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sabato 23 novembre 2013

The fault in our stars - John Green

The fault in our stars - John Green
Pagine: 313
Edizione: Penguin Books


TRAMA
Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più.
Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di avventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a dispozione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.


RECENSIONE
Finalmente torno con una nuova recensione.
Dopo molte settimane passate a studiare, ho deciso di prendermi una pausa e riprendere in mano questo libro di John Green che avevo iniziato parecchio tempo fa.
Ho scelto di leggerlo in lingua originale, perchè conoscendo la scrittura dell'autore, sapevo che ne sarei stata in grado. Infatti, tutti i suoi libri parlano di adolescenza e per questo viene utilizzato un linguaggio molto giovanile e originale.
In un pomeriggio l'ho finito tutto d'un fiato, anche se l'avevo lasciato circa a metà, e all'ultima pagina mi sono pentita di non aver voluto terminarlo prima, perchè ne sarebbe valsa sicuramente la pena.

"Nel tardo inverno dei miei sedici anni mia madre ha deciso che ero depressa, presumibilmente perchè non uscivo molto di casa, passavo un sacco di tempo a letto, rileggevo infinite volte lo stesso libro, mangiavo molto poco e dedicavo parecchio del mio abbondante tempo libero a pensare alla morte."
Queste sono le parole con cui il libro inizia; il lettore viene quindi a contatto con una realtà che, normalmente, non si attribuirebbe ad un'adolescente, o perlomeno che non ti aspetteresti possa essere raccontata in un romanzo, perchè si tratta della quotidianità di una sedicenne malata di cancro. 
Ma anche in un panorama simile, John Green riesce ad accendere una luce, a farci intravedere uno spiraglio di felicità, che la nostra protagonista era convinta di non poter ritrovare.
Hazel Grace è una ragazza intelligente e profonda, sarcastica, segnata dalle esperienze che l'hanno resa matura ed anche un po' pessimista e senza speranza.
Avendo lasciato la scuola, a causa della malattia, ha perso quasi totalmente i contatti con i suoi coetanei, se non fosse per il gruppo di supporto che frequenta forzata dalla madre.
E sarà proprio a questo gruppo, a cui non vorrebbe nemmeno andare, che incontrerà Augustus.
Inutile dire che quest'ultimo sia il mio personaggio preferito. La lotta con Hazel è dura, ma Augustus ha qualcosa che me l'ha fatto piacere da subito.
E' un ragazzo fuori dalla norma, probabilmente inesistente nella vita reale, fuori da ogni convenzione, concentrato sulle risonanze metaforiche di ciò che lo circonda. Un ragazzo che si mette la sigaretta in bocca per stare a contatto con un oggetto che potrebbe avere il potere di ucciderti, senza dargli la possibilità di farlo, perchè non la accende. Un ragazzo che appena ti vede comincia a fissarti, poi ti rivolge il suo sorriso sghembo e appena ha l'occasione di parlarti ti chiede di andare a casa sua a vedere un film.
Potrebbe apparire come un bulletto o il classico spezzacuori che gioca con i sentimenti degli altri, ma non è così. Ha un carattere particolare ed è sensibile, ambisce ad una morte gloriosa e ha paura dell'oblio, è la classica persona di cui ci si innamora da subito.
E' un classico dei personaggi di questo autore: sono imperfetti, ma ai nostri occhi appaiono come se non lo fossero e sono così ben definiti, così particolari, così diversi dalla gente che conosciamo, che quando finiamo il libro vorremo averli come amici, anche solo in prestito per un pomeriggio, solo per farci una chiacchierata.
Questi personaggi fanno cose, intraprendono avventure anche abbastanza "surreali", ma ci crediamo lo stesso che possano succedere, perchè non ce le fa pesare, le rende così vere e ci da la speranza che anche a noi un giorno possano succedere.
Anche l'ambientazione è talvolta così magica da non sembrare reale. Quella più rilevante è Amsterdam, descritta talmente bene che mi è venuta voglia di farci un viaggio.
Il classico libro in cui non puoi lasciare una pagina senza sottolineature perchè le frasi sono tutte memorabili. 
Una lettura persuasiva, coinvolgente e commovente.


VOTO: 9,5

domenica 10 novembre 2013

Uscite!

Rebirth - Matteo Zapparelli
Pagine: 404
Edizione: Sogno edizioni
In uscita: Dicembre 2013


TRAMA
Da millenni in ogni angolo del mondo si combatte una guerra segreta e sanguinosa tra i Figli di Argo, un'antica stirpe di licantropi, e l'oscuro Ordine della Croce D'Argento.
Una sola città vive in pace: Verona, la città dell'amore cantata da Shakespeare. Ma anche quest'ultimo baluardo sta per crollare, ora che l'Ordine schiera le proprie forze in un disperato tentativo di annientare il nemico. E la scia di sangue crescerà fino ad assumere le forme di un fiume in piena.
Nel mezzo di questo vortice di violenza, Etienne e Sara si incontreranno quasi per caso. Lui, licantropo apostata che ha voltato le spalle ai propri fratelli per amore di una donna. Lei, ragazza sognatrice che gli ruberà il cuore con i suoi grandi occhi verdi. E, mentre cala la notte e sorge la luna piena, gli ululati echeggiano e le spade si innalzano, Etienne dovrà lottare per salvare la donna che ama e offrire al mondo un ultimo barlume di speranza.


domenica 27 ottobre 2013

La spada di Allah - Francesca Rossi

La spada di Allah - Francesca Rossi
Pagine: 31
Edizione: La mela avvelenata


TRAMA
Cosa sarebbe accaduto se l'Impero Ottomano avesse conquistato Vienna, in quel fatidico 11 Settembre 1683, quale sarebbe stato il destino del mondo?


RECENSIONE
La spada di Allah è un racconto ucronico, in cui viene reinterpretato un evento che solitamente studiamo nei libri di scuola.
Trovo molto interessante anche solo il genere a cui il racconto appartiene, perchè mi attira molto l'idea di leggere storie su un presente o un passato che conosco e che viene reinventato e rielaborato in modo coinvolgente e con elementi appartenenti al genere fantastico.
In queste 31 pagine oltre a raccontarci cosa sarebbe accaduto se l'Impero Ottomano avesse conquistato Vienna, ci vengono narrate molte altre cose. Si spazia infatti verso il futuro che attenderebbe il mondo. Mi è piaciuto il fatto che non ci si sia fermati solo all'avvenimento di partenza, ma che si sia proseguito e ampliato il tutto.
Il racconto infatti inizia con un cambio generazionale al trono, in cui il figlio sostituisce il padre morto e, più che incentrarsi sulla vittoria dell'Impero Ottomano, si prosegue leggendo ciò che essa comporta, ovvero una grandissima, addirittura esagerata, fame di potere. La conquista di Vienna è il punto di partenza di una conquista molto più vasta: quella del mondo. 
Dopo aver assoggettato paesi e paesi e averli sottoposti ad una dittatura soffocante, due dei protagonisti principali, Ibrahim e Sharif, dominano l'intero pianeta.
Ciò che più ci interessa, o che ha più interessato me, è stata però la vicenda riguardante l'amore. Il premio che Sharif promette a Ibrahim per la sua fedeltà è, infatti, sua sorella Noor. 
Mi sono immaginata Noor come una ragazza dalla pelle scura, ma non troppo, un viso allungato e bellissimo, incorniciato da delicate composizioni create con i suoi lunghi capelli neri; due grandi occhi a mandorla. Due occhi profondamente tristi e spesso umidi, perchè a Noor è stato negato l'amore vero per dar vita ad un amore combinato e fasullo. 
Ma l'oggetto del suo amore potrebbe non essersi dimenticato di lei...
Penso che sia un racconto ben articolato, in cui il collocamento storico è ben amalgamato con il paranormale, potrebbe addirittura essere ampliato e diventare un romanzo completo. Soprattutto la parte che si svolge in quella che soprannomino "la grotta della coscienza", dove si può raggiungere la Spada di Allah solo affrontando i propri rimorsi.
Sicuramente una buona lettura, un peccato che sia breve.


