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lunedì 29 luglio 2013

Corner's Church - Matteo Zapparelli

Corner's Church - Matteo Zapparelli
Pagine: 184


TRAMA
Alex Snyder, detto Il Biondo, è un agente federale la cui unica ossessione è quella di trovare e ammazzare con le proprie mani un pericoloso serial killer, soprannominato Serpe, che ha ucciso il suo più caro amico e collega Bob. Il Biondo è un uomo malato, al quale un grave tumore al cervello ha concesso al massimo un paio d'anni. La sua vita non ha più alcun valore. Pur di trovare Serpe è disposto a tutto, scendendo a qualsiasi compromesso. Seguendo le tracce dell'assassino il Biondo giunge a Corner's Church, una minuscola cittadina del Colorado, dove stringe un patto con il vicesceriffo Benson, un uomo arrivista e svogliato, il cui unico interessa è concludere la carriera in bellezza. Tenendo nascosto il caso all'FBI, Benson spera di prendersi tutti i meriti, lasciando al Biondo la sua personale vendetta. 
E' un gioco perverso, quello di Serpe, ma è un gioco nel quale solo il Biondo è protagonista...


RECENSIONE
Quando l'autore stesso mi ha chiesto di recensire questo thriller, ho accettato subito, perchè incuriosita dai commenti positivi di un amico.
Nel primo capitolo siamo su un auto, malandata e impregnata dal fumo di sigarette Chesterfield. Corre su una strada dritta, in mezzo ai pini, in una notte buia e piovosa.
Nel secondo capitolo leggiamo una lettera del Biondo, il protagonista, per Serpe, il killer.
Da subito capiamo con chi abbiamo a che fare.
Il linguaggio è duro, schietto, talvolta volgare. Sono le parole di una persona che non ha più niente da perdere, rassegnata alla vita. 
Perchè il Biondo, ex investigatore dell'FBI, ha una malattia mortale al cervello e non più di un anno di vita.
Inoltre, tutto è scritto in terza persona e al presente, come se le azioni fossero proprio davanti ai nostri occhi e stessero accadendo un quel preciso istante; come se ci fosse un telecronista a tenerci informati su ciò che sta succedendo.
Seguiamo, quindi, l'investigatore Snyder nella sua caccia all'assassino quasi in tempo reale e nel momento in cui iniziamo la lettura è come se sigillassimo un patto. Non possiamo più lasciarlo perdere, dobbiamo assolutamente sapere chi si nascondere dietro i panni di quella persona spietata, capace di rapire le donne dalla propria casa per poi farle a pezzi con un coltello. 
Essere una ragazza e venire a contatto con eventi del genere è particolarmente suggestivo, soprattutto se chi racconta lo fa con una narrazione che rende le ambientazioni reali e palpabili. Le descrizioni sono svolte in modo accurato e minuzioso e ogni edificio si costruisce pezzo per pezzo, come a comporre un puzzle. 
La maggior parte dei luoghi sono deserti, desolati, abbandonati e, oltretutto, immersi nella boscaglia. Qui, il killer lega le sue vittime su una sedia, utilizzando corde o filo spinato. L'inquietudine ci assale ogni volta che la visuale si sposta su qualche fienile o fattoria.
L'unico posto che ci sembra un po' più familiare degli altri, è il centro di Corner's Church: è un paesino tranquillo, in cui tutti si conoscono. Ed è anche lo sfondo di una relazione appena sbocciata, che inizialmente mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca. E', forse, un po' troppo frettolosa per i miei gusti, perchè cambia chi la vive in modo quasi istantaneo. 
Mi ha fatto venire in mente la frase che dice: "Si cambia di colpo, non è vero che ci vuole tempo. Si cambia di colpo o non si cambia più...Perchè arriva il giorno perfetto in cui se hai coraggio ti ritrovi a cambiar pelle e smetti di portarti addosso tutti gli strati morti di una vita." Nonostante il mio scetticismo iniziale, però, anche la coppia avrà un ruolo importante all'interno dell'intreccio, per cui non è stata del tutto disprezzata.
Anche se questa atmosfera sembra preannunciarsi come una di quelle più stabili, si scatenerà in ogni caso la paura e la follia più spinta. Gli abitanti, soprattutto quelli di sesso femminile, hanno il terrore anche solo di passeggiare per strada e rimangono barricati nelle loro case, senza sentirsi al sicuro nemmeno lì. Ognuno comincia a dubitare degli stranieri in visita, ma anche degli amici o dei vicini di casa. 
E noi viviamo la loro stessa apprensione.
E' come se fossimo il pubblico e loro gli attori; la telecamera si sposta velocemente, i capitoli sono brevi e in ognuno di essi ci vengono presentate persone e ambienti nuovi. 
Se il capitolo appena finito si svolgeva di Martedì, i fatti di quello successivo si sarebbero potuti svolgere anche giorni dopo. E' come se avessimo la visione solo sui fatti essenziali, lasciando alcuni episodi, che sarebbe scontato raccontare, nel buio.
Questo favorisce la scorrevolezza e infatti, ho finito di leggerlo solo un giorno dopo averlo cominciato.
E qui, arriviamo al finale. Il libro termina con una lettera, proprio come all'inizio, con l'unica differenza che questa volta siamo noi i destinatari. Sarà lo stesso Snyder a raccontarci la verità dei fatti, lasciandoci a bocca aperta.
Ogni volta che leggo un thriller mi stupisco e rimango affascinata, pensando alla mente brillante di chi lo ha ideato. Anche qui, arrivata all'ultima pagina, ho vissuto le stesse emozioni. Vi dirò solo una cosa: l'ultima parola che leggerete sarà "BANG". 
Come resistere ad una tentazione simile?


