tag:blogger.com,1999:blog-11521030867617623042024-03-14T03:51:10.049-07:00Smell of books. "Mi piacciono i libri, perchè mi fanno respirare, quando tutto il resto mi soffoca."Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.comBlogger216125tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-6616309727006403682017-11-16T05:56:00.003-08:002022-02-03T13:15:15.476-08:00I Buddenbrook - Thomas Mann <span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif" style="font-size: large;"><i>Un tuffo nei romanzi di Thomas Mann...</i></span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif" style="font-size: large;"><i><br /></i></span>
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Buona domenica, lettori! </span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Dopo una lunga assenza - causata da un viaggio studio di un mese a Mosca, viaggi di svago e inizio dell'università con conseguente senso di spaesamento iniziale e necessità di un periodo abbastanza lungo di tempo per ambientarmi - sono tornata con nuove recensioni. Per inaugurare il mio rientro, vi parlerò del romanzo d'esordio di Thomas Mann, lettura assegnatami in università per il corso di letteratura tedesca: <i>I Buddenbrook.</i></span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIt7O9AT4hP85k-Q-G5zsYzI-4J1hnd4IeZZ8sQDgItPPbRFjQn6UF3vrZGojUV2FO9-lXgE_Bv7WDfl9GcBTBCbFz1MzDxnN4ySnKgawSqlNZtBAk806_7Yly5R5RKXilF4ZozBel_y0/s1600/i-buddenbrook_8293_x1000.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="655" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIt7O9AT4hP85k-Q-G5zsYzI-4J1hnd4IeZZ8sQDgItPPbRFjQn6UF3vrZGojUV2FO9-lXgE_Bv7WDfl9GcBTBCbFz1MzDxnN4ySnKgawSqlNZtBAk806_7Yly5R5RKXilF4ZozBel_y0/s320/i-buddenbrook_8293_x1000.jpg" width="209" /></a></div>
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">I Buddenbrook - Thomas Mann</span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Pagine: 464</span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Edizione: Newton Compton</span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Titolo originale: Buddenbrooks. Verfall einer Familie</span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif"><br /></span>
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<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">È la storia dell'ascesa e del declino di una famiglia della borghesia mercantile del sec. XIX, titolare a Lubecca di una ditta di cereali, fondata nel 1768. La vicenda si intreccia intorno alla vita dei primogeniti di quattro generazioni: Johann senior, Johann/Jean junior, Thomas e Hanno.</span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif"><br /></span>
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<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif"><br /></span>
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Romanzo d'esordio di Thomas Mann, nonchè opera che gli fece vincere il premio Nobel nel 1929, <i>I Buddenbrook </i>è un'opera maestra della letteratura tedesca. </span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Anche senza aver letto niente di questo autore, si conosce la sua fama: Thomas Mann è considerato un saldo pilastro, un mostro di bravura degno di venerazione, di fronte al quale si prova anche un po' di timore reverenziale; un genio di cui i tedeschi vanno particolarmente fieri. Questa sua reputazione si deve soprattutto all'opera <i>La montagna incantata,</i> davanti alla quale viene voglia di inchinarsi. Lo scrittore è conosciuto per la sua vastissima conoscenza in numerosi settori, che vanno dalla filosofia all'ambito scientifico, e che non si astiene da inserire nei suoi romanzi attraverso lunghe divagazioni e descrizioni dettagliate e precise, che non lasciano nulla all'immaginazione. Noto è anche il suo stile forbito, ricco e la sua sintassi complessa, con subordinate che si susseguono per interi paragrafi.</span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Quando ho iniziato <i>I Buddenbrook </i>sono rimasta piuttosto perplessa: non ci vedevo niente di tutto ciò. Nella prima opera dell'autore, evidentemente, è stato utilizzato uno stile molto più semplice e diretto, più lineare; in sostanza, la lettura è stata molto più scorrevole di quanto pensassi. Anche le vicende raccontate si concentrano più sull'azione e lo sviluppo della storia familiare dei personaggi, che su speculazioni filosofiche, di cui c'è traccia solo in alcune pagine e soprattutto verso la conclusione. </span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Un elemento invece da cui lo spirito del futuro Thomas Mann ha fatto capolino sono state le lunghe, esaustive descrizioni. Queste si concentrano soprattutto nelle</span><span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif"> prime ottanta pagine, che sono un grosso ostacolo da superare: la scena si apre in un banchetto in casa Buddenbrook con innumerevoli ospiti ed innumerevoli portate. Si tratta di ottanta pagine in cui non accade pressoché nulla e sono quasi puramente descrittive: si può dire, un esordio un po' corposo e pesante. Sono descritti nei minimi dettagli gli interni dell'enorme villa, di cui si sta tenendo la festa di inaugurazione; tutto ciò che di decorativo e lussuoso vi si può trovare. Sono descritti poi fisicamente i personaggi principali; introdotti brevemente tutti gli altri. Una vera e propria folla di persone si riversa nei corridoi e nei saloni della villa, e così anche nella parte iniziale del romanzo, che lascia il lettore decisamente spaesato tra tutti quei volti, nomi e titoli. Un consiglio: se ci tenete a leggere questo romanzo, non scoraggiatevi. Molti dei personaggi spariranno nelle pagine successive, il <i>cast </i>verrà decisamente sfoltito. Infatti, il nucleo principale della storia si sviluppa essenzialmente attorno a</span><span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif"> tre generazioni della famiglia Buddenbrook e i personaggi che devono essere ricordati sono una ventina. Ai tempi del banchetto iniziale, il capofamiglia è il vecchio illuminista Johann Buddenbrook. A lui segue il religioso e devoto figlio Jean, padre di Thomas, Tony e Christian. I tre primogeniti maschi - Johann, Jean e Thomas - costituiscono un punto centrale da cui partire per un'analisi antropologica, ma anche sociale: il salto generazionale si rende evidente già dai primi capitoli tramite piccoli indizi che portano in sé il germe della decadenza che colpirà la famiglia e tutti i principi borghesi in cui tanto crede il vecchio Johann. Si tratta di una famiglia di ricchi commercianti dalla mente pragmatica, che non lascia spazio al sentimento o all'eros nelle relazioni con l'altro, ma che basa la propria esistenza sul guadagno, sul raggiungimento di un sempre più consolidato prestigio. Questa struttura mentale comincia a vacillare a metà della vita di Thomas Buddenbrook, prigioniero di un'immagine precostituita di cui non si sente possessore. Il suo crollo psicologico sarà sollecitato da un'interessante lettura di Schopenauer e dalla comprensione della sua filosofia sul senso della vita dell'uomo, sulla morte e sul rincongiungimento post-mortem con il tutto della natura. </span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">In questo panorama prettamente maschile, spicca la figura di Tony. Superate le prime ottanta ardue pagine, gli eventi cominciano a ruotare prevalentemente attorno a lei ed è a questo punto che il romanzo si fa incalzante. Alcuni critici hanno definito Tony come causa principale della decadenza della famiglia Buddenbrook, nonché vittima della stessa. È a mio parere il personaggio meglio concepito, più completo ed interessante a livello psicologico. Devota all'immagine prestigiosa dentro la quale è nata e cresciuta, si sottomette ad essa e lotta strenuamente per mantenerla intatta, se non che ogni suo tentativo si dimostra non solo vano, ma anche nocivo. È consapevole del declino cui la sua stirpe va incontro ed è inconscia promulgatrice dello stesso. </span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Dal punto di vista della piacevolezza, è in alcuni punti coinvolgente, ma nel complesso non estremamente entusiasmante. </span><span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Dal punto di vista prettamente letterario, invece, è un'opera che merita di essere letta, un romanzo ricco di spunti di riflessione su una società in decadimento e sulla nevrosi che, strisciante, attanaglia i suoi componenti e che, dopotutto, si può considerare ancora estremamente attuale. Inoltre, è essenziale per comprendere la filosofia di Thomas Mann. </span><br />
<span face=""helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif">Lo consiglio a tutti coloro che hanno il coraggio di affrontare seicento pagine di lettura, non tanto per il piacere di farlo, quanto per aprirsi mentalmente a un periodo che non ci appartiene più, ma ci è comunque vicino nel suo crollo di valori e disagio psicologico. </span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-21034533751001101012017-06-21T08:28:00.000-07:002017-06-21T08:28:39.056-07:00Chicco d'oro - Enrica Mariateresa Ferrazzi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggFXWttJtO1XBq6TiU0pNnzeMG_IGm5fHkhr5vP7KKULoHhyI6dl-H7xeQokZZVuYiajy1uzIFM-XFx1BfPtqdIv0OU0pPx0E8SCsof_1aRF_OqLFmwYOBgfW419QcG2g9t_i9ecF-pxg/s1600/img2539-g.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="550" data-original-width="400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggFXWttJtO1XBq6TiU0pNnzeMG_IGm5fHkhr5vP7KKULoHhyI6dl-H7xeQokZZVuYiajy1uzIFM-XFx1BfPtqdIv0OU0pPx0E8SCsof_1aRF_OqLFmwYOBgfW419QcG2g9t_i9ecF-pxg/s320/img2539-g.jpg" width="232" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Chicco d'oro - Lino Faccincani da bimbo povero a milionario - Enrica Mariateresa Ferrazzi</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Pagine: 54</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Illustrazioni: Stefania Pravato</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Edizione: Gallucci </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><u><i>TRAMA </i></u></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">"C'era una volta, anzi c'è ancora...la storia incredibile epperò vera di Lino Faccincani, imprenditore del settore tessile che, partendo da zero, ha conseguito successo, fama e ricchezza, con onestà e senza compromessi, solo facendo tesoro degli insegnamenti ricevuti da bambino da mamma Elena che tanto lo amava e lo chiamava <i>Chicco d'oro.</i>"</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><u><br /></u></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Io credo nel destino. Mi piace immaginarlo come una di quelle sbarre automatiche che limitano l'accesso dei luoghi pubblici o delle autostrade: una linea orizzontale e rigida, che è però possibile alzare o abbassare. Il destino è inizialmente una linea tracciata, piatta, che ognuno di noi può spostare verso l'alto o verso il basso. I fatalisti si abbandonano ciecamente all'idea che tutto sia prestabilito, si accontentano del loro <i>"destino di base" </i>e, inconsapevolmente, rifiutano l'opportunità di salire verso l'alto, finendo, al contrario, verso il basso a causa del peso della propria inerzia. C'è chi invece non si vuole arrendere all'idea che tutto sia scritto e immutabile, chi crede che la forza di volontà possa essere tanto potente da piegare il tracciato. L'audacia di questi, così sfacciata da sfidare il destino, è talmente lodevole che quest'ultimo non può far altro che premiare l'impegno e dirigersi verso l'alto. Verso il successo, verso il benessere e la soddisfazione: verso tutto ciò che Lino Faccincani ha raggiunto con grande forza d'animo, a discapito dei miseri mezzi a sua disposizione. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>"Tu sei il mio chicco d'oro. Un chicco piccolo piccolo, ma che buttato nella terra può crescere e fare cose grandi."</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Parole semplici, le parole che una mamma normalmente dice al suo bambino: un nomignolo, un augurio di prosperità. Parole semplici che un fatalista avrebbe sottovalutato, ma che per Lino sono state carburante e fonte di motivazione.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">La sua storia mi ha ricordato il racconto popolare inglese, <i>Jack e la pianta di fagioli</i>, in cui un bambino povero si ritrova costretto a vendere la sua mucca e la scambia con un sacchetto di fagioli fatati. Da una cosa tanto semplice sboccia poi una pianta altissima, su cui Jack si arrampicherà per ricavarne ogni giorno una ricchezza più grande che lo porterà a vivere nell'agiatezza. In questa storia non si tratta però di magia o fortuna, ma di sacrifici e sforzi; di capacità di adattamento alle dure condizioni di vita in povertà, alle latrine condivise all'esterno dell'alloggio, alla cattiva salute causata dall'umidità e dall'aria malsana. Lino, fin da bambino, ha saputo cogliere il valore dell'amore materno, dell'altruismo delle patronesse che gli davano aiuti finanziari e supporto morale, della vicinanza di una maestra generosa e benevolente. Non si è mai lasciato abbattere e anche nelle situazioni più comuni nutriva il proprio entusiasmo tramite la fantasia, con il suo <i>"sognare cose grandi"</i>, come quando immaginava di essere un cavaliere in sella al suo cavallo mentre con la bicicletta si recava a svolgere commissioni, o quando nella sua mente trasformava una piscina in un mare pieno di onde e pesci.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Chicco d'oro </i>è un libro semplice, che contiene però una storia grande e ricca di ottimi insegnamenti. È un libro che consiglio a tutti i genitori, perchè lo leggano ai propri figli, per educarli alla voglia di crescere, di mettersi in gioco e di puntare in alto.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>"Il tuo passato e la situazione in cui vivi non devono impedirti di coltivare i tuoi sogni."</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipU3VUD8pqLC2B9Tqd-0W_h40g52VS_RIeMi2Sww_wAyirwevnnZmFo6M1k56eojuV5K8f0nj-Og7qUivj-f9R4Jgsetmp3KQ4s7VMHooTHR96kuvzUv2gO6LSmlfVkIJKYLW6G-LfGrU/s1600/faccincani-copertina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="1000" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipU3VUD8pqLC2B9Tqd-0W_h40g52VS_RIeMi2Sww_wAyirwevnnZmFo6M1k56eojuV5K8f0nj-Og7qUivj-f9R4Jgsetmp3KQ4s7VMHooTHR96kuvzUv2gO6LSmlfVkIJKYLW6G-LfGrU/s400/faccincani-copertina.jpg" width="400" /></a></div>
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<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
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<b><i><u><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">VOTO </span></u></i></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVJiGI9oT3VCPLIvGnG52uuGZWIr-dYcEboLJmW7iemasb16Md1lQi95iAI9_QH4QtOO5opbKxZm3Bvrt296T17mSpGqSMXOOfRwtkv60APChhsP6VvN7139-DMGqS0X8LJ81bO-QhhUg/s1600/Voto+5.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="60" data-original-width="329" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVJiGI9oT3VCPLIvGnG52uuGZWIr-dYcEboLJmW7iemasb16Md1lQi95iAI9_QH4QtOO5opbKxZm3Bvrt296T17mSpGqSMXOOfRwtkv60APChhsP6VvN7139-DMGqS0X8LJ81bO-QhhUg/s200/Voto+5.png" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: left;">
<b><i><u><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></u></i></b></div>
Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-88932156296323879172017-05-30T09:15:00.002-07:002017-05-30T09:16:31.644-07:00Segnalazione: La fine del mondo arriva di venerdì, Isabel C. Alley<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8XOZlQYBGhKXtuB-iPX2V_JAExuKluqRT-XeT1gP7-qrRMACvjpiOXH6thTMFXP01Kpc-PX6liYTa6iXiyt44CkBL7nXnvSBRzTFZ7Od48IxWKoZh2sq7gQWfNuvGi7PDy7dvriEUMRU/s1600/Copertina-Acinf-sito.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="750" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8XOZlQYBGhKXtuB-iPX2V_JAExuKluqRT-XeT1gP7-qrRMACvjpiOXH6thTMFXP01Kpc-PX6liYTa6iXiyt44CkBL7nXnvSBRzTFZ7Od48IxWKoZh2sq7gQWfNuvGi7PDy7dvriEUMRU/s320/Copertina-Acinf-sito.jpg" width="213" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La fine del mondo arriva di venerdì - Isabel C. Alley</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 280</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Genere: Romance</span><br />
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Può una piccola decisione, apparentemente priva d'importanza, cambiare un'intera esistenza? Può l'amore, il sentimento più brillante e puro che esista, risvegliare un cuore assopito e renderlo allo stesso tempo così vulnerabile? </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Giulia avrebbe potuto ottenere la vita perfetta: una brillante carriera da avvocato, due splendidi bambini, un marito medico elegante e distinto. Invece si ritrova sola, in una mattinata di fine giugno, a boccheggiare per i trenta gradi della sua casa e il postsbronza del venerdì sera.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Durante il suo viaggio verso una meta solida e sfarzosa, uno strano meccanismo arriva a cambiare la direzione dei binari su cui il treno Giulia si sta muovendo: un meccanismo che porta il nome di Lia. </span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È la sua nuova coinquilina, romana, con una zazzera enorme di riccioli in testa, a scuotere Giulia dall'apatia che tormenta le sue giornate, portandola con sè nel mondo della rievocazione storica. È là, tra allegri festeggiamenti, danze intorno al fuoco, abiti di lino e radure immerse nei monti che Giulia conosce la libertà, la spensieratezza, l'amore. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È là che conosce Fran.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Fran, capace di portare l'oro dell'estate nel grigio inverno di Giulia. In estate, però, nascono anche le tempeste e non sempre le tempeste si placano. A volte possono lasciare dietro di loro un vuoto oscuro, come si ci si trovasse, tutto a un tratto, alla fine del mondo. La fine del mondo può arrivare nel momento più inaspettato, prendendo da sola un appuntamento con ognuno di noi.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per Giulia ha scelto il venerdì.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per il sito web, cliccare <a href="http://www.isabelcalley.com/">qui</a></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per la facebook fan page, cliccare <a href="https://www.facebook.com/DiarioIsabel">qui</a></span></div>
Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-45761585164210141442017-04-19T05:05:00.002-07:002017-04-19T05:05:42.923-07:00Petali di luna - R.M. Stuart<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCE1NRK6_FUAuN0iwgTKF3nmGWIEDQUI94J4vni_x0hL4j35FdLLz24SVnk1IJp7guzmmKc70-K1YRYWKqrzWjYaZUaBPlXxhqdBwrxVy8Z08gzlvNcyezByfKYZELt5en3xapWMxYQ2s/s1600/OUAS2promo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCE1NRK6_FUAuN0iwgTKF3nmGWIEDQUI94J4vni_x0hL4j35FdLLz24SVnk1IJp7guzmmKc70-K1YRYWKqrzWjYaZUaBPlXxhqdBwrxVy8Z08gzlvNcyezByfKYZELt5en3xapWMxYQ2s/s320/OUAS2promo.jpg" width="240" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Petali di luna - R. M. Stuart</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 104</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Dunwich edizioni</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In una Londra dalle sfumature gotiche, sospesa nel tempo, un amore tormentato sboccia come un fiore lunare nel cuore della notte. Lei principessa, lui antieroe, un'unione ambigua ma tanto forte che nemmeno la magia può spezzare. Rose e Tristan, cresciuti assieme in un'irrealtà umana, si amano, si desiderano, finchè la vita chiede loro un dazio da pagare. Infatti una maledizione aleggia su Rose, una maledizione fatta di rancore e antichità, anche se Tristan veglia su di lei con incondizionata devozione. Tuttavia l'amore non è una favola, forse è una tragedia. Tristan lo scopre a sue spese, così perfino la fiera Rose è vittima del sonno eterno diventando "la bella addormentata", proprio come Malefica le aveva predetto dalla nascita. Sarà la <i>morte</i> più potente della <i>sorte? </i></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><b><u>RECENSIONE </u></b></i></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXqpv7eq7bE4gxk0TuAJlhRZoTiCN6e_j0FPi-ojf5bpr5ZAjcLGZ1hN94v6NDTWt8G5zm5xHB-ilOvPuG1rTMYMIDnbi6sBu7K-sXpCB1VjKzDgklOflYW8fM1c9O07MmJymb4t9wbKQ/s1600/510bf68eabbe52c8357df5beafae3f5f.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXqpv7eq7bE4gxk0TuAJlhRZoTiCN6e_j0FPi-ojf5bpr5ZAjcLGZ1hN94v6NDTWt8G5zm5xHB-ilOvPuG1rTMYMIDnbi6sBu7K-sXpCB1VjKzDgklOflYW8fM1c9O07MmJymb4t9wbKQ/s200/510bf68eabbe52c8357df5beafae3f5f.jpg" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ormai la favola de <i>La bella addormentata nel bosco </i>la conosciamo bene tutti. L'abbiamo sentita narrare da bambini, l'abbiamo vista in televisione nella versione filmica firmata Disney e anche nel recente remake <i>Maleficent </i>con Angelina Jolie come attrice. Anche in questo breve romanzo di un centinaio di pagine si rivisita la storia, tanto mantenendo la base originale quanto aggiungendo particolari nuovi. La protagonista è Rose, che si vede costretta a vivere in una specie di mondo parallelo che viene chiamato <i>irrealtà</i> per allontanare il più possibile da sè la maledizione scagliatela da Malefica quando ancora era in fasce. Come nella fiaba, è protetta dalle due streghe buone Flora e Daphne, ma un ulteriore guardiano si aggiunge in questa versione: Tristan, un licantropo che ha votato sè stesso alla difesa della vita di Rose, ad essere il suo famiglio. Nella storia incontriamo sia lui che Rose in età adolescenziale, Tristan è presente quasi sempre in forma umana ed insieme a Rose è protagonista indiscusso della storia. Essi sono anche le due voci che narrano a capitoli alterni. Una pecca rilevante consiste proprio nel fatto che tutto ciò che viene raccontato ruota intorno al loro amore, capitoli interi sono dedicati ad episodi della loro quotidiana intimità, alle dichiarazioni che reciprocamente si scambiano e ai sentimenti che si infiammano via via sempre di più, nonostante gli ostacoli che sembrano sbucare da ogni lato. Il narratore utilizza metafore naturali e liriche per descrivere questa violenta infatuazione, spesso cadendo in un romanticismo da romanzo rosa che mi ha fatto più volte storcere il naso e, mentre si ha una profondissima attenzione nella descrizione della storia d'amore, vengono a mio parere tralasciati altri elementi di fondamentale importanza nella costruzione di un racconto appartenente al genere steampunk: l'ambientazione, per esempio. L'atmosfera gotica regna sovrana solo negli incubi di Rose, dove tutta la fantasia dello scrittore si rivela e si dimostra capace di creare paesaggi estremamente lugubri, simili a giardini dell'Eden dominati da fragore metallico e stridore di lame d'acciaio che pendono dagli alberi al posto delle foglie. Le insidie si celano dietro ogni angolo, ogni sera sono diverse e più contorte, giacchè vanno via via arricchendosi di formule e profezie sibilline. La</span><br />
