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domenica 28 dicembre 2014

Carrie - Stephen King

Carrie - Stephen King
Pagine: 186
Edizione: Doubleday
Titolo originale: Carrie


TRAMA                                                                         

Carrie è un'adolescente presa di mira dai compagni, ma ha un dono. Può muovere gli oggetti con il potere della mente. Le porte si chiudono. Le candele si spengono. Un potere che è anche una condanna. E quando, inaspettato, arriva un atto di gentilezza da una delle sue compagne di classe, un'occasione di normalità in una vita molto diversa da quella dei suoi coetanei, Carrie spera finalmente in un cambiamento. Ma ecco che il sogno si trasforma in un incubo, quello che sembrava un dono diventa un'arma di sangue e distruzione che nessuno potrà mai dimenticare.


RECENSIONE                                                                    
Dopo aver letto Mr Mercedes, che mi ha lasciato particolarmente soddisfatta, ho scaricato la bibliografia completa di King in inglese e non ho resistito ad aspettare il 2015 per iniziarla. Ho deciso di ricominciare dal principio, dal primo romanzo di King, un ritorno un po' malinconico al mio primo approccio con il Re.
Sono sempre stata un'anticonformista delle letture da ombrellone, io in spiaggia mi affido ai classici, ai grandi autori della letteratura, mi piace utilizzare nel modo giusto la grande vastità di tempo che mi si apre davanti durante le vacanze estive. Ricordo che ero in Spagna quando avevo sfogliato le prime pagine di questo autore che un po' mi incuriosiva e un po' mi trasmetteva una sorta di timore reverenziale.
Da una tranquilla, paradisiaca caletta di Torre del Mar ero stata catapultata nel paesino
di Chamberlain, all'apparenza pacifico come la spiaggia su cui mi trovavo, su cui aleggia, però, una nuvola oscura. Diventiamo, fin dalla prima pagina, spettatori inerti di un destino di morte, lo conosciamo in anticipo e seguiamo impotenti il cammino della narrazione verso un climax di distruzione. Proprio questa narrazione, infatti, è inframmezzata da stralci di saggi e testimonianze sulla fatidica Prom Night, la sera del ballo. 
Ricordo che proprio questo stile mi aveva stupito, all'inizio: l'originalità, l'aggiunta di dettagli, la varietà di punti di vista e lo spostamento della visuale da un personaggio all'altro, vite seguite in parallelo. Era un particolare che mi aveva lasciata, allo stesso tempo, disorientata. Dal Re del thriller mi aspettavo una scrittura affilata, pungente, senza interruzioni, che arrivasse dritta al lettore e che scorresse rapida in un crescendo di terrore. Pensavo di chiudere il libro con i brividi sulla schiena.
Solo dopo una seconda lettura e dopo una maggiore, seppur ancora minima, conoscenza dello scrittore, posso dire che il genio di Stephen King non sta nello sviluppo di una trama terrificante, ma nella creazione di personaggi unici e inquietanti, perchè resi terribilmente veri. Camminando per strada, una ragazza dallo sguardo un po' perso, gli occhi penetranti e i capelli davanti al viso potrebbe diventare un'aspirante Carrie White. Io stessa, con i miei occhi chiari che spaventano un po' tutti, anche Stefano Benni durante un incontro di Mare di Libri, potrei scoprire di essere una possibile protagonista di un romanzo di King. 
La nuvola oscura che aleggia su Chamberlain staziona sulla casa dei White, mai chiamata White House nella versione inglese, per evitare politici giochi di parole. E' un po' come la casa degli Addams, un alone di oscurità in un paese limpido, una casa attorno a cui si percepisce il Male che vive all'interno. 
Carrie White è un personaggio meravigliosamente rappresentato. E' la classica ragazzina indifesa, ignara del mondo che la circonda, è indietro rispetto agli adolescenti che vanno sempre avanti, che bruciano le tappe e pensano di conoscere tutto della vita. E' un brutto anatroccolo in mezzo ai bei cigni, ma anche lei è destinata a sbocciare. Quella minuscola molecola di DNA che nelle altre porta alla pubertà, alla crescita del seno e alla marcatura dei lineamenti, in Carrie porta allo sviluppo di un potere più grande di lei, una bomba atomica pronta ad esplodere. Carrie è vittima di anni di bullismo, prese in giro e sgambetti, colma di una pericolosa rabbia repressa che in lei si manifesta grazie alle telecinesi, un potere che esplode in tutta la sua grandezza durante la notte del ballo, trasformando il sogno di ogni ragazza americana in un incubo. Da invisibile e noiosa adolescente, diventa un mostro leggendario raccontato in giornali e romanzi, studiato e analizzato da commissioni di scienziati. L'errore sta nel fatto che il vero mostro è la madre, anch'essa rappresentata con una fenomenale maestria. E' il modello dell'eccesso e dell'estremismo, una fanatica religiosa che arriverebbe anche ad uccidere in nome della purezza. Ossessionata dal peccato, affligge sua figlia ad un'esistenza tormentata e pudica, quasi peggiore di quella che vive tra i corridoi di scuola.
Io, seguendo la sua storia di Carrie in tutti i suoi recessi, non riesco a non giustificarla. 
Chi di noi, avendo tra le mani una tale capacità, non la utilizzerebbe per vendicare tutti i torti subiti? 
La verità è che c'è una parte di Carrie White dentro ognuno di noi, che non emergerà mai (per fortuna, mi verrebbe da dire) o che spunterà solo in una piccola e impercepibile parte. Essa può permettersi di fuoriuscire tra le pagine di questo libro, invece che nella nostra vita.  Espiazione: partecipiamo al suo dolore e ce ne liberiamo con lei.  
Carrie rappresenta l'esordio di un Genio. Uno stile in cui non si legge la timidezza comune tra gli scrittori emergenti, ma un'audace consapevolezza, come se egli stesso vedesse tra le righe il seme che negli anni avrebbe dato vita ad un grande scrittore, destinato ad affascinare centinaia di lettori con i suoi best-seller, che scrive in una velocità tale da ridurre anche il gusto dell'attesa.
E' sicuramente la lettura più consigliata per chi vuole entrare nel mondo di Stephen King.



"Le persone non migliorano, diventano semplicemente più intelligenti. 
Quando diventi più intelligente non smetti di togliere le ali alle mosche, pensi solo ad una migliore ragione per farlo."


VOTO: 8,5

1 commento:

  1. Belissima recensione.
    E' stato uno dei miei primissimi King, questo, ma dovrei rileggerlo. Ero troppo piccolo - ma davvero davvero piccolo: saranno passati dieci anni... - e i ricordi vanno e vengono. Carrie, comunque, chi la dimentica? I film - sia quello di De Palma che il remake, tanto bastonato, ma che a me è piaciuto parecchio, non solo per la mia famosissima cotta per la Moretz - invece li ricordo meglio. Purtroppo dico sempre che devo darmi alle riletture, ma compro continuamente libri nuovi e non rileggo i vecchi: va così, al solito. :)

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