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martedì 20 gennaio 2015

The silver linings playbook - Matthew Quick

The silver linings playbook - Matthew Quick
Pagine: 289
Edizione: Sarah Crichton Books


TRAMA                                                                          
Pat Peoples è convinto che la sua vita sia un film prodotto da Dio. La sua missione? Diventare fisicamente tonico ed emotivamente stabile. L'inevitabile happy ending: il ricongiungimento con la moglie Nikki. Questo l'ha elaborato durante il periodo nel "postaccio", la clinica psichiatrica dove ha trascorso un tempo che non ricorda, ma che deve essere stato piuttosto lungo. Infatti, ora che è tornato a casa, molte cose sembrano cambiate. Nessuno gli parla di Nikki, i suoi amati Philadelphia Eagles continuano a perdere, i suoi vecchi amici sono tutti sposati, è perseguitato dalla strana Tiffany e il suo nuovo terapista sembra consigliare l'adulterio come terapia.


RECENSIONE                                                                                                                  
"Every cloud has a silver lining"  è un proverbio che significa che ogni difficoltà, ogni causa di dolore contiene un potenziale risvolto positivo. Quale libro migliore da iniziare il primo Gennaio, nell'atmosfera piena di buoni propositi e speranza in un anno migliore?
E' questo che mi ha spinto ad entrare nel mondo scritto a parole di Pat Peoples, nonostante ne avessi già visto e amato la rappresentazione cinematografica del 2012 con l'eccezionale interpretazione di Bradley Cooper e Jennyfer Lawrence.
Entrare nella mente di una persona non è cosa semplice. Ancor meno lo è, quando questa persona è in cura presso una clinica psichiatrica, a causa della sua instabilità mentale ed emotiva.
Pat Peoples mi ha ricordato un po' Bartleboom di Oceano mare, che ogni sera scrive lettere senza destinatario, convinto che un giorno troverà qualcuno a cui consegnarle. Allo stesso modo, Pat dona i suoi giorni a Nikki, cerca di farglieli rivivere attraverso le parole, dal momento che non li hanno potuti vivere insieme. Nikki è la sua ex moglie, da cui ha divorziato e con la quale non deve entrare in contatto a causa di un ordine restrittivo. Ma tutto ciò, Pat non lo ricorda. Nikki è come un fantasma, la cui assenza permea tutto il romanzo, più forte di una presenza; è vicina e ancora raggiungibile nella mente e nel cuore di Pat, è la sua motivazione e la forza che lo sprona a fare di sè stesso un uomo migliore. E' un pensiero ossessivo, da bambino ingenuo che suscita compassione nel lettore, che vorrebbe infilarsi nelle pagine, urlargli di aprire gli occhi.
Nikki rappresenta la meta finale di un percorso prestabilito, percorribile attraverso ore di corsa e di allenamento quotidiano nello scantinato, attraverso il controllo di sè stesso e degli sfoghi di rabbia. Come quei sentieri di montagna che si insinuano fra l'erba alta, si tratta di un percorso già definito, voluto da Dio che con la sua matita spietata ne traccia il disegno provvidenziale, un disegno in cui tutto avviene per il meglio. Questa visione del mondo mi ha ricordato Pangloss, il personaggio di Candido di Voltaire, il cui ottimismo estremo e un po' ipocrita lo fa apparire come uno stolto. 
Su questo punto, ho notato una differenza esagerata con il film, e nonostante ci sia ormai la tradizione del "libro necessariamente migliore", in questo caso è vero il contrario. 
La continua illusione di Pat perdura per tutto il libro e sembra risolversi solo nelle ultimissime pagine e nemmeno in modo tanto chiaro. Non passa il gioioso messaggio di positività che il titolo stesso ci aveva anticipato. Il film, invece, trasmette ottimismo in modo assolutamente diretto ed esplicito; non lo si può guardare rimanendo indifferenti, ti strappa un sorriso e ti sprona a tenertelo stampato sul volto più spesso.
Un'altra pecca è la ripetitività. I giorni di Pat si fondano su un'intoccabile routine, monotona, comune e povera di eventi degni di nota; la narrazione si fa a tratti pesante, soprattutto quando si concentra specificatamente sul football americano, un'altra costante della quotidianità del protagonista. 
Il personaggio di Tiffany gioca, però, un ruolo di riscatto. Resa in maniera assolutamente perfetta da Jennyfer Lawrence nel film, anche nel libro è ben caratterizzata e rappresenta una figura di fondamentale importanza. E' una ragazza assolutamente fuori dal comune, ha un universo dentro: basti pensare all'anormale relazione che si crea tra lei e Pat. E' un rapporto di vera e propria distanza ravvicinata, nel senso letterale del termine: i due sono spesso vicini, ma mai troppo. Si sfiorano, si studiano, siedono allo stesso tavolo restando in silenzio, convivendo con la mera presenza dell'altro e l'impassibilità della superficie lascia aperto un piccolo spiraglio che permette di intravedere un bocciolo nel profondo, pronto a schiudersi. 
E' un vero peccato che questa lettura mi sia risultata per certi aspetti totalmente indifferente. Considero Il lato positivo uno dei miei film preferiti ed ero certa che una commedia così brillante e profonda derivasse da un piccolo capolavoro. 
In un secolo di ansie, aspettative e depressione, l'ottimismo e la positività sono tematiche degne di una sensibilità estrema e la narrazione di questo libro, a mio parere, è troppo lenta e poco toccante per esserne all'altezza. 


VOTO: 5

1 commento:

  1. il film mi è piaciuto un sacco e credo che anche il libro mi farà lo stesso effetto ..non mi resta che comprarlo!

    p.s. bella rece :)

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