VOTO: 8,5

venerdì 26 luglio 2013

Alice in Zombieland - Gena Showalter

Alice in Zombieland - Gena Showalter
Pagine: 295
Edizione: Harlequin Mondadori
Titolo originale: Alice in Zombieland


TRAMA
Se qualcuno mi avesse detto che la mia vita sarebbe cambiata in un momento, sarei scoppiata a ridere. E invece è proprio quello che è accaduto. Un attimo, un secondo, il tempo di un respiro, e tutto ciò che amavo è sparito. Mi chiamo Alice Bell, e la notte del mio sedicesimo compleanno ho perso la madre che adoravo, la mia sorellina e il padre che non ho mai capito finchè non è stato troppo tardi. Quella notte ho scoperto che lui aveva ragione: i mostri esistono veramente. Gli zombie mi hanno portato via tutto. E adesso non mi resta che la vendetta... 
Per realizzare i suoi propositi, Alice dovrà imparare a combattere contro i non-morti e fidarsi del peggiore dei cattivi ragazzi della scuola, Cole Holland. Ma lui nasconde dei segreti. E quei segreti potrebbero rivelarsi persino più pericolosi degli zombie.


RECENSIONE
Ormai leggere recensioni sui blog altrui è diventata un'abitudine quotidiana e quindi, dopo un po' di tempo, mi sono perfettamente abituata alla vista della copertina di Alice in Zombieland. Sembrava perseguitarmi ovunque e, come sempre, spinta dalla curiosità l'ho cominciato.
Se devo dire la verità, mi aspettavo un romanzo un po' grossolano, un'invasione apocalittica di zombie o cose simili. 
Per prima cosa, invece, mi ha colpito lo stile di narrazione dell'autrice. Che ci parla in prima persona è Alice, la protagonista, che apre la storia con le parole riportate nella trama. Un inizio accattivante, che ci spinge a proseguire.
L'introduzione alla tematica principale del libro, gli zombie, avviene gradualmente, come per lasciare tempo al lettore di "metabolizzare" l'irrealtà della situazione, creando così un mix tra la vita reale e l'horror sovrannaturale che incombe sui personaggi.
Sicuramente però, nemmeno la vita quotidiana della ragazza è del tutto ordinaria: l'infanzia e parte dell'adolescenza passata con una famiglia oppressa dal terrore del buio e delle atrocità che porta con sè, la perdita di tutto ciò che ama, l'insonnia causata dall'angoscia di essere aggredita e la scuola nuova. Forse quest'ultimo può sembrare un particolare irrilevante, in mezzo all'enormità degli altri, ma non è così. Già del primo giorno infatti, verrà a contatto con i ragazzi più inaffidabili, ma allo stesso tempo più misteriosi e intriganti. 
Nascerà anche una storia d'amore, ma fortunatamente non rientra in quelle tutte uguali in cui mi sono imbattuta spesso. E' una relazione un po' ambigua: essendoci una narrazione in prima persona, noi sappiamo cosa prova Alice realmente, ma avendo un carattere forte e deciso ed essendo stata ferita più volte, la ragazza è decisa a non arrendersi subito.
E' un amore quasi selvatico, quello che nasce, fatto di sono risposte secche, dialoghi studiati per offendersi e, allo stesso tempo, la dose giusta di dolcezza. 
Forse, questo è dovuto anche al fatto che sono i personaggi a essere particolari, e di conseguenza interagiscono fra loro in modo inusuale.
Quella che mi ha colpito di più è Kat, l'amica di Alice. E' molto insicura e soffre, ma si nasconde dietro un muro di sicurezza e fierezza di sè. E' disponibile, comprensiva e sarcastica e quando entra in scena è come se tutto si illuminasse.
Oltre a lei, anche tutti gli altri hanno qualche caratteristica che spicca e li rende unici, tranne Cole. E' forse il più stereotipato, anche se co-protagonista. E' attraente, muscoloso e tatuato, ha l'aria da ragazzo cattivo e dei fantastici occhi viola. Questo particolare mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, perchè sapeva di finzione.
Un altro particolare, forse un po' troppo esagerato è quello della sua casa: nella scuderia, infatti, possiede una vera e propria palestra con tanto di ring per i combattimenti.
Per il resto, ci appare tutto molto naturale, anche se razionalmente non lo è. 
Due dettagli minuziosi che ho apprezzato sono stati quello della descrizione della separazione tra spirito e corpo, e quella della nuvola a forma di coniglio. La prima è un'idea originale, che spinge anche a credere nella propria forza di volontà, ma che purtroppo non posso approfondire per evitare spoiler; la seconda, invece, mi aveva lasciata scettica, inizialmente. La nuvola a forma di coniglio sembra essere un monito al prestare attenzione, ma mi ero chiesta: perchè proprio un coniglio? Quando finalmente ho collegato "Alice in Zombieland" con la fiaba di Alice nel paese delle meraviglie, ho compreso tutto e ho gradito la scelta.
E' scorrevole e coinvolgente, infatti l'ho finito in un giorno solo. Ci vengono forniti dettagli su tutto, non ci sono informazioni mancanti, come se le stesse domande che si pone il lettore fossero state anticipate dall'autrice, che subito ci da una risposta. 
Anche la scrittura sembra studiata e accurata, tranne che negli sms. Forse, pensando di rendere il tutto un po' più attuale, li ha riempiti di terrificanti abbreviazioni che spero gli adolescenti non usino sul serio.
Una lettura piacevole e scorrevole, per chi non ha grandi pretese e ama le novità.


