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domenica 10 agosto 2014

Romeo e Giulietta - William Shakespeare

Romeo e Giulietta - William Shakespeare
Pagine: 247
Edizione: Mondadori
Titolo originale: Romeo and Juliet

TRAMA                    
Romeo e Giulietta intreccia numerosi elementi nella vicenda dei due innamorati "nati sotto contraria stella". Dalla "morta viva", che affascinò e ispirò i preromantici e i romantici, al drammatico scontro tra due generazioni  il dramma si arricchisce di temi la cui complessività va oltre la vicenda d'amore.Tuttavia è questa a fare di Romeo e Giulietta l'opera forse più celebre e più amata di Shakespeare. Nel contrasto fra la purezza, l'appassionata consapevolezza dell'amore e l'inesorabile concatenarsi delle circostanze funeste va cercata la grandezza del dramma, la chiave della sua autentica dimensione tragica, annunciata nel Prologo. Forse per la prima volta in modo completo, il linguaggio shekspeariano si fa mirabilmente funzionale alla vicenda, trascorrendo dai preziosismo di Romeo innamorato alla semplice immediatezza della passione di Giulietta fino al barocco, drammatico splendore delle scene finali.


RECENSIONE                    
Non mi sembra vero di aver finalmente letto Romeo e Giulietta. La storia d'amore più famosa di tutti i tempi era per me solo una leggenda, un mito a cui ispirarsi. 
"Voglio una relazione come Romeo e Giulietta", quante volte si è sentita questa frase, senza sapere cosa ci sia veramente dietro?
Appena iniziato questo libro, sono entrata in un mondo lontano, che non mi appartiene, in cui avvengono fatti molto distaccati dalla cultura attuale, ma che mi sono sembrati estremamente vicini grazie alla potenza delle parole con cui sono raccontati.
Nel prologo, il coro ci introduce alle "tremende lotte del loro amore, già segnato dalla morte"; dopodichè comincia la storia vera e propria.
L'inizio rende subito chiaro come, oltre alla storia d'amore, sia importante lo sfondo, il contesto storico, che non resta a uso di supplemento, ma svolge una parte attiva nelle vicende. La prima scena, infatti, rappresenta una piccola battaglia tra alcuni esponenti delle casate dei Capuleti e Montecchi, mostrandoci l'odio insito negli anni di convivenza a Verona, che torna ad esplodere utilizzando qualsiasi possibile pretesto, sviluppandosi in scaramucce da nulla fino ad arrivare a veri e propri duelli all'ultimo sangue. 
La rappresentazione di questa amarezza che scorre tra i protagonisti senza ragioni rilevanti, di come tutti possano essere resi ciechi dalla rabbia, se messi a fronte a un'infima scintilla di disprezzo facilmente sorpassabile, risulta eccezionale soprattutto quando messa a confronto con il suo polo opposto: l'amore. Emblemi di questo sentimento sono Romeo e Giulietta, a dimostrazione che "per amore non c'è ostacolo di pietra, e ciò che amore può fare, amore tenta". Sprezzanti dei rischi e incuranti delle loro origini, si incontrano in segreto nella notte, inscenando ciò che tutti già conoscono: lei, affacciata al balcone e lui sotto ad ammirare il suo viso che risplende alla luce della luna e che fa impallidire quest'ultima con la sua bellezza. 

Già detta così è abbastanza poetica da far sognare, leggerne lo è ancora di più. Gli scambi tra i due innamorati sono di una bellezza sublime, tanto che dovevo fermarmi ogni due righe per sottolineare qualcosa, tanto da avere la pelle d'oca e restare quasi estasiata da tanta delicatezza.
Shakespeare fa uso di un linguaggio ricco di metafore ed estremamente immaginifico, portando riferimenti soprattutto al mondo naturale, ma in altri contesti è riuscito a stupirmi. Così come l'odio è messo a contrasto con l'amore, anche altre scene sono fortemente discordanti: negli scambi di battute tra i giovani protagonisti maschili il registro diventa più colloquiale, talvolta allusivo, punzecchiante e malizioso, soprattutto per quanto riguarda Mercuzio, simbolo vivente della giovinezza e della spensieratezza; in un altro momento, invece, mi ha proprio lasciato senza parole. Infatti, in un violento litigio tra Capuleti e la figlia, volano parole rozze e forti, insulti, risonanti di asprezza e parolacce. 
Sono proprio queste discrepanze a mettere in luce l'abilità di scrittura del poeta, la maestria di chi sa spaziare e adattare la propria arte a qualsiasi situazione.
Oltre che ipnotizzarmi e farmi sospirare sognante, Romeo e Giulietta è riuscito anche a stupirmi con rivelazioni e scene di cui non ero a conoscenza. L'età di Giulietta, per esempio, che è solo una quattordicenne e la prematurità con cui avvenivano gravidanze e matrimoni, ma soprattutto il fatto che i due innamorati non si conoscessero affatto, ma siano vittime di un grandioso colpo di fulmine.
Un'altra cosa che mi ha stupito abbastanza è la mancanza di descrizioni dell'ambientazione. Tipico dei classici è, infatti, la quasi eccessiva contestualizzazione nello spazio, in cui tutto viene descritto minuziosamente e qui, seppur trattandosi di un'opera teatrale, mi aspettavo qualche nota esterna, qualche descrizione da parte del coro che fa da narratore o anche dei riferimenti nei dialoghi, mentre invece tutto si limita all'azione e non alla digressione. Devo dire che, forse, questa mancanza ha fatto sì che il ritmo della lettura fosse estremamente più rapido e coinvolgente e un'eccessiva attenzione ai dettagli avrebbe guastato la suggestività dell'insieme. 
Ricordo che ero scettica, prima di leggerlo. Avevo paura di dover impiegare giorni, districandomi tra discorsi aulici e complicati, mentre invece questa piccola opera d'arte è breve e tranquillamente leggibile in un pomeriggio.
Notevole come in così poco spazio possa essere racchiuso tanto sentimento, ma nella botte piccola sta il vino buono, e io penso proprio di aver lasciato un pezzetto del mio cuore in questo piccolo angolo di poesia.


VOTO: 10

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