VOTO: 8,5

domenica 22 settembre 2013

Il ballo - Irene Nemirovski

Il ballo - Irene Nemirovski
Pagine: 124
Edizione: Newton Compton
Titolo originale: Le Bal


TRAMA
Per i Kampf l'organizzazione del ricevimento, a cui sono invitati i maggiorenti della città, è un'occupazione serissima.
Tutto deve funzionare alla perfezione, come il meccanismo di un prezioso orologio. Proprio per questo, il ballo, che dovrebbe segnare l'ingresso della quattordicenne Antoinette nella brillante società parigina, è un sogno più per la madre, volgare e arcigna parvenue, che per la ragazza. 


RECENSIONE
Mi era stata consigliata più e più volte la scrittrice Nemirovski, ma soprattutto questo suo libro. Così, approfittando dell'edizione economica della Newton Compton l'ho comprato.
Da subito, veniamo introdotti nel tema del libro: conflitti fra madre e figlia.
Mi ha ricordato, in qualche modo, i litigi fra Elizabeth Bennet e sua madre in Orgoglio e Pregiudizio. L'unica differenza è che in questa breve storia il tutto è portato all'eccesso. Antoinette arriva a sentirsi in una prigione, senza nessun conforto; la madre risulta quasi disumana, sembra non sopportare nemmeno di vederla.
Una cosa che stupisce è il parallelismo tra i personaggi che l'autrice crea. Infatti, pur essendo in continuo conflitto, sono estremamente simili e questo ci viene fatto capire da un desiderio comune, inespresso e forse irrealizzabile; dai gesti che entrambe fanno, come fossero di fronte ad uno specchio.
La trama di base prometteva bene, ma in realtà ho trovato che sia stata svolta in una maniera un po' povera di dettagli. Il libro è, infatti, molto breve e anche abbastanza semplice, soprattutto per quanto riguarda il sogno della ragazza adolescente che avrebbe potuto essere uno spunto per aggiungere qualcosa, o avrebbe dovuto essere, a mio parere, molto più approfondito.
Devo ammettere che mi ha un po' deluso. Mi aspettavo qualcosa di un po' più sfarzoso e di meglio elaborato, atmosfere magiche come quelle degli altri classici, mentre invece, l'unica atmosfera che si ha è appesantita dai litigi e poco piacevole.



VOTO: 6

sabato 21 settembre 2013

Compagno di sbronze - Charles Bukowski

Compagno di sbronze - Charles Bukowski
Pagine: 200
Edizione: Economica Feltrinelli
Titolo originale: General tales of ordinary madness


TRAMA

Poeta dell'eccesso, Bukowski porta alta la bandiera di un anticonformismo californiano che ha una lunga storia alle spalle. Se in Compagno di sbronze forse più che altrove, la vena satirico-umoristica dell'autore assume talora colorature selvagge o addirittura feroci, ciò consegue dal rilievo conferito all'atmosfera alienante di Los Angeles.
Ma anche in questi racconti il vitalismo sfrenato, la scelta provocatoria dell'emarginazione e della provvisorietà, la sessualità eternamente in furore sono tanti sberleffi contro il perbenismo conformista.


RECENSIONE
In questo periodo, mi è capitato spesso di leggere citazioni di Charles Bukowski principalmente riguardanti l'amore, come la famosa "Trova ciò che ami e lascia che ti uccida." Inoltre, tra le mani mi era già capitato Storie di ordinaria follia, di cui avevo letto solo il primo racconto che poi avevo abbandonato perchè avevo voglia di leggere qualcosa di diverso.
Così ho preso l'iniziativa di provare a concludere qualche suo libro.
Mi è stato prestato Compagno di sbronze, una raccolta di racconti proprio come Storie di ordinaria follia.
Sicuramente, chi conosce Bukowski solo attraverso le frasi di cui parlavo sopra, stenterà a riconoscerlo. Io ero già informata sul suo conto, perchè mi incuriosiva parecchio, ed ero venuta a conoscenza della sua rudezza e schiettezza.
E' certamente un libro fuori dagli schemi, che non segue un filo logico preciso, se non quello della denuncia. Denuncia alla politica, ad una società che giudica marcia, ai comportamenti malati e viziosi degli esseri umani. Per esempio, ci sono storie sulle bombe, su un pedofilo che stupra una bambina. Altri temi, che anche se trattati in modo diverso sono quasi sempre i medesimi, sono: alcol, donne, prostitute, sesso e violenza.
Ci sono capitoli quasi interamente di dialogo, capitoli un po' più concentrati sulla mente di chi vi fa da protagonista. Un fattore che li accomuna tutti è la scrittura: aspra, secca, rude e talvolta un po' troppo volgare per i miei gusti. E' proprio questo che differenzia i libri di Bukowski dagli altri: lo stile. Può essere amato o odiato, una cosa o l'altra. 
Non sempre amo le parolacce o la volgarità nei libri, infatti alcuni capitoli sarebbero stati proprio da scartare, ma nella maggior parte dei casi il suo linguaggio mi è piaciuto. E' come se ci parlasse di sè, indirettamente: è un linguaggio che sembra arrivare da una persona che viaggia controcorrente, un po' misantropa, che non si lega a nessuno in modo permanente, uno spirito libero che non ha ancora trovato un suo scopo nella vita.
Lo sfondo è quello di masse in movimento, masse omologate che seguono un obiettivo perchè è così che devono fare e non per convinzione personale. 
In mezzo, c'è Bukowski, che si rende protagonista delle sue stesse storie. E' una cosa che mi è piaciuta particolarmente, perchè credo che sia un atto coraggioso racchiudersi in racconti in cui la maggior parte dei comportamenti sono sbagliati, raccontare dei propri lati negativi e poi pubblicare tutto in un libro.
Un'impressione che ho avuto è quella che, pur autocriticandosi, restava sempre ad un livello superiore degli altri. Dell'altra gente che gli ruota attorno, così come fa su stesso, lascia che emergano solo i lati negativi, o l'indifferenza che lui prova nei loro confronti e questo tende a mantenerlo sempre su un gradino più alto.
Insomma, è un libro che da spunto a riflessioni e discussioni interpretabili e soggettive, un libro non per tutti. Adatto a chi è forte di stomaco. Adatto a chi ha bisogno di un salto nel concreto, di venire a contatto con lo sporco e la corruzione e tutti i lati oscuri della società. Un libro che, pur non avendomi entusiasmato al pari di altri, ho apprezzo e mi ha incitato a leggere altro dello stesso autore.


VOTO: 7

mercoledì 11 settembre 2013

Oceano mare - Alessandro Baricco

Oceano mare - Alessandro Baricco
Pagine: 212
Edizione: Universale Economica Feltrinelli


TRAMA
Oceano mare racconta del naufragio di una fregata della marina francese, molto tempo fa, in un oceano. Gli uomini a bordo cercheranno di salvarsi su una zattera.
Sul mare si incontreranno le vicende di strani personaggi. Come il professor Bartleboom, che cerca di stabilire dove finisce il mare, o il pittore Plasson che dipinge solo con l'acqua marina, e tanti altri individui in cerca di sè, sospesi sul bordo dell'oceano, col destino segnato dal mare. E sul mare si affaccia anche la locanda Almayer, dove le tante storie confluiscono. 