VOTO: 8

giovedì 25 luglio 2013

Se fosse per sempre - Tara Hudson

Se fosse per sempre - Tara Hudson
Pagine: 360
Edizione: Nord
Titolo originale: Hereafter


TRAMA
Chissà da quanti anni Amelia si aggira sull'argine del fiume, invisibile al mondo e sospesa in un eterno presente. Quand'è morta - proprio in quel fiume - di anni ne aveva solo diciotto e, da allora, una specie di nebbia ha inghiottito ogni suo ricordo, dal volto della madre alle risate degli amici, dal profumo delle rose al sapore delle albicocche, condannandola a una cupa solitudine. Finchè un giorno, avviene una cosa incredibile: nelle stesse acque scure che hanno segnato il destino di Amelia, un ragazzo rischia di annegare. E lei riesce ad aiutarlo, a salvarlo, a farlo vivere. Perchè quel ragazzo - unico al mondo? - può vedere Amelia, può sentire la sua voce, può accarezzare il suo viso. In quell'istante, lei capisce di non essere più sola, di aver trovato qualcuno pronto ad affrontare qualsiasi sfida, per lei. Ma, soprattutto di aver trovato qualcuno in grado di far palpitare il suo cuore, quel cuore che ormai aveva cessato di battere. 


RECENSIONE
Navigando su alcuni blog, mi ritrovavo quasi sempre a leggere recensioni positive su questo libro e così, siccome sembrava abbastanza apprezzato e famoso tra i ragazzi, l'ho inserito in wishlist e mi sono convinta a provare.
L'inizio è abbastanza stimolante: Amelia è morta e non ricorda nulla della sua vita, fatta eccezione del nome, l'età e il fatto di essere caduta da un ponte. Molto spesso, cade in uno stato di incoscienza in cui si ritrova ad annegare di nuovo nelle acqua agitate, senza però rivivere il momento della caduta. Come è successo? E' da scoprire.
Un giorno, durante uno di questi incubi, non è lei che sta per morire. E' un ragazzo, Joshua, che è ovviamente il più affascinante che lei abbia mai visto e l'unico a poterla toccare e vedere.
Questo avvenimento accade a poche pagine dall'inizio del libro e tutte le buone aspettative che esse mi avevano dato, in questo punto, si sono sgretolate. 
Un libro che avrebbe potuto essere un fantasy originale e avventuroso, cade nella sdolcinata commedia romantica.
Posso capire l'analogia della storia d'amore presente in quasi tutti i romanzi per adolescenti, ma stanno diventando tutte uguali. Peggio, gli autori aggiungono molta più dolcezza di quel poco necessario che basterebbe, come in una gara a chi crea la relazione più zuccherosa.
Nel nostro caso, oltre al fatto che Joshua sia l'unico a poter interagire con lei, tutto ciò che lo riguarda sembra un po' troppo costruito e innaturale: è troppo "perfetto" per essere umano. Sempre che così si possa definire, perchè a me non piacerebbe come persona. Troppo premuroso, troppo appiccicoso, troppo ottimista e anche troppo buono. Nessuno reagirebbe mai come reagisce lui alle rivelazioni di Amelia e chiunque fuggirebbe dalla situazione che vive.
A parte lui, tutti gli altri personaggi sono quasi anonimi. Non hanno particolarità che spiccano, comportamenti inusuali che colpiscono (anche se in negativo); sono quelli che dopo aver chiuso il libro hai già dimenticato, che non lasciano niente.
Quando poi entra in scena Eli, una specie di fantasma-demone, mi ero preparata all'inevitabile triangolo amoroso che, però, per fortuna non è particolarmente invadente.
La narrazione è molto ripetitiva, le situazioni sono sempre svolte allo stesso modo in ogni capitolo e descritte con le medesime parole di quelle precedenti, a causa della povertà di lessico. Eli che viene sempre definito con la sua fame di potere, e in nessun altro modo; Amelia ha sempre "lampi di memoria", ma soprattutto, quanto tocca Joshua sente "il fuoco, il pizzicore alle dita e il formicolio nel corpo". Ogni volta che lo sfiora viene ripetuta questa frase. Era come se l'autrice non sapesse più cosa dire, particolare sconveniente visto che il libro è anche abbastanza breve. Questa brevità, inoltre, tende a rendere tutto molto frettoloso e a tralasciare molti degli aspetti introdotti: l'aldilà spaventoso che attende Alice, i poteri sovrannaturali che ottiene dopo la morte e l'imminente scontro con i "capi" dell'oltretomba che ricordano spaventosamente i Volturi di Twilight.
Ma, soprattutto, vengono come parzialmente dimenticati gli aspetti che riguardano la sua vita precedente. Chi era lei? Com'era la sua quotidianità, il carattere? E la sua famiglia, straziata dalla morte di una figlia così giovane? Sono tutte cose che ad un lettore piace conoscere, per arricchire la storia di dettagli, farla sembrare più completa. 
Insomma, una storia che sembra solo abbozzata, sconclusionata, che non segue un filo logico preciso e che immette tanti argomenti interessanti per poi approfondire solo quelli più scontati.
Una lettura che non consiglio.


VOTO: 4

lunedì 22 luglio 2013

Debito di sangue - Michael Connelly

Debito di sangue - Michael Connelly
Pagine: 427
Edizione: Piemme pocket
Titolo originale: Blood work 


TRAMA
Terry McCaleb, quarantasei anni, ex agente dell'FBI, si sta riprendendo dal trapianto cardiaco che ha interrotto la sua carriera. Conduce una vita tranquilla e ha un solo desiderio: risistemare la sua barca, attraccata nel porto di Los Angeles, per tornare al suo paese, l'isola di Catalina. Ma le acqua tranquille della sua esistenza si fanno improvvisamente tempestose quando una giovane donna lo coinvolge in un misterioso caso di omicidio. E' un killer astuto e spietato quello a cui deve dare la caccia, un killer che gli sfugge come un'ombra...


