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domenica 6 luglio 2014

Diary - Chuck Palahniuk

Diary - Chuck Palahniuk
Pagine: 168
Edizione: Mondadori
Titolo originale: Diary


TRAMA                   
Da quando ha sposato Peter, enigmatico compagno di corso alla scuola d'arte, Misty è venuta ad abitare sull'idilliaca Waytansea Island. Ora Peter, dopo un oscuro tentativo di suicidio, giace in coma all'ospedale. E misty tiene un diario per quando (semmai) tornerà alla coscienza. Ma - trattandosi di un'opera di Chuck Palahniuk - è inevitabile che il contenuto del diario sia molto bizzarro: misteriosamente cominciano a sparire una dopo l'altra alcune stanze delle case per le vacanze della zona che Peter aveva ristrutturato. Misty, con l'aiuto di un grafologo, scopre che sulle pareti delle stanza (in realtà murate) sono stati scribacchiati messaggi terribili e minacciosi che a poco a poco svelano verità sconvolgenti su di lei e sul suo destino.


RECENSIONE                    
Dopo aver letto Invisible Monsters, libro che mi ha folgorato su quanta genialità possa essere racchiusa nella mente di uno scrittore, ho capito che Chuck Palahniuk, re delle trame contorte, era nei posti papabili ad entrare nella top five dei miei scrittori preferiti. Ma prima di dargli questo privilegio, dovrò logicamente leggere altri suoi libri e ho deciso di partire con Diary. Penso di averlo scelto perchè la sua trama aveva qualcosa di macabro che mi attira particolarmente in questo periodo, in cui sono affamata di thriller, e devo dire che in quanto al fattore dell'inquietudine sono rimasta abbastanza soddisfatta.
Innanzitutto l'ambientazione è assolutamente perfetta. Ci troviamo su un'isola di nome Waytansea, "una lisca di pesce come la disegnerebbe un bambino: lo scheletro di un pesce, con la testa da una parte e la coda dall'altra. In mezzo, la lunga spina dorsale attraversata dalle costole. Immaginati questo pesce come un'isola ricoperta di case. (...) La testa è la piazza del paese, con il traghetto che va e viene dal porto, ovvero la bocca del pesce. L'occhio del pesce sarebbe l'hotel, e intorno a quello l'alimentari, il ferramenta, la biblioteca e la chiesa."
Penso che questo stralcio rappresenti alla perfezione la capacità descrittiva di questo autore, capace di metafore così vivide da poterci far immaginare ogni cosa così com'è, tutto preciso e minuzioso in ogni piccolo dettaglio (che qui ho omesso, o mi avrebbe occupato tutta la recensione). Solitamente non mi piacciono le descrizioni lunghe, ma se sono ben fatte le trovo sempre piacevoli, perchè trovo che in un libro nulla debba essere lasciato al caso: mi piace poter vedere davanti ai miei occhi tutto, con precisione, ed essere guidata in questo.
Nell'originale contesto vengono inseriti personaggi altrettanto fuori dalla norma, completamente anormali, dove l'unica sana di mente (almeno all'inizio!) sembra essere la narratrice e scrittrice del diario, Misty.
Misty è una donna abbandonata a sè stessa, delusa dalla vita e dal marito che tenta il suicidio facendola sentire inutile, destinata ad una vita di cameriera a cui cerca di evadere bevendo. Ma a sua insaputa, l'isola e i suoi abitanti le hanno assegnato un compito più importante: dipingere.
E tutti, comprese la suocera psicopatica e la figlia appena adolescente ancora più strana, tenteranno l'impossibile per farglielo fare.
La donna racconta gli avvenimenti giorno per giorno nel suo diario, destinato al marito, con un linguaggio aspro e arrabbiato, estremamente realistico, schietto: tipico di Palahniuk.
Vengono inseriti anche sprazzi del suo passato, tutto ciò che riguarda la sua infanzia di povertà, il suo talento per la pittura e la relazione con suo marito.
Una relazione assolutamente anormale, con un uomo un po' morboso e misterioso, una storia che aggiunge un altro pizzico di mistero, ma che alza anche il livello del libro con dei dialoghi e degli scambi di battute degni di nota.
Oltre a questo ci racconta del suo lavoro, delle sue visite alle case dalle camere scomparse, piene di scritte quasi "minatorie", profezie di morte e improperi. Nel corso del libro nascerà un legame tra queste scritte e altre, lasciate nei libri della biblioteca, scritte sui tavoli del ristorante dell'hotel, nei libretti della chiesa fino a creare una specie di caccia al tesoro inquietante.  
In queste imprese è accompagnata dal grafologo Angel, il cui nome è tutto un programma, la solita ironia di questo autore, perchè Angel cercherà di "redimere" Misty, ma in realtà la sua presenza darà vita ad una svolta abbastanza drammatica per la stabilità mentale della protagonista. Ancora una volta, niente è come sembra e questo cambiamento è totalmente inaspettato, il classico segreto che quando viene svelato ci lascia imbambolati per un attimo e poi ci fa ridere per la sua parvenza di irrealtà.
Mi aspettavo un finale quasi tragico, ma in un libro di questo tipo ogni nostro pensiero di una possibile soluzione verrà immancabilmente demolito e si termina con un avvenimento abbastanza surreale e "malato" proprio come avrebbe dovuto essere.
Chuck Palahniuk è davvero un genio del male e solo chi ha voglia di restare veramente stupito può affrontare questo libro, e io ho voglia di restarlo ancora una volta: per questo ho già pronti altri tre suoi libri nel mio scaffale.


VOTO: 8,5 

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