RECENSIONE
Ho letto questo libro svariate volte. Ricordo, che la prima ne rimasi talmente affascinata da inserirlo nei miei preferiti. Ho deciso di rileggerlo, perchè mi ero in parte dimenticata la storia e avevo bisogno di "riconfermare", in qualche modo, il suo posto in classifica.
E la rilettura ha avuto un esito più che positivo. Forse perchè sono un po' più grande di quando lo avevo letto le prime volte, ma l'ho percepito molto di più. 
L'incanto, la magia, la purezza e allo stesso tempo la verità sulla natura umana che trasmette, mi hanno raggiunto in modo molto più profondo delle volte precedenti.
Il libro è diviso in tre parti: Locanda Almayer, Il ventre del mare e I canti del ritorno. Nella prima, facciamo la conoscenza dei personaggi.
Ognuno di loro, nessuno escluso, ha qualcosa che lo rende unico e diverso da quelli degli altri libri.
Uno di quelli che mi piace di più è Bartleboom, che scrive un'enciclopedia sui limiti della natura ed è alla locanda Almayer per stabilire dove finisce il mare. Aspetta la sua donna da tutta una vita e, pur non conoscendola, ogni giorno le scrive una lettera con l'obiettivo di consegnargliele tutte, un giorno, quando la incontrerà: le donerà i suoi giorni.
Un'altra che adoro è Ann Deverià, mandata dal marito alla locanda per "espiare i suoi peccati": è follemente innamorata del suo amante che non riesce a dimenticare e che aspetta.
Poi c'è Plasson, che dipinge solo quadri bianchi perchè non trova gli occhi del mare, e Elisewin.E' terribilmente sensibile e non riesce a vivere veramente, per paura delle emozioni troppo forti, così viene mandata al mare per curarsi.
Nella seconda parte viene approfondito il passato di uno dei personaggi, che viene introdotto solo nelle ultime pagine della prima parte e quindi non ci sembra importante, finchè non conosciamo la sua vera storia.
La terza e ultima sezione è a sua volta divisa in più parti, in cui si conclude il percorso di ognuno e anche quello della storia che fa da filo conduttore di tutto il libro.
Ciò che affascina, però, è la narrazione. Ciò che viene raccontato è indubbiamente molto suggestivo, ma la scrittura di Baricco mi è sempre sembrata di un livello particolarmente elevato e apprezzabile da chi ama le allusioni.
Parlando del mare parla dell'amore e parlando di un bambino parla di purezza e sogni.
"E com'è?...Il mare, com'è?"
Sorride, Elisewin.
"Bellissimo"
"E poi?"
Non smette di sorridere, Elisewin.
"A un certo punto, finisce."
Non c'è altro da dire. Penso che possa essere un libro un po' interpretabile, che può essere o amato o odiato. 
Io, mi unisco alla prima categoria.
Oceano mare è un libro che, sicuramente, consiglio a chiunque abbia voglia di trovare un po' di poesia leggendo la vita di altre persone.


VOTO: 10

domenica 8 settembre 2013

#Prossime uscite Buttefly Edizioni

Ecco l'anteprima del prossimo libro in uscita, prevista per il 10 Settembre, di Butterfly Edizioni: 


I colori che ho dentro - Nadia Boccacci
Pagine: 176
Edizione: Butterfly Edizioni
Prezzo: 12,90€


TRAMA
Grigio: l'incertezza di Gemma e i dubbi a proposito di Marco, il ragazzo che ama ma che la tradisce. 
Giallo: il caldo ricordo di tata Armida, l'odore del tè e dei biscotti, le fiabe con le quali allietava una Gemma bambina. E poi il blu cupo dell'addio a Marco e il rosso tumultuoso di un nuovo incontro: quello con Pierre, artista pieno di talento ma anche di segreti. Sul fondo, le tinte accese di un'assenza che ha segnato la vita di Gemma e che ancora brucia come una ferita aperta: l'allontanamento di sua madre e il continuo ondeggiare tra nero e bianco, rancore e perdono.
Con una narrazione che è poesia di colori, Nadia Boccacci ci insegna che siamo i soli padroni di noi stessi e che solo noi possiamo decidere se lasciarci trasportare dalla corrente o se vivere tutte le nostre sfumature, anche quelle più cupe. In fondo, come Gemma scoprirà, niente è nero per sempre: bisogna solo trovare, nel fondo di sè, il coraggio di vivere a colori.

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sabato 31 agosto 2013

Antologia Sine Tempore - Autori Vari

Sine Tempore - Autori Vari
Edizione: La mela avvelenata


TRAMA
Sine Tempore è una raccolta di racconti ucronici, in cui gli avvenimenti storici sono stati riscritti con solerzia e fantasia. Il senso comune, in questo caso supportato anche dalle opinioni degli esperti, ci dice che la storia non si fa con i "se". Eppure siamo davvero convinti che sia sempre vero?
Autori: Serena Barbacetto, Daniela Barisone, Alexia Bianchini, Paola Boni, Claudio Cordella, Fabrizio Fortino, Anna Grieco, Simone Messeri, Luigi Milani, Fiorella Rigoni, Francesca Rossi, Stefano Sacchini, Massimo Soumarè.


RECENSIONE
"Cosa sarebbe successo se...?"
E' così che ci viene introdotto ogni racconto di questa antologia. L'idea di base è molto più che interessante: reinventare i fatti storici.
E' un modo innovativo per farsi piacere, e sentire più vicini a noi, fatti accaduti nel passato, che ci sembrano lontani anni luce.
Le modifiche sono state apportate in svariati modi: rimanendo sul realistico, o pensando ad avvenimenti tipici del genere fantasy, come zombie e angeli caduti, o al fantascientifico, con le macchine del tempo.
Una cosa che ho apprezzato è la varietà degli argomenti presi in considerazione: guerre, miti dell'epica, scoperte e invenzioni, la fine del mondo.
E' stato bello anche notare come variassero il modo di raccontare, la scrittura e i punti di vista da un autore all'altro.
In "L'affondamento del Titanic" di Fiorella Rigoni, per esempio, viviamo le vicende da vari punti di vista, come se ci fosse una telecamera che si sposta da un luogo all'altro; così come in "Il sogno di Marlene" di Luigi Milani, che si svolge negli anni '30 e grazie a cui viviamo l'espansione del Reich di Hitler in Germania, a New York e con gli occhi dei suoi nemici e dei suoi seguaci.
In altri, come "Bagliori nella mente" di Stefano Sacchini, o "La caduta dell'impero romano" di Paola Boni (che mi è piaciuto molto), la storia ci viene raccontata in prima persona da chi la vive.
In "Li secreti mei" di Simone Messeri e in "Serenissima" di Emanuele Delmiglio vediamo con occhi diversi grandi invenzioni e grandi scoperte.
Tutti noi, o almeno io, abbiamo sempre pensato a Leonardo da Vinci come ad uno dei più grandi inventori di sempre, e un po' meno ai suoi misteri, mentre in questa storia è proprio il suo "lato oscuro" ad essere approfondito. Nel secondo, la scoperta dell'America ci appare come un complotto, un piano prestabilito da altri, e non da Cristoforo Colombo.
Tre racconti che mi sono piaciuti molto per la loro originalità sono stati "Nel nome dell'imperatore" di Fabrizio Fortino, "L'ira di Apollo, di Anna Grieco" e "Destinazione Paradiso" di Daniela Barisone.
Sono tutti e tre molto creativi.
L'ira di Apollo mi è piaciuto, perchè è stato come rivivere da un'altra visuale, ciò che avevo imparato sui banchi di scuola nelle ore di epica. Finalmente una storia in cui non è la guerra a trionfare, ma l'amore, con un fantastico lietofine.
Destinazione Paradiso mi è piaciuto per la sua durezza, la schiettezza del linguaggio e l'inventiva molto particolare di una fine del mondo alternativa.
Nel nome dell'imperatore, invece, è stato qualcosa che sapeva molto di "novità", con un finale per niente scontato e inaspettato.
Un'antologia molto particolare e assolutamente da non perdere.


