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mercoledì 6 marzo 2013

Cenere - Grazia Deledda

Cenere - Grazia Deledda
Pagine: 316
Edizione: San Paolo


TRAMA
Sullo sfondo la Sardegna piena di simboli e ricordi tipica dei romanzi di Grazia Deledda. In primo piano il romanzo delle passioni elementari e comunque radicali: Olì che conosce l'amore e giovanissima si scopre tradita; Anania, cercatore di tesori inesistenti, inconsapevolmente crudele; il figlio dei due costretto a crescere senza la prospettiva di una normale vita familiare. I personaggi sono mossi dalle emozioni più forti e contrastanti, da odi e amori irriducibile, ed è la famiglia a rimanere travolta in questo violento turbinio, tanto da uscirne arsa, bruciata fino a rivelare, nell'ultimo residuo, tutto il suo valore.


RECENSIONE
In questo periodo avevo voglia di leggere una storia d'amore, ma la professoressa di italiano ci ha assegnato "Cenere" e "Una donna"
Ciò che mi aspettavo da questo libro erano lunghe descrizioni delle tradizioni e dei paesaggi sardi, con inserito ogni tanto un episodio di vita quotidiana. In realtà, le descrizioni ci sono, ma fanno come da cornice alla vita dei protagonisti: i fenomeni atmosferici e il susseguirsi delle stagioni influenzano e si adeguano ai loro stati d'animo, più volte vengono paragonati ai sentimenti. Mi sono anche sorpresa quando ho scoperto che l'amore e le disgrazie della vita sono l'elemento caratterizzante di questo romanzo, quindi si è proprio adattato a ciò che avevo voglia di leggere.
All'inizio la storia ci parla di Olì, poi la nostra visuale si sposta su suo figlio, chiamato Anania come il padre, e seguiamo la sua formazione fino all'età adulta. Questo personaggio è abbastanza comune, ognuno di noi ci si può rivedere. Ho avuto con lui un rapporto di amore-odio. Una figura che invece mi è piaciuta molto è quella di Margherita che, pur svolgendo un ruolo secondario, è ben caratterizzata. Ho adorato il suo carattere e, a differenza del disaccordo che provavo nei confronti delle decisioni di Anania, ho sempre approvato le sue scelte.
Parlando di fatti di vita quotidiana, non ci sono particolari colpi di scena o avventure, ma risulta comunque coinvolgente e spinge il lettore ad andare avanti. Ciò avviene anche grazie alla scrittura: abbastanza attuale, nonostante il libro sia del 1904, e realistica; usa molte espressioni dialettali (spiegate in note a fondo pagina) che aiutano il lettore ad immedesimarsi.
Vi è una piccola parte con ambientazione a Roma che ho trovato veramente ripetitiva e monotona, forse a rappresentare la routine urbana o l'estraniazione di Anania, ma non mi è comunque piaciuta.
Nel complesso, ho trovato questo libro per niente frivolo e con significati profondi: a volte, quando si parla dell'amore o della vita, si tende a ripetere sempre le stesse cose, stile "minestra riscaldata", mentre la Deledda usa frasi che descrivono perfettamente ciò che una persona può provare ed il lettore ci si rivede e ne resta colpito. 
Un romanzo da gustare e da leggere con attenzione.


VOTO: 8 

1 commento:

  1. Ciao ^.^ Sono stata nominata per un premio su due blog stranieri; si tratta del Liebster Blog Award, un giochino/tag molto carino molto in voga tra blogger americani; a mia volta ho nominato te, spero ti faccia piacere. Clicca questo link per i dettaglio:

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