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martedì 26 agosto 2014

La fattoria degli animali - George Orwell

La fattoria degli animali- George Orwell
Pagine: 140
Edizione: Mondadori
Titolo originale: Animal farm


TRAMA                    
Gli animali della fattoria Manor decidono di ribellarsi al padrone e di instaurare una loro democrazia. I maiali Napoleon e Palla di Neve capeggiano la rivoluzione che però ben presto degenera. Infatti Napoleon, dopo aver bandito Palla di Neve, introduce una nuova costituzione: "Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri". La dittatura e la repressione fanno riappacificare gli animali con gli uomini che ormai non appaiono più agli ex-rivoluzionari molto diversi da loro.


RECENSIONE                   
Posso finalmente dire di aver letto il famoso Animal farm, un altro classico che si aggiunge alla collezione. 
Si tratta di un sottile libricino di solo 140 pagine, ma come dice il detto "nella botte piccola sta il vino buono" e in poco spazio vengono trattati dei temi importanti. 
Se 1984 è un distopico, quindi la storia di un mondo irreale e frutto della mente dello scrittore, quella di questo libro è una situazione estremamente realistica in cui solo i personaggi sono surreali. Si tratta, appunto, di animali parlanti che agiscono come uomini. 
Dopo averlo finito mi sono interrogata per un po' di tempo su quale possa essere il motivo che ha spinto Orwell a fare questa stramba scelta.
Un motivo potrebbe essere il voler affrontare il tema della natura che si ribella contro le continue pressioni dell'uomo, perchè si tratta pur sempre di un argomento molto sentito e ricorrente, soprattutto nella filosofia, che si estende dalle catastrofi naturali fino a toccare il mondo animale. Un'altra ragione che penso si addica di più ai classici toni di denuncia dell'autore, potrebbe essere l'uso della bestia come allegoria satirica per paragonarla all'uomo, anzi, per rendere quest'ultimo addirittura più debole e succube.
La situazione dalla parvenza comica creata nel principio si rivela celatamente spaventosa e preoccupante. L'atmosfera di rivoluzione e di desiderio di sovvertire l'ordine delle cose si trasforma nel corso delle pagine nell'analisi di una dittatura che si nutre dell'ignoranza del popolo. In questa situazione a cui veniamo messi a fronte ci sono molti punti in comune con 1984, tra cui in maniera molto rilevante il controllo dei mezzi di comunicazione e informazione pubblica. In questo caso, è uno dei maiali al seguito del capo Napoleon a fare da portavoce, unico mezzo di accesso alle notizie che, prima di essere divulgate, vengono rigorosamente plasmate e alterate. 
Il resto degli animali è ipnotizzata e inerme sotto la coltre di bugie e persuasione esagerata a cui vengono sottoposti e anche ciò che davano per certo, come per esempio eventi vissuti personalmente nel passato, risultano come avvolti nella foschia e tutti cominciano a convincersi di essere in errore, tutte le certezze crollano.
E' stato veramente inquietante seguire questo processo: è un vero e proprio lavaggio del cervello, una violenza psicologica che risulta essere molto peggio di quella fisica, che emerge solo in seguito attraverso l'eliminazione di oppositori e dissidenti.
Il finale è un'immagine agghiacciante, la figura antropomorfa decisamente simbolica di un maiale-uomo o uomo-maiale, ormai indistinguibili, che rappresentano chiaramente un potere poco dignitoso e vorace che punta solo al bene per sè, agli agi e al lusso. 
Penso che questo breve romanzo possa essere l'emblema del libro classico per eccellenza: i must della letteratura hanno la qualità di durare nel tempo e risultare sempre attuali.. La fattoria degli animali, pubblicato negli anni '40, risulta molto più recente di quel che è; scrive di una realtà
che, purtroppo, persiste negli anni e finisce per ripresentarsi sempre.
La scrittura è semplice e scorrevole, senza eccessivi elementi forbiti di decoro, il ritmo è scorrevole e la lettura riesce a risultare leggere e "indolore" anche se i contenuti sono molto forti.
Un libro che non ruba molto tempo, ma mette in moto il cervello. Penso che in una libreria con la L maiuscola non possa mancare.


VOTO: 7/8

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