C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo - Efraim Medina Reyes Pagine: 173 Edizione: Universale economica Feltrinelli Titolo originale: Erase una vez el amor pero tuve que matarlo |
TRAMA
Un romanzo egocentrico, disordinato, rabbioso. Un romanzo che non lascia passare l'immagine magica del Sud America a cui ci hanno abituati gli scrittori latinoamericani.
Quella di Medina Reyes è un Colombia dura, spinosa, quasi invivibile.
In questo panorama Reptil (per gli amici Rep), protagonista del romanzo, balza fuori come l'eroe di una vitalità barbara, come un maestro di vita beffardo e sboccato diviso fra aggressività e disperazione. Vuole cominciare una nuova vita, dimenticare la ragazza che lo ha lasciato, perdersi nell'inconcludente disordine della metropoli, inventarsi un film e intanto fa i conti con i suoi miti rock: l'amore devastante di Sid Vicious e Nancy, il caos interiore di Kurt Cobain.
RECENSIONE
Ho comprato questo libro grazie al titolo che mi era piaciuto tantissimo (adoro i titoli lunghi) e ne avevo aspettative molto alte le quali, però, sono state tutte deluse.
Sembra un libro abbozzato: a mio parere se fosse stato strutturato diversamente e approfondito, sarebbe potuto essere anche piacevole.
Al contrario. E' troppo, troppo confuso. Non ho trovato legami tra un capitolo e l'altro, o addirittura tra un paragrafo e l'altro, e l'autore cambia luogo e anno a suo piacimento, cosa che mi ha fatto perdere completamente il filo logico e cronologico della storia.
Inoltre, non ha un vero e proprio finale. Non inizia e non si conclude, è come se il protagonista vagasse in uno spazio vuoto senza mai arrivare da nessuna parte.
L'unica cosa che un po' mi è piaciuta è stata qualche riflessione sull'amore da parte di Rep che però duravano giusto la lunghezza di un paragrafo, per poi continuare a perdersi in parole crude e volgari.
Mi ha deluso tantissimo.
VOTO: 5-
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