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lunedì 21 luglio 2014

Le parole confondono - Giovanni Venturi

Le parole confondono - Giovanni Venturi
Pagine: 396


TRAMA                      
E' una mattina come tante a Milano, tranne che per Andrea, fermo sulle terrazze del Duomo, deciso a lanciarsi nel vuoto. La sua vita è arrivata a un punto di rottura. Scavando nel suo passato, scopriamo la sua storia: quella da adolescente all'ultimo anno delle superiori, in una Napoli che gli si incolla addosso con un evento traumatico, e quella da venticinquenne, in una Milano nebbiosa e troppo affollata che lo costringe a prendere in mano le redini della sua esistenza e darsi da fare. 
Se a Napoli viveva la sua dimensione di adolescente irrequieto, a Milano sarà l'amicizia con Francesco a consentirgli di orientarsi in una città a tratti ostile. Qui dovrà ripartire da se stesso, affrontando un segreto che credeva sepolto e dimenticato, ma sarà una scoperta sconvolgente sul suo migliore amico a spezzare quel precario equilibrio faticosamente raggiunto. Può un'amicizia resistere a un terribile segreto?


RECENSIONE                    
Un giovane uomo seduto sul bordo delle terrazze del Duomo, con le gambe penzoloni e lo sguardo perso nel vuoto in cui tra poco si butterà, ma non prima di aver raccontato la sua storia, o meglio le sue storie, svoltesi nei due anni più importanti della sua vita. Così mi sono immaginata Andrea, il narratore in prima persona di questa storia. 
La sua cronaca prende la forma di un diario di bordo e si muove repentinamente tra due differenti ambientazioni in spazio e tempo, compiendo sbalzi a cui ci si può facilmente adattare grazie alla datazione di ogni capitolo. L'anno ancora in corso è il 2010 e l'ambientazione è a Milano; il 2003 a Napoli rappresenta, invece, un passato più remoto, raccontato dal protagonista in un libro che viene letto nel 2010 dai personaggi e che noi seguiamo sprazzo per sprazzo, man mano che loro proseguono la lettura. Ciò che sembra una richiesta di compassione e aiuto, si rivela uno sfogo, per buttare fuori solo ciò che la carta riesce a contenere al meglio.
L'idea di un libro nel libro, di una storia scritta che si unisce a dei fonemi lasciati in balia vento dalla bocca del protagonista, costituisce un espediente originale che non subito avevo compreso, perchè al principio i capitoli sembrano saltare da un anno all'altro senza un criterio preciso.
Un altro elemento che non salta subito all'occhio è quanto le due ambientazioni, pur sembrando in notevole contrasto, abbiano delle analogie. In entrambe, infatti, Andrea vive in condizioni confusionali dimenandosi fra piccoli e grandi traumi che lo rendono emotivamente instabile. Le caratteristiche che spiccano di più nel personaggio sono, infatti, la sua insicurezza e la poca stima di sè; l'odio che prova per sè stesso sembra riversarsi all'esterno in piccole gocce che arrivano a far traboccare il bicchiere. 
E, mentre la criminalità a Napoli non stupisce, l'autore ci mostra come i pregiudizi siano sbagliati, come la gente possa essere cattiva e incline ai reati dappertutto, allo stesso modo in cui sono presenti le compagnie giuste e gli amici veri ad entrambi gli estremi.
Le ambientazioni sono, spesso, poco definite dal punto di vista fisico, mentre sono descritte approfonditamente da quello emotivo. Ci viene lasciato lo spazio per immaginarci da soli uno scenario, per definirlo poi con ciò che suscita nel protagonista. Non posso sapere se anche in questo caso si tratta di un espediente narrativo e non saprei se definirlo come un aspetto negativo o positivo: da una parte lascia libertà al lettore che preferisce concentrarsi sui fatti ed essere lui stesso lo sceneggiatore, dall'altra ostacola chi vuole trovare già tutto pronto su carta, per essere guidato e per essere sicuro di non sbagliare nella sua mente.
Nelle prime pagine, in mezzo al resoconto di avvenimenti disparati, sono numerosi i momenti in cui il
narratore si sofferma a parlare di sè stesso, svolgendo auto analisi molto approfondite. Si definisce come una persona che divaga molto, che si lascia prendere dalle parole per restarne confuso, gira intorno ai concetti e, come per non smentire questa descrizione, molte parti dei capitoli sono costituite da digressioni in cui si perde, seguendo un filo di pensieri tutto suo. Ciò fa sì che la prima parte del libro diventi un po' disordinata e difficile da far fluire, perchè spesso intralciata da questi ostacoli. Oltre al carattere e alla personalità di Andrea, anche il suo forte legame e attaccamento a Francesco viene ribadito e ripetuto più volte, rendendo il tutto un po' forzato.
Col proseguire della lettura, però, la linea del tempo sfila sempre più avanti e il ritmo aumenta al pari del coinvolgimento, perchè entriamo a contatto con i punti salienti della trama., arricchita da molte rivelazioni e scoperte, alcune inaspettate, altre più prevedibili, ma raccontate da un punto di vista talmente interno ai fatti da apparire nuove ai nostri occhi.
La narrazione si distacca molto dai dialoghi, perchè mentre la prima ha uno stile un po' più ricco, i dialoghi sono affidati ad un registro estremamente colloquiale, utilizzando anche qualche termine dialettale. Ciò li rende estremamente realistici : non vengono "modellati" per essere amalgamati col resto, vengono lasciati spontanei e veritieri, e qualche volta anche sboccati.
Nonostante i drammi e la crudeltà messe in luce da questo romanzo, il messaggio complessivo sembra un vero e proprio appello alla speranza. E' una storia che, se letta fino alla fine, irradia positività. Il finale è il classico lieto fine da fiaba che, se in un primo momento lascia con l'amaro in bocca, quando si gira l'ultima pagina ha già mutato forma, trasformandosi in un grande spunto di riflessione, che ancora adesso, mentre sto scrivendo, mi fa pensare. 
Si potrebbe interpretare in vari modi. Potrebbe essere un incitamento a non mollare, perchè se non riuscirai a salvarti da solo, qualcun altro potrebbe farlo per te, potrebbe entrare nella tua vita e ridarti uno scopo; ma allo stesso tempo potrebbe anche essere una dimostrazione di quanto sia stupido perdere il proprio tempo a distruggersi e quanto sarebbe meglio ricostruirsi da sè, rimettere insieme i propri pezzi, perchè solo quando sarai tutto intero e consapevole, riuscirai a vivere.
Le parole confondono mette molta carne al fuoco: affronta parecchi temi, alcuni in modo migliore di altri, basandosi su una grande cerchia di personaggi, ognuno ben caratterizzato.
E' un libro a tratti incerto, reso imperfetto da alcune pecche, ma che in più punti riesce a risollevarsi e a scorrere piacevolmente. Un libro sensibile, un libro fragile, da maneggiare con cura e soppesare con moderazione.


VOTO: 7

Ulteriori informazioni qui
ISBN e-book: 978-88-907559-4-1
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ISBN cartaceo: 978-1491037638
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