difficili da digerire. Il lettore si ritrova a spalancare gli occhi, turbato e colpito in modo molto più diretto di quanto potrebbe esserlo stato leggendo lunghi periodi e districandosi in una sintassi elaborata. Simbolica è anche la mancanza di colore - le illustrazioni giocano sulle tonalità di un nero profondo e un bianco puro - e la relativa semplicità dei disegni. 
La storia narrata è quella di Marjane Satrapi, la scrittrice, e copre un lungo arco temporale: dalla sua infanzia all'età adulta. È ambientata principalmente nell'Iran post rivoluzione islamica del '78, ma anche a Vienna. Ciò rende possibile affrontare il tema dell'evoluzione del suo paese, del cambiamento radicale dei costumi, o meglio della radicalizzazione di questi ultimi; la follia dell'estremismo, la violenza inaudita della repressione, riportate senza filtri nè mezzi termini. Ma, allo stesso tempo, la finestra che si apre sull'Austria permette l'entrata in scena di un altro tema molto attuale e discusso: il confronto tra l'Occidente e il Terzo mondo, i divari di natura politica e sociale che dilaniano l'individuo emigrato tra l'adesione all'atteggiamento libertino e l'attaccamento alle proprie tradizioni più rigide. Vengono messi sotto i riflettori anche i difetti di questa libertà occidentale, le problematiche che ne scaturiscono e questo soprattutto offre l'occasione di trattare l'argomento che più mi ha colpito e fatto riflettere, ovvero quanto tutto sia relativo. Il malessere di Marjane a Vienna, la tragedia personale che la colpisce in maniera profonda e semi-permanente appare ai suoi stessi occhi meno grave nel momento in cui si ritrova a confrontarla con la guerra e la morte che pervadono il suo paese d'origine. Sente di dover annullare la propria sofferenza per rispetto di quella altrui, decisamente più intensa, ma allo stesso tempo porta sulle spalle il suo fardello e ne avverte distintamente il peso. Sul piatto della bilancia vengono posti i due mondi e, mentre si legge, si può vedere come alternatamente uno sembri pesare più dell'altro, o meglio l'altro sembri oscurarsi - e quindi diventare più leggero - nel momento in cui tutta l'azione si sposta nel suo mondo avversario. Alla fine, però, l'Iran sembra vincere questo duello ed aggiudicarsi l'etichetta di universo in cui alcune questioni all'apparenza irrisolvibili paiono pesare molto più sulle spalle di un individuo con grandi aspirazioni di libertà ed emancipazione, come Marjane Satrapi. 
Questo fumetto vale veramente la pena di essere letto. Si fa gustare con facilità, si potrebbe leggerlo tutto il giorno senza stancarsi o avvertire il bisogno di una pausa e nonostante questo si rivela educativa e formativa apre gli occhi su un mondo pregno di problematiche, sondate dalla voce in prima persona di una donna che in quell'ambiente è nata e vissuta.


VOTO