RECENSIONE
Michael Connelly è l'autore preferito di mia madre, quindi posso trovare in casa qualsiasi libro suo. Dopo aver letto Utente Sconosciuto (fantastico!), ho visto il trailer del film con Clint Eastwood tratto da questo thriller. Ma ovviamente, non potevo vederlo senza prima aver letto il romanzo da cui è tratto.
"Sto cercando il dettaglio rivelatore. Quando ero bambino c'era un gioco. Non ricordo come si chiamava, ma può darsi che i bambini lo giochino ancora. C'era un tubo di plastica trasparente che si metteva verticale, e tutt'intorno al suo centro c'erano tanti buchi dove venivano infilate delle cannucce. Si mettevano delle biglie dentro il tubo in modo che restassero sollevate sopra le cannucce. Lo scopo del gioco era di estrarre una cannuccia senza far cadere nessuna biglia. E sembrava esserci sempre una cannuccia che quando veniva estratta faceva cadere tutte quante le biglie, a valanga. E' questo che sto cercando."
Questa frase riassume in sè tutto il libro.
Nei thriller, la narrazione è quasi sempre basata solo sui fatti: le indagini, i colpi di scena. Connelly tiene molto a questo, infatti nella frase parla della ricerca del minimo dettaglio che fa esplodere la bomba; ma ha una maniera di scrivere molto accurata anche in altri ambiti.  
Innanzitutto, usa ripetutamente immagini e paragoni come quelli del gioco delle cannucce; aggiunge digressioni in cui scrive i nomi delle strade e delle vie che McCaleb percorre in macchina, con il suo amico che gli fa d'autista e che suona la fisarmonica. 
Ma delle ambientazioni mi ha colpito soprattutto la barca su cui vive il protagonista. 
Si chiama The Following Sea, "il mare seguente". E' il nome di un'alta onda, che arriva alle spalle dei surfisti e rischia di travolgerli ogni volta; è un monito per dire "guardati alle spalle". Il porto in cui è approdata, l'ho immaginato sempre in ombra, cupo e inquietante. Ma il fatto essenziale è fornito dall'insicurezza dell'imbarcazione: è priva di mura, o porte blindate come potrebbe essere una villetta, e basta un po' di agilità per salirvi a bordo. Ottima per essere violata.
Un altro aspetto su cui l'autore è il campione indiscusso, è l'introspezione dei personaggi principali. Forse, tralascia un po' troppo quelli secondari, ma esamina in maniera affascinante la mente dei due avversari: il cacciatore e la preda, l'agente e il killer.
Entrambi sono terribilmente brillanti, astuti, osservatori attenti e questo tende a far cambiare i ruoli per tutto il libro: chi indaga diventa perseguitato, perchè l'assassino è sfuggente e irreperibile. Anche se non conosciamo la sua identità, ne rimaniamo affascinati. Non lascia impronte, o piste da seguire, ma lascia frasi o si fa filmare mentre fa azioni studiate che, già sa, faranno impazzire chi lo sta cercando. Sembra essere più furbo di tutto gli altri, quasi onnisciente.
Unico aspetto, però, che lo sottrae dall'essere quasi perfetto come Utente Sconosciuto è la scorrevolezza che ogni tanto è intralciata. Alcuni brevi capitoli o paragrafi sono dedicati ad una relazione d'amore. Non è sdolcinata e non ha difetti a livello di inventiva dell'autore, ma a volte la lettura maniacale direttamente proporzionale alla parola "thriller" si blocca, come messa in pausa. 
Proseguendo, in ogni caso, si scopre che è stata inserita per un motivo preciso e verrà sfruttata più volte per dar spazio a situazioni intriganti dell'indagine; si rivelerà un aiuto e un ostacolo allo stesso tempo.
Nonostante questo difetto, quindi, è un bel thriller e non mi ha fatto passare la voglia di leggere tanti altri libri di questo mostro d'intelligenza che è Michael Connelly.


VOTO: 8

domenica 14 luglio 2013

La cavalcata dei morti - Fred Vargas

La cavalcata dei morti - Fred Vargas
Pagine: 339
Edizione: Einaudi
Titolo originale: L'armée furieuse


TRAMA
Qualcuno ha bruciato vivo nella sua Mercedes un vecchio magnate della finanza e dell'industria. Forse è stato un ragazzo di Banlieu, ma Adamsberg non ci crede. Ha bisogno di prendere tempo. Ed ecco gli arriva, dai boschi della Normandia, un omicidio che sembra scaturire dal Medioevo. C'è un cadavere sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera Furiosa. Ovvero la cavalcata dei morti, che trascinano con sè anche i vivi condannati a morire per i loro peccati. La giovane, luminosa Lina ha visto la Schiera. E' solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti più spaventosi di un'antica, cupa credenza?


