La sposa giovane - Alessandro Baricco
Pagine: 183
Edizione: Feltrinelli
TRAMA
Siamo all'inizio del secolo scorso. La promessa sposa è giovane, arriva da lontano e la famiglia la accoglie, quasi distrattamente, nella elegante residenza fuori città. Il figlio non c'è, è lontano, a curare gli affari della prospera azienda tessile. Manda doni ingombranti. E la sposa lo attende dentro le intatte e rituali abitudini della casa, soprattutto le ricche colazioni senza fine. C'è in queste ore diurne un'eccitazione, una gioia, un brio direttamente proporzionale all'ansia, allo spasimo delle ore notturne, che, così vuole la leggenda, sono quelle in cui, nel corso di più generazioni, uomini e donne della famiglia hanno continuato a morire. Il maggiordomo Modesto si aggira, esatto, a garantire i ritmi della comunità. Lo zio agisce e delibera dietro il velo di un sonno che non lo abbandona mai. Il padre, mite e fermo, scende in città tutti i giovedì. La figlia combatte contro l'incubo della notte. La madre vive nell'aura della sua bellezza mitologica. Tutto sembra convergere intorno all'attesa del figlio. E in quell'attesa tutti i personaggi cercano di salvarsi.
RECENSIONE
Vorrei iniziare con un consiglio: non leggete la trama di questo libro, se decidete di leggerlo. Io stessa, qui, l'ho riportata per semplice formalità e la storia l'ho letta alla cieca. Iniziatelo anche voi senza saperne niente, accarezzatene la copertina e annusatene le pagine; affidatevi a lui così come vi affidereste a un appuntamento al buio. Varcate cautamente la soglia di questa casa che vi si staglia davanti agli occhi ed osservate.
Io me la sono immaginata principalmente bianca con larghi corridoi illuminati dalla luce del sole che filtra tenue dalle tende color pastello, niente a turbare la compostezza e la pace, la calma imposta da una rigida routine che nulla può disturbare. I rituali hanno il completo controllo sui protagonisti, tanto da renderli semplici marionette senza nome: la Madre, il Padre, la Sposa Giovane, il Figlio, la Figlia, lo Zio ed il maggiordomo Modesto, che impersona una qualità invece che un'abitudine. Ma ognuno di questi, pur nella fissità dei propri giorni, riesce a spiccare per qualche vizio, qualche sfizio che ai personaggi di Baricco non manca mai. Non so come faccia a trovare caratteristiche e attitudini sempre nuove da attribuire alle sue creazioni, fatto sta che ognuna è unica e non si ripete mai.
Tutto ruota attorno alla figura della sposa, di cui seguiamo la trasformazione da crisalide a farfalla grazie a due interessantissime figure femminili, le api regine dell'alveare che indirizzano la sposa verso due atteggiamenti contrapposti: l'annullamento di sè o l'esaltazione della propria femminilità, due fasi che più o meno tutte attraversiamo crescendo, nel passaggio dall'infanzia alla pubertà, quando accantoniamo le ginocchia sbucciate e le macchie di terra sulle magliette per far spazio ai trucchi e ai profumi. La ragazza non è parte della famiglia, ma col tempo arriverà ad amalgamarsi. Si sa, però, che aggiungendo un ingrediente il risultato non potrà mai essere uguale e quindi, silenziosa ed inosservata, porta scompiglio, aggiunge un retrogusto lieve che ci resta incollato alla punta della lingua. Rappresenta la rottura di un equilibrio, come un tassello che vuole incastrarsi a forza in un puzzle già finito.
Due temi che a me piacciono particolarmente e che questo libro tratta sono quello dell'attesa e dell'illusione bruscamente e incurantemente calpestata; Baricco, per rappresentarli, utilizza un'unica stupefacente ed efficace immagine: una sposa che aspetta, sola, in una casa completamente vuota. I cassetti sono stati svuotati, i mobili coperti da lenzuoli, i quadri staccati dalle pareti in vista di un viaggio che, per tradizione, dovrebbe lasciarsi alle spalle il vuoto. Ma questa volta, una figura si staglia sulla soglia dell'uscio e spezza l'integrità, come d'altronde si impegna a fare per tutto il libro.
La villa citata più e più volte non è l'unico luogo in cui la ragazza dovrà confrontarsi con un mondo che non le appartiene. Baricco sceglie un'altra ambientazione, abbastanza inusuale, ma che ha pur sempre qualcosa a che fare con quell'abitazione dall'atmosfera delicata, ma languida: un bordello, un ambito di lussuria ed erotismo in cui si raggiungerà il culmina della bellezza, della pura estetica.
L'emblema del peccato e della perdizione è descritto in modo velato, senza scadere mai nel volgare: si rimane superiori alla materia, la scrittura sembra quasi astratta. Qui si svolgerà anche il finale, che rappresenta allo stesso tempo la novità, pecora nera nella vita di routine a cui ci eravamo quasi adattati, e un circolo che si chiude, un serpente che si mangia la coda.
Baricco, ancora una volta, è stato capace di stupirmi e di farmi leggere un piccolo e incantevole romanzo. Ormai, nel cuore ho un piccolo buchino riservato ai suoi personaggi che si accatastano uno sulla testa dell'altro, schiacciandosi...prima o poi mi scoppierà.
VOTO: 9
Baricco conquista ed emoziona. Ho letto anch'io "La sposa giovane" provando mille emozioni. Un romanzo che tutti dovrebbero leggere. Complimenti per la bellissima recensione :)
RispondiEliminaGrazie mille! Baricco uno dei miei scrittori preferiti.
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