VOTO: 8

venerdì 16 agosto 2013

Gli occhi dell'imperatore - Laura Mancinelli

Gli occhi dell'imperatore - Laura Mancinelli
Pagine: 113
Edizione: Einaudi


TRAMA
Una contessa piemontese, Bianca di Agliano, in viaggio verso il matrimonio atteso da tutta la vita; l'imperatore Federico II ormai malato e prossimo alla morte; un cavaliere-musico-poeta, Tannhauser, che a causa di un maleficio non sa più amare; un giovinetto, Manfredi, predestinato a un futuro bellicoso e sfortunato; due simpatici servitori in cui si specchiano comicamente le avventure dei loro signori; due falconi e un cane di nome Pelone. Tutti questi personaggi, e soprattutto il "triangolo" Bianca, Federico e Tannhauser, partecipano a un affascinante percorso di avventure e sentimenti, che è anche un intreccio di entusiasmo, rassegnazione e senso del destino.


RECENSIONE
Gli occhi dell'imperatore è un titolo importante, per questo mi aspettavo un 'mattone' dalla copertina quasi lussuosa. Quando l'ho preso in prestito in biblioteca, quindi, non posso negare di essere rimasta un po' delusa. E' un libricino di 113 pagine con una semplice copertina che raffigura un piccolo castello quasi da cartone animato.
Eppure, così poche pagine sono state in grado di contenere molta più poesia di quando credessi. Contiene un amore, una distanza, un viaggio.
La storia si apre su un paesaggio al tramonto e sul momento in cui la duchessa sale sul balcone per rivolgere lo sguardo alla natura che si apre sotto i suoi occhi, immaginando il suo imperatore che fa la stessa cosa nel suo castello. E' un incontro senza contatto, solo attraverso la mente.
Già da questa scena ci sembra di entrare in una fiaba disney, ma in versione triste e un po' più profonda. Se poi analizziamo la scrittura, ci sembra proprio di affogare in un vecchio racconto. E' un linguaggio quasi magico, svolazzante, forbito, quello che si presenta, che da al tutto un'atmosfera quasi innaturale.
Anche i personaggi sono in numero ridotto, ma molto particolari. La duchessa è fuori da ogni convenzione, quasi anticonformista: cavalca con le guardie, invece di viaggiare sulla portantina, per esempio. E' una donna estremamente forte e coraggiosa, pronta a qualsiasi cosa, come qualcuno che non ha più niente da perdere; l'ho immaginata con un'espressione seria e sicura sempre incisa nel volto, ma con occhi estremamente tristi.
Poi c'è Tannhauser, un cavaliere dell'imperatore mandato a prendere la duchessa. Lui e quest'ultima sono uniti dall'aver perso tutto ciò che avevano di più caro e di esservi rimasti attaccati solo attraverso l'immaginazione e l'illusione di speranza. 
Altri due personaggi estremamente "simpatici" sono la nutrice e Nicco, che sembrano una coppietta sposata che litiga in continuazione per delle sciocchezze, ma che torna sempre a cercarsi.
Tutte le ambientazioni sono descritte in maniera abbastanza accurata, mentre, l'unica cosa che non mi è piaciuta molto, è che le situazioni sono quasi sfuggenti. Idilliache, colorate, in cui il lettore vorrebbe fare ripetuti fermi immagine, ma che terminano troppo presto. E' come se fossero delle farfalle: proprio quando si posano sulla nostra mano aperta e noi ci fermiamo ad osservarle, spiegano le ali e volano via.
Questo forse è provocato dalla brevità del romanzo, fatto sta che dopo pochissime pagine ci ritroviamo alla fine. Il viaggio è in parte omesso e anche il finale è pressochè inesistente. E' come se l'autrice, ad un certo punto, non sapesse più cosa dire e avesse smesso di scrivere: si tronca tutto e il libro finisce su una scena che è di per sè conclusiva, ma che in realtà lascia tutto aperto.
E' un romanzo infinitamente triste e anche molto bello, ma che, a causa della brevità, risulta un po' incompleto.


VOTO: 7

lunedì 29 luglio 2013

Corner's Church - Matteo Zapparelli

Corner's Church - Matteo Zapparelli
Pagine: 184


TRAMA
Alex Snyder, detto Il Biondo, è un agente federale la cui unica ossessione è quella di trovare e ammazzare con le proprie mani un pericoloso serial killer, soprannominato Serpe, che ha ucciso il suo più caro amico e collega Bob. Il Biondo è un uomo malato, al quale un grave tumore al cervello ha concesso al massimo un paio d'anni. La sua vita non ha più alcun valore. Pur di trovare Serpe è disposto a tutto, scendendo a qualsiasi compromesso. Seguendo le tracce dell'assassino il Biondo giunge a Corner's Church, una minuscola cittadina del Colorado, dove stringe un patto con il vicesceriffo Benson, un uomo arrivista e svogliato, il cui unico interessa è concludere la carriera in bellezza. Tenendo nascosto il caso all'FBI, Benson spera di prendersi tutti i meriti, lasciando al Biondo la sua personale vendetta. 
E' un gioco perverso, quello di Serpe, ma è un gioco nel quale solo il Biondo è protagonista...