RECENSIONE
Anche se un amico, tempo fa, mi aveva consigliato un suo libro, non avevo mai letto nulla di Fred Vargas. Ma quando, in una lista di ebook, ho visto il titolo "La Cavalcata dei Morti" mi ispirava molto e l'ho scaricato.
Già da principio mi ha colpito per l'originalità delle situazioni e dei personaggi anche secondari.
Innanzitutto l'idea di base è ottima, perché ciò su cui indaga Adamsberg non è un delitto normale, bensì un caso in cui il paranormale, la leggenda, si confonde con la cruda realtà: una serie di delitti compiuti dalla Schiera Furiosa, la Cavalcata dei Morti. 
E' una leggenda che ristagna a Ordebec dal Medioevo e che vede il Sire Hellequin a capo di un esercito di morti, che "ghermiscono" e uccidono tutti coloro che hanno compiuto reati, ma sono rimasti impuniti.
Quando nel paesino, Lina, la messaggera della sua generazione, annuncia di aver avuto una visione della Cavalcata che portava con sè tre ghermiti, e i tre preannunciati cominciano a morire in ordine cronologico, i commissari di Parigi iniziano le indagini.
Ma, anche se la pista della leggenda a volte prende il sopravvento a giustificare la pigrizia di chi investiga, essa viene lasciata da parte e comincia la ricerca di un killer.
Qualcuno che usa il pretesto della Schiera per uccidere?
Un pazzo a servizio di Hellequin per redimere i suoi peccati?
O una setta nata grazie alla leggenda?
Queste sono state le idee che mi sono balenate in testa, ma che si sono tutte aggrovigliate in un'unica rete durante la lettura; perché non viene lasciato intravedere niente, o meglio, i sospettati variano di capitolo in capitolo. 
Inoltre, a questo caso se ne aggiungono altri. 
Il capitalista più importante della città bruciato vivo nella sua Mercedes, un ragazzo ventitreenne scelto come colpevole a causa di suoi vecchi reati, addirittura la ricerca del "bastardo" che ha legato le zampe del piccione Hellebaud.
Dalla prima pagina ci si ritrova coinvolti nelle indagini, ma senza la presenza di personaggi così particolari tutto sarebbe stato sminuito. L'aspetto psicologico di tutti è studiato in modo minuzioso e approfondito; cosa un po' fuori dalla norma nei thriller che, a meno che non siano proprio psicoligici, solitamente si basano solo sui fatti.
Il commissario Adamsberg, sempre sfuggente ma straordinariamente intelligente e intuitivo. Retancourt, la donna mastodontica, ma affascinante come nessun altro. Danglard e Veyrenc, stretti amici del commissario, in continua combutta per entrare nelle sue grazie. Per non parlare della famiglia Vendermot, che è stata quella per cui ho tifato per tutta la durata della storia, e che aspettavo veder comparire in ogni momento, per deliziarmi con la loro stranezza.
Il finale, quando tutto viene risolto e svelato, non è stato un'esplosione di sorpresa; è come se la soluzione fosse sempre stata lì sotto i miei occhi, come se lo avessi sempre saputo senza accorgermene. Un effetto strano, che non so spiegare.
Unica cosa che sottrae il romanzo alla perfezione assoluta è il ritmo. Un po' troppo lento per essere un thriller, forse a causa del pensieroso ed estremamente diplomatico commissario; i colpi di scena non sono pochi, ma così distanti l'uno dall'altro da creare un'acqua un po' troppo calma; gli indizi svelati lentamente.
Da alcuni potrebbe essere considerato un libro da gustare con calma, da altri un libro troppo statico e noioso. Io sto nel mezzo.
E' adatto per chi ama i gialli, il thriller, le indagini; ma con un procedere pacato, un carattere dei personaggi curato nei dettagli, non un ritmo frenetico che non ti fa staccar gli occhi dalle pagine.
Una storia in cui ci si immerge con calma, come per adattarsi ad acque troppo fredde, come il clima di Ordebec. 


VOTO: 8,5 

venerdì 12 luglio 2013

Red Passion, Nemesi - Anna Grieco, Fiorella Rigoni

Red Passion Nemesi - Anna Grieco, Fiorella Rigoni
Pagine: 91
Edizione: La mela avvelenata


TRAMA
Cassandra Rowling è la figlia dell'arcangelo Michael e di Lilith. La regina degli Inferi, a conoscenza di un oracolo che profetizzava che una creatura nata da un arcangelo e lei stessa, sarebbe sta in grado di muoversi liberamente tra il cielo e l'Inferno, una volta superata la transizione, riesce a catturare il guerriero favorito di Dio e a imprigionarlo con dei ceppi magici. Dalla loro unione nasce una bambina, Nemesi, che la vampira immortale ha intenzione di usare per i suoi turpi scopi.Michael, tuttavia, sa che Nemesi sarà più al sicuro se crescerà lontano da lei, quindi la affida a James Rowling, un suo amico cacciatore. La ragazza crescerà ignara di tutto, ma il Male alla fine la troverà e manderà in pezzi tutto il suo mondo, costringendola a rivestire il ruolo che il Fato le ha destinato.


