Qui troverai ciò che vuoi:

martedì 24 novembre 2015

Berlin - Fabio Geda, Marco Magnone

Berlin - Fabio Geda, Marco Magnone
Pagine: 202
Edizione: Mondadori


TRAMA                                                                                    
E' l'Aprile 1978: sono passati tre anni da quando un misterioso virus ha decimato uno dopo l'altro tutti gli adulti di Berlino. In una città spettrale e decadente, gli unici superstiti sono i ragazzi e le ragazze divisi in gruppi rivali, che ogni giorno lottano per sopravvivere con un'unica certezza: dopo i sedici anni, quando meno se lo aspettano, il virus ucciderà anche loro.
Tutto cambia quando qualcuno rapisce il piccolo Theo e lo porta via dall'isola dove viveva con Christa e le ragazze dell'Havel.
Per salvare il bambino, Christa ha bisogno dell'aiuto di Jakob e dei suoi compagni di Gropiusstadt: insieme dovranno attraversare una Berlino fantasma fino all'aeroporto di Tegel, covo del più violento gruppo della città. 


RECENSIONE                                                                                                                           
Non mi aspettavo un libro simile da Fabio Geda, mi incuriosiva; inoltre il titolo, Berlin, non poteva passare inosservato ai miei occhi. Mi sono innamorata di Berlino il 30 Agosto 2014, da quel giorno me la porto nel cuore e ogni libro che vi sia ambientato deve essere mio. Diciamo che mi serve per sentirla più vicina, per farmi rivivere la sua atmosfera. L'atmosfera di questa Berlino di Geda e Magnone non è quella che io ho conosciuto: rispetto alla Berlino in evoluzione e in fermento, piena di cantieri e persone da tutto il mondo, questa è una città statica, immobile e permeata dalla morte. Il muro è una ferita che la spacca in due; il virus che ha sterminato gli adulti l'ha resa ancor più desolata. 
Quasi scimmiottando le grandi potenze che dopo la Seconda Guerra Mondiale si divisero la Germania, i ragazzi sopravvissuti si raggruppano in 5 zone distinte nei punti focali della città , dove si trovavano i monumenti più imponenti o i più famosi luoghi di aggregazione: il quartiere di Gropiusstadt, l'Havel, il Reichstag, l'aeroporto Tegel e lo Zoo. Le età sono varie, tra i personaggi principali si va dai 9 ai 14 e 15 anni; si arriva fino a 18 o 19 fra i veterani trattati con riverenza, perchè scampati di due o tre anni al virus e perchè si portano la morte addosso, come un diavoletto sulla spalla che potrebbe attaccarli da un momento all'altro. Questi numeri che definiscono l'età, però, sono solo convenzioni, poichè è facile dimenticarsi che chi abbiamo davanti ha quattordici anni, nel momento in cui inizia a camminare sui carboni ardenti: il contesto darwiniano di lotta per la sopravvivenza li forza a crescere più velocemente ed anche i ragazzini più piccoli assumono atteggiamenti poco consoni. Li ho sentiti tutti molto distanti, poco realistici e non sono riuscita a tifare per qualcuno in particolare anche nei momenti di scontro, perchè la narrazione a capitoli brevi e il ritmo serrato non mi hanno dato il tempo di affezionarmi. Le ambientazioni sono accennate, si mette il fuoco solo su qualche zona, per esempio il quartiere intorno al Tegel con i graffiti e le vetrine rotte, e la maggior parte dell'azione si svolge la sera, per cui si possono intuire atmosfere cupe e quasi spettrali, ma niente di più.                 
I personaggi sono piatti, privi di descrizione fisica e caratterizzazione; son tutti privi di un passato tranne Christa e Jakob che, ogni tanto, sono tormentati dai flashback di una vita che non esiste più. Tra i due si può intuire un legame che mi ha ricordato le faville rosse che si nascondono sotto le braci spente, e che basta soffiarci sopra per far rivivere un fuoco. E' un'affinità appena abbozzata, che si presuppone verrà portata avanti nei successivi libri della serie (esattamente, sette).
E' un libro scorrevole dalla scrittura semplice, che si basa sui fatti, l'azione e si legge tutto d'un fiato, ma che non mi ha entusiasmato nè emozionato. Mi ha lasciata abbastanza impassibile anche il finale, nonostante non fosse come me l'ero aspettato. 
Forse una storia che non ha appagato le mie aspettative, perchè non adatto a me, alla mia età e al livello delle mie solite letture; penso, al contrario, che a un pubblico giovane, per esempio dai 12 anni possa risultare estremamente piacevole e soddisfacente. Per questo, non mi sento di punirlo, ma semplicemente di affidarlo ad altre mani.


VOTO: 6  

Nessun commento:

Posta un commento