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venerdì 30 gennaio 2015

Magici amori a New York - Camilla Davies

Magici amori a New York - Camilla Davies
Pagine: 156
Edizione: Self publishing
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TRAMA                                                                    
Sophie, Josephine e Christine sono amiche da sempre, eppure non potrebbero essere più diverse tra loro. 
Sophie, timida e introversa giornalista, deve ancora riprendersi dal tradimento dell'ex-fidanzato, che continua a immischiarsi nella sua vita. Jo è un maschiaccio senza peli sulla lingua con il sogno di diventare una scrittrice. Christine, ricca di famiglia e sempre corteggiata dagli uomini, fa di tutto per attirare l'attenzione su di sè, e per sviare i sospetti dal suo segreto...fin quando un mazzo di tarocchi trovati in un vecchio negozio del quartiere di Nolita e una serata al Richardson Inn, uno degli hotel più chic di New York, stravolgeranno completamente le loro vite.


RECENSIONE                                                                                                         
Tre amiche, tre modelli comportamentali estremamente diversi fra loro.
Jo, ispanica dalla pelle olivastra e i capelli nero pece a fare pandant con il suo umore e il suo carattere cinico. E' la "dura", il maschiaccio, con la risposta sempre pronta e una forte ripugnanza verso ogni tipo di sentimentalismo.
Christine, ereditiera ricca e viziata, una Paris Hilton dai capelli rossi, forse un po' più intelligente. La classica ragazza che fa girare la testa agli uomini quando cammina sul marciapiede, le belle gambe lasciate scoperte da una minigonna.
A chiudere il cerchio c'è Sophie, un po' ingenua, timida e casta, fedele ad un amore non ricambiato.
Un trio di eccellenza, uno yin e yang diviso in tre spicchi, all'inizio del libro queste tre giovani donne sembrano le maschere fisse del teatro classico, i flat characters della commedia inglese, talmente definite e circoscritte nel loro ruolo da risultare quasi eccessive e innaturali. Ma all'ingresso del Richardson Inn avviene una trasformazione, si tolgono i costumi di scena e acquistano un'umanità che ce le fa sentire più vicine, più reali. I loro atteggiamenti vengono sviati, fuoriescono dai rigidi binari su cui viaggiavano; spesso mi sono ritrovata a pensare che nella loro situazione avrei detto la stessa cosa o avuto le stesse reazioni. 
Quella di mutare le nostre protagoniste non è l'unica influenza dell'hotel. E' particolare vedere come un luogo possa essere essenziale per lo sviluppo di eventi che magari in un altro posto non potrebbero accadere: l'albergo di lusso sembra rappresentare un mondo a parte, un'isola separata dal resto in cui si convogliano energie superiori che tirano i fili e gestiscono uno spettacolo di burattini. E' il gioco del destino quello che si fa prepotentemente strada nei corridoi del Richardson Inn, gli stessi corridoi che Jo, Christine e Sophie percorreranno separatamente, dopo esser state sempre inseparabili, insieme a qualcun altro. Una parte di esse si svincola dal legame che le stringe e si affida a qualcun altro: è così che il gioco del destino si incontra con quello dell'amore. 
Un fulcro, un centro.
Un nido d'amore, un giardino dei sensi.
Un'altra particolare ambientazione, anch'essa rivestita da un clima un po' esoterico e magico, è il 
negozio della nonna di Jo. Non posso nascondere che la sua descrizione ha stuzzicato la mia curiosità, in quanto amante dei negozietti sperduti e stipati di oggetti in cui non sai mai cosa potresti trovare. Nel retro, si leggono i tarocchi e si beve tè, un hobby abbastanza inusuale che sembra del tutto fuori luogo con il resto, un elemento aggiuntivo inserito per aggiungere qualche dettaglio. Ma proseguendo nella lettura, anche la sibillina previsione delle carte trova il suo posto, aggiungendo un pizzico di magia e mistero.
Cosa dirige le nostre vite? Il destino o le coincidenze? La magia, il caso?
Mentre ci interroghiamo, ci vengono raccontate le dinamiche, le strade piene di tornanti percorse per arrivare al climax finale, uno scoppio d'emozione vissuto da ognuna delle tre in modo diverso e infine tutto ci riconduce al retro del negozio, lo stesso in cui si è giocato con i tarocchi e la magia, quasi a fornirci una soluzione.
Il lieto fine ci raggiunge fresco, permeato di un'atmosfera da isola felice su cui svolazza una polverina dorata, il pizzico di magia che condisce la vita e l'amore. Un breve romanzo di due produttivissime autrici, che decidono di aumentare il mistero utilizzando uno pseudonimo, che non può essere descritto se non con quegli aggettivi che ormai gli si addicono per tradizione: leggero, scorrevole e piacevole.


VOTO: 7

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