RECENSIONE
Quando l'autore stesso mi ha chiesto di recensire questo thriller, ho accettato subito, perchè incuriosita dai commenti positivi di un amico.
Nel primo capitolo siamo su un auto, malandata e impregnata dal fumo di sigarette Chesterfield. Corre su una strada dritta, in mezzo ai pini, in una notte buia e piovosa.
Nel secondo capitolo leggiamo una lettera del Biondo, il protagonista, per Serpe, il killer.
Da subito capiamo con chi abbiamo a che fare.
Il linguaggio è duro, schietto, talvolta volgare. Sono le parole di una persona che non ha più niente da perdere, rassegnata alla vita. 
Perchè il Biondo, ex investigatore dell'FBI, ha una malattia mortale al cervello e non più di un anno di vita.
Inoltre, tutto è scritto in terza persona e al presente, come se le azioni fossero proprio davanti ai nostri occhi e stessero accadendo un quel preciso istante; come se ci fosse un telecronista a tenerci informati su ciò che sta succedendo.
Seguiamo, quindi, l'investigatore Snyder nella sua caccia all'assassino quasi in tempo reale e nel momento in cui iniziamo la lettura è come se sigillassimo un patto. Non possiamo più lasciarlo perdere, dobbiamo assolutamente sapere chi si nascondere dietro i panni di quella persona spietata, capace di rapire le donne dalla propria casa per poi farle a pezzi con un coltello. 
Essere una ragazza e venire a contatto con eventi del genere è particolarmente suggestivo, soprattutto se chi racconta lo fa con una narrazione che rende le ambientazioni reali e palpabili. Le descrizioni sono svolte in modo accurato e minuzioso e ogni edificio si costruisce pezzo per pezzo, come a comporre un puzzle. 
La maggior parte dei luoghi sono deserti, desolati, abbandonati e, oltretutto, immersi nella boscaglia. Qui, il killer lega le sue vittime su una sedia, utilizzando corde o filo spinato. L'inquietudine ci assale ogni volta che la visuale si sposta su qualche fienile o fattoria.
L'unico posto che ci sembra un po' più familiare degli altri, è il centro di Corner's Church: è un paesino tranquillo, in cui tutti si conoscono. Ed è anche lo sfondo di una relazione appena sbocciata, che inizialmente mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca. E', forse, un po' troppo frettolosa per i miei gusti, perchè cambia chi la vive in modo quasi istantaneo. 
Mi ha fatto venire in mente la frase che dice: "Si cambia di colpo, non è vero che ci vuole tempo. Si cambia di colpo o non si cambia più...Perchè arriva il giorno perfetto in cui se hai coraggio ti ritrovi a cambiar pelle e smetti di portarti addosso tutti gli strati morti di una vita." Nonostante il mio scetticismo iniziale, però, anche la coppia avrà un ruolo importante all'interno dell'intreccio, per cui non è stata del tutto disprezzata.
Anche se questa atmosfera sembra preannunciarsi come una di quelle più stabili, si scatenerà in ogni caso la paura e la follia più spinta. Gli abitanti, soprattutto quelli di sesso femminile, hanno il terrore anche solo di passeggiare per strada e rimangono barricati nelle loro case, senza sentirsi al sicuro nemmeno lì. Ognuno comincia a dubitare degli stranieri in visita, ma anche degli amici o dei vicini di casa. 
E noi viviamo la loro stessa apprensione.
E' come se fossimo il pubblico e loro gli attori; la telecamera si sposta velocemente, i capitoli sono brevi e in ognuno di essi ci vengono presentate persone e ambienti nuovi. 
Se il capitolo appena finito si svolgeva di Martedì, i fatti di quello successivo si sarebbero potuti svolgere anche giorni dopo. E' come se avessimo la visione solo sui fatti essenziali, lasciando alcuni episodi, che sarebbe scontato raccontare, nel buio.
Questo favorisce la scorrevolezza e infatti, ho finito di leggerlo solo un giorno dopo averlo cominciato.
E qui, arriviamo al finale. Il libro termina con una lettera, proprio come all'inizio, con l'unica differenza che questa volta siamo noi i destinatari. Sarà lo stesso Snyder a raccontarci la verità dei fatti, lasciandoci a bocca aperta.
Ogni volta che leggo un thriller mi stupisco e rimango affascinata, pensando alla mente brillante di chi lo ha ideato. Anche qui, arrivata all'ultima pagina, ho vissuto le stesse emozioni. Vi dirò solo una cosa: l'ultima parola che leggerete sarà "BANG". 
Come resistere ad una tentazione simile?


VOTO: 8,5

venerdì 26 luglio 2013

Alice in Zombieland - Gena Showalter

Alice in Zombieland - Gena Showalter
Pagine: 295
Edizione: Harlequin Mondadori
Titolo originale: Alice in Zombieland


TRAMA
Se qualcuno mi avesse detto che la mia vita sarebbe cambiata in un momento, sarei scoppiata a ridere. E invece è proprio quello che è accaduto. Un attimo, un secondo, il tempo di un respiro, e tutto ciò che amavo è sparito. Mi chiamo Alice Bell, e la notte del mio sedicesimo compleanno ho perso la madre che adoravo, la mia sorellina e il padre che non ho mai capito finchè non è stato troppo tardi. Quella notte ho scoperto che lui aveva ragione: i mostri esistono veramente. Gli zombie mi hanno portato via tutto. E adesso non mi resta che la vendetta... 
Per realizzare i suoi propositi, Alice dovrà imparare a combattere contro i non-morti e fidarsi del peggiore dei cattivi ragazzi della scuola, Cole Holland. Ma lui nasconde dei segreti. E quei segreti potrebbero rivelarsi persino più pericolosi degli zombie.


RECENSIONE
Ormai leggere recensioni sui blog altrui è diventata un'abitudine quotidiana e quindi, dopo un po' di tempo, mi sono perfettamente abituata alla vista della copertina di Alice in Zombieland. Sembrava perseguitarmi ovunque e, come sempre, spinta dalla curiosità l'ho cominciato.
Se devo dire la verità, mi aspettavo un romanzo un po' grossolano, un'invasione apocalittica di zombie o cose simili. 
Per prima cosa, invece, mi ha colpito lo stile di narrazione dell'autrice. Che ci parla in prima persona è Alice, la protagonista, che apre la storia con le parole riportate nella trama. Un inizio accattivante, che ci spinge a proseguire.
L'introduzione alla tematica principale del libro, gli zombie, avviene gradualmente, come per lasciare tempo al lettore di "metabolizzare" l'irrealtà della situazione, creando così un mix tra la vita reale e l'horror sovrannaturale che incombe sui personaggi.
Sicuramente però, nemmeno la vita quotidiana della ragazza è del tutto ordinaria: l'infanzia e parte dell'adolescenza passata con una famiglia oppressa dal terrore del buio e delle atrocità che porta con sè, la perdita di tutto ciò che ama, l'insonnia causata dall'angoscia di essere aggredita e la scuola nuova. Forse quest'ultimo può sembrare un particolare irrilevante, in mezzo all'enormità degli altri, ma non è così. Già del primo giorno infatti, verrà a contatto con i ragazzi più inaffidabili, ma allo stesso tempo più misteriosi e intriganti. 
Nascerà anche una storia d'amore, ma fortunatamente non rientra in quelle tutte uguali in cui mi sono imbattuta spesso. E' una relazione un po' ambigua: essendoci una narrazione in prima persona, noi sappiamo cosa prova Alice realmente, ma avendo un carattere forte e deciso ed essendo stata ferita più volte, la ragazza è decisa a non arrendersi subito.
E' un amore quasi selvatico, quello che nasce, fatto di sono risposte secche, dialoghi studiati per offendersi e, allo stesso tempo, la dose giusta di dolcezza. 
Forse, questo è dovuto anche al fatto che sono i personaggi a essere particolari, e di conseguenza interagiscono fra loro in modo inusuale.
Quella che mi ha colpito di più è Kat, l'amica di Alice. E' molto insicura e soffre, ma si nasconde dietro un muro di sicurezza e fierezza di sè. E' disponibile, comprensiva e sarcastica e quando entra in scena è come se tutto si illuminasse.
Oltre a lei, anche tutti gli altri hanno qualche caratteristica che spicca e li rende unici, tranne Cole. E' forse il più stereotipato, anche se co-protagonista. E' attraente, muscoloso e tatuato, ha l'aria da ragazzo cattivo e dei fantastici occhi viola. Questo particolare mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, perchè sapeva di finzione.
Un altro particolare, forse un po' troppo esagerato è quello della sua casa: nella scuderia, infatti, possiede una vera e propria palestra con tanto di ring per i combattimenti.
Per il resto, ci appare tutto molto naturale, anche se razionalmente non lo è. 
Due dettagli minuziosi che ho apprezzato sono stati quello della descrizione della separazione tra spirito e corpo, e quella della nuvola a forma di coniglio. La prima è un'idea originale, che spinge anche a credere nella propria forza di volontà, ma che purtroppo non posso approfondire per evitare spoiler; la seconda, invece, mi aveva lasciata scettica, inizialmente. La nuvola a forma di coniglio sembra essere un monito al prestare attenzione, ma mi ero chiesta: perchè proprio un coniglio? Quando finalmente ho collegato "Alice in Zombieland" con la fiaba di Alice nel paese delle meraviglie, ho compreso tutto e ho gradito la scelta.
E' scorrevole e coinvolgente, infatti l'ho finito in un giorno solo. Ci vengono forniti dettagli su tutto, non ci sono informazioni mancanti, come se le stesse domande che si pone il lettore fossero state anticipate dall'autrice, che subito ci da una risposta. 
Anche la scrittura sembra studiata e accurata, tranne che negli sms. Forse, pensando di rendere il tutto un po' più attuale, li ha riempiti di terrificanti abbreviazioni che spero gli adolescenti non usino sul serio.
Una lettura piacevole e scorrevole, per chi non ha grandi pretese e ama le novità.