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3zdbEuDE7FzcJfUdwnaCfzZ00eUqa2b-3BEjVe5qEQpt1mhCFpbM40MECJ1h9STdo9lypdwKs04ocGskSz0-NM5n_oXEOVyeAAi0HGw8DDVm6xynz6U2LpeyG5N-J03WoezuChYKDjxc/s1600/b302f733c822719120f71641d3542e14.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3zdbEuDE7FzcJfUdwnaCfzZ00eUqa2b-3BEjVe5qEQpt1mhCFpbM40MECJ1h9STdo9lypdwKs04ocGskSz0-NM5n_oXEOVyeAAi0HGw8DDVm6xynz6U2LpeyG5N-J03WoezuChYKDjxc/s320/b302f733c822719120f71641d3542e14.jpg" width="218" /></a></span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> contestualizzazione al di fuori del mondo onirico è, però, totalmente nulla. Non si capisce molto bene cosa sia questo misterioso mondo di Steamwood; la Londra alternativa nominata nella sinossi è lungi dall'essere anche minimamente descritta nel racconto, che sembra quindi privo di un luogo in cui prendere forma. </span><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">La storia si costituisce di una successione di eventi e scambi di battute, è presentata in modo molto concreto e fattuale con descrizioni quasi del tutto assenti, una mancanza che io ho sentito pesare molto sulla valutazione finale. Per il resto, alcuni momenti risultano molto toccanti, alcune scene - soprattutto le finali - sono ben costruite dal punto di vista dell'impatto emotivo sul lettore. Penso che, facendo leva su queste e sviluppando meglio le ambientazioni, come quelle del mondo onirico, potrebbe uscire un racconto più completo e soddisfacente.</span><br />
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<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkrnCypYTwYuVOaK9HXMrD8eYaqhMITkNJcoamxEoDh8rjKj9JygySSE7ihcR6Kg3z62HUCHW0qUr9Ch7xjSGljc2L7WBIhlC4Cmy2oWCQwHc_OhI5ML1ZocGjd5lFTmryFA0IfL1b7Jo/s1600/Voto+2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkrnCypYTwYuVOaK9HXMrD8eYaqhMITkNJcoamxEoDh8rjKj9JygySSE7ihcR6Kg3z62HUCHW0qUr9Ch7xjSGljc2L7WBIhlC4Cmy2oWCQwHc_OhI5ML1ZocGjd5lFTmryFA0IfL1b7Jo/s200/Voto+2.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-85298476704420786502017-04-06T12:06:00.001-07:002017-04-06T12:06:58.643-07:00Persepolis - Marjane Satrapi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtPWr467JWe_Q8akQaKJupaWcIOP-V9oYmzMZewo7FAkleV2ONVeaOrqjT2GVho0SIPX0gF_O9v5gBFVacKiKfiYJVWkte8TSmVCojVCF8_oTxUTLqCY9Z-H4-fsZ-pciojNBRC6xwJxY/s1600/71qK1CEfm3L.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtPWr467JWe_Q8akQaKJupaWcIOP-V9oYmzMZewo7FAkleV2ONVeaOrqjT2GVho0SIPX0gF_O9v5gBFVacKiKfiYJVWkte8TSmVCojVCF8_oTxUTLqCY9Z-H4-fsZ-pciojNBRC6xwJxY/s320/71qK1CEfm3L.jpg" width="229" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Persepolis - Marjane Satrapi</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 354</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Rizzoli Lizard</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Persepolis </i>è la storia dell'indimenticabile infanzia di Satrapi e della sua crescita in una larga e amorevole famiglia di Teheran durante la rivoluzione islamica; delle contraddizioni tra vita pubblica e privata in un paese piagato dalla dittatura; dei suoi anni alle scuole superiori di Vienna, affrontando i problemi dell'adolescenza lontana dalla famiglia; del suo ritorno a casa - tanto dolce quanto terribile; e, infine, del suo esilio auto-imposto.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Non avevo mai letto un fumetto, ho sempre riempito la mia libreria di romanzi o saggi. Da quando poi ho capito </span><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">che i libri sono troppi e il tempo troppo poco, mi sono concentrata per la maggior parte su testi "impegnati", classici, volumi di un certo peso (nel senso letterale del termine), perchè mi appaga la sensazione di leggere qualcosa che ne vale veramente la pena. </span><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">Ho sempre avuto pregiudizi nei confronti dei fumetti, nonostante fossi consapevole che talvolta contengono illustrazioni molto ben fatte o storie interessanti. Il fatto è che trovavo che la riduzione della parte scritta alle dimensioni di un fumetto fosse limitante. La narrazione viene ristretta principalmente alla forma orale, fatta eccezione i riquadri con brevi descrizioni introduttive; si lascia che sia l'immagine a parlare, mentre nel testo scritto viene un po' tralasciata o comunque semplificata la forma. Il mio pensiero - quello di una persona abituata alle lunghe digressioni introspettive e filosofiche tipiche dei classici - era che tutto ciò diminuisse nettamente la qualità dei contenuti. </span><i style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">Persepolis</i><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;"> è stata una piacevole dimostrazione di quanto mi sbagliassi.</span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2bVJaBpgta62G_C-dGs8d09Podn1s4krJGaS-V0Y1AbABErejllmq1bz9XdZ4YYzEHY8ZhpHrDsL9GAImaZ-IL5HXlGYK75Y1oE5frvVjkRCzAjUVxKVL-BuY_J6aXz0JLTc2h0SdZRM/s1600/3ee5e5e17f80bcf04d8477e80b0ce4e4.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2bVJaBpgta62G_C-dGs8d09Podn1s4krJGaS-V0Y1AbABErejllmq1bz9XdZ4YYzEHY8ZhpHrDsL9GAImaZ-IL5HXlGYK75Y1oE5frvVjkRCzAjUVxKVL-BuY_J6aXz0JLTc2h0SdZRM/s320/3ee5e5e17f80bcf04d8477e80b0ce4e4.jpg" width="149" /></a><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'edizione integrale si presenta come un grosso volume, decisamente scomodo da portare con sè nella borsa, facendolo così assomigliare in quanto a pesantezza alle mie letture consuete. Dopo averlo letto posso dire che non solo la pesantezza fisica, ma anche i suoi contenuti possono far rientrare questo fumetto nella categoria della letteratura impegnata: impegnata socialmente, politicamente e umanamente. L'espediente di utilizzare la forma del fumetto per esprimere importanti valori e riportare fatti nudi e crudi mi è parso una trovata geniale: quella che comunemente è considerata una forma letteraria <i>leggera</i>, illustrata e colorata, che ricorda quella della letteratura per bambini contrasta in modo <i>potente</i> con le numerose tematiche esposte in modo schietto e a tratti anche difficili da digerire. Il lettore si ritrova a spalancare gli occhi, turbato e colpito in modo molto più diretto di quanto potrebbe esserlo stato leggendo lunghi periodi e districandosi in una sintassi elaborata. Simbolica è anche la mancanza di colore - le illustrazioni giocano sulle tonalità di un nero profondo e un bianco puro - e la relativa semplicità dei disegni. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La storia narrata è quella di Marjane Satrapi, la scrittrice, e copre un lungo arco temporale: dalla sua infanzia all'età adulta. È ambientata principalmente nell'Iran post rivoluzione islamica del '78, ma anche a Vienna. Ciò rende possibile affrontare il tema dell'evoluzione del suo paese, del cambiamento radicale dei costumi, o meglio della <i>radicalizzazione</i> di questi ultimi; la follia dell'estremismo, la violenza inaudita della repressione, riportate senza filtri nè mezzi termini. Ma, allo stesso tempo, la finestra che si apre sull'Austria permette l'entrata in scena di un altro tema molto attuale e discusso: il confronto tra l'Occidente e il Terzo mondo, i divari di natura politica e sociale che dilaniano l'individuo emigrato tra l'adesione all'atteggiamento libertino e l'attaccamento alle proprie tradizioni più rigide. Vengono messi sotto i riflettori anche i difetti di questa libertà occidentale, le problematiche che ne scaturiscono e questo soprattutto offre l'occasione di trattare l'argomento che più mi ha colpito e fatto riflettere, ovvero quanto tutto sia <u>relativo</u>. Il malessere di Marjane a Vienna, la tragedia personale che la colpisce in maniera profonda e semi-permanente appare ai suoi stessi occhi meno grave nel momento in cui si ritrova a confrontarla con la guerra e la morte </span><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">che pervadono il suo paese d'origine. Sente di dover annullare la propria sofferenza per rispetto di quella altrui, decisamente più intensa, ma allo stesso tempo porta sulle spalle il suo fardello e ne avverte distintamente il peso. Sul piatto della bilancia vengono posti i due mondi e, mentre si legge, si può vedere come alternatamente uno sembri pesare più dell'altro, o meglio l'altro sembri oscurarsi - e quindi diventare più leggero - nel momento in cui tutta l'azione si sposta nel suo mondo avversario. Alla fine, però, l'Iran sembra vincere questo duello ed aggiudicarsi l'etichetta di universo in cui alcune questioni all'apparenza irrisolvibili paiono pesare molto più sulle spalle di un individuo con grandi aspirazioni di libertà ed emancipazione, come Marjane Satrapi. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">Questo fumetto vale veramente la pena di essere letto. Si fa gustare con facilità, si potrebbe leggerlo tutto il giorno senza stancarsi o avvertire il bisogno di una pausa e nonostante questo si rivela educativa e formativa apre gli occhi su un mondo pregno di problematiche, sondate dalla voce in prima persona di una donna che in quell'ambiente è nata e vissuta.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV_1QpoJgRDRMnXIgvqSmKAXVArfB_xQ0Ti7ynDNqffMN90QYNFQBn0zSWMDrAXZKGW-Aeh1qkSMaCCa_0Yq3wNWiN3_pVfE6sK71S-mrJ7VrlCMEfyTLV6FA9okTq9W3LpgDTFn2bCPc/s1600/Voto+5.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV_1QpoJgRDRMnXIgvqSmKAXVArfB_xQ0Ti7ynDNqffMN90QYNFQBn0zSWMDrAXZKGW-Aeh1qkSMaCCa_0Yq3wNWiN3_pVfE6sK71S-mrJ7VrlCMEfyTLV6FA9okTq9W3LpgDTFn2bCPc/s200/Voto+5.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-42866585508141290972017-03-25T01:09:00.000-07:002017-03-25T01:12:45.284-07:00Il profumo - Patrick Süskind<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCxwZyaG1Zza-MtHajU1N-nwlMFfBiT4wdConOBmd_ouoWhvAaCxRvaZqXVTFs-IFjMRoFJeTAjcH1zecXfJMs1IjsDTJVj4I9TxUQMX8ZTEK6wbf3dgpCMzBW_J519AYmqeGndVYWXQk/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCxwZyaG1Zza-MtHajU1N-nwlMFfBiT4wdConOBmd_ouoWhvAaCxRvaZqXVTFs-IFjMRoFJeTAjcH1zecXfJMs1IjsDTJVj4I9TxUQMX8ZTEK6wbf3dgpCMzBW_J519AYmqeGndVYWXQk/s1600/download.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il profumo - Patrick Süskind</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 259</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: TEA</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Titolo originale: Das Parfum</span><br />
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille, e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio, non è certo perchè Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perchè il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTth0BXy8WFUJv1EYmbMyopWI6WSalU8nfMyqzaV2FaZeSFvfHCIRNo32OFm_uPAogNq4w4eo0U1EeZdPGZc-hk_ec6S5-HTeov7LYCvGbtpH0uMBkXjJzcuCxazNvqb7rQ48HWi68K2E/s1600/tumblr_nj24gckHJS1u9qu29o1_500.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTth0BXy8WFUJv1EYmbMyopWI6WSalU8nfMyqzaV2FaZeSFvfHCIRNo32OFm_uPAogNq4w4eo0U1EeZdPGZc-hk_ec6S5-HTeov7LYCvGbtpH0uMBkXjJzcuCxazNvqb7rQ48HWi68K2E/s320/tumblr_nj24gckHJS1u9qu29o1_500.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Da quando ho visitato Palazzo Mocenigo a Venezia, il titolo di questo libro mi si è stampato nella mente ed è rimasto presente con una certa insistenza fino a che ho deciso di soccombere al suo richiamo. Oltre ad essere uno splendido palazzo, il suo percorso sui profumi chiama sulla scena uno dei nostri cinque sensi che, normalmente, nei musei risulta essere il più trascurato: l'olfatto. Le stanze profumano, il visitatore può lasciare che gli aromi racchiusi in barattolini di vetro lavorato solletichino le sue narici. Io non conoscevo nulla della storia di Jean-Baptiste Grenouille al momento della visita, ma sapevo che con un titolo del genere - <i>Il profumo </i>- questo romanzo dovesse avere per forza qualcosa a che fare con quel mondo in cui mi ero immersa durante quelle due ore. Ora, a posteriori, penso che se l'avessi conosciuta avrei vissuto l'esperienza in modo del tutto diverso, così come ora quando mi capita di aggirarmi per le calli e avvertire qualche odore particolare, mi fermo ad annusare e mi sento subito strana. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quella di questo romanzo è una storia unica, originale, assurda. Non ho mai letto nulla di simile. Mi è capitato mille volte di definire un libro piacevole, bellissimo, entusiasmante, ma se ci ripenso avrei comunque sempre avuto la possibilità di fare dei confronti con altri libri letti in precedenza, magari per un'analogia nella trama, nell'idea di base, in un personaggio. La storia di Grenouille, invece, si svolge all'interno di un mondo che noi tutti consideriamo astratto ed evanescente, mentre per lui era più concreto di qualsiasi altra cosa. Si tratta dell'universo vaporoso dei profumi, che in linea di massima viene preso poco in considerazione nei romanzi - considerando la palese difficoltà nel raccontare di qualcosa che è trasparente e talvolta anche difficilmente percettibile.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Grenouille è un uomo eccezionale, nel senso letterale del termine:<i> ad eccezione</i> di qualsiasi altro essere vivente, ma anche di qualsiasi altro elemento che popola questo mondo, egli non ha un odore proprio. Fin da appena nato le balie che lo allattano si sentono respinte da lui, perchè non possiede il comune odore che emanano i bebè. Come a voler compensare questa mancanza - che in senso metaforico si potrebbe interpretare come una mancanza di anima, di essenza propria che contribuisce a distinguerci gli uni dagli altri - il suo olfatto è sopraffino: egli riesce a riconoscere le vie al buio, solo per l'odore che hanno; fiuta a chilometri di distanza, avverte i cambiamenti di umore nelle persone in base a come l'alone di profumo che le circonda si modifica. Quando inizia a parlare, registra in sè come in un archivio solo quei sostantivi che fanno riferimento ad un aroma, che sia questo profumo o fetore, indifferentemente. </span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinl1EfK0M_J_QL4IfQcDkEi5vzYkGjSCsf6207tg-dsUzxz-XLHZhmUAYQIvhS4Sgo3lTxSdT4WbSicHHHV-Wq_GcUUq-SB2tQbMDtbj5JODAqPJsOSsvSD__nGeJDHhyxMUa_Yhgq3fY/s1600/54f1aa233234e9e486060232e1ecfb00.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinl1EfK0M_J_QL4IfQcDkEi5vzYkGjSCsf6207tg-dsUzxz-XLHZhmUAYQIvhS4Sgo3lTxSdT4WbSicHHHV-Wq_GcUUq-SB2tQbMDtbj5JODAqPJsOSsvSD__nGeJDHhyxMUa_Yhgq3fY/s320/54f1aa233234e9e486060232e1ecfb00.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Una cosa che mi ha stupito enormemente è la capacità dell'autore di descrivere alcuni effluvi in maniera estremamente dettagliata: non sono ancora riuscita a chiarire se abbia semplicemente inventato alcuni particolari, perchè tanto il lettore comune non è in grado di avvertire certe cose con un olfatto "normale" o se lui stesso abbia da sempre avuto una particolare attrazione per il mondo delle fragranze e magari un olfatto particolarmente sviluppato. Allo stesso modo egli riesce ad analizzare gli effetti che un odore può avere su un uomo a livello psicologico. Anche in questo caso non so se si tratti di qualcosa di accertato, ma questa rivelazione ha in parte cambiato il mio modo di vedere le cose. È vero che noi uomini accettiamo come nostri simili solo coloro che producono determinate esalazioni, proprie degli esseri umani ma coperte dall'odore personale di ognuno? Il nostro olfatto sarebbe così in grado, a nostra insaputa, di recepire questi elementi e classificare chi ci circonda in base a ciò? Forse è veramente così, ma nell'uomo comune tutti questi processi si svolgono a livello inconscio, mentre per le narici di Jean-Baptiste Grenouille tutto è chiaro fin dal primo istante. Egli è più bestia che uomo, e non solo per il suo fiuto da segugio. Anche a livello di relazioni interpersonali è piatto e meschino e, come una bestia feroce, agisce in base al proprio istinto viscerale e non secondo una morale comune, è totalmente privo di valori e buon senso. Il suo particolare dono viene sfruttato per uno scopo indicibilmente crudele, ma che secondo lui dovrebbe essere in grado di donargli la soddisfazione, la felicità e la pienezza dell'essere che va ricercando. Da qui scaturisce secondo me il tema fondamentale di questo romanzo, di cui si capisce l'importanza solo alla fine. Grenouille vota la sua esistenza al perseguimento di una pienezza ideale ed è disposto a tutto pur di raggiungerla; la sua diligenza, il suo zelo, il suo spirito di sacrificio e la sua sete di sapere sono lodevoli, nonostante conducano poi a una cattiveria immane. Ma la morale di tutto, a mio parere, è dimostrare quanto questo rincorrere il nostro ideale di perfezione sia del tutto vano ed evanescente. Più evanescente e vano dei profumi. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP1U4HXr5ckGW1o287qqfWYq0yhw5i0vqG8GlFkNzpFEMNcVueBkADhhlkixCnDO51zCZK2-9lWGcadHdsRh_HrixxGwuMEo_BpAHmmkPFCUuFzUewk9J8Af0N8c4Ha7F6ZWjifQ8ES8E/s1600/Voto+5.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhP1U4HXr5ckGW1o287qqfWYq0yhw5i0vqG8GlFkNzpFEMNcVueBkADhhlkixCnDO51zCZK2-9lWGcadHdsRh_HrixxGwuMEo_BpAHmmkPFCUuFzUewk9J8Af0N8c4Ha7F6ZWjifQ8ES8E/s200/Voto+5.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-46679167420667582562017-03-20T11:06:00.000-07:002017-03-20T12:54:53.266-07:00Sconti di primavera - Dunwich Edizioni <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3huce4I5Nzj6G7yPETEspnXDNDzi_YzpRLr7tTIvelNcshJM5f07AYuBS-VWaY8OSAJZQIQ7yuJ9jtgz4dtlLZZP0UhGiu_Mc9w9-3gfX58WG9g5kWTNSRuXsbmVuIojv9jbKTqZ_pWU/s1600/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3huce4I5Nzj6G7yPETEspnXDNDzi_YzpRLr7tTIvelNcshJM5f07AYuBS-VWaY8OSAJZQIQ7yuJ9jtgz4dtlLZZP0UhGiu_Mc9w9-3gfX58WG9g5kWTNSRuXsbmVuIojv9jbKTqZ_pWU/s400/unnamed.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Solo per una settimana, sconto di 1€ su tre ebook editi Dunwich:</span><br />
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<li><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Quindici minuti, </i>Jill Cooper a 2,99€ (<a href="https://goo.gl/eBVw4q">link per l'acquisto</a>)</span></li>
<li><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Dead man - il fuorilegge della Magia Nera, </i>Domino Finn a 2,99€ (<a href="https://goo.gl/9XKjzX">link per l'acquisto</a>)</span></li>
<li><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Ragni - Il ciclo di Aracnia Vol. I, </i>Claudio Vastano a 1,99€ (<a href="https://goo.gl/jLi11f">link per l'acquisto</a>)</span></li>
</ul>
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Affrettatevi!</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV7O1ytRgBRfffeCfYBw6BcquDKKVlBJ6u_tu1NMUX9fV-iLzPDS81kaSq51QuvsZmGqYqsjjLbXGsD-flm8SqlMKs-zXq8Ge9vXtlnASpPfISz_8RHCUBnPp8bSfgS-n2bStSegSx9Ts/s1600/unnamed+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgV7O1ytRgBRfffeCfYBw6BcquDKKVlBJ6u_tu1NMUX9fV-iLzPDS81kaSq51QuvsZmGqYqsjjLbXGsD-flm8SqlMKs-zXq8Ge9vXtlnASpPfISz_8RHCUBnPp8bSfgS-n2bStSegSx9Ts/s320/unnamed+%25281%2529.jpg" width="213" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Quindici minuti - Jill Cooper</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Genere: YA Techno-Thriller</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Pagine: 234</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Il futuro può essere pericoloso se hai cambiato il passato...</i></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Quindici minuti. È tutto ciò che la Rewind concede a una persona quando viaggia nel passato, ma per Lara Crane è abbastanza per trovare sua madre e impedirne l'assassinio nel corso di una rapina avvenuta dieci anni prima. Ma la storia che le è stata raccontata per tutta la vita è una menzogna. Quando Lara viene colpita dal proiettile che avrebbe dovuto uccidere sua madre, il suo futuro cambia per sempre: nuova casa, nuovi amici e nuovo ragazzo. E ora suo padre è in prigione. In una linea temporale che non riesce a comprendere, Lara sta per commettere un errore fatale e dovrà confrontarsi con un avversario che conosce molto bene...perchè fa parte della sua famiglia. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM-5-efCJe7-QMVuR8r41MQ9kEm98gXbn05G-szZjflgsO3b_TW0hKPD-oAbc2WntKgYVVvKQENuwfA-0710v7CxbgVH4RRS3_Y-FUBq7UfXpZRuXFJTSMHq9h7X_vsGe4ndPd3a-MSio/s1600/unnamed+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM-5-efCJe7-QMVuR8r41MQ9kEm98gXbn05G-szZjflgsO3b_TW0hKPD-oAbc2WntKgYVVvKQENuwfA-0710v7CxbgVH4RRS3_Y-FUBq7UfXpZRuXFJTSMHq9h7X_vsGe4ndPd3a-MSio/s320/unnamed+%25282%2529.jpg" width="213" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Dead Man - Domino Finn</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Genere: Urban fantasy</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Pagine: 270</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il mio nome è Cisco Suarez: negromante, incantatore di ombre, fuorilegge di magia nera. Sembra abbastanza fico, vero? Lo era, fino a quando non mi sono risvegliato mezzo morto in un cassonetto. Ho detto mezzo morto? Perchè intendevo morto al 100%. Non faccio le cose a metà. Perciò eccomi qui, ancora vivo per qualche ragione, in un altro giorno assolato a Miami. È un paradiso perfetto, se non fosse che mi sono immischiato in qualcosa di brutto. Ricercato dalla polizia, avvolto dal fetore della magia oscura, con creature dell'Altroche che sbucano da tutte le parti...per non parlare delle gang voodoo haitiane. Credetemi, è tutto molto divertente fino a quando non hai un cane zombie alle calcagna.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il mio nome è Cisco Suarez: negromante, incantatore di ombre, fuorilegge della magia nera...e sono totalmente fottuto.