RECENSIONE
Di questo breve romanzo de "La mela avvelenata" avevo letto solo il primo capitolo, presentatomi come prequel.
Quando mi è stato inviato questo, non ho letto la trama, l'ho semplicemente iniziato. Non ho fatto fatica ad ambientarmi nella storia, non c'erano fatti che non capivo, nè mi sentivo spaesata. Da subito, tutto è reso molto chiaro, anche se il ritmo è veloce. 
Sembra, infatti, di trovarsi in una spy story con angeli e vampire: il lettore viene lanciato da un luogo all'altro come la pallina di un flipper, e legge avidamente, preso dall'azione e dall'energia che scaturisce soprattutto dalla protagonista. 
Cassandra ha lo spirito della vendicatrice, è misteriosa, energica e sensuale. Me la immagino con uno sguardo truce e i lunghi capelli rossi davanti al viso, tutta vestita di pelle, come la Vedova Nera degli Avengers; mentre Azrael è l'arcangelo della morte, tenebroso, cupo, con un carattere glaciale e focoso allo stesso tempo, perchè estremamente geloso di Cassandra. Entrambi, oltre che essere uniti dallo stesso contesto, sono legati in modo passionale da un amore nascosto. Le relazioni, di solito, non le apprezzo molto in un romanzo che non sia d'amore, ma la loro sembra essere incastonata alla perfezione nella storia, come il tassello di un puzzle, senza il quale il libro sarebbe incompleto. Lei e tutti gli altri personaggi sono, quindi, ben fatti caratterialmente e fisicamente, come in altri libri della casa editrice. Anche le scene sono ben descritte e chiare negli occhi del lettore; sembrano quelle di un film e io, solo se avessi potuto, avrei fatto dei fermi immagine per riguardarmele ogni tanto. 
La scrittura a due mani, perciò, aiuta molto nella narrazione e, soprattutto, non ci si accorge che sono due persone distinte a scrivere: la scrittura è uniforme. E' anche molto diretta, schietta e realistica; non so perché  ma mi ha ricordato un linguaggio alla Fight Club. Le imprecazioni sono abbastanza ricorrenti e di solito è una cosa che stona nei libri, ma qui, proprio come la storia fra Cassandra e Azrael, sembrano far parte dell'insieme e servono a rendere tutto più vero.
Il finale è aperto e invitante, lascia tutto appeso a un filo; tutto pronto a precipitare in una corsa frenetica nel prossimo libro.


VOTO: 8

Shift - Em Bailey

Shift - Em Bailey
Pagine: 190
Edizione: Electric Monkey


TRAMA
Olive non è pazza - sebbene abbia avuto un incidente l'anno scorso e abbia passato quel periodo nel reparto psichiatrico, stia prendendo le sue medicine e stia sempre alla larga dalla massa. Ma quando salta fuori la nuova ragazza Miranda, Olive sa che c'è qualcosa di molto pericoloso in lei, anche se nessun altro sembra accorgersene. Ma chi crederà in lei, quando chiunque probabilmente pensa che sia pazza? E' così, tutti lo pensano tranne la sua migliore amica, Ami, la quale è disapprovata dalla madre di Olive per qualche strano motivo. Ma niente è quello che sembra in questo thriller di pagine scorrevoli e ci sono colpi di scena e risvolti che non potete prevedere.