VOTO: 8

giovedì 25 luglio 2013

Se fosse per sempre - Tara Hudson

Se fosse per sempre - Tara Hudson
Pagine: 360
Edizione: Nord
Titolo originale: Hereafter


TRAMA
Chissà da quanti anni Amelia si aggira sull'argine del fiume, invisibile al mondo e sospesa in un eterno presente. Quand'è morta - proprio in quel fiume - di anni ne aveva solo diciotto e, da allora, una specie di nebbia ha inghiottito ogni suo ricordo, dal volto della madre alle risate degli amici, dal profumo delle rose al sapore delle albicocche, condannandola a una cupa solitudine. Finchè un giorno, avviene una cosa incredibile: nelle stesse acque scure che hanno segnato il destino di Amelia, un ragazzo rischia di annegare. E lei riesce ad aiutarlo, a salvarlo, a farlo vivere. Perchè quel ragazzo - unico al mondo? - può vedere Amelia, può sentire la sua voce, può accarezzare il suo viso. In quell'istante, lei capisce di non essere più sola, di aver trovato qualcuno pronto ad affrontare qualsiasi sfida, per lei. Ma, soprattutto di aver trovato qualcuno in grado di far palpitare il suo cuore, quel cuore che ormai aveva cessato di battere. 


RECENSIONE
Navigando su alcuni blog, mi ritrovavo quasi sempre a leggere recensioni positive su questo libro e così, siccome sembrava abbastanza apprezzato e famoso tra i ragazzi, l'ho inserito in wishlist e mi sono convinta a provare.
L'inizio è abbastanza stimolante: Amelia è morta e non ricorda nulla della sua vita, fatta eccezione del nome, l'età e il fatto di essere caduta da un ponte. Molto spesso, cade in uno stato di incoscienza in cui si ritrova ad annegare di nuovo nelle acqua agitate, senza però rivivere il momento della caduta. Come è successo? E' da scoprire.
Un giorno, durante uno di questi incubi, non è lei che sta per morire. E' un ragazzo, Joshua, che è ovviamente il più affascinante che lei abbia mai visto e l'unico a poterla toccare e vedere.
Questo avvenimento accade a poche pagine dall'inizio del libro e tutte le buone aspettative che esse mi avevano dato, in questo punto, si sono sgretolate. 
Un libro che avrebbe potuto essere un fantasy originale e avventuroso, cade nella sdolcinata commedia romantica.
Posso capire l'analogia della storia d'amore presente in quasi tutti i romanzi per adolescenti, ma stanno diventando tutte uguali. Peggio, gli autori aggiungono molta più dolcezza di quel poco necessario che basterebbe, come in una gara a chi crea la relazione più zuccherosa.
Nel nostro caso, oltre al fatto che Joshua sia l'unico a poter interagire con lei, tutto ciò che lo riguarda sembra un po' troppo costruito e innaturale: è troppo "perfetto" per essere umano. Sempre che così si possa definire, perchè a me non piacerebbe come persona. Troppo premuroso, troppo appiccicoso, troppo ottimista e anche troppo buono. Nessuno reagirebbe mai come reagisce lui alle rivelazioni di Amelia e chiunque fuggirebbe dalla situazione che vive.
A parte lui, tutti gli altri personaggi sono quasi anonimi. Non hanno particolarità che spiccano, comportamenti inusuali che colpiscono (anche se in negativo); sono quelli che dopo aver chiuso il libro hai già dimenticato, che non lasciano niente.
Quando poi entra in scena Eli, una specie di fantasma-demone, mi ero preparata all'inevitabile triangolo amoroso che, però, per fortuna non è particolarmente invadente.
La narrazione è molto ripetitiva, le situazioni sono sempre svolte allo stesso modo in ogni capitolo e descritte con le medesime parole di quelle precedenti, a causa della povertà di lessico. Eli che viene sempre definito con la sua fame di potere, e in nessun altro modo; Amelia ha sempre "lampi di memoria", ma soprattutto, quanto tocca Joshua sente "il fuoco, il pizzicore alle dita e il formicolio nel corpo". Ogni volta che lo sfiora viene ripetuta questa frase. Era come se l'autrice non sapesse più cosa dire, particolare sconveniente visto che il libro è anche abbastanza breve. Questa brevità, inoltre, tende a rendere tutto molto frettoloso e a tralasciare molti degli aspetti introdotti: l'aldilà spaventoso che attende Alice, i poteri sovrannaturali che ottiene dopo la morte e l'imminente scontro con i "capi" dell'oltretomba che ricordano spaventosamente i Volturi di Twilight.
Ma, soprattutto, vengono come parzialmente dimenticati gli aspetti che riguardano la sua vita precedente. Chi era lei? Com'era la sua quotidianità, il carattere? E la sua famiglia, straziata dalla morte di una figlia così giovane? Sono tutte cose che ad un lettore piace conoscere, per arricchire la storia di dettagli, farla sembrare più completa. 
Insomma, una storia che sembra solo abbozzata, sconclusionata, che non segue un filo logico preciso e che immette tanti argomenti interessanti per poi approfondire solo quelli più scontati.
Una lettura che non consiglio.


VOTO: 4

lunedì 22 luglio 2013

Debito di sangue - Michael Connelly

Debito di sangue - Michael Connelly
Pagine: 427
Edizione: Piemme pocket
Titolo originale: Blood work 


TRAMA
Terry McCaleb, quarantasei anni, ex agente dell'FBI, si sta riprendendo dal trapianto cardiaco che ha interrotto la sua carriera. Conduce una vita tranquilla e ha un solo desiderio: risistemare la sua barca, attraccata nel porto di Los Angeles, per tornare al suo paese, l'isola di Catalina. Ma le acqua tranquille della sua esistenza si fanno improvvisamente tempestose quando una giovane donna lo coinvolge in un misterioso caso di omicidio. E' un killer astuto e spietato quello a cui deve dare la caccia, un killer che gli sfugge come un'ombra...