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw33cfLH9brEb_MlEiXS8CNFufQDXD_oARJgYuQkRZ9UTILQCQocGKCHsQ0NIX1nUUbT3uKy0a5Sf4b05_lJ-vSTGda8TuviQ87FkboAO1eEAiSRy2eCZNe9JnhjIN-trIVPBNkfUKfjs/s1600/unnamed+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw33cfLH9brEb_MlEiXS8CNFufQDXD_oARJgYuQkRZ9UTILQCQocGKCHsQ0NIX1nUUbT3uKy0a5Sf4b05_lJ-vSTGda8TuviQ87FkboAO1eEAiSRy2eCZNe9JnhjIN-trIVPBNkfUKfjs/s320/unnamed+%25283%2529.jpg" width="213" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Ragni - Claudio Vastano</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Pagine: 175</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Charles MacDermhott è l'ultimo superstite della città di Revel e lotta strenuamente contro i ragni giganti che hanno scalzato l'umanità dal podio di specie dominante del pianeta Terra. Le giornate dell'uomo trascorrono in completa solitudine fino all'arrivo di Lucia; la ragazzina è in fuga da Jacksonville, l'inferno terrestre presidiato da orde di aracnidi corridori. Nessuno sa da dove provengano queste creature nè chi le abbia create. C'è una sola certezza: non c'è modo di arrestarne l'avanzata. Se MacDermhott sembra abituarsi alla nuova condizione di cacciatore eremita, altri individui non sono dello stesso parere. Dalle ceneri della società umana divorata dai ragni giganti iniziano a emergere nuovi e più terribili mostri. Chi sono i misteriosi uomini in nero che tiranneggiano fra le strade di una città in rovina e quali sono le loro intenzioni? Mentre una nuova progenie di incubi si appresta a invadere Revel, MacDermhott comprenderà che la più terribile delle minacce può nascondersi soltanto nei meandri più reconditi della mente umana.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-20779472095846517632017-03-20T05:47:00.000-07:002017-03-20T05:47:49.099-07:00Madame Bovary - Gustave Flaubert<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbxtyfxQgOfVwW8bd_kV1yPFqoypSmJDCLA_9J8UH5EKnb5peim_GAokmShRFvIBhCzXxvMk0sITP0jlNvfEtGtLa8gCbIKaTUA54lfDmMbYs3v1rRaRgcGxKUU0ByjTzpZV07QShEOsc/s1600/%2524T2eC16FHJHoE9n3Kd4p%252CBRPN%2528%2528FIDg--60_35.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbxtyfxQgOfVwW8bd_kV1yPFqoypSmJDCLA_9J8UH5EKnb5peim_GAokmShRFvIBhCzXxvMk0sITP0jlNvfEtGtLa8gCbIKaTUA54lfDmMbYs3v1rRaRgcGxKUU0ByjTzpZV07QShEOsc/s1600/%2524T2eC16FHJHoE9n3Kd4p%252CBRPN%2528%2528FIDg--60_35.JPG" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Madame Bovary - Gustave Flaubert</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Pagine: 280</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Edizione: Garzanti </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando Emma Roualt sposa Charles Bovary, sogna di accedere ad una vita di lusso e passione, di cui legge sempre nei romanzi sentimentali e nelle riviste per donne. Ma Charles non è altro che un medico di campagna, e la vita provinciale si rivela diversa da tutta l'eccitazione romantica di cui lei ha bisogno. Sotto il prepotente bisogno di realizzare i propri sogni, Emma si trova un amante e inizia la sua devastante caduta nell'inganno e nella disperazione.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Madame Bovary </i>è un classico della letteratura che ha attraversato la mia strada parecchie volte senza che mai mi decidessi a leggerlo. Fino a quando, durante un'escursione veneziana, ho trovato nella bellissime libreria Acqua Alta </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiszpoD5x6sToXIAx_Lm5GS-ONBefssXn02Fa5LuAzajfKM2Vj_EVipJrvLOdrM_AHHUB1O3NziPTRRHrBheiaTVSXuDWXjfIxNtX1rp3UhcIpLphg2zRAC9zJwGGiQeexGEfHog_XhBAI/s1600/unnamed+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiszpoD5x6sToXIAx_Lm5GS-ONBefssXn02Fa5LuAzajfKM2Vj_EVipJrvLOdrM_AHHUB1O3NziPTRRHrBheiaTVSXuDWXjfIxNtX1rp3UhcIpLphg2zRAC9zJwGGiQeexGEfHog_XhBAI/s320/unnamed+%25281%2529.jpg" width="320" /></a></span></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">un'edizione vecchissima, che mi ha conquistato con il suo fascino. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho centellinato la lettura in due settimane; soprattutto all'inizio leggevo poche pagine per volta. È una lettura che, effettivamente, merita di essere gustata e assimilata poco a poco. Prima di dare un giudizio ho addirittura avuto bisogno di tempo ulteriore per meditarci su e "digerirlo" con calma. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">La cosa che mi ha colpito di più di questo romanzo è che per più di metà del racconto non succede sostanzialmente nulla, ma nonostante ciò non risulta mai spiacevole. Gustave Flaubert concentra tutta la sua maestria nel raccontare lo struggimento interiore della signora Bovary, una figura che nel momento in cui è stata ideata era già destinata a rimanere nella storia della letteratura per secoli. Una donna odiosa, egoista, capricciosa e vuota, ma sorprendentemente descritta nella sua pienezza. Potrebbe sembrare un ossimoro, un controsenso, ma ebbene madame Bovary ha mente, anima e corpo <i>piene</i> - perse, annegate - nell'amore per un ideale, o per meglio dire, nell'amore ideale. Perde la sua vita rincorrendo un concetto di felicità che secondo lei può scaturire unicamente da un amore vero e puro, che dura infinitamente senza mai mutare nel corso del tempo; che non conosce noia, abitudine dell'altro e della vita condivisa. Si sposa convinta di aver trovato il suo principe azzurro, ma già dopo pochi giorni capisce di non essere felice e comincia a sviluppare un odio ingiustificato verso il povero Charles Bovary, che al contrario la ama follemente ed è un personaggio di una bontà smisurata. La sua figura è avvolta da una dolce goffaggine ed ingenuità, dovuta alla sua smisurata fiducia, che fanno intenerire e sorridere. Emma si invaghisce poi di più giovanotti di bell'aspetto e dalle maniere cortesi che la corteggiano - e abbindolano - lasciandola crogiolare nel fascino della parola: la signora Bovary sembra non voler far altro che gonfiare il proprio Ego nelle promesse e negli elogi alla sua persona. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>"Amava il mare solo quando era in tempesta e il verde solo quando ricopriva le rovine.</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>Doveva poter ricavare dalle cose una specie di profitto personale; </i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>respingeva come inutile quanto non contribuiva immediatamente a saziare la voracità del suo cuore, aveva un temperamento più sentimentale che artistico, voleva emozioni e non paesaggi."</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Riuscirei chiaramente ad immaginare questa donna senza sangue all'interno delle vene, senza muscoli nè ossa nè organi all'interno del corpo, bensì piena solamente di questo ideale che solo lei conosce e brama. Nel momento in cui questa nebulosa che la pervade viene risucchiata via, così come potrebbe esser aspirato l'ossigeno da un sacchetto di plastica trasparente, Emma cade nel più totale obnubilamento dei sensi, in un'apatia prolungata che rasenta la depressione patologica. Ciò dimostra come tutta la sua vita ruoti attorno a qualcosa di astratto e possa, con facilità, essere svuotata della sua ragion d'essere.</span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Tutto il libro si concentra sulla descrizione di tale caso umano sia attraverso passi lirici che illustrano ciò che Emma si porta nell'anima e nella mente, che in maniera più concreta nei racconti delle sue avventure sentimentali. Si può dire poi che tutta l'azione si concentra per di più nella parte finale, dove tematiche sociali e l'episodio drammatico conclusivo danno un corpus più denso alla storia. Molto rilevante nell'influenzare il corso degli eventi è sicuramente il tema della problematica economica, della scelleratezza degli sperperi, del maniacale acquisto del superfluo che finisce per rovinare, o meglio prosciugare interi patrimoni e costringe gli individui ad annullare la propria dignità e a perdere il proprio </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTYsFknbQZTCWucWfs60ghI8ixvpVsXAT38HbKP4tWJJOQhYDp94qSnyENlPAE8nxyy3nH0kx2ecXGS1XgOLvlszcffWtNJTorZDLFl-_t7UH7Ldstl0agFa4vA0yMCmw2jAEjbuEZomU/s1600/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTYsFknbQZTCWucWfs60ghI8ixvpVsXAT38HbKP4tWJJOQhYDp94qSnyENlPAE8nxyy3nH0kx2ecXGS1XgOLvlszcffWtNJTorZDLFl-_t7UH7Ldstl0agFa4vA0yMCmw2jAEjbuEZomU/s320/unnamed.jpg" width="231" /></a></span></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">pudore. Un passaggio che mi ha molto colpito è quello in cui l'autore, in maniera finemente studiata, inserisce una forte critica sociale nel momento in cui tutta l'attenzione del lettore è presa da altro, da un turbina di reazioni che seguono al drammatico epilogo: nel momento in cui il dolore pervade gli animi di alcuni, manifestandosi nella più disparate forme - tutte rappresentate in maniera eccezionale e toccante - l'egoismo prevale in altri. Nel finale, proprio quando si meriterebbe maggiormente di essere protagonista, la figura della signora Bovary sembra venir coperta da un velo, mentre il paese intero si anima nel domandare rimedi e nel parlare dei propri problemi ai medici e dottori comparsi sulla scena. Ho visto in questo episodio una rappresentazione palese di come, anche nei momenti meno consoni, l'egocentrismo e l'affermazione del proprio Io possano imporsi in modo prepotente ed eticamente criticabile (un po' come afferma la frase: <i>tutti ti parleranno di unghie spezzate, mentre sarai a terra con le ossa rotte</i>). </span><br />
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">La cosa più strana - <i>piacevolmente </i>strana - è che pur non facendo accader nulla per buona parte del romanzo, questo non risulti mai noioso e, nonostante la signora Bovary sia un personaggio estremamente complesso ed ingestibile, non risulti mai pesante o di difficile interpretazione. Tutto ciò grazie alla scrittura piacevole che permette alla storia di essere letta scorrevolmente e gustata. </span></div>
<div style="text-align: left;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO98QzyJnX4FRaol8bFCyEEXKNhKutokl8M4rEbR88k3EX-VBKROjPO56l1KGG9rDJ3q6Ghrz29LhUL6Hp9cP8EMbP1jMb_y44CZJUdMTVnsYsSN0M9NzAqzdGKiCD3CDO926p2mzhxNQ/s1600/Voto+4.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO98QzyJnX4FRaol8bFCyEEXKNhKutokl8M4rEbR88k3EX-VBKROjPO56l1KGG9rDJ3q6Ghrz29LhUL6Hp9cP8EMbP1jMb_y44CZJUdMTVnsYsSN0M9NzAqzdGKiCD3CDO926p2mzhxNQ/s200/Voto+4.png" width="200" /></a></div>
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<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span></div>
Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-69613752039185071722017-03-15T13:02:00.000-07:002017-03-15T13:02:26.966-07:00Uscite aprile di DeA Planeta Libri<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Di seguito, le proposte UTET per il mese di aprile.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgWZc8pvQL-Pv2anVmuOFRa-a1PBQYygn6L-VEQsbMbNLB7wHnLmg8xijG7ig9AekkVba_Vrm9D-EmkRLk0pzNpsuzZzKVwzZlU4AtmPfbS4Q0tfaluxy5MN5nB9VadurC9tsdkj7AEkvngB821fXqo7WXmg-Pzz2VHFPaE5-qSdwYK-un9QILY0lVoecmR0nerFIFzOwTTzOPbwq2PRNNIJ7A3PbJmMQ=s0-d-e1-ft" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgWZc8pvQL-Pv2anVmuOFRa-a1PBQYygn6L-VEQsbMbNLB7wHnLmg8xijG7ig9AekkVba_Vrm9D-EmkRLk0pzNpsuzZzKVwzZlU4AtmPfbS4Q0tfaluxy5MN5nB9VadurC9tsdkj7AEkvngB821fXqo7WXmg-Pzz2VHFPaE5-qSdwYK-un9QILY0lVoecmR0nerFIFzOwTTzOPbwq2PRNNIJ7A3PbJmMQ=s0-d-e1-ft" width="205" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Il libro digitale dei morti - Giovanni Ziccardi </b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>In uscita il 4 aprile</i></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Ogni giorno passiamo in media oltre 7 ore connessi a internet: aggiorniamo il nostro profilo Facebook, carichiamo foto su Instagram o Pinterest, mandiamo email di lavoro, scriviamo su Twitter, chattiamo su Whatsapp, acquistiamo su iTunes o Amazon: la nostra vita è ormai a tutti gli effetti una vita digitale, in cui ci muoviamo sparpagliando dietro di noi migliaia di dati sensibili. Ma che resta di tutti i nostri commenti, foto, acquisti, visualizzazioni, delle email e delle conversazioni in chat? Cosa sarà di tutti i nostri dati dopo la morte? Domande che diventeranno sempre più attuali quando tra qualche anno molti social sembreranno veri e propri "cimiteri virtuali", pieni all'inverosimile di profili di utenti fantasma. Esperto di investigazioni digitali e di diritto applicato alla rete, Giovanni Ziccardi prova a sbrogliare il complesso rapporto tra morte e vita digitale individuando due tendenze: il diritto all'oblio, minacciato da un sistema in cui tutto sembra esistere per sempre e, nella direzione opposta, il tentativo di sopravvivere alla morte. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhbNaZNNzD-tfFPSVCRRoKGvjGKimtLOB8cAC6SQE7SlUHKS0CZ-x46zKn_7ZVoj40fAbNIBjUc0mYTzxg7gI54FWNU5qNvNjAoIF4Yjwoj3sHBfQRByQk0k2ZLy-CUkxZZFrTBHCGNr_s7szw33546L7GsS1cLw4kvBiXhCzeRhwOOupAiLNeXerb5TaZDdZvIeWhuwLWMN0xtPl9rRZmZemuN4kLN0rNgSTXiUWo=s0-d-e1-ft" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhbNaZNNzD-tfFPSVCRRoKGvjGKimtLOB8cAC6SQE7SlUHKS0CZ-x46zKn_7ZVoj40fAbNIBjUc0mYTzxg7gI54FWNU5qNvNjAoIF4Yjwoj3sHBfQRByQk0k2ZLy-CUkxZZFrTBHCGNr_s7szw33546L7GsS1cLw4kvBiXhCzeRhwOOupAiLNeXerb5TaZDdZvIeWhuwLWMN0xtPl9rRZmZemuN4kLN0rNgSTXiUWo=s0-d-e1-ft" width="216" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Storia di artisti e di bastardi - Flavio Caroli</b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>In uscita il 4 aprile</i></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>"Così, per i tuoi pochi anni, e per i miei che sono cento, cercherò di dirti la verità; non una verità tecnica, che annoierebbe te così come qualunque altro lettore, ma una verità un po' più ricca, la realtà dell'arte moderna nella vita del nostro tempo: la vita vera, intendo, bellezza e guano equamente miscelati come accade nella vita vera."</i></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">È con queste parole che Flavio Caroli apre <i>Storia di artisti e bastardi, </i>rivolgendosi alla sua giovane nipote, aspirante storica dell'arte. Da qui il racconto si muoverà rapido, ripercorrendo gli anni sessanta, settanta e ottanta, in cui per un giovane e appassionato storico dell'arte non era sufficiente lo studio rigoroso e libero degli antichi maestri; bisognava partecipare, e attivamente, alla scena dell'arte contemporanea, quella brillante società mondana fatta di artisti e mecenati, geni e farabutti, attrici, stilisti, Biennali e viaggi. Di pagina in pagina, Caroli alterna ricordi personali e aneddoti, considerazioni sul nostro presente e piccole fulminanti lezioni di critica d'arte. Che ci parli del suo primo incontro con Michelangelo Antonioni sul set di <i>Deserto rosso</i> o della sofferta, consapevole depressione di Van Gogh, che ci racconti i ritrovati e perduti dipinti del Guercino o i suoi incontri notturni con Lucio Dalla, che ci riveli le pulsioni di morte del pasoliniano Andy Warhol o la furia di Marina Abramovic, la sua voce arriva sincera e palpitante, immersa nelle storie che narra con la naturalezza del grande storico e divulgatore.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhwSH5EuNy2cTv_Y0654PSE-NWOzXS31MPMecO9_aYsvbspQuzbzaz-pDKHO-FUtSMh1ZpxsThhGVRnFFdAcGVcIhFSNmew13nJv0B2NI9opRuwaRm6ZskjR-kvpt9azzyI6XjeCs-pmI83q1M2kOcPDjbvxCN93kLFhQX5MGzDzWaAQNsrUEESqfTxr8DiniQlyaLN_jMcpJ8UUfwK4r_L3OF0GdhaYw=s0-d-e1-ft" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhwSH5EuNy2cTv_Y0654PSE-NWOzXS31MPMecO9_aYsvbspQuzbzaz-pDKHO-FUtSMh1ZpxsThhGVRnFFdAcGVcIhFSNmew13nJv0B2NI9opRuwaRm6ZskjR-kvpt9azzyI6XjeCs-pmI83q1M2kOcPDjbvxCN93kLFhQX5MGzDzWaAQNsrUEESqfTxr8DiniQlyaLN_jMcpJ8UUfwK4r_L3OF0GdhaYw=s0-d-e1-ft" width="208" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Il cervello anarchico - Enzo Soresi </b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>In uscita l'11 aprile in una nuova edizione</i></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Torna il libreria in un'edizione aggiornata il saggio del professor Soresi sulle misteriose potenzialità del cervello. Attraverso un'analisi scientifica di casi clinici "singolari", Soresi presenta la teoria, rivoluzionaria e insieme antichissima, secondo cui il cervello e la salute del resto del corpo hanno una relazione molto più stretta di quanto pensiamo: lo stress psicologico, le preoccupazioni, i disagi psichici possono farci ammalare, così come la serenità, la determinazione e le emozioni positive possono farci guarire. Un invito a prendersi cura di sè, a sviluppare un modello di vita volto a ridurre al minimo il disagio psichico per cercare di prevenire il danno biologico. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEg_mE0agF4Yf95jMVG5I8qBjVfg00Ebg2HqLZi8CsbUBhUocX-I_Su8T-DEAZzraWIlTdrgO70X2eHmFo8B1CAE7x1HGjIWDa14BJ9U_6TDiB1yFVXIPDx8wAyfcRnV8at44ZCI3Efu92Go5c8YYceKKCzWkv1kQZ5YrCt2KrfULBg6LklZxlWvjOYm_oKeRIQcnGmgBKwDQZwLFCIcF11_H3HZuOGjDvxzd14=s0-d-e1-ft" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEg_mE0agF4Yf95jMVG5I8qBjVfg00Ebg2HqLZi8CsbUBhUocX-I_Su8T-DEAZzraWIlTdrgO70X2eHmFo8B1CAE7x1HGjIWDa14BJ9U_6TDiB1yFVXIPDx8wAyfcRnV8at44ZCI3Efu92Go5c8YYceKKCzWkv1kQZ5YrCt2KrfULBg6LklZxlWvjOYm_oKeRIQcnGmgBKwDQZwLFCIcF11_H3HZuOGjDvxzd14=s0-d-e1-ft" width="203" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Atlante delle emozioni umani - Tiffany Watt Smith</b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>In uscita il 24 aprile</i></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Siamo tutti in grado di riconoscere la differenza tra rabbia e paura, tra desiderio e invidia. Sappiamo anche che è meglio non confondere l'affetto con l'amore, il rimpianto con il rimorso, l'euforia con la felicità.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Quello di cui non ci rendiamo conto, però, è che lo spettro delle emozioni umane è ancora più sfumato di così: esistono sensazioni che tutti noi abbiamo provato, stati d'animo molto precisi e inconfondibili, a cui però spesso non abbiamo saputo dare un nome. Eppure in qualche angolo del mondo, in qualche lingua a noi ignota esiste una parola precisa che li definisce: per esempio solo gli eschimesi chiamano <i>iktsuarpok </i>il miscuglio di ansia, nervosismo, eccitazione e felicità che prova chi aspetta l'arrivo di ospiti a casa; per i finlandesi, <i>kaukokaipuu </i>è l'inspiegabile nostalgia per un posto dove non siamo mai stati; gli spagnoli chiamano <i>verguenza ajena </i>l'imbarazzo empatico di chi assiste alle figuracce altrui.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Tiffany Watt Smith attraversa storia, antropologia, scienza, arte, letteratura e musica in cerca delle espressioni con cui le culture di tutto il mondo hanno imparato a definire le proprie emozioni. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i><br /></i></span>
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</div>
Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-31422532624551069622017-02-22T03:02:00.002-08:002017-02-22T03:02:34.129-08:00La campana di vetro - Sylvia Plath<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVlwcOdv-orDE12Ru1UJeI-RNjNPp6ytxRQPVhHyvoHdcP8zFqjJs1h1zeNxXLBKRAuEogMq49ty-Cp7AZqVkijtaTaTmsIYUrzlDIW8UDMfBlDVORCgfL1T1qKC8WjmiKw1nzNwAL8Lw/s1600/oJjfH.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVlwcOdv-orDE12Ru1UJeI-RNjNPp6ytxRQPVhHyvoHdcP8zFqjJs1h1zeNxXLBKRAuEogMq49ty-Cp7AZqVkijtaTaTmsIYUrzlDIW8UDMfBlDVORCgfL1T1qKC8WjmiKw1nzNwAL8Lw/s1600/oJjfH.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La campana di vetro - Sylvia Plath</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 234</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Mondadori</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Titolo originale: The bell jar</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In un albergo di New York per sole donne, Esther, diciannovenne di provincia, studentessa brillante, vincitrice di un soggiorno offerto da una rivista di moda, incomincia a sentirsi <i>come un cavallo da corsa in un mondo senza piste. </i>Intorno a lei, sopra di lei, l'America spietata, borghese e maccartista degli anni Cinquanta. Un mondo alienato, una vera e propria campana di vetro che schiaccia la protagonista sotto il peso della sua protezione, togliendole a poco a poco l'aria. L'alternativa sarà abbandonarsi al fascino soave della morte o lasciarsi invadere la mente dalle onde azzurre dell'elettroshock.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Niente all'inizio di questa storia lascia presagire che il tema sia la malattia mentale. Senza introduzioni nè presentazioni ci viene dipinto un quadretto di scenari adolescenziali che hanno per protagonista una giovane ragazza di cui a malapena conosciamo il nome. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcEzWv4sO8iopo3mY6zL8eVP5tTyft8LMx91Xtm1hsqdfkQplUq5CWvgOqkpYlBiX54FbQxKRXd8Uqu303Fh2T-TCvMoF8Nm7KNcy7tMP5Zizxx6RqWEJwgLiruc9fvCr2iHDOCfhdOQs/s1600/635f55e5769fcb4bd38c25990ac2020c.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcEzWv4sO8iopo3mY6zL8eVP5tTyft8LMx91Xtm1hsqdfkQplUq5CWvgOqkpYlBiX54FbQxKRXd8Uqu303Fh2T-TCvMoF8Nm7KNcy7tMP5Zizxx6RqWEJwgLiruc9fvCr2iHDOCfhdOQs/s320/635f55e5769fcb4bd38c25990ac2020c.jpg" width="254" /></a></span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Questa racconta in prima persona e tralascia parecchio l'introspezione e l'analisi psicologica per concentrarsi sui fatti che le avvengono attorno e su quelli a cui prende parte durante un soggiorno a New York, vinto con una borsa di studio, che assomigliano in tutto e per tutto a ciò che potrebbe normalmente accadere ad un'adolescente "in vacanza", che si lascia trascinare dall'atteggiamento irruente di una migliore amica attraente, piena d'iniziativa e un po' arrogante. Più volte la nostra protagonista sembra celarsi nella sua ombra e finisce per essere travolta dal turbine che da lei scaturisce: viene trascinata a feste e presentata ad individui poco raccomandabili o lei stessa, influenzata da chi la circonda, finisce per buttarsi in serate poco piacevoli, in situazioni incomode. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nella sua quotidianità e nei suoi pensieri non mancano i ragazzi, come nella vita di ogni <i>teenager</i> che si rispetti, ma ogni suo approccio con il mondo maschile sembra essere nient'altro che un esperimento, ogni volta quasi fatalmente destinato al fallimento. In questa parte della storia non mancano i flashback che si alternano al presente. Verso la fine di quella che potremmo chiamare la <i>prima sezione</i> del romanzo, quando la ragazza comincia a starsene più isolata dal gruppo e quando il rientro a casa diventa imminente, la dimensione intima finisce per prevalere: l'io narrante si concentra sempre più sulla sua passione per la scrittura e per la lettura, in particolare per i racconti brevi o le poesie; il lettore intuisce che il suo più grande sogno e anche la più terribile pressione sulla sua esistenza è l'idea di poter diventare, un giorno, una scrittrice. A poco a poco si avverte un'angoscia crescente, soprattutto nel momento in cui la nostra eroina si trova a rispondere <i>"non lo so"</i> alla domanda su come si immagini il proprio futuro, dopo che per anni aveva avuto sempre la risposta pronta, come se questa fosse preconfezionata, su misura per lei, appresa a memoria e ripetuta a macchinetta quando richiesto. Questo - l'idea del futuro preconfezionato e coerente con ciò che la società si aspetta - è solo uno degli elementi che finiscono per formare una pesante e opprimente campana di vetro, che con un tonfo sordo cala sulla protagonista, rinchiudendola in una gabbia buia e soffocante in cui si sviluppa la sua follia. Dopo il suo rientro dal soggiorno a New York, infatti, la storia subisce una radicale svolta: quasi senza nessun sentore o preavviso, Esther Greenwood impazzisce. Conosciamo finalmente il suo nome per intero, che ci entra nella testa a causa delle numerose volte in cui le infermiere della clinica psichiatrica o gli psicologi lo pronunciano. Come se tornando a casa si levasse la maschera dell'adolescente gioiosa che era durante il soggiorno, la protagonista diventa una figura immobile e apatica: non si lava più, non legge più e non dorme più, rintanata per innumerevoli giorni ma soprattutto notti nella propria nera depressione. Il tono prevalentemente vivace della prima parte, concentrato soprattutto sui fatti, viene sostituito da una voce cupa e rauca che riflette un'interiorità tarlata, corrosa. Molto più spesso ci si lascia andare a brevi descrizioni, che non occupano più di cinque o sei righe, ma che sono ricche di immagini allusive ed evocative, sempre rientranti nel campo semantico della cupezza, dell'oscurità, della morte.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Questo romanzo di Sylvia Plath scaturisce da un'esperienza autobiografica: l'autrice, come Esther, dopo aver svolto studi brillanti e aver ottenuto una borsa di studio tentò il suicidio e venne sottoposta a cure psichiatriche una volta tornata a casa. Identificare le due persone, quella reale che scrive e quella immaginaria che ne diventa l'immagine, come un'unità è molto semplice: Esther parla in prima persona e dalla sua narrazione traspare il dolore della scrittrice stessa. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Mi hanno sempre affascinato le storie di malattie psichiche che si svolgono in ospedali psichiatrici e analizzano i casi più disparati. Penso che questo romanzo, però, un po' si distingua dagli altri, perchè la follia viene raccontata su un piano interamente personale, quasi tralasciandone gli aspetti "scientifici": Esther racconta ciò che sente dentro di sè, gli istinti che la colgono, mentre la terapia non viene analizzata se non in rapidi flash. </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'elettroshock non è altro che un attimo, le sedute dal primo psicologo sono brevissime e inconcludenti, pressochè vuote di contenuto; la descrizione delle cliniche non è molto approfondita e solo rapidi sprazzi di quotidianità vengono riportati. Addirittura i colloqui </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX5KZxJFmEYkH2rCvA7kSRS2B1VqDTfvbFprtg7qPc8DJStcbiQeFXEfNhgpu7ON4Nw5D6Sp9qLfFwxf62hTCrMvXfyKxOGkId83f6mGLj6pJp2SXjLnW3D3anaR3iiVmburMyT8gZ3C0/s1600/57f26291ef2138f2b2a03d64081753be.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX5KZxJFmEYkH2rCvA7kSRS2B1VqDTfvbFprtg7qPc8DJStcbiQeFXEfNhgpu7ON4Nw5D6Sp9qLfFwxf62hTCrMvXfyKxOGkId83f6mGLj6pJp2SXjLnW3D3anaR3iiVmburMyT8gZ3C0/s320/57f26291ef2138f2b2a03d64081753be.jpg" width="228" /></a></span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">con <span style="text-align: center;">la dottoressa Nolan - dei quali il lettore capisce tramite fuggevoli cenni che sono più lunghi, approfonditi e utili - non vengono riportati se non quando la voce narrante si ricorda di una cosa che ha riferito e la riporta così, come per caso. Il processo che la porta fino alla guarigione è come cancellato; lo sprazzo di tempo collocato tra l'inizio del ricovero e la possibile uscita è come offuscato da un'intensa luce davanti alla quale si può intravedere qualcosa solo stringendo gli occhi a fessura. Ciò mi lasciata un po' titubante, perchè avrei trovato molto più interessante capire a fondo i meccanismi mentali che scattano durante la riabilitazione, mentre qui l'accento è posto soprattutto, o anzi solamente, sul periodo oscuro di estremo dolore che la precede. </span></span><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif; text-align: center;">Se state cercando un romanzo che descriva in modo più preciso il tipo di malattia, come la si cura e gli ambienti psichiatrici questo non fa per voi. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In generale, però, <i>La campana di vetro </i>è una lettura scorrevole e adatta per chi è affascinato dalle dolorose deformazioni della mente e semplicemente da come queste si riflettano sull'Io. Inoltre, trovo che sia scritto molto bene e che ci siano parti liriche, in cui la protagonista sembra entrare in una dimensione di profonda connessione con la propria intimità, descritte splendidamente. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3AGWRtkjRtisUR2VUVh13JzGd8SufqcCtdeYMXtZgT5DwgabxtpKyIo2dbva3BjLFZw_DbKhFb6ZaLx82kj8aP6K7lPOv_O5cyhFWgS9s5XSrvgCEvUBXxmWt3tWPBgGtyilHitHJ8qc/s1600/Voto+3.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3AGWRtkjRtisUR2VUVh13JzGd8SufqcCtdeYMXtZgT5DwgabxtpKyIo2dbva3BjLFZw_DbKhFb6ZaLx82kj8aP6K7lPOv_O5cyhFWgS9s5XSrvgCEvUBXxmWt3tWPBgGtyilHitHJ8qc/s200/Voto+3.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-78893885164990435072017-02-11T01:14:00.000-08:002017-02-11T01:14:48.442-08:00Segnalazione uscita Dunwich edizioni - The last Valkyrie: Tre anelli - Tre re, Jennifer Sage<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il giorno <b>13 febbraio </b>non perdetevi l'uscita di questo nuovo romanzo, primo di una trilogia, firmato Jennifer Sage, edito da Dunwich Edizioni: una storia in cui i miti nordici sono protagonisti e si alternano amore, sensualità, avventura e antiche profezie. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwUhxK5d2M6-IoLQnpQAAWaEmGyzN59-zNsOfbmURZV2bfVxhB4iT7OauE45SUuqFn5rnlb_g315Yl_HS4b43jssqjiNOH_wMij0BN87w_2uDG6X2Z0U1U_kXem25P17HuCo4GaAuE8vU/s1600/jenniferbook2language.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwUhxK5d2M6-IoLQnpQAAWaEmGyzN59-zNsOfbmURZV2bfVxhB4iT7OauE45SUuqFn5rnlb_g315Yl_HS4b43jssqjiNOH_wMij0BN87w_2uDG6X2Z0U1U_kXem25P17HuCo4GaAuE8vU/s320/jenniferbook2language.jpg" width="230" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">The last Valkyrie: Tre anelli - Tre Re - Jennifer Sage</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Pagine: 400</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Edizione: Dunwich Edizioni</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Genere: Paranormal romance / Fantasy erotico</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Potrete acquistarlo cliccando <a href="https://goo.gl/T4GJLO">qui</a> a partire dal giorno 13 febbraio, a 3,99€ in formato ebook o 14,90€ in formato cartaceo.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Un genocidio ha spazzato via le Valchirie, le uniche messaggere capaci di viaggiare liberamente fino ad Asgard e nel Valhalla, oltre agli Dei. Allo stesso tempo, una magia nera tiene segregati gli Dei ad Asgard fino a quando il Ragnarok non sarà completo, e tutti gli Dei e i regni saranno distrutti, in modo che nuove divinità possano salire al trono.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">La nascita di Kara su Midgard non è stata registrata e, dalla morte della sua stirpe, ha vissuto nascosta presso il Drago a cui darebbe l'anima. Il suo amore per Zane è un pozzo senza fondo e, nonostante la compagna del Drago sia morta nel genocidio, Kara non può fermare i suoi sentimenti. Non riesce a controllare il suo cuore più di quanto non riesca a capire come essere una Valchiria e liberare gli Dei. Zane è stato il suo mondo per più di due secoli, mantenendo segreti che potrebbero mandarla completamente in frantumi.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Rune ha concubine e contratti, ma adesso ha il compito di insegnare la magia a una Valchiria ormai sola per fermare la nazione Pro Ragnarok, come lui stesso la chiama. Rune non prende parti, ma conoscere il piacere...lo conosce molto, molto bene. Qualcosa di cui Kara ha bisogno da moltissimo tempo e che le è sempre stato negato. Il suo cuore appartiene a Zane, il suo Drago, ma lui non è mai stato davvero suo. </span><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdYgFEULUbQUss38RZwsMjxPG_6rOROhLoBpny-OeRv4CQ4PIseYsP7az_KH1v2XaIrg1kPzMqqLuBVG8XO1tJJfpcqRyO_Popp2vih8qxEO41HGJ8JopvBC4M5KGv5XIoXVmeWRb9qxA/s1600/immagine+val1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdYgFEULUbQUss38RZwsMjxPG_6rOROhLoBpny-OeRv4CQ4PIseYsP7az_KH1v2XaIrg1kPzMqqLuBVG8XO1tJJfpcqRyO_Popp2vih8qxEO41HGJ8JopvBC4M5KGv5XIoXVmeWRb9qxA/s320/immagine+val1.jpg" width="217" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Illustrazione a cura di Claudia di Phatpuppy Art</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: "Helvetica Neue", Arial, Helvetica, sans-serif;">Un viaggio attraverso l'amore, il lutto, la magia e la redenzione nel più improbabile dei luoghi.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br /><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"></span><br /><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>L'AUTRICE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Jennifer Sage ricevette i primi riconoscimenti di scrittrice sin dalla seconda elementare, quando le venne concesso il premio Giovane Autore nello Stato della Florida. Le sue poesie erotiche sono state pubblicate e condivise in tutto il mondo, i suoi libri apprezzati a livello internazionale.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 2011 è stato pubblicato il suo primo romanzo, <i>Immortal Dreams</i>, subito seguito da <i>Immortal Bound. </i>I due volumi sono parte di una serie fantasy/suspense/romance ambientata in uno scenario urbano. <i>Keltor</i>, primo libro della serie <i>The Guardian Archives,</i> è stato pubblicato nel 2012 ed inserito nella categoria dei paranormal romance. I due seguiti, <i>Ratha - la magia interiore</i> e <i>Dante - parte prima</i>, sono stati pubblicati anche in Italia. È in arrivo in Italia anche la seconda parte di <i>Dante</i>, in uscita nell'estate 2017. </span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-25949202426928910272017-02-02T09:48:00.000-08:002017-02-02T10:09:45.831-08:00La luna e i falò, Cesare Pavese<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilwcqE-u9UJ-AuRbwujluixdMD46rp2CQLaEzWv2PiYza7O_Eh1P_af-jn3kG6lb9QKZbnN5ni7OpGOGJcvCyxYvuxmkRPOM1LARstpHPoRB_A8UmGf7CN7XFcI1pidkFzHcmR3kZn7xg/s1600/la_lun1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilwcqE-u9UJ-AuRbwujluixdMD46rp2CQLaEzWv2PiYza7O_Eh1P_af-jn3kG6lb9QKZbnN5ni7OpGOGJcvCyxYvuxmkRPOM1LARstpHPoRB_A8UmGf7CN7XFcI1pidkFzHcmR3kZn7xg/s320/la_lun1.jpg" width="199" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La luna e i falò - Cesare Pavese</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 211</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Einaudi</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il protagonista, Anguilla, all'indomani della Liberazione torna al suo paese delle Langhe, dopo molti anni trascorsi in America e, in compagnia dell'amico Nuto, ripercorre i luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza in un viaggio nel tempo alla ricerca di antiche e sofferte radici. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il protagonista di questo libro non ha nome, non ha radici,
non ha una famiglia. Fin dall’inizio si presenta come un atomo solitario
vagante per l’universo, che finisce per atterrare nella valle del Belbo, come
per caso, più che per scelta. Qui incontra qualche suo simile, ma soprattutto
elementi poco reattivi con lui. Gli viene dato un nome, Anguilla, diversi tetti
sotto cui stare, ma non si sentirà mai al suo posto. È formidabile il modo in
cui Pavese riesce a rendere la condizione ambigua di questo soggetto, l’espatriato,
tipica figura dei suoi romanzi. L’espatriato è colui che alla ricerca di una
vita migliore, del proprio posto nel mondo o semplicemente per fare fortuna si
sposta dal paese d’origine e viaggia, soprattutto all’estero e nelle Americhe. Ma
un giorno, spinto da un richiamo interiore, torna alla propria terra d’origine
con tutto ciò che questo comporta, trovandosi a dover confrontare il cambiamento e lo spaesamento. Tale condizione richiama quella di Pavese
stesso, che durante la sua vita venne condannato a tre anni di confino in
Calabria con l’accusa di antifascismo. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il suo <i>Anguilla </i>è
un bastardo che convive senza apparente difficoltà con questa sua natura dai
tratti sfumati, indefiniti. Sembra star bene senza sapere chi l’ha messo al
mondo, di che colore erano gli occhi di sua madre, qual è la sua vera terra,
la sua vera casa, tutto ciò che compone il suo vero Io. Semplicemente <i>atterra </i>per caso sulle rive del Belbo, a
Santo Stefano in Piemonte, come un piccolo uccellino incapace di volare piomba
al suolo.</span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">All’inizio del racconto egli è adulto. Lo incontriamo al
momento del suo ritorno dopo aver fatto fortuna in
America e compiamo insieme a lui un percorso a ritroso: l’infanzia nella
famiglia adottiva, l’adolescenza nella villa della Mora con le tre belle
Silvia, Irene e Santina. Soprattutto quest’ultima parte è come dilatata, occupa
moltissime pagine. Le avventure adolescenziali di Anguilla sono quasi nulle, la
sua realtà è scandita dal lavoro nei campi, dalla sua diligenza. La sua persona
è quasi invisibile in questa parte della narrazione, si affida all’osservazione, a guardare gli altri vivere la
propria giovinezza al posto di viverla lui stesso. È un personaggio che si mantiene nell’ombra e resta sconosciuto
tanto agli altri personaggi quanto al lettore stesso. Passa le sue
giornate in un atteggiamento di modestia, devozione e senso del dovere; a
lavorare, a svolgere i compiti che gli sono affidati. Non si capisce perché lo
faccia, dato che nei suoi pensieri finisce per prevalere sempre il fascino del rumore del treno che passa, diretto verso mete sconosciute,
o i sogni di uno spazio più aperto, impregnato di libertà. Le sue uniche
gioie sono la visione di Silvia, il suo amore di lontano che mi ha ricordato un
po’ quello del Dolce Stil Novo o l’ammirazione di Leopardi verso la giovane
omonima; l’ascolto delle canzoni che Irene suona al pianoforte con le sue mani
ben curate. Le due fanciulle sono una parte essenziale del racconto, pur non
entrando quasi mai in diretto contatto con Anguilla, mantenendosi sempre ad un
gradino di distanza rispetto a lui, che si limita a guardarle di sotto in su. L’unica
idea certa che come lettrice sono riuscita a formarmi sul personaggio di
Anguilla è che lui sia in realtà superiore alle ragazze, che le guardi
inconsapevolmente dall’alto verso il basso, grazie al suo animo ricco di
ambizione e aspirazioni di grandezza che si oppone alla superficialità e sostanziale
nullafacenza delle due. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I ricordi seguono quasi sempre l’ordine cronologico,
nonostante spesso ci siano dei balzi in avanti, perché ci si
concentra su quelli più vividi o su momenti cruciali. Ci sono poi flash del
successivo trasferimento a Genova, delle prime relazioni con le donne, e
qualche capitolo viene dedicato anche all’America, ma solo in modo fugace. Il tanto
bramato desiderio di allargare i propri orizzonti viene quindi esaudito, ma
non sembra essere così soddisfacente e fondamentale come sembrava: scompare nell’ombra del
passato nella terra della giovinezza, che viene riscoperta nel presente. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L’espediente del ritorno dopo molti anni da parte del
protagonista permette di intrecciare il filone dei ricordi alla vita presente. Tanto l’ambientazione quanto le persone vengono come ritratte in
maniera speculare, com’erano e come sono.</span><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">La condizione che Anguilla trova al suo ritorno
viene rappresentata emblematicamente dalla famiglia stabilitasi nella casa
della sua infanzia: una famiglia misera, composta da persone brutte, vecchie,
deformi. La cosa più agghiacciante è che il narratore rifiuti lo sguardo critico, a favore di un lucido tagliente realismo. </span><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">Lo storpio, giovane Cinto
è agli occhi di Anguilla ciò che sarebbe stato lui se fosse rimasto nel
paesino, cristallizzato e immutabile come un minerale in una realtà ignorante e
statica. La drammaticità del suo destino ritrae tutta la tristezza della condizione di ristagno di chi affonda le proprie radici nella povertà; esso
sembra inoltre rispecchiare la crudele sorte riservata alle tre belle sorelle
della M</span><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">ora, come a voler dire che dall’adolescenza del protagonista, appartenente ad un tempo ormai concluso, fino all’età
adulta del presente le </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1o7MvW9-A-_u8b9Lp2k5aJ2TyjKtfRVi2NSbGNc3AgWSuxXruPOAuLzvpK8dPQPknY2Q4JIOJcTqdWV4mjYBNmwKkNzEIcYFwo8MMGLFKUFFAw1dZbxJLo4QHbtqInGPa9UGMBLOxNNw/s1600/la-bella-estate.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="251" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1o7MvW9-A-_u8b9Lp2k5aJ2TyjKtfRVi2NSbGNc3AgWSuxXruPOAuLzvpK8dPQPknY2Q4JIOJcTqdWV4mjYBNmwKkNzEIcYFwo8MMGLFKUFFAw1dZbxJLo4QHbtqInGPa9UGMBLOxNNw/s320/la-bella-estate.jpg" width="320" /></a></span></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">cose non siano cambiate. Come se le belle e ampie valli ricche di
coltivazioni siano perseguitate da anni da una maledizione che si abbatte su
chi non ha il coraggio di cambiare la propria vita, di lanciarsi verso un
ignoto futuro migliore.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Un filo conduttore nella vita del protagonista è Nuto, prima
mentore e poi amico alla pari. È un personaggio d’effetto, che si stampa nella
memoria del lettore e vi resta. Ha personalità, senso della giustizia e ideali
corretti in un mondo dagli orizzonti ristretti e forgiato nel pregiudizio
bigotto. Pur restando sempre “nei paraggi” egli ha avuto il coraggio, sepp</span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">ur
solo per qualche anno, di ribellarsi al destino che gli era stato riservato,
ovvero quello di proseguire il lavoro del padre, e ha preferito spostarsi,
cambiare continuamente la sua posizione sulla mappa grazie al mestiere di musicista. In quegli anni si è dato ad una vita libertina, fatta di frequenti
notti in bianco nei campi dopo le feste di paese, continuamente spostandosi
nelle cittadine circostanti come fosse il pifferaio magico con una schiera di
giovani ballerini brilli al seguito. Una
vita spavalda interrotta dall’orrore e dalla crudeltà della guerra, che riporta
tutti con i piedi per terra, attenti alle necessità primarie e alla
sopravvivenza.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pur nella sua semplicità, ho trovato questo libro molto
denso. La sostanziale mancanza d’azione
permette di immergersi nelle profondità dell’animo umano, di indagare la bramosia
che spinge nelle viscere delle persone più umili. È un romanzo, soprattutto,
che mi ha trasmesso tristezza, come se la depressione di Cesare Pavese non
potesse evitare di impregnare la sua scrittura. Essa traspare, in più punti, in
modo velato ma percepibile: un’amarezza della vita che fa da sfondo costante. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGYaOWpdFbNiRJ9KUG8lmy8ShhAkwhUyJ3Oq246HkTmJRXAPXZ0mbmubTk_KbfCB9Lx-M89GdKmYDETZDogfsY73fl_pTqaXBcesp4NW7pmEF4uZ6HZM-HAOzNbPWMII5i7CcdQuju09s/s1600/Voto+4.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGYaOWpdFbNiRJ9KUG8lmy8ShhAkwhUyJ3Oq246HkTmJRXAPXZ0mbmubTk_KbfCB9Lx-M89GdKmYDETZDogfsY73fl_pTqaXBcesp4NW7pmEF4uZ6HZM-HAOzNbPWMII5i7CcdQuju09s/s200/Voto+4.png" width="200" /></a></div>
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span></div>
Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-32868543673713265602017-01-24T10:12:00.000-08:002017-01-24T10:12:34.390-08:00Berlin Alexanderplatz - Alfred Doblin <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIcc4_FiSbCSpFK3ew5BzF8d2oVAnueuxeCisXlrrzIH9qPru3m1LXVlmPNmLS6ZztQ7b7epOIQZlvBN-CFJcFinT7ynbgO3P7tnyyrYwtUPKSoVdqf5VD4yDwudQ-Se9RDQ4jd0gAOJY/s1600/41LZb43QkJL._SX325_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIcc4_FiSbCSpFK3ew5BzF8d2oVAnueuxeCisXlrrzIH9qPru3m1LXVlmPNmLS6ZztQ7b7epOIQZlvBN-CFJcFinT7ynbgO3P7tnyyrYwtUPKSoVdqf5VD4yDwudQ-Se9RDQ4jd0gAOJY/s320/41LZb43QkJL._SX325_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" width="209" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Berlin Alexanderplatz - Alfred Doblin</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Pagine: 500</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Edizione: BUR</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il romanzo epico <i>Berlin Alexanderplatz,</i> ambientato nella Berlino anni '20, narra le vicende di Franz Biberkopf, ex detenuto alla prigione di Tegel, che ritornato in città si ripropone di vivere onestamente. Verrà ostacolato nel suo proposito da compagnie sbagliate e da un destino più grande di lui. Cadrà tre volte fino alla presa di coscienza definitiva. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho dovuto leggere <i>Berlin Alexanderplatz </i>per un esame universitario e a causa dei commenti che mi erano giunti all'orecchio, non l'ho iniziato con particolare entusiasmo. Tale è rimasto il mio approccio per tutta la durata della lettura, che mi è risultata decisamente pesante e poco gradevole. Per finirlo entro un determinato giorno, mi ero imposta un certo numero di pagine da leggere ogni giorno e spesso non riuscivo a terminarle perchè le trovavo decisamente poco coinvolgenti. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il libro si compone di vari elementi, perchè l'autore vi applica la tecnica del montaggio: alla storia di base aggiunge riferimenti biblici e alla classicità, ma soprattutto flash di tutto ciò che il protagonista incontra sul suo cammino, andando per le strade di una Berlino anni '20, che hanno l'obiettivo di riprodurne l'atmosfera caotica. Essi si compongono di elenchi infiniti di nomi di vie, fermate dei tram oppure di oggetti esposti nelle vetrine dei negozi, notizie riportate sui giornali ed episodi di cronaca che vengono raccontati per filo e per segno, nonostante non siano funzionali allo sviluppo degli eventi. Vengono utilizzati inoltre vari stili narrativi, come il monologo interiore, il discorso indiretto libero e spesso si passa dalla narrazione in terza persona ai pensieri dei personaggi senza nessuna introduzione, cosa che provoca un certo spaesamento nel lettore. Mi ritrovavo a non capire di cosa si stesse parlando per intere righe. </span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuqEtTNKwjQW0RquvOnZVmJs9n17NALg6IynuA0L8jdqKr4RXVN0R3o2ZJ433c3WhGjKRfwvobonqEaIW3A7aDnfiMQ9pbfghOffYLY76O_jxtuRv0OTct6l_8coor2XF8HWB8JukxGb0/s1600/caos_urbano_by_musicdor.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuqEtTNKwjQW0RquvOnZVmJs9n17NALg6IynuA0L8jdqKr4RXVN0R3o2ZJ433c3WhGjKRfwvobonqEaIW3A7aDnfiMQ9pbfghOffYLY76O_jxtuRv0OTct6l_8coor2XF8HWB8JukxGb0/s320/caos_urbano_by_musicdor.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Tolti tutti questi ostacoli alla lettura, l'intreccio di base non sarebbe neanche male, bensì ricco di azione e colpi di scena e anche spunti di riflessione. Si racconta la storia di Franz Biberkopf, che uscito dalla prigione di Tegel, nel momento della reintroduzione in società si ripromette di vivere onestamente. Gli si oppone un destino più grande di lui, che ne scrive la sorte. Ciò ricorda un po' gli eroi epici nelle mani delle divinità, ma a differenza di questi Franz è un antieroe che subisce gli eventi in modo passivo e che, una volta compiuti errori madornali, si rifiuta di compiere un auto-analisi volta a migliorarsi e a riconoscere i propri sbagli per poi porvi rimedio. Preferisce atteggiarsi in maniera arrogante, affermando la forza del proprio Io di rimettersi in piedi ogni volta, nonostante tutto. Ciò lo porta a cadere tre volte fino ad un momento decisivo di drammatica svolta. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il finale presenta un quadro a mio parere geniale, che però perde la sua essenza nella solita narrazione inframmezzata da elementi inutili: il confronto di Franz con tutti i suoi errori che lo vanno a trovare come personificazioni realmente esistenti, tridimensionali, che lo affrontano e lo interrogano.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">In generale, anche i personaggi presentati sono interessanti, presentano tratti psicologici e comportamenti originali. Contribuiscono a costruire l'immagine di una Berlino povera e criminale in cui la gente sopravvivere solo tramite sotterfugi e reati. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">So che lo stile riflette un particolare approccio al mondo dell'autore e che si tratta, ovviamente, di una scelta ragionata e volutamente provocatoria, ma ha reso la lettura un incubo in certi punti e ciò ha oscurato tutti i possibili lati positivi ed espedienti narrativi originali. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSmhMxkekDP8HTd-22DK8VmrmaeptFf5q37d8b1mddM5gkpibMrZ1JdATU-jeT9cVN6E5LSi93g7G4rC05xfR0LncILe7axlFPucSz-joX5SOJ6CTcn4Q7EjiWQwk6aDidsrYQ5VHW01I/s1600/Voto+1.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSmhMxkekDP8HTd-22DK8VmrmaeptFf5q37d8b1mddM5gkpibMrZ1JdATU-jeT9cVN6E5LSi93g7G4rC05xfR0LncILe7axlFPucSz-joX5SOJ6CTcn4Q7EjiWQwk6aDidsrYQ5VHW01I/s200/Voto+1.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-86189471645500261652017-01-24T03:48:00.000-08:002017-01-24T03:49:54.417-08:00Le cronache degli Arcangeli - Alexis Ann Flower<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp4ypsk5HqKwuKQAHm0vd798DmEJV7oySzeTk4ZOadbREYgA7J72Nq-4YXURAV2KDqQrJlMfxrRiDBdcuTo2NAdzRQq5N0wXvTgvAtpQVrdpC5YJcv0tRvHhPpmeJ9Qdg7ifuUHMt0cbo/s1600/Ribbet+collage.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp4ypsk5HqKwuKQAHm0vd798DmEJV7oySzeTk4ZOadbREYgA7J72Nq-4YXURAV2KDqQrJlMfxrRiDBdcuTo2NAdzRQq5N0wXvTgvAtpQVrdpC5YJcv0tRvHhPpmeJ9Qdg7ifuUHMt0cbo/s320/Ribbet+collage.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Saluto il 2017 con quasi un mese di ritardo, a causa della sessione d'esame. Inauguro l'anno nuovo con la recensione di tre racconti delle scrittrici riunitesi sotto lo pseudonimo di Alexis Ann Flower, che formano parte delle Cronache degli Arcangeli e delle avventure della Cacciatrice Cassandra: <i>Anche i demoni hanno un cuore, Azrael, Cuore di ghiaccio.</i></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><br /></i></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><b><u><br /></u></b></i></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><b><u>RECENSIONE </u></b></i></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Questi tre brevi testi, di una decina di pagine l'uno, si concentrano su brevi sprazzi d'azione e ruotano attorno a uno o due personaggi, che i lettori dovrebbero più o meno già conoscere se hanno letto i romanzi precedenti della saga. Io li avevo lasciati da molto tempo, dopo aver preso una certa familiarità con il loro carattere e le loro avventure, eppure sono servite poche pagine per rinfrescarmi la memoria. Mi ero affezionata a loro, le trame coinvolgenti avevano sempre catturato la mia attenzione; i tipi umani, o per meglio dire <i>angelici</i>, mi avevano colpito per le loro forti passioni, i loro animi focosi ed impulsivi, quasi portati all'eccesso dalla loro esistenza extra-umana. Nonostante normalmente mi piaccia leggere romanzi più impegnati, classici o pesanti tomi, queste storie che si collocano nel genere fantasy-surreale-romance mi sono sempre sembrate piacevoli.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il primo racconto, <i>Anche i demoni hanno un cuore</i>, mi ha come "solleticato": ha punzecchiato il mio desiderio di vedere oltre, che si è arrampicato dentro di me fino ad uscire allo scoperto. Mi sembrava di vederlo, personificato, davanti alla pagina, impegnato ad esprimere con il tono più perentorio possibile la pretesa di saperne di più su una storia d'amore ad uno stato in potenza, e non ancora in atto, tra la mutaforma Amael e l'arcangelo Uriel, che la lascia con la promessa che si sarebbero presto rivisti. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quello che mi è piaciuto di più è stato però l'ultimo, <i>Cuore di ghiaccio. </i>È, a mio parere, quello meglio strutturato e meno sbrigativo, nonostante debba concludersi in pochissime pagine come tutti gli altri. Si concentra su Samael, un arcangelo che ha rinnegato la sua natura per l'amore e, dopo averlo perso, si è recluso tra le alture del Wyoming per condurre una vita ascetica a contatto con la natura. Si presenta come un personaggio sicuro di sè, con una grande forza d'animo e fedeltà al ricordo della moglie scomparsa, a cui ha dato una sepoltura monumentale. Nel corso della narrazione, viene inserito anche un flashback che ci riporta ai tempi della nascita del loro amore e introdotta un'ambientazione che non avrei mai pensato potesse risultare consona in una serie di storie di genere fantastico: Samael, arcangelo della Giustizia, lavora in un'aula di tribunale ed interviene a decidere i destini anche nei casi più comuni. L'idea di introdurre un simile contesto mi è sembrata originale e diversa, e trovo che abbia arricchito il racconto con un elemento fuori dagli schemi.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Azrael </i>è l'unico che ho trovato un po' troppo veloce nella narrazione: parla di una battaglia tra l'arcangelo Azrael e Belial, il braccio destro di Lucifero, che si conclude rapidamente, cosa che pare sminuire l'importanza dell'evento, che in realtà è determinante. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel complesso, però, questi tre flash d'azione hanno contribuito a riaccendere in me la curiosità di leggere sviluppi ulteriori di questa saga, di scoprirne nuovi risvolti. Spero che un sequel possa presto permettermelo.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqVmLpMQcaZR4vmNfMLl_wz9HrnbwCcBuF26Y5uIukr5puakYzkM1XaaRiIqRCMIFXgOXnv45FXmgkaZVJG6byYxH1Qfc1n4YQIahUnknZK2OPyWfFJsM0PlnEEPeus-VcuvirwzHvVtM/s1600/Voto+3+e+mezzo.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqVmLpMQcaZR4vmNfMLl_wz9HrnbwCcBuF26Y5uIukr5puakYzkM1XaaRiIqRCMIFXgOXnv45FXmgkaZVJG6byYxH1Qfc1n4YQIahUnknZK2OPyWfFJsM0PlnEEPeus-VcuvirwzHvVtM/s200/Voto+3+e+mezzo.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-90775424791552175842017-01-04T10:15:00.001-08:002017-01-13T00:12:12.951-08:00Ricordi dal sottosuolo - Fedor Dostoevskij<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmemmrjTU86xnhh3X1vvXnD7y4pgJKBboK0ppYAZUplNSR2MTXXZcaftEHRJ0Zvc5XWnAljituTTGryf22wxqFXX1m93yG8ui_9-jtLVXeEPHzK0An7gCKXcI5aZojvIInBBI6QnrmSsc/s1600/9788807900228_quarta.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmemmrjTU86xnhh3X1vvXnD7y4pgJKBboK0ppYAZUplNSR2MTXXZcaftEHRJ0Zvc5XWnAljituTTGryf22wxqFXX1m93yG8ui_9-jtLVXeEPHzK0An7gCKXcI5aZojvIInBBI6QnrmSsc/s320/9788807900228_quarta.jpg" width="206" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ricordi dal sottosuolo - Fedor Dostoevskij</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 142</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Feltrinelli</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Titolo originale: Zapiski iz podpolja</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Voglio salutare il 2017 con la recensione di una delle maggiori opere di Dostoevskij, nonchè una delle mie ultime letture del 2017.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho incontrato Dostoevskij per la prima volta con <i>Le notti bianche</i>, una lettura molto piacevole e ricca di significati filosofici, ma che dal punto di vista narrativo si presenta comunque molto semplice e breve. Avevo voglia di qualcosa che fosse <i>di più</i>. L'occasione è arrivata quando mia madre mi ha regalato <i>L'idiota</i>, un volume imponente di tantissime pagine che ho letto durante l'estate libera dopo la maturità e che mi ha lasciata incantata per la maestria nel gestire gli intrecci e la forza caratteriale dei personaggi. Le mie aspettative sono andate aumentando, ma non mi aspettavo che il mio giudizio positivo sull'autore subisse una tale <i>esplosione </i>in positivo dopo la lettura di <i>Ricordi dal sottosuolo. </i>Comincerei elogiando la struttura geniale del libro. Come ne <i>L'idiota, </i>le prime pagine sono le più pesanti ma anche le più importanti: esse servono da fondamenta di tutto il resto del libro, per preparare il terreno allo sviluppo della trama. La prima parte <i>"Il sottosuolo" </i>è completamente astratta. Scritta con il metodo del monologo interiore ci introduce senza mezzi termini nella mente del protagonista, che espone il suo stile di vita, le sue teorie esistenziali e filosofiche con cui si relaziona alla vita, o meglio rifiuta di relazionarvisi. Egli sta rinchiuso nel sottosuolo, ovvero in una condizione di chiusura nell'odio e in se stesso, ovvero in un nucleo malato, fatto di egoismo e disperazione. Si capisce nel corso della storia che egli, a dispetto di ciò che fieramente afferma, vorrebbe uscire da questa condizione, ma non ne è capace perchè tenta di superare lo stallo utilizzando le stesse armi con cui vi si rintana: nell'amore, o anche solo nei più semplici rapporti di convivenza, nel condividere il marciapiede con un uomo altolocato egli ricerca sempre di imporre il proprio io sugli altri. La soluzione, per Dostoevskij, sta nel rapporto di completa comunione con gli altri, che si raggiunge solo grazie al sentimento dell'amore cristiano. Questo dovrebbe bucare e far esplodere la bolla di individualità in cui l'uomo è però necessariamente rinchiuso: la situazione appare quindi senza reale via d'uscita, la soluzione resta un'utopia.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nella seconda parte, <i>"A proposito della neve fradicia"</i>, si vede in applicazione concreta ciò che prima era stato solamente teorizzato. Il personaggio vive diverse esperienze, quelle che lo porteranno in seguito così convintamente a rintanarsi nel suo buco, in cui si nota la sua incapacità di rapportarsi con l'esterno, la sua incoerenza, la sua impulsività, quell'istinto viscerale che da dentro gli urla di farsi valere sull'altro, di dimostrare quanto egli è grande. L'unica possibilità di speranza per l'uomo è il rapporto con Liza e con lei il protagonista percepisce già il calore della vita reale, la possibilità di uscire finalmente alla luce, ma non corre il rischio: talmente intrappolato nelle proprie convinzioni e morbose, autodistruttive ideologie, egli non è in grado di accettare la prospettiva di un rapporto alla pari. In questa parte, Dostoevskij ha la capacità di avvinghiare il lettore alle pagine, facendolo imprecare a gran voce contro quest'uomo meschino e così cieco davanti a tutto ciò che potrebbe migliorargli la vita con la facilità e leggerezza di un soffio, così annebbiato dal proprio ego artificiale da non accorgersi che ci sarebbero strade molto più semplici da prendere se solo sbattesse un po' gli occhi per togliere la condensa che li ricopre. Soprattutto al finale, sono rimasta sconvolta dal suo comportamento talmente infimo da non sembrare nemmeno umano. Ma la cosa ancora più sconvolgente è che nelle sue invettive alla società e alla gente comune che accetta le regole del gioco pur di non rimanere chiusa nel sottosuolo, mi sono sentita presa in causa, così come si dovrebbe sentire preso in causa ognuno di noi. Noi che guardiamo dall'alto quest'uomo così assurdo, che pensiamo di fare tutto nel modo giusto e convenzionalmente accettato siamo quelli a cui la sua rabbia si rivolge. Tutti coloro che si affidano a una mentalità razionalistica che ha fiducia nell'uomo e crede che questo segua, bene o male, sempre la morale sono quelli che stanno al di là del muro che l'uomo del sottosuolo non vuole scavalcare. In altri passaggi, invece, mi sono sentita io come parte del sottosuolo, e tutti avrebbero dovuto sentirsi come me, perchè fa parte dell'uomo lasciarsi guidare dai propri bisogni egoistici. L'umanità appartiene sia ad un polo che all'altro: è lacerata dalla lotta tra i due principi, e nella maggior parte dei casi è vero che prevale sempre l'egoismo. Chi nega ciò, molto spesso si è solo autoconvinto di possedere una virtù in realtà illusoria. È un libro che mi ha suscitato forti emozioni, mi ha sconvolto internamente, provocandomi continui conflitti interiori su cosa sia giusto e sbagliato. Mi ha mostrato una faccia dell'uomo così comune, ma che eppure, fino a questo momento, nessuno aveva descritto in modo così esatto. È un'opera esistenziale e ricca di contenuto filosofico, ma che non resta su un piano astratto, bensì parla ad ognuno di noi con una forza che gli oltre centocinquant'anni che ci separano dalla sua nascita non sono stati in grado di affievolire. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXUHmnNOBnt9jfzau6AE25GJPU8Z95tAtC3XVBmJHkha44b4wNaUyE6qI4HP6yhf9ImWGriEYF1Zqt76g2VcsAykG1kLonck5dyKCRTsMC7bsVsCwA7eMTgp3N7usUa1B9utOPSJpZNfM/s1600/unnamed.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXUHmnNOBnt9jfzau6AE25GJPU8Z95tAtC3XVBmJHkha44b4wNaUyE6qI4HP6yhf9ImWGriEYF1Zqt76g2VcsAykG1kLonck5dyKCRTsMC7bsVsCwA7eMTgp3N7usUa1B9utOPSJpZNfM/s200/unnamed.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-7995614155312459572016-12-27T08:27:00.002-08:002016-12-27T08:27:51.289-08:00Due ussari, La morte di Ivan Il'ic - Lev Tolstoj<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il mio primo approccio con Tolstoj passa attraverso due romanzi brevi, secondari: <i>Due ussari </i>e <i>La morte di Ivan Il'ic</i>, due racconti estremamente diversi fra loro. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUGd6V-f9X1cXas2rZErFaHIpmH3A50l6rYulLk74vZA_uuauv_ord4F3kJqndfEwRpLpjkhmNb-j8hPxWLB2P5oG-F4O3PWEz21unGBTkp0zbc1mspchWe0rlCXrymfpaPhvr00RpVUs/s1600/tn5o.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUGd6V-f9X1cXas2rZErFaHIpmH3A50l6rYulLk74vZA_uuauv_ord4F3kJqndfEwRpLpjkhmNb-j8hPxWLB2P5oG-F4O3PWEz21unGBTkp0zbc1mspchWe0rlCXrymfpaPhvr00RpVUs/s320/tn5o.jpg" width="183" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Due ussari - Lev Tolstoj</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 105</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Einaudi</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Titolo originale: Dva gusara</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Due ussari </i>appartiene alla prima fase della carriera letteraria di Tolstoj, quella degli anni '50, caratterizzata dalla prevalenza dell'aspetto autobiografico e dalla riflessione sulla contrapposizione tra il mondo vecchio e nuovo. Entrambi questi aspetti si ritrovano facilmente nel testo. Il primo ussaro, il conte Turbìn, personifica in sè una parte della vita di Tolstoj stesso: quella degli studi universitari, che lo scrittore non portò mai a compimento. Anni turbolenti, in cui lo scrittore divise la sua vita tra la vecchia tenuta famigliare in campagna, che però non era in grado di gestire, e le due città di Mosca e S.Pietroburgo, dove si diede ad un'esistenza burrascosa, scapestrata, fatta di bisbocce e gioco, in cui perse molti soldi. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Le vicende del conte si svolgono agli inizi dell'Ottocento. Viene rievocata, quindi, un'epoca remota, la cui caratteristica principale è la vitalità. L'energia vitale della classe alta è idealizzata come valore rappresentativo e in parte positivo, nonostante dia vita anche ad atti quasi <i>barbarici</i>. Vengono dipinti gli alberghi dove gli ufficiali giocano a carte e perdono molti soldi, le case eleganti dei ricchi dove si tengono i balli della nobiltà di provincia, che senza pudore nè scrupoli si "mischia" agli zigani e ci fa baldoria insieme, per tutta la notte, e addirittura si arrischia a sfilare con le slitte tra le vie della città: su una slitta i nobili e sull'altra gli zigani, che cantano a squarciagola. La vitalità di Turbìn è la fonte del suo successo, perchè con il suo carattere sprezzante e prepotente riesce a conquistarsi la simpatia e il favore di tutti, anche e soprattutto di quelli che vengono da lui umiliati. Egli è un donnaiolo, che beve e duella con grande facilità, ma che invece di autodistruggersi, grazie ai suoi vizi si eleva e la sua figura resta negli anni nelle menti di tutti. Ciò si nota grazie al salto di vent'anni che c'è a metà libro, dove iniziano a raccontarsi le vicende del figlio del conte Turbìn, il secondo ussaro. Egli si vergogna di quanto spregiudicato ed imbarazzante fosse il comportamento di suo padre, di quanti debiti egli abbia lasciato alle sue spalle e di quanti guai abbia combinato. Ma questa idea iniziale che lui rappresenti un soggetto redento rispetto alla dissolutezza del padre si distrugge nel momento dell'incontro del giovane con i vecchi personaggi. Egli, infatti, finisce per vivere sotto il tetto del cavallerizzo e di sua sorella Anna, che anni prima era stata una spasimante del conte e che ora si è ridotta ad essere una vecchia e pigra matrona. Qui innanzitutto si nota come entrambi i vecchi abbiano ancora il ricordo vivido dei tempi passati con il primo ussaro conte Turbìn e di come lo considerino un uomo nobile, alla cui memoria bisogna rendere giustizia. Di contro, man mano che si prosegue si nota come il giovane sia sostanzialmente incapace di intrattenere rapporti onesti con gli altri e abbia uno spirito insipido e <i>basso</i>. Attraverso la figura dei due ussari, Tolstoj vuole rappresentare due epoche: un Ottocento selvaggio che si sostituisce alla metà del secolo piatta, in cui è diffuso il valore di una vita familiare campagnola, in cui il tempo scorre <i>lento e pigro. </i>L'autore finisce per non prendere una posizione precisa rispetto ad un'epoca in particolare, ma il suo bilancio sembra essere leggermente a favore dei tempi vecchi, più genuini e vivi. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYdv9Dm03P_x9Ii9YO5u0fZNaae3xBoKF7HfOY5chyphenhyphenEji5-440Dz_PYc11aQ9cJFNS7INRVXIX2KFe6T8FPDf04JPB_tDd7CWsQEpp-KiGukpvk-kj4ZqT9QLJsjMZzPNW5wL79Wr0aLw/s1600/Voto+4.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYdv9Dm03P_x9Ii9YO5u0fZNaae3xBoKF7HfOY5chyphenhyphenEji5-440Dz_PYc11aQ9cJFNS7INRVXIX2KFe6T8FPDf04JPB_tDd7CWsQEpp-KiGukpvk-kj4ZqT9QLJsjMZzPNW5wL79Wr0aLw/s200/Voto+4.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGSR5HaCkKXLHFm0rOIjBvsLGWnwUNbewoErUwW1JC4yJ3LqFahtkBcVmcK3Bgl9_edJwkR6jBky-Yey3vcMrxZETR2Qq7UKL-0dPbGmkJiyII5nFb9t34DKwII1_6byfkmk66WfJndmA/s1600/4158255_282569.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGSR5HaCkKXLHFm0rOIjBvsLGWnwUNbewoErUwW1JC4yJ3LqFahtkBcVmcK3Bgl9_edJwkR6jBky-Yey3vcMrxZETR2Qq7UKL-0dPbGmkJiyII5nFb9t34DKwII1_6byfkmk66WfJndmA/s320/4158255_282569.jpg" width="207" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La morte di Ivan Il'ic - Lev Tolstoj</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 94</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Feltrinelli</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Titolo originale: Smert' Ivana Il'ica</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho avuto il mio primo contatto con questo libro a un evento del Festivaletteratura di Mantova, in cui si svolse la lettura integrale ad alta voce di questo testo di Tolstoj. Ricordo che ero molto stanca e mi si chiudevano gli occhi, ma mi sforzavo di restare sveglia perchè ascoltare quella storia mi stava appassionando. È arrivato poi il momento di rileggerlo in occasione dell'esame di letteratura e durante un tragitto in treno di due ore e mezza l'ho finito. La lettura è molto scorrevole, la trama essenzialmente semplice pur nel suo dramma: la storia di un uomo dedito solo al suo lavoro, soggiogato per propria volontà a chi gli è superiore che si ritrova a dover rivalutare la propria vita quando ormai è troppo tardi. Per tutta la vita si sforza di condurre un'esistenza che lui reputa equilibrata e corretta, approvata dalla società e dalle persone importanti. Sposa una donna perchè chi gli è superiore avrebbe sicuramente approvato tale scelta; se deve trasferirsi per lavoro, lo fa, incurante di tutto e tutti, perchè così gli è stato richiesto e così deve fare. L'unico momento in cui, per la prima volta nella sua vita, si distrae dal dovere per darsi al piacere è quello in cui arreda la sua nuova casa. Si dedica a questa attività anima e corpo, non si capisce se per soddisfare un bisogno interno che aveva tenuto a bada per troppo tempo o se per creare qualcosa di cui poi poter fare sfoggio. Il risultato è eccezionale, ma è proprio durante questo periodo che accade qualcosa che cambierà la sua vita per sempre: un giorno cade e batte col fianco contro uno spigolo. Una cosa da niente per chiunque altro, ma catastrofica per lui. Ivan Il'ic comincia ad avvertire che qualcosa al suo interno non funziona e comincia a modificare la propria scala di valori ma raggiungendo anche questa volta l'accanimento estremo: la ricerca ossessiva di una cura, di una soluzione che sembra essere introvabile. Da questi episodi scaturisce un'immagine profondamente negativa dei medici, incapaci di svolgere a dovere il proprio mestiere e di confrontarsi con questo male che rode Ivan da dentro e pare essere piuttosto qualcosa di astratto, malvagio e ultraterreno piuttosto che una comune irregolarità dell'organismo. È straziante vedere come, man mano che la situazione si aggrava, l'uomo si rattrappisce su se stesso, compie un'involuzione e si chiude sempre di più in sè stesso, a riflettere sulla sua crudele ed inspiegabile sorte. Da un certo punto della narrazione in poi, ogni pagina è praticamente occupata solo di domande che restano senza risposta. Ci si pone sotto gli occhi la questione insondabile della morte, che fino a che non ci tocca in prima persona sempre poter andare a prendere solo qualcun altro; quando invece ci bussa alla porta ci sembra di essere delle eccezioni alla regola, delle vittime di un destino che gli altri non devono affrontare. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La riflessione che Ivan Il'ic compie sul letto di morte è profonda di significati filosofici ed esistenziali, così come un po' tutto il libro offre molti spunti di riflessione. La lettura è piacevole, perchè nonostante il tema drammatico, non diventa mai pesante, ma arrivata quasi alla fine mi è sembrato che la stesse tirando troppo per le lunghe, stesse insistendo troppo sul solito punto senza progredire. Forse, quindi, verso la fine la scorrevolezza viene un po' ostacolata dalla staticità del protagonista che continua ad arrovellarsi sempre sulle solite questioni, ma nonostante tutto è una lettura che ne vale la pena.</span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBUe78pNjl-BcV7IU6hhSJDGXsiyDshHE0yiz_6lbMP_WJ_7r2Scn4K6mvW9G-sjhylBEi8V4FEOIWiE4q7HzbnE-qDBIDISSBEfu10ZMXld01eaL8tDjiRhC7UmCMwSx3fOlE6HLdNa4/s1600/Voto+3+e+mezzo.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBUe78pNjl-BcV7IU6hhSJDGXsiyDshHE0yiz_6lbMP_WJ_7r2Scn4K6mvW9G-sjhylBEi8V4FEOIWiE4q7HzbnE-qDBIDISSBEfu10ZMXld01eaL8tDjiRhC7UmCMwSx3fOlE6HLdNa4/s200/Voto+3+e+mezzo.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-47361512108103454942016-12-21T14:02:00.004-08:002016-12-21T14:02:58.864-08:00Doppio sogno - Arthur Schnitzler<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF57m-d1Fy0zzz2MkG3W8QuR4jnpeA-IOIcUqhbDJdHt_ANVaGfwTZxyUdGokdkWVywe_tuQ73pQNNTsIWawt33NWqEUXEJ3n535fFee6CExZIOnWGdQkaCNbwSBV_nfazW6ix10YCkrc/s1600/ec0219279880a474988b6aa190ecd4d4_w600_h_mw_mh_cs_cx_cy.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhF57m-d1Fy0zzz2MkG3W8QuR4jnpeA-IOIcUqhbDJdHt_ANVaGfwTZxyUdGokdkWVywe_tuQ73pQNNTsIWawt33NWqEUXEJ3n535fFee6CExZIOnWGdQkaCNbwSBV_nfazW6ix10YCkrc/s320/ec0219279880a474988b6aa190ecd4d4_w600_h_mw_mh_cs_cx_cy.jpg" width="205" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Doppio sogno - Arthur Schnitzler</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Pagine:</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Edizione: Adelphi</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Titolo originale: Traumnovelle</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Un ballo in maschera, due misteriose figure in domino rosso, uno straniero insolente, qualche parola incomprensibile e allusiva: queste apparizioni gettano, una sera, "un'ombra di avventura, di libertà e di pericolo" nella vita di un medico e si sua moglie, giovani, belli e chiusi in un'ovattata felicità domestica. Da quel momento essi entrano, senza saperlo, in un intreccio speculare di peripezie notturne tanto inverosimili da sembrare oniriche e di sogni tanto invadenti da sembrare fatti reali: e, per tutti e due, i desideri segreti occuperanno la scena, per una notte, con una violenza e una fascinazione tali che li trascineranno inermi con sè, tra voluttà e angoscia. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeStE4qjoVNFuJlw6A_Y-tI_87VgI2_bulS-Icng1ukH8Qb3VnEX-f7WMkp-4YvnVtCNZ1gi63GlvYMsDpk2lDLwwBK4yGGlJI5tAy396BXPo4vsh_K6OLthxAyd7zDLxyqGFVh5587uk/s1600/412d5bfeac8b2dd17343fa56c9762ed0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeStE4qjoVNFuJlw6A_Y-tI_87VgI2_bulS-Icng1ukH8Qb3VnEX-f7WMkp-4YvnVtCNZ1gi63GlvYMsDpk2lDLwwBK4yGGlJI5tAy396BXPo4vsh_K6OLthxAyd7zDLxyqGFVh5587uk/s320/412d5bfeac8b2dd17343fa56c9762ed0.jpg" width="247" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Questo è un libro che resta addosso, perchè secondo me rappresenta la vita. Me ne sono resa conto almeno dopo due settimane da quando lo avevo letto, notando che continuava a tornarmi il suo titolo sulle labbra in svariati contesti in cui mi ritrovavo a dover fare un paragone. Nella maggior parte di questi momenti stavo parlando di una mia esperienza particolare o mi trovavo in un luogo pregno di un'atmosfera magica. Il romanzo infatti è costruito intorno al labile confine tra ciò che è reale e ciò che è immaginato: quasi un orizzonte, dove da una parte sta un mare blu che è la tua vita borghese e basata sullo scivolare delle ore viscide come olio, e dall'altra tu pensi che ci sia altro mare, ma da stare dove stai non ne puoi avere prova. Così è anche il tuo cervello, dove coesistono un ego e un inconscio e nella tua vita di ogni giorno, dove le azioni che compi in casa e in ufficio, nelle trappole pirandelliane, scorrono in parallelo con una vita creativa della mente, che viaggia, desidera e analizza ciò che è sè e altro da sè. Nel suo flusso inarrestabile, arriva a riflettere su quanto dell'armonia, dell'ordine e della sicurezza sia in realtà apparenza e menzogna. Si chiede se il suo abito borghese e il suo lavoro di medico non siano solo sipari per celare la parte oscura dell'uomo, gli impulsi, le ombre della psiche. Tutto ciò non è accettato dal mondo civile, dalle leggi morali e va perciò nascosto alla luminosità del giorno, occultato nel cuscino durante la notte. Questo è ciò che pensa Fridolin, il protagonista della storia, ma anche ciò che potrebbe pensare chiunque di noi. </span><span style="font-family: "Helvetica Neue", Arial, Helvetica, sans-serif;">Schnitzler è un abile rappresentatore della mente umana, non per niente è grazie a lui che il monologo interiore è stato introdotto nella letteratura tedesca. </span><br />
<span style="font-family: "Helvetica Neue", Arial, Helvetica, sans-serif;">Fridolin e Albertine sono due amanti giovani, sposati e con una figlia, che ancora però si mantengono aggrappati ai sentimenti che caratterizzano normalmente la prima fase della relazione di coppia, soprattutto la gelosia reciproca, che turba ma allo stesso tempo è accattivante perchè fa percepire il rischio che l'altro finisca in mani altrui, rendendo tutto più trasgressivo ed avvincente. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Leggendo, ho elaborato una mia teoria sul libro. </span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLkFcnYANlzQ0MkkFiv6MAqiyfngqwI7zL2ii6-qEs01CvacFL6EdVR48HccLVF2YmmABMD_suozihU3ZmMDmS2gD1xcwnvSaIQNKLyXamwEtUB3lcLS3_08sQ6SDaOtQ3eH25ZLz2Ujs/s1600/12dd7948a7dd6992ac2d33ab46047e6f.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLkFcnYANlzQ0MkkFiv6MAqiyfngqwI7zL2ii6-qEs01CvacFL6EdVR48HccLVF2YmmABMD_suozihU3ZmMDmS2gD1xcwnvSaIQNKLyXamwEtUB3lcLS3_08sQ6SDaOtQ3eH25ZLz2Ujs/s320/12dd7948a7dd6992ac2d33ab46047e6f.jpg" width="228" /></a><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Il romanzo si apre con il racconto di alcuni episodi in cui sia a lui che a lei è capitato di provare desiderio sessuale per qualcun altro, che non fosse il partner. Queste rivelazioni continuano a fluttuare sulla testa dei due come una nube che li insegue, e scatenano da una parte i sogni violenti di lei, mentre dorme nel suo letto, dall'altra le avventure notturne di lui. Alla fine del libro si capisce come queste due realtà opposte in più sensi - in quanto sogno e realtà, in quanto desiderio maschile e femminile - si siano svolte in parallelo. Ciò non solo a livello temporale, bensì anche contenutistiche: alcuni aspetti del sogno di lei sono identici, o la versione leggermente traslata e onorica, di ciò che è avvenuto realmente a lui. Anche il fatto che le avventure di Fridolin si compiano tutte nel corso della notte, in un buio che cela il peccato, e che le atmosfere notturne risultino poi lontane anni luce di giorno, quasi non fossero mai esistite, fa pensare che in realtà sia tutto un sogno. Che tutto ciò che racconti il libro, anche ciò che viene spacciato per realtà, sia finzione. </span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw71N8-55Vt0xPA2lSGK4NUN0Cjy4FHVfvxPON1FuT6OVkACClT6kgYfsb7TXudVUK9tmxdt-Q-VADnd_rsZ45KJYmZLdPGYY4WpdqE7HNO76l6_2wggMbsO09PRLsmaKl7Cj7dHjpl6I/s1600/Voto+4.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhw71N8-55Vt0xPA2lSGK4NUN0Cjy4FHVfvxPON1FuT6OVkACClT6kgYfsb7TXudVUK9tmxdt-Q-VADnd_rsZ45KJYmZLdPGYY4WpdqE7HNO76l6_2wggMbsO09PRLsmaKl7Cj7dHjpl6I/s200/Voto+4.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-63388899753923767962016-12-21T13:35:00.002-08:002016-12-21T13:42:58.792-08:00Il sistema periodico - Primo Levi <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja_4kD1uZ4oZW0fTVWJCfXCmfp6mn4jqIylcY4VR9adVo1uRwQ_0A9JSYSPoQAThpiH33EbWZmIJuxfAoEPZqv95gg-CLn5LhFErFrp9g1fJ6NW0a5kSx_pYlFvAcq448lQQgR2DwGFN4/s1600/ilsistemaperiodico_L.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja_4kD1uZ4oZW0fTVWJCfXCmfp6mn4jqIylcY4VR9adVo1uRwQ_0A9JSYSPoQAThpiH33EbWZmIJuxfAoEPZqv95gg-CLn5LhFErFrp9g1fJ6NW0a5kSx_pYlFvAcq448lQQgR2DwGFN4/s320/ilsistemaperiodico_L.jpg" width="192" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il sistema periodico - Primo Levi</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 238</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Einaudi </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Azoto, carbonio, idrogeno, oro, arsenico...Sono ventuno gli elementi chimici che danno il titolo ai racconti di questo libro, e ventuno i capitoli di un'autobiografia che per affinità e accostamenti corre sul filo di una storia personale e collettiva, affondando le radici nell'oscura qualità della materia, raccontando le storia di un mestiere "che è poi un caso particolare, una versione più strenua del mestiere di vivere". </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Un <i>De rerum natura </i>metafora dell'esistenza, in cui emergono, nel volgersi del racconto, stranezze, fallimenti e riuscite. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCB3obNbRTumWIMG3xVxAHPpvxNVpZVKaFydW59oNzwJvV_0asKWNLXfNAENQdM2DIAshBLU9ryd7tOGhl7hhweR3LoduT0fjITb8vlOjVlNwcN5PvYCMPhHHtXaYVP-MDrNow0zNalA4/s1600/b68db978dfd3d4bba10754057019e738.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCB3obNbRTumWIMG3xVxAHPpvxNVpZVKaFydW59oNzwJvV_0asKWNLXfNAENQdM2DIAshBLU9ryd7tOGhl7hhweR3LoduT0fjITb8vlOjVlNwcN5PvYCMPhHHtXaYVP-MDrNow0zNalA4/s320/b68db978dfd3d4bba10754057019e738.jpg" width="269" /></a><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Quello che si presenta in questo libro è un <i>Primo Levi </i>diverso da quello che tutti conoscono: l'autore di <i>Se questo è un uomo.</i> <i>Il sistema periodico</i> è stato scritto dopo, ma inizia narrando di anni prima: i primi studi, gli anni universitari, gli anni della laurea, il primo impiego in una miniera. A questo punto della storia comincia ad aleggiare un'appena accennata nube nera che preannuncia la tragedia imminente e si arriva poi, infatti, a un episodio che si svolge nel Lager. Si può notare però come la volontà di testimonianza asciutta e documentaria di <i>Se questo è un uomo</i> venga a mancare: l'autore afferma che tutto quello che lui è stato in quel periodo e tutto quello che ha vissuto è già stato scritto e non ha intenzione di ripeterlo. Racconta l'episodio come un'avventura vissuta con un amico, senza concentrarsi eccessivamente sul contesto pieno di orrore e morte. Prosegue poi raccontando episodi della vita <i>dopo </i>l'orrore, con un'inaspettata positività data dalla gioia dell'innamoramento, la passione per la ricerca sul lavoro. Queste cose servono all'uomo come mezzo per superare l'annientamento e riacquistare la propria umanità inserita nel contesto sociale. Il primo capitolo, con cui il libro si apre, compie un passo indietro molto più ampio degli altri, che scava nelle profondità delle origini e delle radici: il primo capitolo si intitola <i>Argon, </i>un gas nobile e inerte, inerte come gli antenati ebrei di Levi. Questo primo capitolo è un breve ma arduo ostacolo da superare, la sua lettura è veramente pesante, perchè l'autore vi passa in rassegna i termini ebraici ormai fuori uso, ne </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzQB3ah1XDjU9Cy8LrmRyR2mJez2OTWAUGIooGsLh0UlPk9rwzFPgnX8X02jbYIyYU_2vrB8yh8ahyphenhyphenuWSX4ZGaXsiuqLcKBnGXEXhN7qc02jGE22MMf6FNsp35MsJVEgym0VoVSj0Wygg/s1600/e384cf65639d81c43c764e1f5dca90b7.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzQB3ah1XDjU9Cy8LrmRyR2mJez2OTWAUGIooGsLh0UlPk9rwzFPgnX8X02jbYIyYU_2vrB8yh8ahyphenhyphenuWSX4ZGaXsiuqLcKBnGXEXhN7qc02jGE22MMf6FNsp35MsJVEgym0VoVSj0Wygg/s320/e384cf65639d81c43c764e1f5dca90b7.jpg" width="221" /></a></span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">analizza le radici semantiche e ne spiega l'uso. Superato questo, la narrazione si fa più sciolta e piacevole.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Alla testimonianza asciutta e senza abbellimenti si sostituisce una prosa arricchita di metafore, di riferimenti letterari. La scrittura stessa diventa quella che più si addice ad un romanzo con la R maiuscola, mentre in <i>Se questo è un uomo</i> il lessico è semplice ed essenziale come quello di un documentario. L'espediente stesso che Levi utilizza come pretesto narrativo è tipicamente letterario: ogni capitolo ha il nome di un elemento della tavola periodica che viene, per associazione di pensiero combinato con un episodio biografico.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Dopo aver letto così tanto sulla sua vita e aver capito quanto la conoscenza della propria vita sia servita a Levi per metabolizzare il trauma e superarlo, se mi fermo a riflettere, penso a quando sia incredibile il fatto che egli dopo una simile esperienza sia riuscito a continuare a vivere intessendo rapporti, ma soprattutto contribuendo alla crescita della letteratura, che significa aver superato l'annientamento della comunicazione tra gli uomini messo in atto dal Lager. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>"Siamo chimici, cioè cacciatori: nostre sono le due esperienze della vita adulta di cui parlava Pavese, il successo e l'insuccesso, uccidere la balena bianca o sfasciare la nave;</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>non ci si deve arrendere alla materia incomprensibile,</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>non ci si deve sedere. </i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>Siamo qui per questo, per sbagliare e correggerci, per incassare colpi e renderli.</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><i>Non ci si deve mai sentire disarmati: la natura è immensa e complessa, ma non è impermeabile all'intelligenza; devi girarle intorno, pungere, sondare, cercare il varco o fartelo."</i></span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>VOTO </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9xTIlVWNk6rpQL4KxIcGUqUEGmWhbQiZE0qdk_g3S7Sp1-zixU2rMRNgbntSw_qzIdH9OoXKZBEsvPHI9Okb-H2znallvj-wzCn9Leyb3z6uqD5DWDQry7WCGUId8gviA6pNrPg0Abgk/s1600/Voto+4.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9xTIlVWNk6rpQL4KxIcGUqUEGmWhbQiZE0qdk_g3S7Sp1-zixU2rMRNgbntSw_qzIdH9OoXKZBEsvPHI9Okb-H2znallvj-wzCn9Leyb3z6uqD5DWDQry7WCGUId8gviA6pNrPg0Abgk/s200/Voto+4.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-74810458515082405242016-12-17T11:57:00.000-08:002016-12-17T11:57:21.395-08:00Proprietari di vecchio stampo, La mantella - Nikolaj Gogol<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjthSrYZ6EZYKM3GHNIxMnbUvspukAfUQdPwRSEAVElM1R2yurYxCjsBLrfQskRoYyDLL0JpfUZUyvd0bJwwRohLlGc6KPs9RL309s3OOdbSSpGXTEZOt2bSG9fhaUKbdJQ5eALIQpra1E/s1600/%2524_35.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjthSrYZ6EZYKM3GHNIxMnbUvspukAfUQdPwRSEAVElM1R2yurYxCjsBLrfQskRoYyDLL0JpfUZUyvd0bJwwRohLlGc6KPs9RL309s3OOdbSSpGXTEZOt2bSG9fhaUKbdJQ5eALIQpra1E/s1600/%2524_35.JPG" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Proprietari di vecchio stampo - Nikolaj Gogol</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tratta da: Mirgorod</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 29</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">Proprietari di vecchio stampo </i><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">è una novella di ventinove pagine in cui non succede essenzialmente niente. È il racconto di uno spaccato della vita di Afanasij Ivanovic e Pulcherija Ivanovna, lui sessant'anni, lei cinquantacinque, i due proprietari </span><i style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">di vecchio stampo. </i><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La descrizione minuziosa della loro quotidianità riempe almeno i due terzi delle pagine: essa si compone dei loro movimenti lenti, del loro </span><i style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">a d a g i a r s i </i><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">sulle comodità, sulla ripetitività, sulla calda sicurezza dell'abitudine. I due sembrano muoversi su una nuvola, o immersi nel cotone: il loro mondo è soffice e attutito, la loro quotidianità scorre inconsapevole di ciò che avviene all'esterno, delle truffe e della sostanziale cattiva gestione della proprietà. Il loro tempo dilatato è scandito, non dalle lancette dell'orologio, ma dai pasti che si susseguono l'uno dopo l'altro in brevissimi intervalli di tempo. Il pasto è un rito, un culto sacro; un dovere a cui si deve assolvere obbligatoriamente ogni due o tre ore e a cui va reso onore con estrema riverenza. I piatti sono tipiche pietanze russe, che vengono descritte con una minuziosa quasi morbosa e arricchite di dettagli colorati ed invitanti. L'atto del nutrire l'altro è anche il modo in cui Pulcherija dimostra tacitamente il suo amore ad Afanasij: si viene a creare, infatti, nel corso della lettura, un'atmosfera piena d'amore e di sentimento genuino e puro, ma senza che questo venga mai esplicitato a parole dai personaggi e senza che nemmeno il narratore esterno lo descriva in terza persona. I due proprietari sono i rappresentati di un mondo ormai vecchio e sorpassato, che senza accorgersene si sta avvicinando al decadimento, che non è più in grado di tener testa al progredire delle epoche, ma che resiste proprio grazie a questo amore, a questa relazione che si staglia incorrotta in mezzo alla</span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">putrefazione della materialità e del progresso. Si comprende l'incredibile forza di questo sentimento solo alla fine, quando esso viene sostituito da un'altra forma del sentire, altrettanto potente, ma questa volta brutale: il lacerante dolore della perdita, la presenza opprimente di un'assenza.</span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
</span>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">In sole ventinove pagine, Gogol riesce a racchiudere un reportage di vita quotidiana caratterizzato da una cura maniacale, un'estremo realismo che però non tralascia la piacevolezza delle descrizioni, addobbate di aggettivi coloriti, attributi simpatici, diminutivi e vezzeggiativi. Allo stesso tempo, riesce a calarsi in profondità, oltre la superficie reale, per indagare le radici profonde dell'uomo, le sue problematiche esistenziali. La sua scrittura è capace di divertire attraverso la rappresentazione della semplicità e della goffagine dei protagonisti e al contempo di intenerire, di far commuovere e di toccare le corde dell'interiorità. </span></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Mio dio! Cinque anni di tempo che tutto distrugge, un vecchio ormai insensibile, un vecchio che pareva che la vita non avesse mai agitato con nessun forte moto dell'anima, per il quale pareva che tutta la vita fosse consistita solo nello starsene seduto su di una seggiola alta, nel mangiare pescetti salati e pere, nei racconti bonari, e invece ecco un dolore così lungo, così cocente! Cos'è dunque più forte in noi: la passione o l'abitudine? O tutti gli slanci violenti, tutto il vortice dei nostri desideri e delle passioni ribollenti sono soltanto una conseguenza dell'età nostra smagliante, e soltanto per questo sembrano profondi e distruttivi? Comunque sia, tutte le nostre passioni mi sembravano infantili a confronto di questa lunga, lenta, quasi insensibile abitudine. (...) Le sue erano lacrime che scorrevano senza chiedere il permesso, da sole, accumulate dall'asprezza del dolore di un cuore ormai spento."</i><br />
<i><br /></i>
<b><i><u>VOTO:</u></i></b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0MTAdsLkZCcBdqWnUgFBNKEmu6cYSIJGci0QoxTeBgaaFZnqXcoWLwk0_7SsRhFjj6yONf6mXPR9Ga8M_Hu100jn8ap31oSPlyqizeeNbF5ZLZ4jkr63RCXewd9c9yDscmzym3bBa_uk/s1600/Voto+5.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0MTAdsLkZCcBdqWnUgFBNKEmu6cYSIJGci0QoxTeBgaaFZnqXcoWLwk0_7SsRhFjj6yONf6mXPR9Ga8M_Hu100jn8ap31oSPlyqizeeNbF5ZLZ4jkr63RCXewd9c9yDscmzym3bBa_uk/s200/Voto+5.png" width="200" /></a></div>
<b><i><u><br /></u></i></b>
