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domenica 22 settembre 2013

Il ballo - Irene Nemirovski

Il ballo - Irene Nemirovski
Pagine: 124
Edizione: Newton Compton
Titolo originale: Le Bal


TRAMA
Per i Kampf l'organizzazione del ricevimento, a cui sono invitati i maggiorenti della città, è un'occupazione serissima.
Tutto deve funzionare alla perfezione, come il meccanismo di un prezioso orologio. Proprio per questo, il ballo, che dovrebbe segnare l'ingresso della quattordicenne Antoinette nella brillante società parigina, è un sogno più per la madre, volgare e arcigna parvenue, che per la ragazza. 


RECENSIONE
Mi era stata consigliata più e più volte la scrittrice Nemirovski, ma soprattutto questo suo libro. Così, approfittando dell'edizione economica della Newton Compton l'ho comprato.
Da subito, veniamo introdotti nel tema del libro: conflitti fra madre e figlia.
Mi ha ricordato, in qualche modo, i litigi fra Elizabeth Bennet e sua madre in Orgoglio e Pregiudizio. L'unica differenza è che in questa breve storia il tutto è portato all'eccesso. Antoinette arriva a sentirsi in una prigione, senza nessun conforto; la madre risulta quasi disumana, sembra non sopportare nemmeno di vederla.
Una cosa che stupisce è il parallelismo tra i personaggi che l'autrice crea. Infatti, pur essendo in continuo conflitto, sono estremamente simili e questo ci viene fatto capire da un desiderio comune, inespresso e forse irrealizzabile; dai gesti che entrambe fanno, come fossero di fronte ad uno specchio.
La trama di base prometteva bene, ma in realtà ho trovato che sia stata svolta in una maniera un po' povera di dettagli. Il libro è, infatti, molto breve e anche abbastanza semplice, soprattutto per quanto riguarda il sogno della ragazza adolescente che avrebbe potuto essere uno spunto per aggiungere qualcosa, o avrebbe dovuto essere, a mio parere, molto più approfondito.
Devo ammettere che mi ha un po' deluso. Mi aspettavo qualcosa di un po' più sfarzoso e di meglio elaborato, atmosfere magiche come quelle degli altri classici, mentre invece, l'unica atmosfera che si ha è appesantita dai litigi e poco piacevole.



VOTO: 6

sabato 21 settembre 2013

Compagno di sbronze - Charles Bukowski

Compagno di sbronze - Charles Bukowski
Pagine: 200
Edizione: Economica Feltrinelli
Titolo originale: General tales of ordinary madness


TRAMA

Poeta dell'eccesso, Bukowski porta alta la bandiera di un anticonformismo californiano che ha una lunga storia alle spalle. Se in Compagno di sbronze forse più che altrove, la vena satirico-umoristica dell'autore assume talora colorature selvagge o addirittura feroci, ciò consegue dal rilievo conferito all'atmosfera alienante di Los Angeles.
Ma anche in questi racconti il vitalismo sfrenato, la scelta provocatoria dell'emarginazione e della provvisorietà, la sessualità eternamente in furore sono tanti sberleffi contro il perbenismo conformista.


