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domenica 17 agosto 2014

Siddharta - Hermann Hesse

Siddharta - Hermann Hesse
Pagine: 169
Edizione: Adelphi
Titolo originale: Siddharta


TRAMA                     
Chi è Siddharta? E' uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita. Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perchè ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. E alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluirà dietro il perfetto sorriso di Siddharta, che ripete il "costante, benigno, forse schernevole sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso aveva visto centinaia di volte con venerazione".


RECENSIONE                     
Siddharta mi è stato consigliato più e più volte da chiunque l'avesse letto. Lo facevano passare per un libro bellissimo, ma sono sempre rimasta scettica e non mi sono mai decisa a leggerlo, perchè di solito evito storie a sfondo religioso. Poi, quest'estate, vedendolo consigliato nelle letture estive per la scuola e notando che si trattava di poche pagine ho deciso che avrei potuto provarci e ne sono rimasta incantata.
Innanzitutto bisogna smentire l'idea che si tratti di un romanzo esclusivamente religioso, perchè in realtà le tematiche sono molte. In primis, quella del viaggio e della ricerca
Non si tratta di un percorso che copre vaste distanze, nè di un pellegrinaggio o di un'avventura, ma della storia di Siddharta, figlio di un Brahmino, che abbandona le sue origini e si mette in cammino per trovare la sua condizione di Nirvana, di pace interiore e completezza. Nel luogo in cui abita, Siddharta è considerato un piccolo prodigio, che si distingue dagli altri per la sua diligenza e meticolosità, per l'incredibile capacità di apprendimento e lo sviluppo di abilità che gli altri sanno svolgere solo mediocremente.
Ma la sua meta non è quella di ricevere le lodi di un piccolo paese, è destinato a qualcosa di più grande e, così, ripudiando ogni dottrina e insegnamento, si libera dai vincoli per seguire solo la sua voce interiore.
Nei molti insegnamenti che questo libro fornisce, penso che questo sia il più rilevante e quello a cui do maggior importanza. Sembra che l'autore voglia dirci di fidarci solo di noi stessi, di fare ciò che ci riproponiamo, di raggiungere i nostri scopi senza lasciarci condizionare dagli altri. Ci dice di essere come "stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in sè stessi la loro legge e il loro cammino."
In realtà, tutto il libro è costellato di dialoghi, riflessioni e messaggi molto profondi che sarebbero da incorniciare in camera da letto e rileggere ogni volta che si aprono gli occhi al mattino. Parole degne di un saggio, che riflettono grande sapienza e conoscenza del mondo e che permettono di vedere le cose da una diversa angolazione.

"E così è di Siddharta, quando ha una meta, un proposito. Siddharta non fa nulla. Siddharta pensa, aspetta, digiuna, ma passa attraverso le cose del mondo come la pietra attraverso l'acqua, senza far nulla, senza agitarsi: viene scagliato, egli si lascia cadere. La sua meta lo tira a sè, poichè egli non conserva nulla nell'anima propria, che potrebbe contrastare questa meta."

Questa frase sembra dirci di lasciarsi andare, lasciarsi trasportare dalla corrente e raggiungere la propria meta lasciandosi cullare e sorreggere da acque tranquille. La ricerca ossessiva, la fame di conoscere viene messa, infatti, sotto una luce negativa, perchè, come se avessimo un paraocchi da cui osserviamo unicamente il nostro obiettivo, senza accorgercene sacrifichiamo noi stessi e tralasciamo ciò che ci sta intorno.
Oltre all'immensa saggezza che trapela da ogni pagina del libro, l'ho trovato molto interessante anche per quanto riguarda le varie filosofie di vita che analizza, come quella dell'ascetismo che mi affascina da quando ho letto Nelle terre estreme, del buddhismo di cui ho scoperto molte cose interessanti che non conoscevo, ma anche i vizi e i peccati della vita mondana, a contatto con i dadi, gli affari e il sesso. In aggiunta all'amore per il prossimo e per la natura che ci circonda, è rilevante anche la tematica dell'amore carnale, di cui è emblema Kamala, un personaggio simbolico ed enigmatico che mi è piaciuto molto, una bellissima cortigiana dai capelli neri e tratti orientali, talmente affascinante e ipnotica da convertire chiunque alla sua "religione". 
L'unica pecca del libro è la brevità delle descrizioni sia fisiche che di ambientazione,mi sarebbe piaciuto poter immaginare con chiarezza e dare un volto ai pochi personaggi della storia, ma essendo composto di poche pagine, l'autore si concentra maggiormente su cose più importanti, anche se credo che brevi digressioni e qualche dettaglio in più, avrebbero potuto essere inseriti al posto di alcuni concetti che vengono ripetuti più volte.
Non è, però, un difetto degno di nota, perchè in generale l'intreccio è ben sviluppato e la narrazione
contiene anche un colpo di scena e altri elementi che compensano e  invogliano a proseguire.
Un viaggio alla ricerca della pace, della felicità e dello zen; il libro più saggio e istruttivo che io abbia mai letto e che mi ha stupito per quanta sapienza sia contenuta in un centinaio di pagine.


VOTO: 9,5

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