RECENSIONE
Michael Connelly è l'autore preferito di mia madre, quindi posso trovare in casa qualsiasi libro suo. Dopo aver letto Utente Sconosciuto (fantastico!), ho visto il trailer del film con Clint Eastwood tratto da questo thriller. Ma ovviamente, non potevo vederlo senza prima aver letto il romanzo da cui è tratto.
"Sto cercando il dettaglio rivelatore. Quando ero bambino c'era un gioco. Non ricordo come si chiamava, ma può darsi che i bambini lo giochino ancora. C'era un tubo di plastica trasparente che si metteva verticale, e tutt'intorno al suo centro c'erano tanti buchi dove venivano infilate delle cannucce. Si mettevano delle biglie dentro il tubo in modo che restassero sollevate sopra le cannucce. Lo scopo del gioco era di estrarre una cannuccia senza far cadere nessuna biglia. E sembrava esserci sempre una cannuccia che quando veniva estratta faceva cadere tutte quante le biglie, a valanga. E' questo che sto cercando."
Questa frase riassume in sè tutto il libro.
Nei thriller, la narrazione è quasi sempre basata solo sui fatti: le indagini, i colpi di scena. Connelly tiene molto a questo, infatti nella frase parla della ricerca del minimo dettaglio che fa esplodere la bomba; ma ha una maniera di scrivere molto accurata anche in altri ambiti.  
Innanzitutto, usa ripetutamente immagini e paragoni come quelli del gioco delle cannucce; aggiunge digressioni in cui scrive i nomi delle strade e delle vie che McCaleb percorre in macchina, con il suo amico che gli fa d'autista e che suona la fisarmonica. 
Ma delle ambientazioni mi ha colpito soprattutto la barca su cui vive il protagonista. 
Si chiama The Following Sea, "il mare seguente". E' il nome di un'alta onda, che arriva alle spalle dei surfisti e rischia di travolgerli ogni volta; è un monito per dire "guardati alle spalle". Il porto in cui è approdata, l'ho immaginato sempre in ombra, cupo e inquietante. Ma il fatto essenziale è fornito dall'insicurezza dell'imbarcazione: è priva di mura, o porte blindate come potrebbe essere una villetta, e basta un po' di agilità per salirvi a bordo. Ottima per essere violata.
Un altro aspetto su cui l'autore è il campione indiscusso, è l'introspezione dei personaggi principali. Forse, tralascia un po' troppo quelli secondari, ma esamina in maniera affascinante la mente dei due avversari: il cacciatore e la preda, l'agente e il killer.
Entrambi sono terribilmente brillanti, astuti, osservatori attenti e questo tende a far cambiare i ruoli per tutto il libro: chi indaga diventa perseguitato, perchè l'assassino è sfuggente e irreperibile. Anche se non conosciamo la sua identità, ne rimaniamo affascinati. Non lascia impronte, o piste da seguire, ma lascia frasi o si fa filmare mentre fa azioni studiate che, già sa, faranno impazzire chi lo sta cercando. Sembra essere più furbo di tutto gli altri, quasi onnisciente.
Unico aspetto, però, che lo sottrae dall'essere quasi perfetto come Utente Sconosciuto è la scorrevolezza che ogni tanto è intralciata. Alcuni brevi capitoli o paragrafi sono dedicati ad una relazione d'amore. Non è sdolcinata e non ha difetti a livello di inventiva dell'autore, ma a volte la lettura maniacale direttamente proporzionale alla parola "thriller" si blocca, come messa in pausa. 
Proseguendo, in ogni caso, si scopre che è stata inserita per un motivo preciso e verrà sfruttata più volte per dar spazio a situazioni intriganti dell'indagine; si rivelerà un aiuto e un ostacolo allo stesso tempo.
Nonostante questo difetto, quindi, è un bel thriller e non mi ha fatto passare la voglia di leggere tanti altri libri di questo mostro d'intelligenza che è Michael Connelly.


VOTO: 8

domenica 14 luglio 2013

La cavalcata dei morti - Fred Vargas

La cavalcata dei morti - Fred Vargas
Pagine: 339
Edizione: Einaudi
Titolo originale: L'armée furieuse


TRAMA
Qualcuno ha bruciato vivo nella sua Mercedes un vecchio magnate della finanza e dell'industria. Forse è stato un ragazzo di Banlieu, ma Adamsberg non ci crede. Ha bisogno di prendere tempo. Ed ecco gli arriva, dai boschi della Normandia, un omicidio che sembra scaturire dal Medioevo. C'è un cadavere sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera Furiosa. Ovvero la cavalcata dei morti, che trascinano con sè anche i vivi condannati a morire per i loro peccati. La giovane, luminosa Lina ha visto la Schiera. E' solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti più spaventosi di un'antica, cupa credenza?


RECENSIONE
Anche se un amico, tempo fa, mi aveva consigliato un suo libro, non avevo mai letto nulla di Fred Vargas. Ma quando, in una lista di ebook, ho visto il titolo "La Cavalcata dei Morti" mi ispirava molto e l'ho scaricato.
Già da principio mi ha colpito per l'originalità delle situazioni e dei personaggi anche secondari.
Innanzitutto l'idea di base è ottima, perché ciò su cui indaga Adamsberg non è un delitto normale, bensì un caso in cui il paranormale, la leggenda, si confonde con la cruda realtà: una serie di delitti compiuti dalla Schiera Furiosa, la Cavalcata dei Morti. 
E' una leggenda che ristagna a Ordebec dal Medioevo e che vede il Sire Hellequin a capo di un esercito di morti, che "ghermiscono" e uccidono tutti coloro che hanno compiuto reati, ma sono rimasti impuniti.
Quando nel paesino, Lina, la messaggera della sua generazione, annuncia di aver avuto una visione della Cavalcata che portava con sè tre ghermiti, e i tre preannunciati cominciano a morire in ordine cronologico, i commissari di Parigi iniziano le indagini.
Ma, anche se la pista della leggenda a volte prende il sopravvento a giustificare la pigrizia di chi investiga, essa viene lasciata da parte e comincia la ricerca di un killer.
Qualcuno che usa il pretesto della Schiera per uccidere?
Un pazzo a servizio di Hellequin per redimere i suoi peccati?
O una setta nata grazie alla leggenda?
Queste sono state le idee che mi sono balenate in testa, ma che si sono tutte aggrovigliate in un'unica rete durante la lettura; perché non viene lasciato intravedere niente, o meglio, i sospettati variano di capitolo in capitolo. 
Inoltre, a questo caso se ne aggiungono altri. 
Il capitalista più importante della città bruciato vivo nella sua Mercedes, un ragazzo ventitreenne scelto come colpevole a causa di suoi vecchi reati, addirittura la ricerca del "bastardo" che ha legato le zampe del piccione Hellebaud.
Dalla prima pagina ci si ritrova coinvolti nelle indagini, ma senza la presenza di personaggi così particolari tutto sarebbe stato sminuito. L'aspetto psicologico di tutti è studiato in modo minuzioso e approfondito; cosa un po' fuori dalla norma nei thriller che, a meno che non siano proprio psicoligici, solitamente si basano solo sui fatti.
Il commissario Adamsberg, sempre sfuggente ma straordinariamente intelligente e intuitivo. Retancourt, la donna mastodontica, ma affascinante come nessun altro. Danglard e Veyrenc, stretti amici del commissario, in continua combutta per entrare nelle sue grazie. Per non parlare della famiglia Vendermot, che è stata quella per cui ho tifato per tutta la durata della storia, e che aspettavo veder comparire in ogni momento, per deliziarmi con la loro stranezza.
Il finale, quando tutto viene risolto e svelato, non è stato un'esplosione di sorpresa; è come se la soluzione fosse sempre stata lì sotto i miei occhi, come se lo avessi sempre saputo senza accorgermene. Un effetto strano, che non so spiegare.
Unica cosa che sottrae il romanzo alla perfezione assoluta è il ritmo. Un po' troppo lento per essere un thriller, forse a causa del pensieroso ed estremamente diplomatico commissario; i colpi di scena non sono pochi, ma così distanti l'uno dall'altro da creare un'acqua un po' troppo calma; gli indizi svelati lentamente.
Da alcuni potrebbe essere considerato un libro da gustare con calma, da altri un libro troppo statico e noioso. Io sto nel mezzo.
E' adatto per chi ama i gialli, il thriller, le indagini; ma con un procedere pacato, un carattere dei personaggi curato nei dettagli, non un ritmo frenetico che non ti fa staccar gli occhi dalle pagine.
Una storia in cui ci si immerge con calma, come per adattarsi ad acque troppo fredde, come il clima di Ordebec. 