RECENSIONE
In questo periodo, mi è capitato spesso di leggere citazioni di Charles Bukowski principalmente riguardanti l'amore, come la famosa "Trova ciò che ami e lascia che ti uccida." Inoltre, tra le mani mi era già capitato Storie di ordinaria follia, di cui avevo letto solo il primo racconto che poi avevo abbandonato perchè avevo voglia di leggere qualcosa di diverso.
Così ho preso l'iniziativa di provare a concludere qualche suo libro.
Mi è stato prestato Compagno di sbronze, una raccolta di racconti proprio come Storie di ordinaria follia.
Sicuramente, chi conosce Bukowski solo attraverso le frasi di cui parlavo sopra, stenterà a riconoscerlo. Io ero già informata sul suo conto, perchè mi incuriosiva parecchio, ed ero venuta a conoscenza della sua rudezza e schiettezza.
E' certamente un libro fuori dagli schemi, che non segue un filo logico preciso, se non quello della denuncia. Denuncia alla politica, ad una società che giudica marcia, ai comportamenti malati e viziosi degli esseri umani. Per esempio, ci sono storie sulle bombe, su un pedofilo che stupra una bambina. Altri temi, che anche se trattati in modo diverso sono quasi sempre i medesimi, sono: alcol, donne, prostitute, sesso e violenza.
Ci sono capitoli quasi interamente di dialogo, capitoli un po' più concentrati sulla mente di chi vi fa da protagonista. Un fattore che li accomuna tutti è la scrittura: aspra, secca, rude e talvolta un po' troppo volgare per i miei gusti. E' proprio questo che differenzia i libri di Bukowski dagli altri: lo stile. Può essere amato o odiato, una cosa o l'altra. 
Non sempre amo le parolacce o la volgarità nei libri, infatti alcuni capitoli sarebbero stati proprio da scartare, ma nella maggior parte dei casi il suo linguaggio mi è piaciuto. E' come se ci parlasse di sè, indirettamente: è un linguaggio che sembra arrivare da una persona che viaggia controcorrente, un po' misantropa, che non si lega a nessuno in modo permanente, uno spirito libero che non ha ancora trovato un suo scopo nella vita.
Lo sfondo è quello di masse in movimento, masse omologate che seguono un obiettivo perchè è così che devono fare e non per convinzione personale. 
In mezzo, c'è Bukowski, che si rende protagonista delle sue stesse storie. E' una cosa che mi è piaciuta particolarmente, perchè credo che sia un atto coraggioso racchiudersi in racconti in cui la maggior parte dei comportamenti sono sbagliati, raccontare dei propri lati negativi e poi pubblicare tutto in un libro.
Un'impressione che ho avuto è quella che, pur autocriticandosi, restava sempre ad un livello superiore degli altri. Dell'altra gente che gli ruota attorno, così come fa su stesso, lascia che emergano solo i lati negativi, o l'indifferenza che lui prova nei loro confronti e questo tende a mantenerlo sempre su un gradino più alto.
Insomma, è un libro che da spunto a riflessioni e discussioni interpretabili e soggettive, un libro non per tutti. Adatto a chi è forte di stomaco. Adatto a chi ha bisogno di un salto nel concreto, di venire a contatto con lo sporco e la corruzione e tutti i lati oscuri della società. Un libro che, pur non avendomi entusiasmato al pari di altri, ho apprezzo e mi ha incitato a leggere altro dello stesso autore.


VOTO: 7

mercoledì 11 settembre 2013

Oceano mare - Alessandro Baricco

Oceano mare - Alessandro Baricco
Pagine: 212
Edizione: Universale Economica Feltrinelli


TRAMA
Oceano mare racconta del naufragio di una fregata della marina francese, molto tempo fa, in un oceano. Gli uomini a bordo cercheranno di salvarsi su una zattera.
Sul mare si incontreranno le vicende di strani personaggi. Come il professor Bartleboom, che cerca di stabilire dove finisce il mare, o il pittore Plasson che dipinge solo con l'acqua marina, e tanti altri individui in cerca di sè, sospesi sul bordo dell'oceano, col destino segnato dal mare. E sul mare si affaccia anche la locanda Almayer, dove le tante storie confluiscono. 


