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TRAMA
Date le scarse notizie riguardo agli eventi successivi alla battaglia di Farsalo ed alla prosecuzion della guerra in Egitto, L'Aquila d'Egitto è un romanzo concepito per offrire un possibile svolgimento dei fatti in base ai reali svolgimenti delle operazioni belliche contro Pompeo fino alla città di Alessandria.
RECENSIONE

Fin dalla prima cosa che ho letto di questo libro, le fonti, non ho potuto che ammirare lo zelo e la passione che ne scaturiscono. Su Giulio Cesare, tanto quanto su Napoleone o su Colombo o su qualsiasi altro eroe del passato conosciuto in tutto il mondo, sono state scritte un'infinità di cose: biografie, saggi che tentano di indagare la psiche di questi "mostri storici", dibattiti dalle forti prese di posizione sulle possibili simpatie o antipatie che questi ci suscitano, ma questo libro non parla di uno di quei numerosi eventi che possiamo trovare sui libri scolastici di storia, romanzandolo un po', bensì tra tutti sceglie l'episodio più tralasciato e vi costruisce sopra un immaginario castello. Un castello estremamente sfarzoso, curato nei minimi dettagli nella sua architettura: Cesare non è un uomo semplice, merita di essere descritto adeguatamente. E così, l'autore spulcia il suo "De bello Gallico" e "De Bello Civili", le testimonianze di Plutarco e di Svetonio e per aggiungere un pizzico di pepe, inserisce anche qualche pettegolezzo e superstizione. Cura gli abiti, le ambientazioni, il cibo e le strade, le personalità dei soldati e di Cesare stesso. Un Cesare che non mi aspettavo, che totalmente rapito da una follia notturna incalza il suo cavallo a correre nelle foreste o nelle pianure, fino ad arrivare al mare o a un tempio. Le uscite notturne di Cesare sono state alcuni dei punti più interessanti, perchè sono quei momenti onirici e quasi irreali che mi affascinano ogni volta.
Da persona quasi totalmente ignorante sull'argomento, sono stata introdotta nel mondo romano dell'avanti Cristo, che, come mi è stato dimostrato, può essere trasformato in qualcosa di estremamente attuale. Le ossessioni, le mire di vittoria e di potere, gli istinti peccaminosi che guidano i soldati nelle loro scorribande notturne sono elementi che possono essere con facilità traslati ai giorni nostri e che non sembrano appartenere a un mondo così lontano.
Tutti questi particolari hanno contribuito ad aumentare il coinvolgimento e mi hanno aiutato a seguire il filone della storia, che è abbastanza articolato. Non bisogna, infatti, lasciarsi ingannare dal fatto che sia un libro su Cesare, poichè di fianco a lui, sul podio dei personaggi, si staglia anche Pompeo. Volendo rappresentare gli apparentemente eterni scontri tra i due pilastri della storia antica, la visuale si sposta talvolta dall'uno all'altro in differenti capitoli e, inizialmente, questo fa sentire un po' spaesati, se non fosse che dopo un paio di paragrafi tutto torna ad inserirsi in un quadro generale più focalizzato. Anche l'Urbe, con i suoi fedeli e antagonisti a Cesare e, nel finale, Alessandria d'Egitto con la mirabile e leggendaria figura di Cleopatra sono ambientazioni presenti.
"Le costellazioni brillavano nel cielo; quante volte desiderò toccarle, avvicinarle,
vedere il mondo da un'angolazione diversa,
quante volte desiderò essere qualcun altro.
Non solo il nemico in battaglia per scoprire i suoi piani, ma anche solamente un uomo comune,
senza incarichi ufficiali, una vita senza affanni; tuttavia aveva un'impresa da compiere e l'avrebbe portata a termine a costo della vita."

In generale, una lettura piacevole, soprattutto per gli appassionati del soggetto o per chi vuole conoscere una versione dei fatti che non si potrà mai trovare su un libro di storia.
VOTO: 7
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