<b><i><u><br /></u></i></b>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhAjpfCckRxLTH5K9NTtmBN-uK21zQF-Jg4WArB_gSlXBS7-43qxx5KNWVdL6ePbWm1S0Z6tiSqr5HLVmzqNLqHsXsqUBV9kN8iOnYsxLHs93j0ytRQxTuOmYk2BrId5EGGMYyzlyE4BA/s1600/de4ab847a8e082c9d8dccc20b7f722c6_w600_h_mw_mh_cs_cx_cy.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhAjpfCckRxLTH5K9NTtmBN-uK21zQF-Jg4WArB_gSlXBS7-43qxx5KNWVdL6ePbWm1S0Z6tiSqr5HLVmzqNLqHsXsqUBV9kN8iOnYsxLHs93j0ytRQxTuOmYk2BrId5EGGMYyzlyE4BA/s320/de4ab847a8e082c9d8dccc20b7f722c6_w600_h_mw_mh_cs_cx_cy.jpg" width="205" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La mantella - Nikolaj Gogol</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Tratta da: Racconti di Pietroburgo</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 43</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i>La mantella </i>è la storia del funzionario Akakij Akakievic, che vive una vita preconfezionata e passiva, vi scorre all'interno come per inerzia, senza neanche muovere un passo di sua spontanea iniziativa. Un motivo decisamente ricorrente nella letteratura russa è proprio questo: l'uomo inutile, inetto, che compie degli atti concreti solo tra le quattro mura dell'ufficio, dove si inchina diligentemente e con zelo per indossare il giogo che gli viene imposto da chi sta più in alto di lui. L'unica azione che Akakij compie è quella di copiare le lettere altrui in bella calligrafia e senza errori. È significativo come neanche a casa propria egli si liberi di questo compito: Akakij non scrive un diario, non scrive poesie, bensì copia. Tutta la sua vita gira attorno alla copiatura di lettere, è solo questo che riempe le sue giornate fino al momento in cui, con l'arrivo del freddo, nella sua esistenza piatta, caratterizzata da miseria, povertà e sacrificio subentra un elemento nuovo: il desiderio di una mantella. Egli si accorge che il suo cappotto si è ormai ridotto a un panno logorato che a malapena gli copre le spalle; incapace, quindi, di proteggerlo dal gelo pietroburghese. La sua mente viene pervasa ventiquattr'ore su ventiquattro dal pensiero di una mantella ideale. Egli può permettersela solo a scapito del proprio benessere: tutto in lui si tende verso il desiderio della mantella, che fa passare in secondo piano anche il nutrimento e lo porta a saltare la cena per risparmiare. Solo quando egli arriva a possederla è, per la prima volta nella sua vita, felice e fiero. La mantella probabilmente rappresenta il primo obiettivo raggiunto nella sua vita, per il quale ha lottato e si è messo in gioco. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La scrittura di Gogol è fenomenale nel ritrarre quest'uomo così misero e passivo, ma verso il quale istintivamente il lettore non può far altro che provare tenerezza e compassione. Fa commuovere la felicità pura e incorrotta che egli prova nel momento in cui finalmente riesce a realizzare un desiderio che gli appariva così inarrivabile e che da chiunque altro viene dato per scontato, viene considerato qualcosa di raggiungibile nell'immediato. Fin dall'inizio però queste emozioni positive sono in qualche modo macchiate da un'angoscia latente, da un grande "ma" in agguato, pronto a minare la serenità che si viene a creare. Il lettore si tende come una corda di violino, viene spinto a continuare la lettura per vedere come andrà a finire. L'immedesimazione è profonda. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È eccezionale come l'autore, a questo punto, dopo essersi sforzato nel creare le condizioni che permettessero l'immedesimazione, in un attimo le distrugga. </span><span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">Nel finale infatti la narrazione subisce una svolta netta e radicale: dall'estremo realismo nella descrizione della vita quotidiana del personaggio, della psicologia dei suoi superiori, dell'ambiente pietroburghese coi suoi riti e le sue convenzioni si passa repentinamente al genere fantastico-surreale. Ho interpretato la svolta finale come la costruzione di un'allegoria efficace per rappresentare in modo velato un tema delicato, e in qualche modo renderlo più facilmente "digeribile": la malignità degli individui, l'estremo egoismo e l'insensibilità di un ambiente cittadino che sopprime il singolo.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;">Una storia di sole quaranta pagine, ma estremamente emozionante e intensa. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue", arial, helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><b><i><u>VOTO:</u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwbUs15M1iS6SJMvKIfXr0w91mF4XKRFEJZM12_Osmr1Uh3-n-o6-ZMR_hdoc6O5jKlGd1F2KOhmnbAbZtbyLYq9zYni7eTWvuiEQ83iePIHIzvUouDrncMWJwoWnjISojkeo9IxhHYhk/s1600/Voto+5.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwbUs15M1iS6SJMvKIfXr0w91mF4XKRFEJZM12_Osmr1Uh3-n-o6-ZMR_hdoc6O5jKlGd1F2KOhmnbAbZtbyLYq9zYni7eTWvuiEQ83iePIHIzvUouDrncMWJwoWnjISojkeo9IxhHYhk/s200/Voto+5.png" width="200" /></a></div>
<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><b><i><u><br /></u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-49031495753397008592016-12-10T12:52:00.002-08:002016-12-11T14:33:46.311-08:00La figlia del capitano - Aleksandr Pushkin<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8lvq_FI6txpk8ufmyVVqjpjEa52pl4yqQu8ozDqJdNhwQtk0hZs0Erg0G-o-B058OPebj2ce2LesBeLYx4br2lrZ2yVGaH7tq-CWc4sQWjXLSNBWHcTh2Y4k_e6n41JgbW6pUZnX7OIc/s1600/9788804534433_0_0_340_80.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8lvq_FI6txpk8ufmyVVqjpjEa52pl4yqQu8ozDqJdNhwQtk0hZs0Erg0G-o-B058OPebj2ce2LesBeLYx4br2lrZ2yVGaH7tq-CWc4sQWjXLSNBWHcTh2Y4k_e6n41JgbW6pUZnX7OIc/s320/9788804534433_0_0_340_80.jpg" width="188" /></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">La figlia del capitano - Aleksandr Pushkin</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Pagine: 143</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Edizione: Mondadori</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Titolo originale: Kapitanskaja doc'ka</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>La figlia del capitano </i>narra le avventure del giovane alfiere Petr Grinev che, accompagnato dal precettore, intraprende il viaggio per raggiungere la lontana fortezza cui è stato destinato. Facendo sosta alla fortezza di Orenburg, Petr si innamora della timida Masa, figlia del capitano della fortezza. Sullo sfondo, la </span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">rivolta cosacca del ribelle Pugacev.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span></span></span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><i>La figlia del capitano </i>è un librett</span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">ino di circa 150 pagine su cui mi sono arrovellata a lungo. </span><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Narra la vicenda di Pёtr Grinёv, il giovane protagonista che lascia la casa dei genitori ed intraprende un viaggio nel corso del quale compie numerose avventure, a partire dal momento in cui la sua sorte si intreccia alla rivolta di Pugacev. La cornice è quindi, palesemente, quella di un romanzo di formazione, che si intreccia poi con il genere del romanzo storico basato su fatti reali, che da voce a tematiche sociali. </span></span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se avessi dovuto dare un giudizio su questo libro, affidandomi all'impulso, subito dopo aver finito di leggerlo lo avrei definito una commediola, in cui i protagonisti si comportano in modo insensato, seguendo logiche esagerate e grottesche. Le sorti dei protagonisti della vicenda sono infatti altalenanti tra momenti di stragi e dolore infinito e altri di estrema (irreale) fortuna e coincidenze fuori dall'ordinario</span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">. L'assurdità di ogni avvenimento è il tratto distintivo e più ricorrente del romanzo, che si svolge quindi in un'atmosfera tragicomica decisamente marcata. Se dovessi affidarmi esclusivamente a questo giudizio, la valutazione finale del romanzo non sarebbe positiva. Nonostante gli insegnamenti del vecchio Coleridge a compiere sempre la </span><i style="font-family: "Helvetica Neue", Arial, Helvetica, sans-serif;">willing suspension of disbelief</i><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"> per immedesimarsi pienamente nei mondi letterari, per quanto assurdi essi siano, quasi mai riesco ad apprezzare il surreale e tanto meno ad immedesimarmi in esso.</span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">È anche vero che ogni storia, dopo esser stata letta con attenzione, merita un periodo di sedimentazione nella mente del lettore, merita che le venga dato tempo per un'analisi che prenda in considerazione più prospettive. In questo caso, ho valutato che la mia interpretazione a posteriori avrebbe dovuto considerare il libro nella sua interezza, ovvero inserito in un contesto storico preciso e decisamente rilevante anche nella storia fittizia. Pushkin decide di ambientare la sua storia un periodo storico movimentato, ricco di azioni insensate che prendono avvio da istintuali e viscerali ambizioni di megalomania dei loro autori e che portano a conseguenze sanguinose e violente. Ho interpretato l'approccio dell'autore a questo tipo di contesto come una volontà di narrare una storia dai tratti così estremi portandola ancor più all'eccesso, fino a crearne una specie di parodia. Dietro a questa, si nascondono però tematiche di una certa profondità: </span><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">la necessità di adottare una soluzione ai problemi del tempo che non comporti nè violenza nè quel tipo di giustizia che presuppone uno squilibrio tra il potere e il popolo e</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilSXmilG6buuQ3XlRuLWG6Spk6vtGpJT38MCbOcdYFvvhCg5PD6aSJNMhZW7nFZniu1x0YEAVDFbT95fWomxg2p5v5MuF_vlSqyAeBkWspDJe4cmfWDg2bxlfEdO9LscFjIfX_iCk9w2M/s1600/James-Tissot-The-Captain_s-Daughter-2-.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><img border="0" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilSXmilG6buuQ3XlRuLWG6Spk6vtGpJT38MCbOcdYFvvhCg5PD6aSJNMhZW7nFZniu1x0YEAVDFbT95fWomxg2p5v5MuF_vlSqyAeBkWspDJe4cmfWDg2bxlfEdO9LscFjIfX_iCk9w2M/s320/James-Tissot-The-Captain_s-Daughter-2-.JPG" width="320" /></span></a></div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">di venire a creare un rapporto diverso tra gli individui, basato sulla clemenza. Ciò viene rappresentato attraverso la significativa scena in cui Maria Ivanovna, semplice e povera figlia del capitano, riesce ad avere un disinvolto colloquio con la zarina Caterina. Attraverso un procedimento letterario, la zarina è rappresentata come una vecchietta al parco con il suo cagnolino, che utilizza un linguaggio famigliare; la sua figura è quindi "abbassata" e portata ad un livello di parità con la ragazza. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Il testo rende anche evidente come i personaggi non siano semplici spettatori della storia, bensì immersi in essa: la Grande storia entra in rapporto con la Piccola storia - la vita concreta delle persone - e scrivendo questo, Pushkin vuole invitare le grandi personalità del suo tempo a non dimenticarsi del popolo e del suo destino. </span><br />
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: helvetica neue, arial, helvetica, sans-serif;"><b><i><u>VOTO:</u></i></b></span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijk4jswrVzXhQb6T217MHpBnk57TKKi6xYs3Hjy4Zk60Bg7cD4j-JNDbEJvX0fAfCcNrLm3Ovg41XNnYywuLaYUtvVrxDDrFvEC4ze70MXqUAxocj8r_G_FT3MorXo_xVrm28_A0pd6ns/s1600/Voto+2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="36" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijk4jswrVzXhQb6T217MHpBnk57TKKi6xYs3Hjy4Zk60Bg7cD4j-JNDbEJvX0fAfCcNrLm3Ovg41XNnYywuLaYUtvVrxDDrFvEC4ze70MXqUAxocj8r_G_FT3MorXo_xVrm28_A0pd6ns/s200/Voto+2.png" width="200" /></a><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-63241597374403168442016-12-09T09:51:00.001-08:002016-12-10T12:53:36.896-08:00La marcia di Radetzsky - Joseph Roth<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDwXfeKBOevJ7WJoCU3w_E14qfKD03w-OaNRBSjdPdt6ZWkCdgBSvlpJXAAksKRfYeHRTxHvwaGRxw3YV2kddQ1_K660uZIhrIotf7lkMDiAy7MtwNVqjz-7Vcc9B21TseTy579cwO2jU/s1600/96796t.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDwXfeKBOevJ7WJoCU3w_E14qfKD03w-OaNRBSjdPdt6ZWkCdgBSvlpJXAAksKRfYeHRTxHvwaGRxw3YV2kddQ1_K660uZIhrIotf7lkMDiAy7MtwNVqjz-7Vcc9B21TseTy579cwO2jU/s320/96796t.jpg" width="192" /></a></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">La marcia di Radetzsky - Joseph Roth</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Pagine: 467</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Edizione: Giunti </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Titolo originale: Radetzskymarsch</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Durante la battaglia di Solferino il sottotenente Joseph Trotta salva la vita all'Imperatore Francesco Giuseppe, ottenendo un titolo nobiliare. Ha così inizio l'ascesa della famiglia Trotta, in un'epoca in cui il potere degli Asburgo sembra ancora incrollabile. Ma dietro l'apparente splendore si avvertono i primi segnali di decadenza. Carl Joseph, l'irresoluto nipote dell'eroe di Solferino, non ha certo ereditato il robusto valore del nonno e si ritrova incapace di agire di fronte al "nuovo" che avanza.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><i>La marcia di Radetzsky </i>è un libro di circa cinquecento pagine di cui sono venuta a conoscenza al corso di letteratura tedesca e di cui mi è stata assegnata la lettura integrale per l'esame. Dall'analisi che ne avevamo fatto in classe, si era impresso nella mia mente come un romanzo pesante, reso ripetitivo dal susseguirsi di motivi conduttori messaggeri di decadenza e morte. E' effettivamente di decadenza e di morte che parla questa storia, ma in modo diametralmente opposto rispetto a ciò che mi ero immaginata.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">I rimandi e le simbologie hanno una potenza evocativa formidabile e contribuiscono a far parlare questo romanzo attraverso un arco temporale di quasi un secolo, a renderlo estremamente vicino al nostro sentire. Le pene dei personaggi richiamano le nostre stesse sofferenze, i nostri crucci, le angosce che ci pesano addosso ogni giorno: la condanna del tempo che passa, i capelli che si ingrigiscono e le membra che si imprigriscono; la memoria che si assottiglia. Il susseguirsi delle epoche, la malinconia nei confronti di ciò che ci lasciamo alle spalle e lo spaesamento e il sentimento di alienazione che proviamo di fronte alla novità incombente che sembra non appartenerci, quando in realtà siamo semplicemente noi a non appartenere a lei. Dobbiamo essere, per questo, annichiliti dal progresso e dall'evoluzione che non sta ad aspettarci. L'unico appiglio sono i sentimenti di gioia che ci portiamo dentro, ma che possiamo mantenere vivi solamente recuperando continuamente il passato e che non trovano riscontro nella nostra quotidianità. E sopra a tutto questo, come una nube nera che ci sovrasta, la perenne presenza della morte che ci attende. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Tutta questa ricchissima gamma di temi esistenziali è rappresentata allegoricamente dal declino della famiglia Trotta, che si fa progressivamente più drastico nel corso di tre generazioni, accompagnato dal malinconico ritornello de La marcia di Radetzsky. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Solitamente, i romanzi che devono presentare così tante tematiche di un certo peso che richiedono una certa quantità di tempo - in questo caso, di pagine - per essere trattate in maniera esauriente sono caratterizzati da una sostanziale assenza di azione e una preponderante presenza di descrizioni chilometriche o di speculazioni filosofiche. Essere all'altezza di un tale tipo di scrittura non è da tutti e infatti, nella maggior parte dei casi, questi tipi di romanzi finiscono per essere relegati nel dimenticatoio, destinati a fare la muffa sugli scaffali delle librerie, a causa della loro pesantezza, che solo i più accaniti (e, si può dire, masochisti) lettori si accingono ad affrontare. <i>La marcia di Radetzsky</i> si è dimostrato una piacevole eccezione alla regola: l'intreccio è parecchio movimentato e ricco di avvenimenti, di relazioni e conflitti; i personaggi sono a tutto tondo, rappresentati tanto nella solitudine quanto nella vita in comunità. Mi sono affezionata a loro e mi sono sentita coinvolta nelle loro vicende, ho imprecato contro di loro per gli errori commessi e per i loro incurabili vizi e difetti. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Per non parlare poi delle descrizioni. Oh, che belle descrizioni. Mi riferisco proprio a quelle digressioni descrittive che solitamente sono i principali ostacoli alla piacevolezza della lettura e di cui qui, invece, non si potrebbe fare a meno: non sono orpelli superflui, inseriti tra gli eventi solo per far sfoggio di termini forbiti e aumentare il numero delle pagine, ma contribuiscono ad elevare ogni cosa che si legge ad un livello superiore. Grazie alla <i>potenza </i>delle descrizioni, è come se ogni cosa venisse portata fuori dalla pagina e ci finisse addosso, per farci restare lì bloccati ed inebriati dall'impatto. Arrivata alla fine sono state proprio le descrizioni a portarmi quasi alla commozione: i suoni e i </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu-k096MD7WBXG-ZzsE4qyKD2lDFxswoMIv7ttxlPZYUvT7tR-ZKZ_5HtRcpEQWjeazNTH0zyWQZ8A-16fQCxpoadV80597m2uds8bMMplY44usqY5lORcZmomTwzEUIYlJCPFvR-ie3k/s1600/die-dekadenz-der-langeweile-407-1442929311.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="159" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu-k096MD7WBXG-ZzsE4qyKD2lDFxswoMIv7ttxlPZYUvT7tR-ZKZ_5HtRcpEQWjeazNTH0zyWQZ8A-16fQCxpoadV80597m2uds8bMMplY44usqY5lORcZmomTwzEUIYlJCPFvR-ie3k/s320/die-dekadenz-der-langeweile-407-1442929311.jpg" width="320" /></a></span></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">profumi accompagnano la finale caduta dei personaggi come una solidale e compassionevole ninna nanna. Mi sono sentita avvolta da essa, come se il libro la stesse facendo <i>"cantare" </i>anche per me e per tutti noi, che come i protagonisti del romanzo siamo condannati ad un inevitabile decadimento. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Questo romanzo di Roth ha il pregio di essere uno di quei libri che non esauriscono il proprio effetto dopo esser stati letti, perchè sono capaci di parlare attraverso gli anni e di rappresentare condizioni esistenziali sempre attuali e in cui il lettore si sente inevitabilmente preso in causa. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>VOTO: 9</b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-35042367236615749242016-11-05T14:16:00.002-07:002016-11-05T14:16:34.540-07:00Lessico famigliare - Natalia Ginzburg<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjubbkUYkHVg31snrlkfHsrnHaLaGRvgjXo_UN9SdnnSCZ3wHtZNEwiRbblRzIbr3q8rngQxPsEJP23unun51XErbtqzOIBcXS-uVCG58tHrQNBa7hzOoQ_ECv4wfKtxWDJxHUlmnhQKr8/s1600/51RQQNj5a-L._SX321_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjubbkUYkHVg31snrlkfHsrnHaLaGRvgjXo_UN9SdnnSCZ3wHtZNEwiRbblRzIbr3q8rngQxPsEJP23unun51XErbtqzOIBcXS-uVCG58tHrQNBa7hzOoQ_ECv4wfKtxWDJxHUlmnhQKr8/s320/51RQQNj5a-L._SX321_BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" width="207" /></a></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Lessico famigliare - Natalia Ginzburg</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Pagine: 219</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Edizioni: Einaudi</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><u>TRAMA </u></b></span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">La chiave di questo romanzo è delineata già nel titolo. <i>Famigliare</i>, perché racconta la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi, a Torino, tra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento. E <i>Lessico</i> perché le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><u>RECENSIONE </u></b></span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><i>Lessico famigliare </i>è un libro molto famoso, di cui avevo sentito tanto parlare, ed è un libro che a sua volta parla. E dico proprio così, <i>parla, </i>perché è caratterizzato da una lingua oralizzata e gergale, perché le lettere stampate sul foglio in realtà non sono altro che la trascrizione di frasi dette, ripetute negli anni e diventate motto all'interno della famiglia della scrittrice, parole d'ordine per il riconoscimento tra i componenti. Sulla base di tali frasi costruisce la storia della sua vita famigliare partendo da ancor prima della sua nascita, nel 1916, fino ad anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Di questa storia fanno parte tutti i membri dell'albero genealogico, anche i più disparati soggetti che svolgono un ruolo di semplice comparsa: appaiono in un lampo e alla fine del paragrafo sono già spariti per sempre. Ma tutti questi parenti, vicini e lontani, si inseriscono nel contesto a cui appartengono, il romanzo si costella di echi della contemporaneità e di personaggi storici realmente esistiti, quali Turati, Einaudi, Pavese, Olivetti. </span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQNEdzYIoN9NwsXhGgmizKbiv_-5sY_FlsiShUb9z0bh-Mn2qtV7yZHwqO2TIRfgAm5tdE9JIYbE0sUgFjy8ggC2w5EroTB1b0exXI866F0g7XccBvWijUhpRwRgIbRX_E83fU-JbLmuM/s1600/ginzburg.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQNEdzYIoN9NwsXhGgmizKbiv_-5sY_FlsiShUb9z0bh-Mn2qtV7yZHwqO2TIRfgAm5tdE9JIYbE0sUgFjy8ggC2w5EroTB1b0exXI866F0g7XccBvWijUhpRwRgIbRX_E83fU-JbLmuM/s320/ginzburg.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">La Ginzburg ha una grande maestria nella caratterizzazione dei personaggi, sa dipingerne l'essenza riportando pochi gesti, qualche abitudine. Ha occhio, scova i dettagli più strani e che normalmente passano inosservati. Sono personaggi tratti dalla sua vita reale e quotidiana, perciò me la sono immaginata osservare le persone con gli occhi fessurati e attenti, studiandole e plasmandole già nella sua testa come futuri personaggi di cui dover scrivere. L'autrice racconta, infatti, non da un punto di vista postumo, ma ha la capacità di mantenere quello dell'epoca, come se stesse prendendo annotazioni proprio sul momento dell'azione. Inoltre, la sua presenza passa quasi inosservata; quasi mai accenna alla propria persona o alle proprie emozioni, e anzi si mantiene piatta e coerente anche di fronte agli avvenimenti più tragici, come la morte del marito, che viene ricordata in una riga solamente, senza un cenno di emotività. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Le ultime cinque pagine sono costruite su un rapido botta e risposta di frasi molto brevi e secche tra padre e madre, che presi dalla frenesia del trasloco della figlia a Roma, fanno una carrellata di ricordi di persone ed aneddoti degli anni passati, ripetono tutte le frasi che avevano svolto, nella storia, lo stesso ruolo di un ritornello. Come se ci si trovasse davanti ad un'orchestra che, arrivata alla fine del componimento musicale, si sente invadere da una forte malinconia e dal desiderio che il pezzo in realtà possa non finire mai; e a questo punto tutti gli strumenti cominciano ad alzare i toni e velocizzare il ritmo, si scavalcano l'un l'altro per far sentire la propria voce, in un crescendo che poi di colpo si spegne su una frase del padre <i>"Ah non cominciamo adesso col Barbison! Quante volte l'ho sentita contare questa storia!".</i></span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Sinceramente, molto altro da dire su questo romanzo non c'è, perchè non si basa su un intreccio, non contiene azione: è semplicemente un diario di bordo della vita in famiglia, fatta di aneddoti, persone e frasi ripetute all'infinito. Non mi ha lasciato molto, se non il pensiero che effettivamente ogni rapporto si identifica con alcune parole, che risuonano come un eco nella bolla d'affetto che si crea tra le persone. </span><br />
