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domenica 14 luglio 2013

La cavalcata dei morti - Fred Vargas

La cavalcata dei morti - Fred Vargas
Pagine: 339
Edizione: Einaudi
Titolo originale: L'armée furieuse


TRAMA
Qualcuno ha bruciato vivo nella sua Mercedes un vecchio magnate della finanza e dell'industria. Forse è stato un ragazzo di Banlieu, ma Adamsberg non ci crede. Ha bisogno di prendere tempo. Ed ecco gli arriva, dai boschi della Normandia, un omicidio che sembra scaturire dal Medioevo. C'è un cadavere sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera Furiosa. Ovvero la cavalcata dei morti, che trascinano con sè anche i vivi condannati a morire per i loro peccati. La giovane, luminosa Lina ha visto la Schiera. E' solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti più spaventosi di un'antica, cupa credenza?


RECENSIONE
Anche se un amico, tempo fa, mi aveva consigliato un suo libro, non avevo mai letto nulla di Fred Vargas. Ma quando, in una lista di ebook, ho visto il titolo "La Cavalcata dei Morti" mi ispirava molto e l'ho scaricato.
Già da principio mi ha colpito per l'originalità delle situazioni e dei personaggi anche secondari.
Innanzitutto l'idea di base è ottima, perché ciò su cui indaga Adamsberg non è un delitto normale, bensì un caso in cui il paranormale, la leggenda, si confonde con la cruda realtà: una serie di delitti compiuti dalla Schiera Furiosa, la Cavalcata dei Morti. 
E' una leggenda che ristagna a Ordebec dal Medioevo e che vede il Sire Hellequin a capo di un esercito di morti, che "ghermiscono" e uccidono tutti coloro che hanno compiuto reati, ma sono rimasti impuniti.
Quando nel paesino, Lina, la messaggera della sua generazione, annuncia di aver avuto una visione della Cavalcata che portava con sè tre ghermiti, e i tre preannunciati cominciano a morire in ordine cronologico, i commissari di Parigi iniziano le indagini.
Ma, anche se la pista della leggenda a volte prende il sopravvento a giustificare la pigrizia di chi investiga, essa viene lasciata da parte e comincia la ricerca di un killer.
Qualcuno che usa il pretesto della Schiera per uccidere?
Un pazzo a servizio di Hellequin per redimere i suoi peccati?
O una setta nata grazie alla leggenda?
Queste sono state le idee che mi sono balenate in testa, ma che si sono tutte aggrovigliate in un'unica rete durante la lettura; perché non viene lasciato intravedere niente, o meglio, i sospettati variano di capitolo in capitolo. 
Inoltre, a questo caso se ne aggiungono altri. 
Il capitalista più importante della città bruciato vivo nella sua Mercedes, un ragazzo ventitreenne scelto come colpevole a causa di suoi vecchi reati, addirittura la ricerca del "bastardo" che ha legato le zampe del piccione Hellebaud.
Dalla prima pagina ci si ritrova coinvolti nelle indagini, ma senza la presenza di personaggi così particolari tutto sarebbe stato sminuito. L'aspetto psicologico di tutti è studiato in modo minuzioso e approfondito; cosa un po' fuori dalla norma nei thriller che, a meno che non siano proprio psicoligici, solitamente si basano solo sui fatti.
Il commissario Adamsberg, sempre sfuggente ma straordinariamente intelligente e intuitivo. Retancourt, la donna mastodontica, ma affascinante come nessun altro. Danglard e Veyrenc, stretti amici del commissario, in continua combutta per entrare nelle sue grazie. Per non parlare della famiglia Vendermot, che è stata quella per cui ho tifato per tutta la durata della storia, e che aspettavo veder comparire in ogni momento, per deliziarmi con la loro stranezza.
Il finale, quando tutto viene risolto e svelato, non è stato un'esplosione di sorpresa; è come se la soluzione fosse sempre stata lì sotto i miei occhi, come se lo avessi sempre saputo senza accorgermene. Un effetto strano, che non so spiegare.
Unica cosa che sottrae il romanzo alla perfezione assoluta è il ritmo. Un po' troppo lento per essere un thriller, forse a causa del pensieroso ed estremamente diplomatico commissario; i colpi di scena non sono pochi, ma così distanti l'uno dall'altro da creare un'acqua un po' troppo calma; gli indizi svelati lentamente.
Da alcuni potrebbe essere considerato un libro da gustare con calma, da altri un libro troppo statico e noioso. Io sto nel mezzo.
E' adatto per chi ama i gialli, il thriller, le indagini; ma con un procedere pacato, un carattere dei personaggi curato nei dettagli, non un ritmo frenetico che non ti fa staccar gli occhi dalle pagine.
Una storia in cui ci si immerge con calma, come per adattarsi ad acque troppo fredde, come il clima di Ordebec. 


VOTO: 8,5 

1 commento:

  1. Io ho letto tutta la saga dei Tre Evangelisti di Fred Vargas. Io amo come scrive quella donna, veramente... Ha una mente geniale, che oltre a scrivere gialli perfetti, dà vita a dei personaggi originali, stupendi, quasi vivi! :)

    Alex

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