Qui troverai ciò che vuoi:

giovedì 3 luglio 2014

Se ti abbraccio non aver paura - Fulvio Ervas

Se ti abbraccio non aver paura - Fulvio Ervas
Pagine: 319
Edizione: Marcos y Marcos



TRAMA                    
Il verdetto di un medico ha ribaltato il mondo. La malattia di Andrea è un uragano, sette tifoni. L'autismo l'ha fatto prigioniero e Franco è diventato un cavaliere che combatte per suo figlio. Un cavaliere che non si arrende e continua a sognare.
Per anni hanno viaggiato inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali. Adesso partono per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo sospeso della strada. Tagliano l'America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala.
Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso. 
Per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita. Andrea che accarezza coccodrilli, abbraccia cameriere e sciamani. E semina pezzetti di carta lungo il tragitto, tenero Pollicino che prepara il ritorno mentre suo padre vorrebbe rimanere in viaggio per sempre.


RECENSIONE
L'autismo era per me una specie di leggenda metropolitana. Riescono a memorizzare tutto ciò che leggono, non si dimenticano niente, erano questi i "miti" che conoscevo. 
Dopo aver letto Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte ho capito che dietro c'era molto di più e sono rimasta totalmente interessata all'argomento. Questo libro mi aveva colpito per il titolo fin dal primo momento in cui lo sentii nominare, ma solo quando ho letto la trama e ho visto che parlava di questa malattia mi sono decisa a comprarlo.
Se ti abbraccio non aver paura è la cronaca dettagliata di una storia vera, un viaggio non programmato in
America, in cui si vive alla giornata. Tutto viene documentato dalla macchina fotografica del padre di Andrea, tutto si stampa nella sua testa, quasi meglio che in quella del figlio autistico. Il fatto che la narrazione sia in prima persona e affidata a qualcuno di così strettamente legato al ragazzo è molto utile per seguire i processi di una mente estremamente particolare e per lo più sconosciuta, anche ai medici che se ne occupano.
Molti aspetti che avevo già trovato in altri libri vengono riportati anche qui: particolari approcci con i colori, l'ordine maniacale. Quello che mi ha colpito di più è stata la difficoltà nella comunicazione; mi sono immaginata come per un padre, per una persona che vuole conoscere il ragazzo, possa essere difficile e anche doloroso il non poter conversare con loro. La vicinanza aiuta però a capire un linguaggio tutto loro, un linguaggio che Andrea, per esempio, mette in atto attraverso disegni su qualsiasi superficie o con le espressioni del viso.
Un aspetto che non avevo mai trovato e che in questo libro è spiegato molto bene è lo stato d'animo della persona affetta dall'autismo. Spesso si considerano i sintomi, le cose che si possono rilevare scientificamente, ma raramente se ne analizza l'animo. 
Il papà riporta nel suo racconto delle conversazioni digitali, avute col figlio attraverso il computer, in cui parla delle proprie emozioni rispetto ai familiari, ma sopratutto rispetto alla sua malattia e vediamo una persona triste, che vorrebbe fare di meglio e non ci riesce. Ma questo dolore sembra non essere importante per lui, che trova altri mezzi per esprimere la propria empatia alla gente. Abbraccia le cameriere e chiunque attraversi la sua strada, diventando subito simpatico dopo un primo attimo di diffidenza. E' bello vedere come il contatto col mondo esterno, soprattutto quello vario, inaspettato e imprevedibile dell'America, aiuti Andrea e, verso la fine, possiamo vederlo quasi cambiato, cresciuto e capace di affrontare piccoli episodi con la stessa maestria di una persona normale.
Oltre a questo, il libro è un vero e proprio diario di bordo del loro viaggio. Il ritmo è, perciò, rapido, i capitoli brevi si susseguono facilmente. 
Il loro percorso si potrebbe suddividere in due parti: la prima in moto e la seconda in auto a noleggio dell'aeroporto. Questo cambiamento influenza anche le descrizioni delle ambientazioni, che in un romanzo del genere sono estremamente importanti. Quando i due sfrecciano sulla motocicletta in mezzo a paesi, villaggi, strade nel deserto, molte cose vengono solo accennate in modo sbrigativo, viene lasciato molto all'immaginazione e il succedersi di paesaggi molto diversi gli uni dagli altri è quasi frenetico.
Quando invece si fermano a soggiornare nelle località che attraversano e le visitano, rimanendoci per qualche giorno, possiamo avere una visione approfondita dello stile di vita e della cultura, perchè quello dei due non è un viaggio organizzato con guide turistiche, visite ai musei e ai monumenti. Il loro obiettivo è quello di vivere come la gente del posto, passando le ore sulla spiaggia, girando per le piazze, parlando lingue che non li appartengono e mangiando cibi che non avevano mai assaggiato.
Alcuni stili di vita sono veramente mozzafiato, e alcuni paesaggi erano così limpidi davanti ai miei occhi che mi è cresciuta dentro la voglia di visitarli.
Una cronaca spicciata e dal linguaggio semplice, puro e schietto, che racconta di due mondi completamente diversi a contatto fra loro: quello reale e palpabile dell'America e quello astratto e fuggitivo della mente di Andrea.


VOTO: 7

Nessun commento:

Posta un commento