VOTO: 8,5 

venerdì 12 luglio 2013

Red Passion, Nemesi - Anna Grieco, Fiorella Rigoni

Red Passion Nemesi - Anna Grieco, Fiorella Rigoni
Pagine: 91
Edizione: La mela avvelenata


TRAMA
Cassandra Rowling è la figlia dell'arcangelo Michael e di Lilith. La regina degli Inferi, a conoscenza di un oracolo che profetizzava che una creatura nata da un arcangelo e lei stessa, sarebbe sta in grado di muoversi liberamente tra il cielo e l'Inferno, una volta superata la transizione, riesce a catturare il guerriero favorito di Dio e a imprigionarlo con dei ceppi magici. Dalla loro unione nasce una bambina, Nemesi, che la vampira immortale ha intenzione di usare per i suoi turpi scopi.Michael, tuttavia, sa che Nemesi sarà più al sicuro se crescerà lontano da lei, quindi la affida a James Rowling, un suo amico cacciatore. La ragazza crescerà ignara di tutto, ma il Male alla fine la troverà e manderà in pezzi tutto il suo mondo, costringendola a rivestire il ruolo che il Fato le ha destinato.


RECENSIONE
Di questo breve romanzo de "La mela avvelenata" avevo letto solo il primo capitolo, presentatomi come prequel.
Quando mi è stato inviato questo, non ho letto la trama, l'ho semplicemente iniziato. Non ho fatto fatica ad ambientarmi nella storia, non c'erano fatti che non capivo, nè mi sentivo spaesata. Da subito, tutto è reso molto chiaro, anche se il ritmo è veloce. 
Sembra, infatti, di trovarsi in una spy story con angeli e vampire: il lettore viene lanciato da un luogo all'altro come la pallina di un flipper, e legge avidamente, preso dall'azione e dall'energia che scaturisce soprattutto dalla protagonista. 
Cassandra ha lo spirito della vendicatrice, è misteriosa, energica e sensuale. Me la immagino con uno sguardo truce e i lunghi capelli rossi davanti al viso, tutta vestita di pelle, come la Vedova Nera degli Avengers; mentre Azrael è l'arcangelo della morte, tenebroso, cupo, con un carattere glaciale e focoso allo stesso tempo, perchè estremamente geloso di Cassandra. Entrambi, oltre che essere uniti dallo stesso contesto, sono legati in modo passionale da un amore nascosto. Le relazioni, di solito, non le apprezzo molto in un romanzo che non sia d'amore, ma la loro sembra essere incastonata alla perfezione nella storia, come il tassello di un puzzle, senza il quale il libro sarebbe incompleto. Lei e tutti gli altri personaggi sono, quindi, ben fatti caratterialmente e fisicamente, come in altri libri della casa editrice. Anche le scene sono ben descritte e chiare negli occhi del lettore; sembrano quelle di un film e io, solo se avessi potuto, avrei fatto dei fermi immagine per riguardarmele ogni tanto. 
La scrittura a due mani, perciò, aiuta molto nella narrazione e, soprattutto, non ci si accorge che sono due persone distinte a scrivere: la scrittura è uniforme. E' anche molto diretta, schietta e realistica; non so perché  ma mi ha ricordato un linguaggio alla Fight Club. Le imprecazioni sono abbastanza ricorrenti e di solito è una cosa che stona nei libri, ma qui, proprio come la storia fra Cassandra e Azrael, sembrano far parte dell'insieme e servono a rendere tutto più vero.
Il finale è aperto e invitante, lascia tutto appeso a un filo; tutto pronto a precipitare in una corsa frenetica nel prossimo libro.


VOTO: 8

Shift - Em Bailey

Shift - Em Bailey
Pagine: 190
Edizione: Electric Monkey


TRAMA
Olive non è pazza - sebbene abbia avuto un incidente l'anno scorso e abbia passato quel periodo nel reparto psichiatrico, stia prendendo le sue medicine e stia sempre alla larga dalla massa. Ma quando salta fuori la nuova ragazza Miranda, Olive sa che c'è qualcosa di molto pericoloso in lei, anche se nessun altro sembra accorgersene. Ma chi crederà in lei, quando chiunque probabilmente pensa che sia pazza? E' così, tutti lo pensano tranne la sua migliore amica, Ami, la quale è disapprovata dalla madre di Olive per qualche strano motivo. Ma niente è quello che sembra in questo thriller di pagine scorrevoli e ci sono colpi di scena e risvolti che non potete prevedere.


RECENSIONE
Esortata da un amico ad entrare a far parte della letteratura in inglese attraverso questo thriller, mi sono convinta e l'ho iniziato.
Nella prima parte è pressoché perfetto. Unisce i problemi adolescenziali ai sentimenti dello stesso periodo: la bella della scuola, vanitosa e ammirata da tutti; l'insicurezza che porta ad avere solo voglia di rinchiudersi nella propria stanza ad ascoltare musica, come se essa fosse una capanna in cui trovare riparo nei momenti difficili, ma anche l'innamoramento.
Di solito non è che apprezzi moltissimo le coppie, o semplicemente l'interesse estremo, in un libro che non rientra nel genere in cui questo tipo di storie sono ammesse. 
Ma qui, pur essendo un thriller, la situazione è diversa. La "coppia", per così dire, non è sdolcinata o banale. E' dolce nei punti giusti, e soprattutto non troppo, ed è anche abbastanza stramba. E questo perchè Olive ha un modo di relazionarsi con le persone assolutamente fuori dalla norma. Sembra essere lacerata dalle delusioni subite e quindi è schiva, sarcastica; ma allo stesso tempo, con la sua timidezza e diffidenza, riesce a rendere adorabili certe situazioni.
Ma, a parte questo, essendo un thriller l'ingrediente che non può mancare è il mistero.
E di questioni irrisolte ce ne sono tante.
Una, la più importante, riguarda la ragazza nuova, Miranda, che fin dall'inizio è circondata da un alone di ignoto e causa di situazioni veramente ambigue. Le prime due righe, per esempio, ci dicono che "Miranda non aveva i genitori - erano morti. Ed erano morti perché Miranda li aveva uccisi." Un inizio molto accattivante, che spinge chiunque a procedere quasi maniacalmente. Peccato che poco dopo tutto venga smentito in quanto voce di corridoio, e venga parzialmente dimenticato per buona parte del libro. 
Un altro fatto che mi ha incuriosito molto è quello riguardante il passato di Olive. Quando inizia la storia, infatti, è appena uscita da una clinica psichiatrica per motivi che restano oscuri, o vengono solo accennati in modo stimolante fino a metà libro.
Proprio in questo punto, tutto cambia, come se il romanzo fosse esattamente diviso in due parti. 
Olive che mi era piaciuta tantissimo per il suo carattere forte e deciso che in realtà nascondeva insicurezza, sembra diventare un burattino sotto incantesimo.
Diventa sciocca, come se non riuscisse a cogliere l'evidenza davanti ai suoi occhi. Forse l'autrice la fa diventare così cieca per farci capire l'offuscamento che lei prova davvero, ma l'ho trovato abbastanza irritante comunque.
Un altro aspetto che mi è dispiaciuto parecchio riguarda la "coppia" a cui facevo riferimento prima e che avevo apprezzato per la sua ambiguità. Nella seconda parte del libro Lachlan, il "lui" della situazione, diventa soggetto di straordinarie coincidenze che non sembrano per niente realistiche, come invece sembra essere tutto il resto della storia. I dialoghi, per esempio, risultavano sempre parecchio naturali; mentre qui le situazioni che riguardano l'amore sono quasi pacchiane.
Nonostante questo, che sminuisce molto l'insieme, il coinvolgimento rimane alto e la storia ben fatta. Inoltre, ho trovato una "rivincita" nel finale che pensavo di aver indovinato, mentre invece è stato nettamente inaspettato.
E' il genere di libro che crea scompiglio in un lettore: così interessante da non riuscire a smettere di leggere, che vorresti strappare in mille pezzi per la sconsideratezza della protagonista, che ti delude per vari motivi ma continua ad entusiasmarti.
Adatto per chi vuole iniziare a leggere in lingua straniera, ma anche per chi ama il mistero anche se non ai livelli dei maestri del thriller.


VOTO: 8