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martedì 9 dicembre 2014

Una sottile linea rosa - Annalisa Strada

Una sottile linea rosa - Annalisa Strada
Pagine: 146
Edizione: Giunti


TRAMA                      
Perla è una ragazza sportiva. La sua prima e unica passione è la corsa e le riesce anche molto bene. Ha un'amica carissima, Allegra, con cui condivide gioie, dolori e chili di gelato. E ha una strana sensazione ogni volta che incontra Cesare, un ragazzo poco più grande di lei, anche lui impegnato nell'atletica agonistica. 
Una sera, alla Festa dello Sport, complice dell'alcol a cui Perla non è abituata, la ragazza si trova per la prima volta al centro dell'attenzione di Cesare. Troppo. Giorni dopo scopre di essere incinta. Che fare?


RECENSIONE                    
Una copertina blu, verde e rosa piena di disegnini; il titolo scritto in caratteri giocosi: una sottile linea rosa. E' della linea rosa di un test di gravidanza, che si parla, e non si può omettere che un argomento di tale importanza appaia in totale contrasto con il modo in cui il libro ci si presenta, un contrasto che fa subito penserà alla superficialità. 
Questo pregiudizio si disintegra ancor prima del primo capitolo, nella premessa, costruita su un'allegoria, una forte immagine metaforica: una ragazza bendata che cammina in una piazza in un giorno di festa, con il braccio proteso e la mano esitante, che ne aspetta un'altra. Il calore di una mano sconosciuta, l'unione, il totale affidamento a qualcuno che non si sa chi sia. Una corsa a perdifiato, la gioia, l'adrenalina e il finale, inevitabile, per terra e con le ginocchia sbucciate. Un inizio col botto, che si conclude con una supplica: "..che tu sia femmina o che tu sia maschio, per favore, non fare mai questo errore. Non correre mai con uno sconosciuto."
Quest'atmosfera seria e ammonitrice ci introduce in maniera molto efficace al tema del libro: la gravidanza prematura, che si porta appresso anche quello dell'aborto e dell'adozione.
Nonostante si tratti già di per sè di un argomento abbastanza ostico, l'autrice complica maggiormente la situazione, inserendolo in un contesto decisamente disastrato: Perla, la nostra protagonista, sembra essere circondata dal vuoto.
Prima di tutto, il feto è frutto di un rapporto occasionale e disimpegnato. Ne consegue che la figura maschile risulti quasi totalmente assente o, comunque, non disposta a prendersene le responsabilità che, inevitabilmente, ricadono tutte nelle mani della ragazza, che non è aiutata neanche dai genitori, totalmente ignari per buona parte del libro.
Il fatto che Perla affronti la situazione da sola, se non per la vicinanza dell'amica Allegra, fa sì che la narrazione sia resa molto introspettiva, cosa che ho trovato decisamente interessante.
Non ci vengono raccontate cronache di giornate e nemmeno descrizioni di tutti i sintomi e le fissazioni che assalgono una donna all'avvento della maternità; leggiamo i pensieri, un ingestibile e angosciante sovraccarico di pensieri, notti insonni ed intere giornate passate a riflettere che non risparmiano la protagonista e non risparmiano noi. Scavare nella psiche è una cosa che mi ha sempre affascinato molto e che, in questo caso, risulta anche estremamente utile per entrare in contatto con le fasi che si attraversano in una simile situazione.
Lo shock iniziale, il vuoto nella mente, l'apatia e l'incapacità di pensare razionalmente. Poi, come a compensare questo blocco, un'ondata della portata di uno tsunami che investe con violenza e obbliga a covare rimorsi sul passato e a riflettere sul futuro: ci si chiede perchè, si cercano le cause, si desidera tornare indietro; cresce l'angoscia di come dirlo ai genitori, e di quel qualcosa di inaspettato che cresce dentro di te, ogni giorno, cosa fare?  E' qualcosa che sovrasta, qualcosa a cui non si riesce nemmeno a dare un nome, perchè non si sa se chiamarlo regalo o errore. Qualcosa che potrebbe obbligarti a cambiare radicalmente la routine, a rinunciare alle passioni e al tempo libero, che sono il fulcro della vita di un'adolescente.
E' un romanzo di formazione: Perla vive tutto ciò, fino ad arrivare alla fase finale del confronto e della decisione, la tappa conclusiva di un enorme percorso di crescita, dal quale esce matura e piena di spicciola saggezza, saggezza di cui fa sfoggio negli ultimi capitoli in un monologo consapevole e adulto.
Di tutto il cammino che la piccola donna compie, il momento del confronto con la famiglia è quello che mi ha colpito di più.
Da subito comprendiamo che Perla non ha un buon rapporto con la madre, impeccabile e severa, e che la vita familiare è spesso alterata da vere e proprie guerre fredde. 
La reazione dei genitori alla notizia, che esce allo scoperto solo dopo esagerati conflitti interiori, mi ha lasciata abbastanza sorpresa e mi ha spinta a riflettere, perchè non era ciò che mi immaginavo potesse avvenire.
Penso che lo scopo di questo libro sia proprio questo: stimolare la discussione, il confronto su un tema che, a mio parere, viene troppo spesso tralasciato, soprattutto fra i giovani e di cui, anche nei libri, si tende a parlare poco, mentre prevalgono racconti sulla maternità in età adulta. Questo stimolo alla riflessione è ulteriormente incentivato dal finale aperto, che evita di offrire una soluzione al problema e lascia al lettore carta bianca.
Nonostante non abbia letto altri romanzi di questo tipo, posso dire che, secondo me, Una sottile linea rosa è adatto ad introdurre il pubblico giovane a una tematica attuale e accattivante.
La narrazione è in prima persona, fatto che ci rende molto coinvolti nella storia, già di per sè toccante. L'autrice utilizza un linguaggio molto scorrevole e realistico, soprattutto nei dialoghi, senza però cadere in un'eccessiva semplicità o superficialità lessicale. I capitoli sono molto brevi e scorrono veloci.
Un piccolo libro con un grande tema, che ha stuzzicato la mia curiosità e i miei pensieri. 


VOTO: 8

2 commenti:

  1. Un tema molto delicato, sono felice che qualcuno ne abbia parlato in maniera seria e non superficiale. Mi segno il titolo, magari ci farò un pensiero.
    Bella recensione

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