RECENSIONE
Esortata da un amico ad entrare a far parte della letteratura in inglese attraverso questo thriller, mi sono convinta e l'ho iniziato.
Nella prima parte è pressoché perfetto. Unisce i problemi adolescenziali ai sentimenti dello stesso periodo: la bella della scuola, vanitosa e ammirata da tutti; l'insicurezza che porta ad avere solo voglia di rinchiudersi nella propria stanza ad ascoltare musica, come se essa fosse una capanna in cui trovare riparo nei momenti difficili, ma anche l'innamoramento.
Di solito non è che apprezzi moltissimo le coppie, o semplicemente l'interesse estremo, in un libro che non rientra nel genere in cui questo tipo di storie sono ammesse. 
Ma qui, pur essendo un thriller, la situazione è diversa. La "coppia", per così dire, non è sdolcinata o banale. E' dolce nei punti giusti, e soprattutto non troppo, ed è anche abbastanza stramba. E questo perchè Olive ha un modo di relazionarsi con le persone assolutamente fuori dalla norma. Sembra essere lacerata dalle delusioni subite e quindi è schiva, sarcastica; ma allo stesso tempo, con la sua timidezza e diffidenza, riesce a rendere adorabili certe situazioni.
Ma, a parte questo, essendo un thriller l'ingrediente che non può mancare è il mistero.
E di questioni irrisolte ce ne sono tante.
Una, la più importante, riguarda la ragazza nuova, Miranda, che fin dall'inizio è circondata da un alone di ignoto e causa di situazioni veramente ambigue. Le prime due righe, per esempio, ci dicono che "Miranda non aveva i genitori - erano morti. Ed erano morti perché Miranda li aveva uccisi." Un inizio molto accattivante, che spinge chiunque a procedere quasi maniacalmente. Peccato che poco dopo tutto venga smentito in quanto voce di corridoio, e venga parzialmente dimenticato per buona parte del libro. 
Un altro fatto che mi ha incuriosito molto è quello riguardante il passato di Olive. Quando inizia la storia, infatti, è appena uscita da una clinica psichiatrica per motivi che restano oscuri, o vengono solo accennati in modo stimolante fino a metà libro.
Proprio in questo punto, tutto cambia, come se il romanzo fosse esattamente diviso in due parti. 
Olive che mi era piaciuta tantissimo per il suo carattere forte e deciso che in realtà nascondeva insicurezza, sembra diventare un burattino sotto incantesimo.
Diventa sciocca, come se non riuscisse a cogliere l'evidenza davanti ai suoi occhi. Forse l'autrice la fa diventare così cieca per farci capire l'offuscamento che lei prova davvero, ma l'ho trovato abbastanza irritante comunque.
Un altro aspetto che mi è dispiaciuto parecchio riguarda la "coppia" a cui facevo riferimento prima e che avevo apprezzato per la sua ambiguità. Nella seconda parte del libro Lachlan, il "lui" della situazione, diventa soggetto di straordinarie coincidenze che non sembrano per niente realistiche, come invece sembra essere tutto il resto della storia. I dialoghi, per esempio, risultavano sempre parecchio naturali; mentre qui le situazioni che riguardano l'amore sono quasi pacchiane.