RECENSIONE
Ho letto questo libro svariate volte. Ricordo, che la prima ne rimasi talmente affascinata da inserirlo nei miei preferiti. Ho deciso di rileggerlo, perchè mi ero in parte dimenticata la storia e avevo bisogno di "riconfermare", in qualche modo, il suo posto in classifica.
E la rilettura ha avuto un esito più che positivo. Forse perchè sono un po' più grande di quando lo avevo letto le prime volte, ma l'ho percepito molto di più. 
L'incanto, la magia, la purezza e allo stesso tempo la verità sulla natura umana che trasmette, mi hanno raggiunto in modo molto più profondo delle volte precedenti.
Il libro è diviso in tre parti: Locanda Almayer, Il ventre del mare e I canti del ritorno. Nella prima, facciamo la conoscenza dei personaggi.
Ognuno di loro, nessuno escluso, ha qualcosa che lo rende unico e diverso da quelli degli altri libri.
Uno di quelli che mi piace di più è Bartleboom, che scrive un'enciclopedia sui limiti della natura ed è alla locanda Almayer per stabilire dove finisce il mare. Aspetta la sua donna da tutta una vita e, pur non conoscendola, ogni giorno le scrive una lettera con l'obiettivo di consegnargliele tutte, un giorno, quando la incontrerà: le donerà i suoi giorni.
Un'altra che adoro è Ann Deverià, mandata dal marito alla locanda per "espiare i suoi peccati": è follemente innamorata del suo amante che non riesce a dimenticare e che aspetta.
Poi c'è Plasson, che dipinge solo quadri bianchi perchè non trova gli occhi del mare, e Elisewin.E' terribilmente sensibile e non riesce a vivere veramente, per paura delle emozioni troppo forti, così viene mandata al mare per curarsi.
Nella seconda parte viene approfondito il passato di uno dei personaggi, che viene introdotto solo nelle ultime pagine della prima parte e quindi non ci sembra importante, finchè non conosciamo la sua vera storia.
La terza e ultima sezione è a sua volta divisa in più parti, in cui si conclude il percorso di ognuno e anche quello della storia che fa da filo conduttore di tutto il libro.
Ciò che affascina, però, è la narrazione. Ciò che viene raccontato è indubbiamente molto suggestivo, ma la scrittura di Baricco mi è sempre sembrata di un livello particolarmente elevato e apprezzabile da chi ama le allusioni.
Parlando del mare parla dell'amore e parlando di un bambino parla di purezza e sogni.
"E com'è?...Il mare, com'è?"
Sorride, Elisewin.
"Bellissimo"
"E poi?"
Non smette di sorridere, Elisewin.
"A un certo punto, finisce."
Non c'è altro da dire. Penso che possa essere un libro un po' interpretabile, che può essere o amato o odiato. 
Io, mi unisco alla prima categoria.
Oceano mare è un libro che, sicuramente, consiglio a chiunque abbia voglia di trovare un po' di poesia leggendo la vita di altre persone.


VOTO: 10

domenica 8 settembre 2013

#Prossime uscite Buttefly Edizioni

Ecco l'anteprima del prossimo libro in uscita, prevista per il 10 Settembre, di Butterfly Edizioni: 


I colori che ho dentro - Nadia Boccacci
Pagine: 176
Edizione: Butterfly Edizioni
Prezzo: 12,90€


TRAMA
Grigio: l'incertezza di Gemma e i dubbi a proposito di Marco, il ragazzo che ama ma che la tradisce. 
Giallo: il caldo ricordo di tata Armida, l'odore del tè e dei biscotti, le fiabe con le quali allietava una Gemma bambina. E poi il blu cupo dell'addio a Marco e il rosso tumultuoso di un nuovo incontro: quello con Pierre, artista pieno di talento ma anche di segreti. Sul fondo, le tinte accese di un'assenza che ha segnato la vita di Gemma e che ancora brucia come una ferita aperta: l'allontanamento di sua madre e il continuo ondeggiare tra nero e bianco, rancore e perdono.
Con una narrazione che è poesia di colori, Nadia Boccacci ci insegna che siamo i soli padroni di noi stessi e che solo noi possiamo decidere se lasciarci trasportare dalla corrente o se vivere tutte le nostre sfumature, anche quelle più cupe. In fondo, come Gemma scoprirà, niente è nero per sempre: bisogna solo trovare, nel fondo di sè, il coraggio di vivere a colori.

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