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venerdì 17 luglio 2015

The reader, A voce alta - Bernhard Schlink

The reader - Bernhard Schlink
Pagine: 180
Edizione: Garzanti
Titolo originale: The reader


TRAMA                                                                                      
Siamo negli anni Cinquanta e Michael Berg attraversa i primi turbamenti dell'adolescenza. Quando un giorno, per la strada, si sente male, viene soccorso da Hanna, che ha da poco superato la trentina. Colpito da questa donna gentile e sconosciuta, irresistibilmente attratto dalla sua misteriosa e profonda sensualità, Michael riesce a rintracciarla. Tra loro nasce un'intensa relazione, fatta di passioni e di pudori. Presto, però, Michael intuisce che nella vita di Hanna, nel suo passato, ci sono altri misteri: qualcosa che lei non può rivelargli e che segnerà per sempre il destino di entrambi.


RECENSIONE                                                                                                                      
Una storia d'amore illecita. Lei trentenne, lui quindicenne; lui è la sua metà, ma non nel senso che di solito s'intende. 
Una vita rovinata da questo amore malato, travolgente e unico, sempre non nel senso che si intende di solito. 
Un processo, un'ossessione portata avanti anche quando si potrebbe lasciare "indietro".
Il libro è diviso in tre parti, la cui scarna presentazione potrebbe essere quella che io ho scritto. Si può dire che il filone centrale sia l'amore. Un amore prematuro da una parte, tardivo dall'altra. Hanna potrebbe quasi essere sua madre, è una donna che lavora e vive sola; ma il suo fascino, la sua sensualità e anche il suo mistero soggiogano Michael. Incuranti del divario che li separa, molto audaci, quasi imprudenti, portano avanti il loro amore che non ha età. Ma per noi lettori è impossibile dimenticarsene, la superiorità di Hanna è onnipresente: nel modo in cui si muove, nel modo in cui parla, nel modo in cui si relaziona c'è una rigidità e una compostezza che tendono a far muro nei confronti di Michael e del lettore stesso, come se attraverso i forellini che cerchiamo di scavare in quel muro, lei non ci lasciasse guardare. Innamorarsi significa anche lasciarsi modellare dall'altro, lasciarsi andare nelle sue mani, ma lei mi ha dato l'impressione di essere talmente poco malleabile, da non poter essere innamorata veramente. D'altra parte, invece, Michael è ossessionato da questa donna che arrivare a sostituire, in qualche modo, la figura materna totalmente assente nel libro, come se invece di amore si trattasse di un qualche tipo particolare di nevrosi. E' infestato da Hanna ed è condizionato da lei anche quando lei scompare, uscendo bruscamente dalla sua vita senza nemmeno salutare.
Attorno a questa "ciocca" centrale della treccia, si annodano altri temi e altri tempi. Michael cresce e sulla sua strada, il tempo dell'adolescenza sfuma in lontananza e i suoi passi lo conducono verso l'età adulta, verso gli studi di legge, verso un tribunale. Ma anche verso il matrimonio, verso una figlia, verso il divorzio, perchè nessuno potrà mai essere come Hanna. Hanna che lui ha visto seduta, rigida e composta, al banco degli imputati.
Il tema del confronto col passato nazista, di una generazione indignata nei confronti di chi ha potuto lasciar accadere scempi e stragi; il tema della vergogna, che può arrivare a compromettere un'intera vita.
La base, l'idea di fondo su cui poggia questo libro è estremamente buona. Accattivante, provocatrice, importante, poichè su temi simili non bisogna lasciar cadere il silenzio. Ciò che non mi è andato proprio a genio è lo stile, la scrittura, la narrazione. Ho trovato che non fosse particolarmente scorrevole, la lettura è continuamente intralciata dai grovigli indistricabili di pensieri o dai capitoli troppo brevi che spezzano l'insieme. Inoltre, tutto sembra abbastanza abbozzato: i racconti sembrano tutti staccati fra loro, come tante stampe di diapositive in un album fotografico, divise tra loro da uno strato di carta e divise dall'osservatore da una pellicola trasparente. Sono tanti flash abbastanza superficiali, nonostante talvolta si lasci spazio a qualche riflessione meditativa del protagonista e si può dire che la pellicola trasparente che divide l'immagine dal lettore sia lo stile. Come quando le opere d'arte, le statue, i quadri grandiosi sono chiusi dietro a enormi teche di vetro per evitare che si rovinino e, certo, l'usura del tempo si sente meno e sono protette da qualche matto che potrebbe farle a pezzi, ma la visuale per l'innocuo appassionato che vorrebbe rimanere stupefatto davanti alla potenza dell'arte è
ostacolata. Allo stesso modo, la storia ci viene raccontata da una voce fredda, distaccata e totalmente priva di pathos, che elimina del tutto l'emozione che ci si aspetta da un libro simile. L'amore illecito, il processo giudiziario, la vita tormentata sono cosa che nella vita normale ci farebbero struggere, commuovere, infervorare, ma che nel libro sono totalmente piatte.
E' il solito caso di una storia che è come un'ingannevole casetta: un giardino curato e l'intonaco immacolato all'esterno, ma i pavimenti sporchi e un odore opprimente all'interno; qualcosa che promette bene da fuori, ma che poi si conclude in un mucchietto di cenere.


VOTO: 6-

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