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sabato 31 agosto 2013

Antologia Sine Tempore - Autori Vari

Sine Tempore - Autori Vari
Edizione: La mela avvelenata


TRAMA
Sine Tempore è una raccolta di racconti ucronici, in cui gli avvenimenti storici sono stati riscritti con solerzia e fantasia. Il senso comune, in questo caso supportato anche dalle opinioni degli esperti, ci dice che la storia non si fa con i "se". Eppure siamo davvero convinti che sia sempre vero?
Autori: Serena Barbacetto, Daniela Barisone, Alexia Bianchini, Paola Boni, Claudio Cordella, Fabrizio Fortino, Anna Grieco, Simone Messeri, Luigi Milani, Fiorella Rigoni, Francesca Rossi, Stefano Sacchini, Massimo Soumarè.


RECENSIONE
"Cosa sarebbe successo se...?"
E' così che ci viene introdotto ogni racconto di questa antologia. L'idea di base è molto più che interessante: reinventare i fatti storici.
E' un modo innovativo per farsi piacere, e sentire più vicini a noi, fatti accaduti nel passato, che ci sembrano lontani anni luce.
Le modifiche sono state apportate in svariati modi: rimanendo sul realistico, o pensando ad avvenimenti tipici del genere fantasy, come zombie e angeli caduti, o al fantascientifico, con le macchine del tempo.
Una cosa che ho apprezzato è la varietà degli argomenti presi in considerazione: guerre, miti dell'epica, scoperte e invenzioni, la fine del mondo.
E' stato bello anche notare come variassero il modo di raccontare, la scrittura e i punti di vista da un autore all'altro.
In "L'affondamento del Titanic" di Fiorella Rigoni, per esempio, viviamo le vicende da vari punti di vista, come se ci fosse una telecamera che si sposta da un luogo all'altro; così come in "Il sogno di Marlene" di Luigi Milani, che si svolge negli anni '30 e grazie a cui viviamo l'espansione del Reich di Hitler in Germania, a New York e con gli occhi dei suoi nemici e dei suoi seguaci.
In altri, come "Bagliori nella mente" di Stefano Sacchini, o "La caduta dell'impero romano" di Paola Boni (che mi è piaciuto molto), la storia ci viene raccontata in prima persona da chi la vive.
In "Li secreti mei" di Simone Messeri e in "Serenissima" di Emanuele Delmiglio vediamo con occhi diversi grandi invenzioni e grandi scoperte.
Tutti noi, o almeno io, abbiamo sempre pensato a Leonardo da Vinci come ad uno dei più grandi inventori di sempre, e un po' meno ai suoi misteri, mentre in questa storia è proprio il suo "lato oscuro" ad essere approfondito. Nel secondo, la scoperta dell'America ci appare come un complotto, un piano prestabilito da altri, e non da Cristoforo Colombo.
Tre racconti che mi sono piaciuti molto per la loro originalità sono stati "Nel nome dell'imperatore" di Fabrizio Fortino, "L'ira di Apollo, di Anna Grieco" e "Destinazione Paradiso" di Daniela Barisone.
Sono tutti e tre molto creativi.
L'ira di Apollo mi è piaciuto, perchè è stato come rivivere da un'altra visuale, ciò che avevo imparato sui banchi di scuola nelle ore di epica. Finalmente una storia in cui non è la guerra a trionfare, ma l'amore, con un fantastico lietofine.
Destinazione Paradiso mi è piaciuto per la sua durezza, la schiettezza del linguaggio e l'inventiva molto particolare di una fine del mondo alternativa.
Nel nome dell'imperatore, invece, è stato qualcosa che sapeva molto di "novità", con un finale per niente scontato e inaspettato.
Un'antologia molto particolare e assolutamente da non perdere.