Nonostante questo, che sminuisce molto l'insieme, il coinvolgimento rimane alto e la storia ben fatta. Inoltre, ho trovato una "rivincita" nel finale che pensavo di aver indovinato, mentre invece è stato nettamente inaspettato.
E' il genere di libro che crea scompiglio in un lettore: così interessante da non riuscire a smettere di leggere, che vorresti strappare in mille pezzi per la sconsideratezza della protagonista, che ti delude per vari motivi ma continua ad entusiasmarti.
Adatto per chi vuole iniziare a leggere in lingua straniera, ma anche per chi ama il mistero anche se non ai livelli dei maestri del thriller.


VOTO: 8

#Prossime uscite Butterfly Edizioni

Ecco le anteprime delle prossime uscite della casa editrice Butterfly Edizioni:


Il gioco dei ricordi - Laura Bellini
Pagine: 240
Edizione: Butterfly Edizioni
Prezzo: 14,00€


TRAMA
Dopo il dolore causato dalla fine della sua storia con Gabriel, Ayleen ha finalmente ricominciato ad amare: si tratta di un ragazzo misterioso del quale non conosce neppure il nome, ma le è bastato sedere al suo fianco sulla riva del lago per capire che il suo posto è dov'è lui. Ma perchè ha la sensazione di potersi fidare ciecamente di un uomo del quale non sa nulla mentre Tamara, la sua migliore amica, le intima di stare alla larga da lui? E se di giorno i dubbi la tormentano, la notte porta con sè incubi dai quali si risveglia immemore con un solo nome a fior di labbra: "Nathan".
Gabriel e Nathan, il Bene e il Male e, nel mezzo, una maledizione che attraversa i secoli.
Dalla Roma degli intrighi al naufragio del Titanic passando attraverso il Quattrocento di Caterina Sforza, Ayleen viaggerà nella Storia per compiere la scelta più dolorosa, e capirà che il segreto dell'amore riposa nel tempo che scorre sulle cose, travolgendole. Perchè l'amore, esattamente come il tempo, non può essere misurato che da un metro soltanto: l'eterno.

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Sabbie mobili - Rita Parisi
Pagine: 128
Edizione: Butterfly Edizioni
Prezzo: 11,00€


TRAMA
Il primo ricordo che Chiara conserva di suo padre è un canotto verde e azzurro, una giornata al mare, la paura e l'emozione dell'imparare a nuotare; sullo sfondo, come in una fotografia, il volto austero di sua madre. 
Molti anni dopo, Chiara è su un treno per Trieste, adesso che la scoperta della sua sterilità, la depressione e i tradimenti hanno distrutto il matrimonio con Marco e che tutta la sua vita si è accartocciata come un foglio vecchio. E lì, sul treno, Chiara lascia scorrere i ricordi come un film dietro il finestrino per poi ritrovare, tra di essi, l'atroce verità che le ha cambiato la vita. La fotografia di un'assenza, il ritratto in chiaroscuro di due madri mancate e di un amore segreto.

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