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b>VOTO: 6</b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-14201356287890117812016-10-25T06:14:00.000-07:002016-10-25T06:14:01.360-07:00Nel museo di Reims - Daniele del Giudice<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhT9ZwaIG6o09eDdcdHdctRSVWEQBhQkzNZC8O4l7PGODs2N9ekUhSx3Hs0lSqcI-Z5VRVqAIAHWl4Z6NEhZEeH4YpeNcxH68ppo_duFkot1ZGoVrQ4xCYHcvRo-iIdrukYhYOf3lIbKc/s1600/image_book.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhT9ZwaIG6o09eDdcdHdctRSVWEQBhQkzNZC8O4l7PGODs2N9ekUhSx3Hs0lSqcI-Z5VRVqAIAHWl4Z6NEhZEeH4YpeNcxH68ppo_duFkot1ZGoVrQ4xCYHcvRo-iIdrukYhYOf3lIbKc/s320/image_book.jpg" width="204" /></a></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Nel museo di Reims - Daniele del Giudice</span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Pagine: 46</span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Edizione: Mondadori </span><br />
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<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>"È da quando ho saputo che sarei diventato cieco che ho cominciato ad amare la pittura". </i>Inizia così il racconto di Barnaba, un giovane ex ufficiale di Marina che a causa di una malattia mal curata sta perdendo progressivamente la vista. Barnaba ha deciso di sfruttare il tempo che gli rimane per fissare nella memoria alcuni capolavori dell'arte. E per questo lo troviamo nel museo di Reims, tra le tele di Corot, Gericault e Delacroix. Ma Barnaba è lì per un quadro in particolare: la morte di Marat di David. Quella tela, da quando l'ha vista in una riproduzione, è diventata un piccolo rovello: ha subito sentito che in qualche modo lo riguardava. Mentre Barnaba si aggira per le sale del museo, la voce accesa e leggera di una donna gli si affianca. E' Anne, di cui Barnaba non riesce ad afferrare nemmeno il colore esatto degli occhi. Anne ha indovinato il suo segreto e inizia a descrivergli i quadri che lui quasi non vede. Tra i due nasce come un gioco fatto di pudica sensualità, di intima tenerezza. Perchè Anne in alcuni casi mente, racconta quello che non c'è, inventa particolari. E Barnaba lo sa. </span><br />
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<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT1ATfPo4nryOn4yWIuQ1SMyZeKXg30Nh9iLcbJFY273vbWVQbkJXGXPbnt2PanGDkx-6d0BgFq0Q9Ut_TCw9z4Kzvi_2aV6LblPUvPbdZiNxs8YnLzI5QVmWrIOaX4kUy6hJDhPhrn-I/s1600/tumblr_n8b83u23eN1syjemio1_1280.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT1ATfPo4nryOn4yWIuQ1SMyZeKXg30Nh9iLcbJFY273vbWVQbkJXGXPbnt2PanGDkx-6d0BgFq0Q9Ut_TCw9z4Kzvi_2aV6LblPUvPbdZiNxs8YnLzI5QVmWrIOaX4kUy6hJDhPhrn-I/s320/tumblr_n8b83u23eN1syjemio1_1280.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Nell’edizione Mondadori del 1988, in una nota della postfazione, l’autore si rivolge in prima persona al lettore: <i>“Vorrei dire che alla base di Nel museo di Reims c’è solo un pacco di fotografie di quadri non troppo messe a fuoco e in bianco e nero ricevute da quel museo un po’ di tempo fa, una piccola scoperta incidentale in un volume di storia della medicina mentre finivo di scrivere il racconto, e una mia personale esperienza di bugie”</i>. Questo breve, ma intenso racconto viene presentato come nato per caso, sbocciato nell’immaginazione dello scrittore alla vista di fotografie di quadri offuscate e senza colori, esattamente come i quadri stessi si presentano agli occhi di Barnaba, il protagonista sull’orlo della cecità a causa di una malattia mal curata, che desidera concedersi per l’ultima volta, prima del buio totale, la visione del quadro di David, La morte di Marat. La co-protagonista è Anne, una ragazza bionda e di bell’aspetto, il cui volto rimane, per tutta la storia, indecifrabile al lettore, perché visto attraverso gli occhi offuscati di Barnaba. La giovane donna resta come in una nebbia, o meglio in un’aura di luce, e svolge la stessa funzione di Beatrice per Dante: è una presenza eterea e salvifica. È una voce personificata, che guida il protagonista attraverso le sale del museo e, avendo intuito il suo problema, gli illustra i quadri e anche ciò che sta oltre essi. Anne racconta e, raccontando, mente ed inventa dettagli che in realtà non esistono: insegna, in questo modo, a Barnaba a vedere oltre le sue pupille offuscate. La loro si presenta come una relazione capovolta rispetto a quella di Montale e Drusilla Tanzi, in cui era lei, con le sue pupille offuscate, ad insegnare a lui che la vera realtà sta oltre le cose, come viene narrato dal poeta stesso nel componimento Ho sceso, dandoti il braccio. Grazie a questo tema del raccontare, si può dire che il testo fornisca spunti di riflessione metaletterari sulla questione di racconto come invenzione e menzogna.</span><br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">È anche un romanzo sulla percezione, sull’importanza dei sensi, che però devono coesistere con la sensibilità extrasensoriale, l’empatia, la comprensione dell’altro. Barnaba, inizialmente sopraffatto dall’aiuto improvviso che gli viene fornito, non coglie l’insegnamento di Anne e rigetta le sue bugie; non avverte, dietro il desiderio di lei di salvarlo, la sua necessità di essere salvata a sua volta. </span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i>“Devono esistere delle malattie diverse dalla mia, senza danno apparente, senza menomazione, anzi contornate dalla bellezza e dalla gaiezza, malattie di cui è difficile dire dove ledono e dove fanno male, ma non per questo meno gravi, meno dirompenti. Invece di scoprire se mentiva o no avrei dovuto capire, come lei ha capito, avrei dovuto aiutarla, dovevo riuscire a essere io lei, avrei dovuto metterla di fronte a se stessa, permetterle di incontrare se stessa vivente nei gesti e nelle parole di un altro.”</i></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><i><br /></i></span></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">Il testo, che si può definire un racconto lungo o romanzo breve, non presenta una suddivisione in capitoli. Sono solamente gli spazi bianchi tra un paragrafo e l’altro a segnalare un cambiamento di </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFcKp4-tFA0hqQJPoMmXYVdl77Zdt84GhVBGBtp4cl1iFYF8xCQjPDMNs1xMyMF7Jf7_r89DEemMcwXWeMyAPuxOiXNVu7udF7crFIte4X_v2z-8pgq8DttPFv-IDBGmMzynWuZMiGJNs/s1600/Death_of_Marat_by_David.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFcKp4-tFA0hqQJPoMmXYVdl77Zdt84GhVBGBtp4cl1iFYF8xCQjPDMNs1xMyMF7Jf7_r89DEemMcwXWeMyAPuxOiXNVu7udF7crFIte4X_v2z-8pgq8DttPFv-IDBGmMzynWuZMiGJNs/s320/Death_of_Marat_by_David.jpg" width="248" /></a></span></div>
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">ritmo e di narratore. La narrazione si sviluppa, infatti, a doppio binario, alternato tra una prima persona affidata al protagonista Barnaba e una terza persona del narratore onnisciente. </span><span style="font-family: Times, "Times New Roman", serif;">Il lessico è preciso e c’è una ricca aggettivazione, rispetto alla descrizione prevalgono le parti dialogate. Di notevole importanza è il monologo finale del protagonista, che fornisce una risposta a tutto ciò che durante il corso della storia rimane avvolto da un grande punto di domanda. Pur trattandosi di linguaggio parlato, lo stile non è mai gergale, bensì si mantiene su un tono medio uniforme. Il finale è aperto e lascerebbe presupporre un seguito, il resto del racconto offre uno spaccato di vita dei due personaggi principali.</span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;">È un testo molto corto, tanto da sembrare quasi una bozza un po' affrettata. L'idea di fondo è intrigante, accattivante e originale, ma avrebbe potuto essere sviluppata più profondamente. Si legge tutto d'un fiato, nel giro di un'ora e poi non rimane nulla.</span><br />
<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: Times, Times New Roman, serif;"><b><i>VOTO: 6</i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-4855366718481429552016-10-22T05:32:00.002-07:002016-10-22T05:32:42.570-07:00Niente di nuovo sul fronte occidentale - Erich Maria Remarque<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSA_n4VhBOEptxvd6sdW-7zI-CrcBFtlnpqZDQ_qOScfCXvFpi-zfeTxM4wNCh7Ik4CHRASfXTqnMYL6pvMJ2Vvre4RPc2V6bZj1N-8OEgvWVZYYMQYgHPmAu5-Dlk5Nk3KOrqS_SApuA/s1600/niente_di_nuovo_sul_fronte_occidentale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSA_n4VhBOEptxvd6sdW-7zI-CrcBFtlnpqZDQ_qOScfCXvFpi-zfeTxM4wNCh7Ik4CHRASfXTqnMYL6pvMJ2Vvre4RPc2V6bZj1N-8OEgvWVZYYMQYgHPmAu5-Dlk5Nk3KOrqS_SApuA/s320/niente_di_nuovo_sul_fronte_occidentale.jpg" width="205" /></a></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Niente di nuovo sul fronte occidentale - Erich Maria Remarque</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Pagine: 226</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Edizione: Mondadori</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Titolo originale: Im westen nichts Neues</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Facendo leva sugli ideali della nazione, onore e orgoglio, gli insegnanti di una scuola tedesca persuadono i propri allievi ad arruolarsi come volontari per difendere la propria patria. Il protagonista, Paul Bäumer, si arruola insieme ad alcuni suoi compagni di classe. Hanno tutti diciannove anni e sono convinti di vivere una grande avventura, di essere destinati a diventare eroi. Tuttavia, con il passare del tempo, i ragazzi si accorgono di quanto la guerra sia inutile.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx1snAcsW-wyNChKrD3F0uBoRhW4mkvZN6zdJbI3_56Fd5hGMEkirhE1tmB_BnYpuOURaWk95f4nZQ8uRvUaxFGB-enRs0k5hSLvG67u0dnNjYS4XQOAsH-eQcPpcnpXddft-j1UX0jAY/s1600/o-UNA-GUERRA-EPOCALE-facebook.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhx1snAcsW-wyNChKrD3F0uBoRhW4mkvZN6zdJbI3_56Fd5hGMEkirhE1tmB_BnYpuOURaWk95f4nZQ8uRvUaxFGB-enRs0k5hSLvG67u0dnNjYS4XQOAsH-eQcPpcnpXddft-j1UX0jAY/s320/o-UNA-GUERRA-EPOCALE-facebook.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">I romanzi di guerra mi hanno sempre affascinato. Narrano una realtà che pare lontana, nonostante sia estremamente concreta. E' sempre così che accade: si sente parlare di guerra, si pensa di sapere cosa essa sia grazie ai racconti che abbiamo ascoltato, ai film che abbiamo visto, all'insieme di date collegate ad eventi che abbiamo studiato sui banchi di scuola. Ci sembra un fenomeno indicibilmente crudele, violento e mostruoso, ma crudele violento mostruoso come quanto lo può essere un film horror, che finisce nel momento in cui si decide di spegnere il televisore e rimane relegato in una dimensione fittizia. La guerra rimane stampata sui libri, impressa nella nostra mente come un'immagine troppo astratta e distante. Solo nel momento in cui, un giorno, essa ci dovesse bussare alla porta all'improvviso riusciremmo a renderci conto di cosa essa sia in verità. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">E' per questo che mi piace leggere libri sulla guerra. Non per gusto morboso, bensì per potermi immedesimare in essa tanto da poter uscire da quella condizione di annebbiamento che ci fa ritenere la violenza verso il prossimo come una realtà distante.</span><br />
<span style="font-family: times, times new roman, serif;">Ho sempre sentito molto parlare, però, di letteratura riguardante la Seconda guerra mondiale, lo sterminio degli ebrei e la disumanità dei campi di concentramento. Pare che davanti a queste mostruosità tanto impressionanti, la Prima guerra mondiale passi un po' in secondo piano. Con <i>Niente di nuovo sul fronte occidentale </i>ho imparato che anche la Grande Guerra del 1914 è tanto "guerra" quanto quella del '39; non meno atroce, non meno insensata, non meno gratuitamente distruttiva di qualsiasi sentimento di solidarietà e umanità.</span><br />
<span style="font-family: times, times new roman, serif;">Remarque nasce come giornalista e sfrutta lo stile giornalistico anche in questo romanzo: ciò rende la descrizione di alcuni episodi estremamente puntuale e dettagliata, tanto da rendere le scene quasi fisiche. E' straziante leggere dei laceranti periodi di trincea dal sonno disturbato, il vitto scarso e mezzo divorato dai ratti, la sporcizia e il rischio di morte sempre imminente; un oscuro demone avvinghiato sulla spalla con le unghie sulle spalle dei soldati, a sussurrargli nelle orecchie. Fanno pena le povere reclute che impazziscono dopo pochi giorni, che si lanciano folli e cieche sotto il fuoco o che con tutte le loro forze tentano di comportarsi in maniera adeguata, fallendo miseramente.</span><br />
<span style="font-family: times, times new roman, serif;">Senza tralasciare le disastrose condizioni degli ospedali di guerra, le descrizioni poco raccomandabili a chi è facilmente suggestionabile delle ferite, dei corpi martoriati di uomini e animali.</span><br />
<span style="font-family: times, times new roman, serif;">Ai fatti nudi e crudi si affiancano momenti di introspezione ed analisi psicologica estremamente interessanti e sviluppati con uno stile lirico, quasi poetico, che utilizza un linguaggio ricco e avvolgente, sensoriale. </span><span style="font-family: times, "times new roman", serif;">Si segue lo sviluppo, nell'animo dei protagonisti, di un crescente senso di indifferenza nei confronti della morte: vedere la morte, provocarla diventano atti quotidiani su cui non si riflette nemmeno più. Ma spesso ci si domanda anche cosa sarà della generazione formata al contrario, a cui è stato insegnato ad esercitare la violenza senza darvi peso, quando questa tornerà in civiltà e dovrà uniformarsi alle comuni regole etiche; cosa accadrà a tutti i giovani spinti in guerra dalla propaganda entusiasta e patriottica e rimasti traumatizzati o mutilati permanentemente. Si discute su chi l'abbia voluta questa guerra, su quanto sia relativo il concetto di giusto e sbagliato.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaTFetbv7kTRRm4DdNF4RvmuwS_g25NRLVIoGTWnrAjUIoWNWtxoSYR6nOtB3RdvBO-31xnwtqwYohe2gFSb7zTD_tsDBgyjjKx0cIXshwZZ4pV4x2AOCFSmfgEaIxKjm9TT56OlOt0DQ/s1600/4f40d61312.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaTFetbv7kTRRm4DdNF4RvmuwS_g25NRLVIoGTWnrAjUIoWNWtxoSYR6nOtB3RdvBO-31xnwtqwYohe2gFSb7zTD_tsDBgyjjKx0cIXshwZZ4pV4x2AOCFSmfgEaIxKjm9TT56OlOt0DQ/s320/4f40d61312.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: times, "times new roman", serif;">E' un romanzo a 360° che affianca alla cruda fisicità un vasto ed impalpabile universo mentale. Rappresenta un'epoca e la vita di una generazione persa e distrutta in 226 pagine, con uno stile mutevole e perfettamente adeguato ai contenuti.</span><br />
<span style="font-family: times, "times new roman", serif;">Questo libro andrebbe letto almeno una volta nella vita, andrebbe insegnato nelle scuole ad uso informativo, ma soprattutto come monito a non diventare indifferenti, ad imparare a riflettere, ad amare la propria condizione, quando questa permette di avere una formazione intellettuale ed umana profonda e non una formazione al contrario ed involutiva come quella dei numerosi personaggi di questa storia.</span><br />
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<span style="font-family: times, "times new roman", serif;"><b><i><u>VOTO: 9 e mezzo</u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1152103086761762304.post-28763640551401789542016-09-25T07:14:00.001-07:002016-09-25T07:14:58.598-07:00L'idiota - Fëdor Dostoevskij <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFtgrHgl8LiGDsEKFWko1502zJilIh3h00uTIW7b6pvlkSGshCs6aUv_CMcfDwxt3mKhRGGevvsnvRto8_WZ8mgn6CDpxJ8VzBR89L1zSBHjeQ2rTaxgPh85doj20TyBI5Hyif0ePYvfw/s1600/5226398_273033.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFtgrHgl8LiGDsEKFWko1502zJilIh3h00uTIW7b6pvlkSGshCs6aUv_CMcfDwxt3mKhRGGevvsnvRto8_WZ8mgn6CDpxJ8VzBR89L1zSBHjeQ2rTaxgPh85doj20TyBI5Hyif0ePYvfw/s320/5226398_273033.jpg" width="220" /></a></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">L'idiota - Fedor Dostoevskij </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Pagine: 636</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Edizione: Crescere Edizioni</span><br />
<br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>TRAMA </u></i></b></span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Il giovane principe Myskin ritorna in Russia per ottenere la sua eredità, dopo aver trascorso molto tempo in Svizzera, dove si era recato per curare una malattia nervosa. Durante il viaggio in treno incontra Parfen Rogozin, un ragazzo esuberante, follemente innamorato di Nastas'ja Filippovna. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">I tre sono destinati a ritrovarsi a San Pietroburgo, dove saranno trascinati in un vortice di avvenimenti e passioni, fino a un tragico epilogo.</span><br />
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>RECENSIONE </u></i></b></span><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAMlOt7wyrx2ElM1xpGzRNmyMMBRJYGZauq1-0pcyPO2DTVp-HzelwBJQvObN-S7joA35qcgBmY-BhU4HP_J83yHFRH69z-0_maY_5ukDsASluzJi0RBkmorOaDcCm6vNYW6WVYonoSWw/s1600/idiota.RDjpg.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAMlOt7wyrx2ElM1xpGzRNmyMMBRJYGZauq1-0pcyPO2DTVp-HzelwBJQvObN-S7joA35qcgBmY-BhU4HP_J83yHFRH69z-0_maY_5ukDsASluzJi0RBkmorOaDcCm6vNYW6WVYonoSWw/s320/idiota.RDjpg.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Ho aspettato a lungo prima di iniziare questo romanzo, perchè sapevo che di tempo me ne avrebbe "rubato" parecchio. Ho centellinato la lettura, poche pagine alla volta tra un impegno e l'altro, fino ad una vacanza al mare in cui non avevo altro da fare che leggere, e Dostoevskij mi ha salvato da infiniti pomeriggi al sole a fissare l'acqua e nient'altro. L'ho iniziato in una città e l'ho finito in un'altra, dopo essermi trasferita e dopo aver iniziato a studiare il russo, lingua madre dello scrittore. A sentir parlare di cultura russa e popolo russo, io mi sentivo già a casa, già in confidenza con i paesaggi di Pietroburgo e i nomi più comuni, perchè un pezzo importante di quel paese mi era già stato mostrato in questo romanzo. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Più di ogni altra cosa, mi erano stati mostrati dei "tipi" peculiari e unici, così come le persone più comuni, ma immersi gli uni e gli altri nell'etichetta delle famiglie altolocate, caratterizzati tutti dall'orgoglio russo, dal rigore e dal rispetto dei riti, dai rapporti di convenienza trasformati in un minuto in grandissime amicizie permeate di riconoscenza e fiducia. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">La progettazione dell'intreccio è geniale, così come incomparabile è la maestria dell'autore nel gestirlo senza mai creare confusione. All'inizio della lettura, segnavo i nomi dei personaggi man mano che li incontravo; man mano che gli ultimi arrivati andavano ad ammucchiarsi sulla pila di tutte le anime e di tutti i corpi già presenti. Ho smesso dopo pochi capitoli, perchè ho capito che non ne avrei avuto bisogno, che non mi sarei dimenticata il nome o la posizione sociale dell'uno o dell'altro. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">L'intreccio è, infatti, veramente contorto, ma i guai seri ed intricati cominciano dopo circa 350 pagine. Prima, lo scrittore si dedica a preparare il terreno per il grande concentrato di avvenimenti finale: presenta ogni individuo a tutto tondo, facendolo parlare ed agire in vari contesti, vari momenti e a contatto con persone diverse; facendogli cambiare stato d'animo, da lucido a confusionale. Dopo tutto il preambolo, il lettore è in grado di capire ed apprezzare ognuno fino in fondo, di partecipare emotivamente nei cambiamenti di relazione, come se fosse a contatto con amici di vecchia data che si sposano e si lasciano, che rubano, che si uniscono in ambigue alleanze.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Il lettore si affeziona e quando abbandona la lettura, nel momento in cui la riprende e ritrova i personaggi intenti a dialogare, si sente come un invisibile fantasma che entra, non visto, in una delle stanze della casa che ha deciso di infestare e vi ritrova gli inquilini intenti a bere un caffè, e si sente bene in compagnia delle persone amate che osserva ogni giorno, nonostante queste non abbiano nemmeno una vaga idea della sua presenza.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Come un gigante, il lettore guarda dall'alto la pagina bianca marchiata dalle lettere in inchiostro nero, come guarderebbe una scacchiera bianca e nera su cui le pedine prendono la forma di piccoli principi Myskin, piccoli Rogozin, piccole Nastas'ja Filippovna. </span><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIG3GI78FpeEY-iOqG9nW6RucPC0-fD4zD47NCd9BGEFlyCknilcbDd1J_v63g0uPEMPVBEN6PA4LJeMFhI56g59MOrbqBPwE9JXtkltgU7ZlKYwduGsW8CNY2QuktZwuTF50-n7QLT7w/s1600/nastasya_filippovna_by_vaenaton-d6r2xkf.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIG3GI78FpeEY-iOqG9nW6RucPC0-fD4zD47NCd9BGEFlyCknilcbDd1J_v63g0uPEMPVBEN6PA4LJeMFhI56g59MOrbqBPwE9JXtkltgU7ZlKYwduGsW8CNY2QuktZwuTF50-n7QLT7w/s320/nastasya_filippovna_by_vaenaton-d6r2xkf.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Le pedine più in risalto sono tre, tre pedine rosa, tre donne dal carattere forte: Lizaveta Prokofevna, Nastas'ja Filippovna e Aglaja Ivanovna, tre personaggi femminili emancipati e ribelli, seducenti, che tengono testa agli uomini e sprigionano con irruenza e senza paura la propria personalità nevrotica e impulsiva.</span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Il principe Myskin, il protagonista, è invece sommesso; un misto tra un cantastorie e il bambino ingenuo che lo ascolterebbe incantato: ammalia tutti con la sua capacità retorica e allo stesso tempo con la sua innocenza, con il suo candore immacolato che lo rende cieco di fronte agli inganni e ai pericoli del mondo. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">Il ritmo della narrazione è lento. L'azione è pressochè assente, le descrizioni sono prolisse; a dialoghi brevi di botta e risposta sono sostituiti monologhi lunghi pagine. E' una lentezza pensata, studiata ad hoc per lasciare spazio all'esposizione di punti di vista e ragionamenti filosofici, ad idee radicate nello scrittore stesso, di cui i personaggi si fanno portavoce. </span><br />
<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;">E' un libro che va letto dopo aver accettato il compromesso che oltre a ricevere cultura, bellezza e arricchimento intellettuale, è il lettore stesso a dover dare, a dover donare al romanzo attenzione e tempo, pazienza. </span><br />
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<span style="font-family: "times" , "times new roman" , serif;"><b><i><u>VOTO: 8</u></i></b></span>Gingerheadhttp://www.blogger.com/profile/04556938620058126058noreply@blogger.com1