Qui troverai ciò che vuoi:

domenica 15 novembre 2015

Narciso e Boccadoro - Hermann Hesse

Narciso e Boccadoro - Hermann Hesse
Pagine: 283
Edizione: Oscar Mondadori
Titolo originale: Narziss und Goldmund


TRAMA                                                                                
Nel Medioevo leggendario del cattolicesimo monastico si snoda la storia dell'amicizia tra il dotto e ascetico Narciso, destinato a una brillante carriera religiosa al riparo dalle insidie del mondo e della storia, e Boccadoro, l'artista geniale e vagabondo, tentato dall'infinita ricchezza della vita e segretamente innamorato della sua caducità. Ripercorrendo una delle epoche storiche che più gli erano congeniali, Hermann Hesse riflette sul tema, centrale nella sua poetica, del contrasto fra natura e spirito, fra eros e logos, fra arte e ascesi, alla ricerca di una loro possibile integrazione.


RECENSIONE                                                                          
Quando penso alla scrittura di Hermann Hesse, mi immagino dei fiori. E' leggera, delicata, profumata; accarezza il lettore con le sue parole componendo tante frasi che sarebbero da appendere in camera e da leggere ogni mattina quando si aprono gli occhi. Peccato che, questa volta, le suddette frasi siano inserite in un contesto che non mi è piaciuto.
Narciso e Boccadoro è un romanzo che parla di tante cose, tranne che di Narciso e Boccadoro, e in cui in sostanza non avviene niente. La prima parte del romanzo si svolge nel convento di Mariabronn ed è a Narciso che viene affidato il ruolo di apertura del romanzo, il difficile compito di trascinare il lettore nelle pagine e di far sì che vi rimanga fino alla fine e, almeno inizialmente, l'obiettivo è raggiunto con successo. Presto si crea un triangolo di rapporti in cui Narciso occupa un vertice, l'abate Daniele e Boccadoro gli altri due. L'abate Daniele, semplice e buono, dallo sguardo chiaro, calmo e umile fa come da moderatore tra i due animi opposti, i due spiriti superiori di Narciso e Boccadoro. L'uno scuro e magro, l'altro radioso e florido; l'uno pensatore e analizzatore, l'altro un fanciullo sognatore, attratti inevitabilmente l'uno dall'altro, ma trattenuti dal timore del conflitto. Tutti i presupposti per una storia di amore intellettuale e platonico vengono abbandonati nel momento in cui Boccadoro decide di andarsene a zonzo per il mondo. Immaginate Narciso immobile e immutato, chiuso nel convento di Mariabronn, che svanisce a poco a poco, abbandonato dopo pochi capitoli come la comparsa di un film che, nonostante le sue buone probabilità di diventare una star, viene lasciata da parte. Ed ora, di fianco a lui, immaginate Boccadoro come una pallina di flipper, che rimbalza da un luogo all'altro senza una meta, in balia del fato o di chi per lui. Narciso resta un personaggio piatto, di cui si può arrivare a conoscere solo la facciata: lo conosciamo per ciò che è nel presente, ma se durante la lettura qualcuno si chiedesse il motivo delle sue scelte, resterebbe senza risposta. Ai nostri occhi non ha un passato e, anche tutto il suo futuro, è reciso per lasciar spazio ai viaggi di Boccadoro.
Il libro avrebbe potuto chiamarsi Boccadoro e basta, poichè lo segue passo passo dai suoi primi giorni nel convento quand'era solo un ragazzino e poi nell'età dello sviluppo e durante il suo viaggio all'insegna del piacere. Dopo l'amore intellettuale, puro e nobile, Boccadoro conosce e sperimenta l'amore carnale che dura solo una notte e poi viene dimenticato. L'unica cosa che mi è piaciuta di questo sviluppo del racconto è che le donne non vengono mai adoperate come mero oggetto, esse non sono vittime della lussuria di Boccadoro, bensì egli sembra essere vittima della loro. La figura femminile è venerata per le sensazioni che solo essa sa dare; Boccadoro non sa resistervi, si abbandona anche alle meno belle o a quelle totalmente insignificanti, "assaporandone" i gesti, le attitudini e gli sguardi. L'unico inconveniente è che la frenesia sessuale diventa un personaggio al posto di Boccadoro stesso, che resta abbastanza indefinito, poco caratterizzato così come era già avvenuto con Narciso all'inizio del romanzo. Pur essendo presente dalle prime fino alle ultime pagine, conosciamo ben poco della sua interiorità, se non la sua predisposizione per l'arte e il desiderio di vivere da vagabondo e di votarsi a amore e voluttà, che "gli parevano l'unica cosa che potesse davvero scaldare la vita, e darle un valore."
Un libro notevole dal punto di vista dello stile, come c'è da aspettarsi da Hermann Hesse, ma scarno da quello delle emozioni e del contenuto.


VOTO: 5

Nessun commento:

Posta un commento