VOTO: 8

venerdì 16 agosto 2013

Gli occhi dell'imperatore - Laura Mancinelli

Gli occhi dell'imperatore - Laura Mancinelli
Pagine: 113
Edizione: Einaudi


TRAMA
Una contessa piemontese, Bianca di Agliano, in viaggio verso il matrimonio atteso da tutta la vita; l'imperatore Federico II ormai malato e prossimo alla morte; un cavaliere-musico-poeta, Tannhauser, che a causa di un maleficio non sa più amare; un giovinetto, Manfredi, predestinato a un futuro bellicoso e sfortunato; due simpatici servitori in cui si specchiano comicamente le avventure dei loro signori; due falconi e un cane di nome Pelone. Tutti questi personaggi, e soprattutto il "triangolo" Bianca, Federico e Tannhauser, partecipano a un affascinante percorso di avventure e sentimenti, che è anche un intreccio di entusiasmo, rassegnazione e senso del destino.


RECENSIONE
Gli occhi dell'imperatore è un titolo importante, per questo mi aspettavo un 'mattone' dalla copertina quasi lussuosa. Quando l'ho preso in prestito in biblioteca, quindi, non posso negare di essere rimasta un po' delusa. E' un libricino di 113 pagine con una semplice copertina che raffigura un piccolo castello quasi da cartone animato.
Eppure, così poche pagine sono state in grado di contenere molta più poesia di quando credessi. Contiene un amore, una distanza, un viaggio.
La storia si apre su un paesaggio al tramonto e sul momento in cui la duchessa sale sul balcone per rivolgere lo sguardo alla natura che si apre sotto i suoi occhi, immaginando il suo imperatore che fa la stessa cosa nel suo castello. E' un incontro senza contatto, solo attraverso la mente.
Già da questa scena ci sembra di entrare in una fiaba disney, ma in versione triste e un po' più profonda. Se poi analizziamo la scrittura, ci sembra proprio di affogare in un vecchio racconto. E' un linguaggio quasi magico, svolazzante, forbito, quello che si presenta, che da al tutto un'atmosfera quasi innaturale.
Anche i personaggi sono in numero ridotto, ma molto particolari. La duchessa è fuori da ogni convenzione, quasi anticonformista: cavalca con le guardie, invece di viaggiare sulla portantina, per esempio. E' una donna estremamente forte e coraggiosa, pronta a qualsiasi cosa, come qualcuno che non ha più niente da perdere; l'ho immaginata con un'espressione seria e sicura sempre incisa nel volto, ma con occhi estremamente tristi.
Poi c'è Tannhauser, un cavaliere dell'imperatore mandato a prendere la duchessa. Lui e quest'ultima sono uniti dall'aver perso tutto ciò che avevano di più caro e di esservi rimasti attaccati solo attraverso l'immaginazione e l'illusione di speranza. 
Altri due personaggi estremamente "simpatici" sono la nutrice e Nicco, che sembrano una coppietta sposata che litiga in continuazione per delle sciocchezze, ma che torna sempre a cercarsi.
Tutte le ambientazioni sono descritte in maniera abbastanza accurata, mentre, l'unica cosa che non mi è piaciuta molto, è che le situazioni sono quasi sfuggenti. Idilliache, colorate, in cui il lettore vorrebbe fare ripetuti fermi immagine, ma che terminano troppo presto. E' come se fossero delle farfalle: proprio quando si posano sulla nostra mano aperta e noi ci fermiamo ad osservarle, spiegano le ali e volano via.
Questo forse è provocato dalla brevità del romanzo, fatto sta che dopo pochissime pagine ci ritroviamo alla fine. Il viaggio è in parte omesso e anche il finale è pressochè inesistente. E' come se l'autrice, ad un certo punto, non sapesse più cosa dire e avesse smesso di scrivere: si tronca tutto e il libro finisce su una scena che è di per sè conclusiva, ma che in realtà lascia tutto aperto.
E' un romanzo infinitamente triste e anche molto bello, ma che, a causa della brevità, risulta un po' incompleto.


VOTO: 7