Qui troverai ciò che vuoi:

lunedì 22 giugno 2015

Sette minuti dopo la mezzanotte - Patrick Ness

Sette minuti dopo la mezzanotte - Patrick Ness
Pagine: 222
Edizione: Mondadori
Titolo originale: A monster calls


TRAMA                                                                                    
Il mostro si presenta a Conor sette minuti dopo la mezzanotte. Puntuale. Ma non è il mostro che Conor si aspettava, l'orribile incubo fatto di vortici e urla che lo tormenta ogni notte da quando sua madre ha iniziato le cure mediche. Questo mostro è diverso. E' un albero. Antico come una storia perduta. Selvaggio come una storia indomabile. E vuole da Conor la cosa più pericolosa di tutte. La verità.



Una parte dell'intervista allo scrittore si può leggere QUI


RECENSIONE                                                                              
Quante volte ho sentito parlare di Sette minuti dopo la mezzanotte al gruppo di lettura? L'abbiamo nominato mille volte, per anni, ma l'iniziativa di leggerlo l'ho presa solo quando mi è stato detto che avrei dovuto intervistare Patrick Ness a Mare di libri. 
Il libro nasce dalla collaborazione di ben tre persone: Siobhan Dowd, presente indirettamente, creatrice del seme da cui poi Patrick Ness ha fatto fiorire tutto il romanzo e che Jim Kay ha innaffiato di illustrazioni. Durante l'intervista gli è stato chiesto dal pubblico come ci si sente a partire da un'idea che non ti appartiene e l'autore ha risposto che ama le limitazioni, perchè sono ciò che ti rende creativo, mentre troppa libertà è controproducente. Voleva prendere qualcosa della scrittrice e renderlo in un modo che le sarebbe piaciuto. 
La prima cosa che colpisce è il forte contrasto tra l'elemento fiabesco-soprannaturale e il reale sfacciato, crudo. E' dipinto il quadro di una situazione familiare decisamente difficile: una madre malata terminale e un padre lontano sia fisicamente che affettivamente, ma soprattutto una nonna rigida, posata, fredda. Una delle mie domande è stata proprio su di lei, la risposta è stata una rivelazione: nelle intenzioni di Ness non c'era quella di ritrarre una nonna insensibile o cattiva. Facendo vari conti sull'età, la donna dovrebbe avere circa 54 anni, è una nonna giovane che ancora lavora e ha una vita indipendente. Era stufo di leggere di nonne stereotipate oltre la settantina che fanno biscotti...è fredda, maniaca del controllo, terribile se vogliamo, ma sua figlia sta morendo e ad un certo punto del libro lo fa capire a tutti: "...abbiamo qualcosa in comune." dice a Conor, ed è una morte vicina, una morte che permea il romanzo. 
A ciò si aggiunge il bullismo a scuola, l'isolamento del ragazzo "invisibile" agli occhi dei compagni e anche dei professori, che lo vedono solo come la vittima di un destino avverso, che non merita di essere punito perchè ci ha già pensato la vita. Non ha un'identità lui, che negli anni della prima adolescenza in cui ci formiamo proprio attraverso il contatto col mondo esterno e col confronto con gli altri, è lasciato solo perfino in famiglia e avrebbe bisogno di essere punito per sapere di esistere veramente. 
L'immaginario scorre in parallelo a questa parte di storia in un insieme di capitoli brevi che dividono anche uno stesso filone discorsivo, come se anche l'autore volesse suddividerla in brevi parti da leggere la sera prima di addormentarsi, come si leggono le fiabe ai bambini. E di elementi da fairytale ce ne sono due: il tasso che sveglia Conor sette minuti dopo la mezzanotte e le storie che racconta che servono al ragazzo per accettare e prendere atto di ciò che sta succedendo. Le favolette che vengono raccontate sono molto interessanti, soprattutto perchè finchè non si arriva alla fine non si sa veramente cosa ci vogliano dire. Dal pubblico hanno chiesto a Patrick se quelle storie se le era inventate lui e lui ha risposto "Ma quanto raramente capita di inventare una favola nuova?"
Ciò che gli interessava, quindi, era il punto di vista da cui sono raccontate che è quello dell'albero mostruoso.
Appena ho finito il libro, ho pensato che non mi fosse ben chiaro cosa volesse dirmi. Pensiero stupido, perchè il messaggio è palese (caro "senno di poi"): è una storia di perdita, ma soprattutto di paura della perdita e di necessaria accettazione di essa e penso possa essere rivolto sia a ragazzi che ad adulti (infatti è ora sul comodino di mia mamma), anche se l'autore ci rivela che la risposta degli adulti è stata sorprendente: hanno più difficoltà a leggerlo. 
E' un libro che sotto l'apparenza di fiaba leggera, con tanti disegni e un protagonista abbastanza giovane, porta un messaggio abbastanza pesante e importante, pur tenendo in considerazione che la scrittura è fresca e scorrevole. Il risultato finale è un quadro piacevole che porta un messaggio significativo e che forse dovrei rileggere con occhi nuovi, dopo la chiacchierata con lo scrittore.


VOTO: 7

Nessun commento:

Posta un commento